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Era discesa nel roseto all'alba,
per comporre ella stessa, triste e sola,
di fiori appena schiusi una ghirlanda.
E le rose fiorian per ogni banda;
olezzavan le rose in ogni aiuola
soavemente, ne la luce blanda.
Com'ebbe accolta l'odorosa messe
fra i veli de la veste, e ripiegato
in cerchio un ramoscel di salce; bianche
rose per prime rïuniva. Stanche
muovean le mani, lente, al delicato
lavoro. Da le ciglia cadean spesse
le lagrime, ed a la rugiada insieme
lucevan sui recisi fiori a mille.
Pensava mesta: = La ghirlanda invano
intesso pel diletto mio lontano,
mirarla non potran le sue pupille,
nè gioirne quel cor che più non freme =
Soavemente ogni fronda stormìa:
e rose gialle prese ad intrecciare
ella, e le mani parvero più preste.
= E pur – (pensò di nuovo) saper queste
lagrime può lo spirito suo, s'errare
gli è dato a me d'intorno. Ah così sia! =
Un istante le luci a l'orïente
levò; il sorriso de l'aurora vide,
e rosea luce avvolgere il giardino,
ed ai pallidi fior pose vicino
un fiore colorito. = Non uccide,
(a pensar seguitò tutta fidente)
morte sinistra, non uccide l'alma,
ma i ceppi tristi pïetosa scioglie.
Non è non è spezzato il nostro amore,
ci s'appura, s'eterna nel dolore,
e sorgerà su le divine soglie! =
Ne l'alto cielo azzurro, ne la calma,
dileguava un'allodola cantando.
L'esil cerchio di fior si chiuse colle
rose purpuree dal profumo intenso.
– A te che leggi tutto ciò che penso
(pregò la giovinetta, ancora molle
di lagrime la guancia) raccomando
quell'alma che m'attende lungi, o Dio;
deh non fare che attenda lungamente! =
compiuto, ardeva su la veste pura;
ed infiammava il cor casto, innocente,
il supremo ardentissimo desio.