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I.
Dolce fanciulla, mentre a te la vita
con la bellezza arride e coll'amore,
le rose invochi a questa scolorita
fronte che piega al soffio del dolore.
Invan! Profonda troppo è la ferita
che m'ha piagato il giovinetto core,
nè da balsamo alcun sarà lenita
mai. No, pietosa, un solo fiore
per l'alma che dispera non ha maggio,
non ha più sogni per un cor infranto;
nè risplendere può d'amore un raggio
negli occhi ch'hanno lagrimato tanto.
Il fato a me segnò triste vïaggio,
ma forse altrove fiorirà il mio pianto.
maggio '96
= a N. M. =
Nel silente orticello, assorta e sola,
penso, del pozzo assisa presso il margine,
a la vostra parola.
Or non lagrimo più; mi struggo in questa
calma infinita. Ad un cenno immutabile,
or non lagrimo più, Non ho desiri,
nè speranze, nè sogni. Vive l'anima
Pensatemi così, sempre: seduta
sul margin d'un abisso profondissimo,
misterïosa e muta.
agosto '97
= a lo stesso =
(non v'ingannaste, è vero)
viene a voi dolcemente;
allor che armonïose
allor che le lontane
che meco l'infinito
non possiate vedere;
che non possiate queste
Non v'ingannaste, è vero,
viene a voi dolcemente,
8 settembre '97
= a Jolanda =
Come qui tutto aspetta
per poco; tu verrai
di già presso a svanire,
Or ne sbocciano molti
settembre '97
ove dei vostri detti ora portate
Voi siete come il tepido
raggio per cui si levan le curvate
sorridete? Non v'accorgeste quanto
s'alleggeriva l'anima
vostra parola? Dopo lungo pianto,
lume d'alba rischiara il mio sentiero;
voi l'accennaste ai deboli
di cupa notte volti al gran mistero.
Ma voi, voi questa piccola
2 ottobre '97
= a lo stesso =
Amico mio, per voi questa mattina
quale una pensierosa
testa dolente. Coronata ell'era
Ma vidi tosto al tocco de la mano
Or voglio rïunire
i petali rosati in questo foglio
che viene a voi, gentile
mandarvi (mentre già l'inverno avanza,
5 dicembre '97