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D'una nostalgica
mesta cadenza
salgon ne l'aura
le note stanche al pari d'un sospir,
e ne la pigra e greve sonnolenza
de la carcere sembrano vanir.
È una dolcissima
marinaresca,
tra i dolci fremiti,
forse, sbocciata da l'Jonio mar,
ove tra i baci de la brezza fresca
il primo sole vidi scintillar.
Forse, quel misero,
che la sospira,
ripensa i liberi
clivi d'un golfo ed un aperto ciel,
e si dibatte ne la orrenda spira
d'un fato inesorabile e crudel.
Ma quelle flebili
e stanche note
sul mio discendono
addormentato e desïoso cor,
a suscitare imagini remote,
e sopite memorie di dolor.
7 Giugno.