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È questo l'orto; e il vecchio pero è questo,
quel pero che cantai triste nel gelido
autunno, voi sapete; ed or è l'ultimo
che si ridesta dal sopore mesto:
gli altri..... oh guardate i vaghi intrecciamenti
delle rame fiorite bianche e rosee
tra cui del ciel traspare un lembo tenue.
Ecco il vïal che spesso a passi lenti
percorro con le mie dolci sorelle:
da quegli archi di rose, a maggio, scendono
sovra le nostre teste a cento i petali,
noi pensiamo, passando sotto quelle
carezze olenti, i sogni già sfioriti.
E presso il muro verdeggiante d'edera,
sotto i susini riposiamo, i fiammei
tramonti a contemplar da l'ombre miti.
Udite che silenzi han gli orti umili?
Quì, nel fido recinto, che a le trepide
mie spemi arrise, che blandì le lagrime,
che mi ha dettati i canti più gentili,
or si ritempra l'anima accasciata.
Quì leggo, e talor prego, quivi i pallidi
vespri, sovente sola mi sorprendono
a coglier fiori ad una tomba amata.