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Nei dì festivi, mentre la nasale
voce del prete brontola il latino,
da le bocchette aperte esce, cordiale,
l'augurio tra i percossi dal destino.
E mentre ancor si compie la mortale
commedia, a onore de l'agnel divino,
parlano i gesti una convenzionale
favella sotto il naso al secondino.
Il carcer sembra un sepolcreto immenso,
vivente per le bare scoperchiate,
donde sbucano i morti a conversare.
Salgono in aria i globi de l'incenso,
parlano le bocchette spalancate,
e Cristo muor, di novo, su l'altare.
22 Maggio.