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A MIA MADRE
Oh, se per nuovo
obietto
Un dì t'affanna giovenil desìo
Ti risovvenga del materno affetto!
Nessun mai t'amerà dell'amor mio.
E tu nel tuo dolor solo e pensoso
Ricercherai la madre, e in queste braccia
Asconderai la faccia;
Nel sen, che mai non cangia, avrai riposo.
G. Giusti, Affetti d'una madre.
O mamma, quando ne
l'angusta cella
giunge un bacio di sole,
o il mite raggio di raminga
stella
batte alle finestruole,
o le tragiche squille de la
sera
piangon ne l'aura mesta,
sovra una sbarra ruvida e
severa
io reclino la testa.
E penso il tempo de le tue
carezze
letificanti i sogni
de la puerizia, e d'ingenue
dolcezze
i desiri e i bisogni.
E penso li orizzonti
sconfinati
de l'isola selvaggia,
i carmi eterni dal mar sussurrati
tra i sassi della spiaggia,
e il canto che dal tuo
labbro scendea
sul mio capo infantile,
quando su me la speme tua
ridea,
e sui campi l'aprile.
Tu m'insegnavi una prece
modesta
alla madonna, ai santi,
per supplicare i venti e la
tempesta
benigni a' naviganti.
Quando passan sul mar de la
mia vita
i venti e la bufera,
ormai del cuor la fede
illanguidita
disdegna la preghiera.
A la madonna e ai santi, o
madre mia,
io non ci credo più,
ma una nova e solenne
poesia
ride a la mia virtù.
Nel turbinìo de le
battaglie umane
oggi sono un soldato;
a un ideale, e non a fòle
insane,
la mia fede ho giurato.
Dei vecchi santi un sol ne'
voli audaci
del mio pensier s'indìa,
credo sempre a l'amore, ed
a' tuoi baci
söavi, o madre mia.
Sono solo, e sul capo mio
s'addensa
l'ira umana, e l'oltraggio
vile, che non combatte, e
che non pensa,
e che non ha miraggio.
Dicon ch'io son cattivo, e
faccio odiare!,..
dì! non è falso questo?
Baciami, o mamma, e non ti
vergognare;
io sono sempre onesto.
21 Maggio.