Bruna
In solitudine
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SUONANDO Una BERCEUSE di GODARD

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SUONANDO
Una BERCEUSE di GODARD

 

 

= a Umberto Gigli =

 

Penso una cameretta umil nel pallido

chiaror del vespro, ove una madre china

su la culla del bimbo veglia. Trepida

quell'alma tutta a la speranza inclina.

 

Ma la parola del destin, terribile,

minaccia la capanna. Ascolta al vento,

la vegliante, da lungi il bosco fremere,

e scoppiettar il fuoco semispento;

 

questi detti ell'ode: – Già da secoli

scritta con altre sta la tua ventura,

e non sarà che pianti e preci mutino

tale decreto, fragil creatura.

 

Affannoso cammin, angoscie, lagrime,

avrai, debole core! – S'addormenta

il fanciullino ne la culla tepida,

ed una nenia gli ricanta lenta

 

la madre; esce la voce un poco tremula,

e la canzone par preghiera e pianto.

Sommessa, così canta: – Dormi piccolo

re de la casa, che nel cielo, intanto,

 

s'aprono mille occhietti ardenti, e guardano

la tua testina d'oro che riposa.

De la tua mamma le preghiere salgono

per la volta stellata luminosa;

 

salgono le preghiere fino agli angeli,

salgono a favellar del figlio mio,

e fior, soltanto fiori farà sorgere

sul suo cammin benignamente Iddio. –

 

Ancora si ripete, e più inflessibile,

la sentenza del fato. L'ombra pare

popolata di larve che s'aggirino

gemendo intorno al queto focolare.

 

E la voce materna, tenerissima,

riprende il canto ch'è preghiera e speme,

indi si tace, e lungamente vibrano

nell'aere le dolci note estreme.


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