Cap.

 1  II|        discesavi, chi sa?… in una triste notte in cui egli aveva
 2  II|            divenne più fine e più triste; egli fece con se stesso,
 3  II|          d’abbandono così amaro e triste che Monaldo ebbe quasi paura.~ ~
 4  II|       andò.~ ~L’alba era fredda e triste, e quando egli fu in casa
 5 III|         il giovane con voce quasi triste: io vengo qui, od altrove,
 6  VI|          in altri come la traccia triste di un morbo interno che
 7  VI|        nervi una stanchezza quasi triste. Egli aveva fretta, quasi
 8  VI|        sarebbe veramente una cosa triste e pallida, sarebbe la storia
 9  VI|          Aveva il sorriso ebete e triste di una povera meretrice
10 VII|         con voce tetra:~ ~– Ho un triste male...~ ~Senza avvedersene
11 VII|          spasimo così acuto, così triste, così angoscioso, che d’
12 VII|          una tranquillità ebete e triste da vittima. Ma di un tratto
13  IX|     tratto, un senso così amaro e triste di disillusione e di stanchezza,
14   X| lentamente il giornale ed ebbe un triste sorriso: il piccolo salotto
15   X|    sognato il suo volto pallido e triste, con una sete ferina di
16  XI|           sorriso ironico e quasi triste. Il processo di Monaldo
17  XI|    avevano un languore profondo e triste. Ma la bocca aveva riassunto
18  XI|     fanciullo...~ ~Quella visione triste, illuminata dalla luce dorata
19  XI|          avevano una dolcezza più triste.~ ~Il pubblico elegante
20  XI|           sembrava così limpido e triste, così pieno d’un dolore
21 XII|      cantare a mezza voce qualche triste ritornello.~ ~Ciò era finito,
22 XII|           essere l’uomo pallido e triste, dannato da un ricordo atroce,
23 XII|            dopo la doglia acuta e triste, ricominciava anch’essa,
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