Luigi Lucatelli
Come ti erudisco il pupo
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Indove ti metto, salvognuno, a nudo le chiacchiere gratisse e la pagnotta a 18 carati

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Indove ti metto, salvognuno, a nudo le chiacchiere gratisse e la pagnotta a 18 carati

 

 

 

 

 

 

Contro il lavoratore in genere a panza per aria.

La prego di ariccogliersi in stesso e di arispondermi a le seguenti domande: Scusi, ci pare che sia stato io a fabbricare la società accusì come è fabbricata?... Lei è fermamente persuvaso che si il pane costa caro è perchè Oronzo Marginati ha fatto l'incetta de le farine?... Si lei è persuvaso di questo, io mi arinchiudo in un bigozzo di dignitoso ariserbo e abbozzo: abbozzo come un sol uomo, e sto zitto.

Ma si per avventura le cose fussero diferenti, allora, mannaggia i soliti cani, fenisce che un giorno o l'altro smorzo la fiaccola, depongo la scure su la battilonta, arimetto il sole dell'avvenire nel tiratore del commò, e vendo questa intemerata penna al sodalizzio dei boglia ed affini! Laddovechè io — e quando dico io ti voglio dire anche quelle legioni d'Oronzi che faticheno come una cooperativa di muli, per attaccare un ventisette all'altro tutti i mesi — siamo stanchi di essere, come sol dirsi, l'incudine di tutti i martelli, il battipalle di tutte le palle, la sòla di tutte le scarpe, la pelle di tutti i tamburi, indovechè a un certo punto ce si infiamma il piticozzo dei nostri diritti personali, nonchè le legittime arivendicazzione e allora leviamo in alto il sacrosanto vissillo dell'ommini qualunque, che sono miglioni, e gridano abbasta!

C'era un straccetto di sole dell'avvenire e se lo sono beccato i socialisti, c'erano due bagliocchi di fiaccola dell'ideale e se la sono sgranfignata i ripubblicani, ci avevamo un'oncia e mezza di Padre Eterno e ha firmato il patto Gentiloni, possedevamo un'apparenza di Patria, e i nazzionalisti ci hanno messo tanto d'ipoteca per farci tre collegi lettorali e un piviale da prete, nonchè si sono puro sbafati l'inno di Mameli, approfittando che i morti nun possono prendere a zampate i vivi, per cui, ecco che un povero cittadino, il quale nun ci ha altre tessere che quella de lo stato civile, si trova aridotto a fare la parte di abbozzatore perpetuo, ovverosia come chi dicesse una macchina che paga, vòta, ariceve botte, zampate, privazzioni e ditate nell'occhi, e in compenso di tutto questo, abbenchè si nutra di pane annaffiato col sudore de la fronte, con contorno di disinganni e disillusioni all'agro, c'è puro chi ci il grasso borghese. Mi arimiri per un momento la cosa pubblica.

Le sigaraglie scioperano?... E lei crede che lo Stato ci arimette qualche cosa?... Ci arimetto io, omo qualunque! Comechè da sittimane e sittimane sono costretto di acquistare certi sigheri toscani che pareno vermini, salvando indove mi tocco, solitari, laddove sono accusì mosci, che quando mi voglio aricordare qualche cosa, invece di fare un nodo al fazzoletto, faccio un nodo al sighero, e nun piglieno foco nemmeno se li intingi in un vulcano. L'altro giorno ho provato col cerino, col fulgore de lo sguardo, con la fiamma de la passione, con la fede ardente dell'avvenire e col carbone di cucina, ma era come a commovere il sor Bonaventura!!...

Arimaneva smorzato e moscio come un elettore davanti ai vari programmi del momento!

Dice accusì Terresina che si avesse avuto qualche anno di meno ci avrebbe provato lei, ma che adesso nun ci ha più la mano. A ogni modo eccheti che la arivendicazzione de la proletaglia tabbacchifera, te si arisolve in una tribbolazzione del mansuveto cittadino qualunque.

Ti scoppia il sciopero generale? Chi è che magna la polvere de le strade, vedove di servo encomio, nonchè di codardo oltraggio e poi anche di scope municipali?

Io.

Chi è che magna il pane arifatto?

Io.

Chi è che va piedi?

Io.

Chi è che ci manca il pane dell'anima perchè nun sorte il giornale?

Io.

Per cui un giorno si ci organizzeremo anche noi, ci avremo anche noi un vissillo, faremo una barricata di protesti cambiari e di citazzioni, usciremo dal silenzio dei quarti piani, da le viscere de le camere ammobbigliate con commodo di cucina, da le profondità dei mezzanini con finestra sul cortile, e se la vedremo, come diceva Messalina a Lucrezia Borgia!...

Abbasta!... Siamo stanchi di tenere l'occhi bassi, comechè perfino le nostre scarpe ci rideno in faccia!... Siamo stanchi di magnare polpette d'allesso arifatto e pane ciancicato!...

Guardateci fra le pareti domestiche!... Nun ci abbiamo più una foderetta di cuscino indove l'impiegati del Monte nun ci abbiamo fatto l'esercizio di calligrafia!... Il fondo, salvognuno, dei calzoni, è diventato un pezzo di aricambio, con tante pezze che sembra un campionaglio di stoffe! La padella di cucina si è tanto disabbituvata a cibbi ristocratichi, che si ci buttassero dentro un pollo diventerebbe rossa dall'emozzione! Lo spiedo, abbiamo finito col farci un parafulmine, e quando parliamo de le bistecche, a chi ci viene il sorriso ironico, e a chi la furtiva lagrima!...

E doppo tutto questo dobbiamo puro fare da materia prima all'arivendicazzioni dell'altri! Avecche le fromage! come dicheno i fratelli d'Oltralpa quando noi ci stendiamo la mano.

Per cui formiamoci in fitta schiera, procuriamoci un'asta, magari per sottoscrizzione, attacchiamoci, presempio, il gravuse che ci sposai, che a furia d'andare al Monte di pietà, s'è abbituvato accusì bene che fa la strada solo, e marciamo a la conquista dell'avvenire.

 

Contro lo scopatore irripiribbile.

 

Averebbe la cortesia, salvando il dovuto arispetto, di salutarmi i scopini municipali?

Lei lo sa, ch'io sono, come chi dicesse, mezzo narchico, per conseguenza nei conflitti tra capitale e lavoro, per quanto cerchi d'essere quanime, sento sempre qualche cosa che mi tira da la parte del proletaglio.

Col quale lei vede a occhio, beato lui, nudo, che io, per temperamento, nun so scondinzolare e sono portato più ad erigermi, quanto che posso, a ribbelle che a tutore dell'ordine.

Lei mi dirà che io faccio per farmi fare cavagliere, ma io ci arispondo di no, abbenanche che io sappia che le stituzzioni sono come certe donne, che si nun ci dài i pignoli, nun s'affezioneno mai.

Però, in quest'occasione mi dichiaro forcagliolo, profumone, boglia, aripressivo, carnefice.

Finchè tu mi dici: Sai?... son garzone fornaglio, perciò, si nun mi crescheno la paga, sciopero e ti levo il pane dalla bocca», io abbozzo. Si tu mi dici: «Sai?... sono vitturino, o la vita o la borsa», io fremo, ma abbozzo.

Ma adesso, converrà puro lei che con questa aggitazzione dei scopini, e relativo minacciato sciopero, la cosa incomincia a puzzare; e ognuno se ne accorge. Quando ho letto che i giornali parlaveno dei lavoratori de la scopa, da principio ho detto: «Vòi vedere che il caldo gli ha dato in testa e non si vogliono mettere a scopare le strade?».

Ma si vede che nun conoscevo bene la fibra de lo scopatore romano, il quale si spezza, ma non si piega.

Per cui impugno la penna e ci scarico la seguente protesta:

Fintanto che tu, proletaglio, per questi due bagliocchi di colletto inamidato che ci ho al collo mi tratti da grasso borghese e vuoi i bagliocchi, posso limitarmi a baccagliare un poco, ma si per avventura vòi la pelle, e mi minacci di scaraventarmi addosso un esercito di microbbi, si nun credi di essere abbastanza infezzione tu, e convochi il tifo, chiami a raccolta il collera, fischi a la scarlattina, inviti il vaiolo; allora me ti aricordo che prima di fare l'Oronzo ho fatto per nove mesi il feto, vale a dire che l'avutrice dei miei giorni me ti ha messo assieme a mollichelle, come un piccolo peculio di famiglia, e che poi c'è voluto il sudore di parecchie fronti per tirare avanti me e i cusidetti miei, e tutto questo perchè?

Perchè a un certo punto rivassi tu, o vilissimo scopista, e mi dicessi: Passa all'ufficio difunti!

Ah!... figlio di sei o sette danesi e d'una cooperativa di gatte arrabbiate, è per questo che abbiamo preso quel colle che sai tu, e ci abbiamo piantato quel vissillo che non ignori? È per questo che abbiamo conquistato le libbere stituzzioni, il caro viveri, la fede inconcussa, la lupa, la tassa di famiglia e il ponte del Risorgimento tutto di cemento armato?

E la cuscienza, dove ce l'hai?... Quando ti bevi mezzo litro su le rovine de la patria, nun senti come un chiodo ne la panza che dice: ti possa diventare tutto acido fenico?... Con che coraggio passerai per i viali del Pincio dove ci sono l'ommini illustri, che hanno servito la suddetta patria?... Nun ti parerà che ti dicheno: Hai raggione che siamo senza braccia e senza gambe si no sentivi che scadenza?!?!?!?

E quando passerai per le strade piene di mondezza, nun ti parerà che i torzi di broccolo ti guardino con aria mesta e che ti dicheno: Ingrato, perchè ci abbandonasti accusì?... Nun ti parerà che le cocce di cocommero grondino di sangue, oserei dire, piuttosto invendicato?...

E dopo tutto questo, vòi puro la mancia di ferragosto?...

Per conto mio ti faccio consapere che io ho scritturato il cane dell'oste, al cantone, col quale tutte le mattine ci arroto i denti con la raspa, poi lo attacco per la coda al sole, ce lo tengo dieci minuti, ci do da mangiare un osso tirato a pulimento e ci leggo un pezzo di polemica sul monopolio.

Doppo tre giorni è già diventato una tale tigre che si dici: «Bongiorno» ti un mozzico in faccia.

Ebbene, quando verrai a chiedere la mancia, te lo attizzo, e si nun te si magna vivo, do le mie dimissioni da Oronzo e voglio essere chiamato canestraro anche dalla mia tenera prole.

Le cose volgheno al traggico, e si nun vi si mette ariparo, feniremo male, perchè ci sono azzioni che ci si pole arispondere con la parola, ma a certe altre ci vogliono le palle.

 

Due parole a quelli del sindacalismo.

 

Averebbe Lei la bontà di farsi coraggio, entrare ne la gabbia dei sindacalisti e stringerci cordialmente la mano?

Laddovechè questi signori, o vogliam dire compagni, nun solo ti esercitano con energia la parte che si sono scelti, ma ci hanno la franchezza di dirlo, robba che nun succede in tutti i vicoli ciechi.

Generalmente uno che, con rispetto parlando, ci ha avuto una cundanna, quando ne parla dice: Mi aricordo ci ebbi quella disgrazzia...

Nonchè lei vede che quando io debbo accennare al piccolo incunveniente fisiologgico del Sor Filippo, io dico decorosamente: il solito incommodo.

E cusì pure Lei vederà che certe categorie d'ommini, di donne o di generi affini, quando ci scappa di qualificarsi, dicheno semplicemente e castamente: Noi disgrazziati o ate, noi perseguitati, o ate, eccetera.

Invece il sindacalista ti ha costituvito il partito dei rompitori di scatole, lo dichiara, marcia verso i suddetti recipienti, e li rompe a la luce del sole. E accidenti, quanto li rompe!...

Ogni volta che casca il somaro a un ortolano, ti sospende il lavoro ne la città, se il somaro nun si rialza subbito, ne la provincia, e se il somaro si mostra fermo nei suoi princìpi, eccoti tutta la nazzione con le mano in mano; insomma per rialzare un somaro proletaglio, ti mette la patria con la corona turrita per terra e le venerate zampe al soffitto.

Per cui ti dimostra al solito lume del non mai abbastanza lodato naso, che tuttora l'avvenire del paese ti dipende dalla camminata di un somaro, cosa, del resto, che non era del tutto ignota.

Per cui quando il pupo me ti domanda che nelle varie branche della sua rudizzione ci dilucidi il punto arelativo a la pulitica, io ci dico: Guarda che la vita pubblica del paese è come chi dicesse una specie di orchestra indove è vero che chi dirige è il maestro, ma il maestro stesso si fa impressionare abbituvalmente da quello che sona la grancassa, per cui si può considerare che la direzzione è divisa in due, fra quello che maneggia la bacchetta, e quello che fa bum-bum.

Generalmente la carriera incomincia da bum-bum e fenisce con la bacchetta, quando il sonatore di grancassa nun è per avventura più modesto e nun si contenta di un posto di violino, o magari di corno, sia pure inglese.

Per cui, aricordati quello che ti dice tuo padre, il quale ci ha ben pochi peli sulla lingua, meno ancora sul capo e, quei pochi, di colore incerto. Quasi tutti quelli che ci hanno la bacchetta in mano, quando sonaveno la grancassa pareveno dei veri estratti di belve feroci, ma mano a mano che si avvicinaveno al sedione del direttore, prendeveno un aspetto intermediario fra l'attacchino e il capo-divisione.

Tu nun ti pòi figurare, certi di quelli che adesso si ci tocchi la monarchia con un dito diventeno pantere, quanti borghesi si magnaveno per pasto, tu nun ti pòi figurare quanti troni e quanti altari ti polverizzaveno tutte le matine!...

Poi, piano piano lo spirito arrivoluzzionario glie si aritirava come un vestito che diventa stretto, finchè a uno, presempio, di tutto il sole dell'avvenire gli arrestava solo il cappello moscio per andare al Quirinale, a un altro gli arrestava la pettinatura, e a qualcuno magari, la sola abbitudine di lavarsi un po' meno le mano.

Dimodochè, quando senti quel bum-bum della gran cassa, nun ti spaventare troppo: è come i leoni dei monumenti sulle piazze itagliane: fanno il leone, ma senza convinzione.

E si presti bene l'orecchio, l'unica cosa che ti consiglio di prestare, perchè tanto il Monte non lo piglia e nissuno te lo rubba, vedrai che quel rumore che pare tutto bum-bum, in fondo è tutto un discorso, il quale tante volte dice: Voglio un posto fisso al Ministero!... oppure: Maestà, me butti un'occhiata da questa parte!... oppure: Guardino, o signore, che bella aria da apostolo pridistinato che ci ho io!...

E viceversa il proletaglio, a ogni colpo di gran cassa, guarda da la finestra per vedere si il sole dell'avvenire è spuntato!...

Mentrechè io ci direi: O frescone!... vi piove in Roma?... Ma nun lo sai che il sole dell'avvenire nun spunta perchè conosce bene i suoi polli e sa che si viene fori, appena è sbucato dall'orizzonte quelli se lo magneno?...

Perciò, occhio a la penna, e sta puro sicuro che, per quanto la gran cassa bussi forte, novantanove volte su cento bussa a quadrini.

Tu mi dirai che io sono scettico. Ma tu devi consapere che a un certa età il lupo perde il pelo, e a le signore ci viene l'ideale infranto, mentre che all'omo ci cascheno prima l'illusioni, poi i capelli, poi la fede inconcussa, poi i denti!...

Dimodochè, io che ci ho sì e no tre capelli, e mi considero d'illusione piccolo come una lenticchia, io che de la fede inconcussa me ci è arimasto sì e no la smoccolatura, e che ho conservato i denti solo per ricordo di quando magnavo tutti i giorni, ti posso dire che è vero che l'umanità marcia in avanti, ma che i suoi cusidetti capitani ci hanno attaccato a le spalle il privato e personale carrettino de la loro fortuna, e fanno come i rigazzini che s'attaccheno al trave.

Oggi è il sindacalista, ieri era il socialista, l'altro ieri era il radicale, o vuoi il ripubblicano, ma la grancassa è sempre quella, e la carriera del sonatore sempre la stessa.

Tu mi dirai che c'è ezziandio il conservatore clericale diviso ne le sue sottospecie modernista, temporalista, nazzionalista e altri scacciapensieri, ma quelli ci hanno un altro sistema: invece di attaccare il carrettino al groppone del proletaglio, s'attacheno loro a la carrozza dei signori, ci fanno i caprioli e magari la cronaca con l'aggettivo per le signore. E qualche volta arimediano un bagliocco, una croce, un culleggio e altre miserie.

Credi a tuo padre, il quale in pulitica è un mezzo narchico solitaglio, e credi a Tito Livio Cianchettini, nostro venerato maestro.

 

E ti metto a posto puro il sabbottagge.

 

Io passo per un omo che l'arte di abbozzare la conosce, come sol dirsi, sulla punta delle dita, ma quello che è troppo è troppo, e si le cose seguiteno a andare avanti accusì, lei si pole aspettare che un giorno o l'altro sente strillare i giornali: Col fatto del conte Ugolino, il padre che si è magnato la propria prole con tutte le scarpe e la questura indaga!

Vede, io nun sono aritrogrado, perciò nun ti arimpiango quei tempi che ai rigazzini ci davi da leggere il sillabbario e la dottrina, comechè il progresso è progresso e il mondo va avanti su quella via la quale un bel giorno faremo tutto a macchina e bona notte al secchio.

Ma lei nun si pole immaginare quello che succede in casa mia, comechè quando lascio il giornale sul tavolino il pupo se lo piglia, legge, e poi me ti trasporta la pulitica fra le parete domestiche, con cui lei vede a occhio nudo che manco la vergogna del vicinato.

Vede, lui prima quando voleva una cosa e trovava opposizione, ci aveva tre metodi e vogliam dire sistemi progressivi di persuasione: 1. Blandizzia sentimentale, indovechè te si incominciava a strofinare il naso ne la manica de la giacca dicendo: Papà mio, comprami questo o comprami quello, per cui doppo un po' ci aveva sul braccio i galloni da sergente maggiore. 2. Arifiuto d'obbedienza e introduzione volontaria del dito nel naso e, si vedeva che questo non ci veniva bene, ci era il terzo spediente o convulsione pilettica con urli, strilli, pianto, intervento de la genitrice e pignolo finale.

Lei vede che ci era già abbastanza materia per farsi venire i capelli bianchi, giacchè si deve immagginare che ci veniveno certi capricci dell'altro mondo, e una volta voleva perfino che ci comprassi un piano regolatore perchè si credeva che fusse un giocarello di quelli che si caricheno e sonano. Me ci volle un secolo e mezzo per persuvaderlo che era meglio comprarsi un gioco dell'oca, che costava molto meno e era un divertimento innocente lo stesso!

Adesso poi, con tutto questo movimento di scioperi e aggitazzioni proletaglie e sindacaliste è fenito che una sera ho messo a letto un pupo qualunque, e la mattina mi si è alzato sindacalista, ma di quelli inveleniti, che se li tocchi schizzeno.

Per cui ultimamente ci è scappata una questione in casa, che si nun ci si mette ariparo presto, quanto è vero che sono Oronzo e che questa penna con la quale ci scrivo sa le tempeste a mena, salvando il dovuto rispetto, dito, un giorno o l'altro agguanto il pupo e me lo rimagno come un programma vòi pulitico, vòi amministrativo.

Si figuri che un giorno è venuto a casa da scola e mi ti dice: Sai, papà? vorrei che tu mi comprassi due giocarelli novi, e cioè: un gobbo con doppio fischio e una centrale elettrica. E ti dichiaro prima che il tempo de le conculcazzioni è fenito e che si siamo stretti in sodalizzio sotto il titolo di Federazzione dei mocciolosi, coi quali d'ora in avanti si nun ci danno i desiderata nostri, glie la soniamo di azzione diretta!

Senta, quando mi ha detto accusì, si nun fossi stato sicuro di non aver baiato mai, avrei dubbitato di averci davanti un figlio d'un cane!

Dico: Figlio mio, ti doverebbero aver buttato su la testa qualche cofena di mattoni o qualche nummero di Giornale d'Italia con referendum!...

Fino al gobbo col fischio, potrei fare un sacrificio e comprartelo, ma quell'altra robba nun esiste, è una cosa che si promette ai rigazzini boni, ma che viceversa quando la vanno per toccare scappa fra le dita come un radicale a l'inglese.

Per cui datti l'animo in pace, e contentati del gobbo, laddovechè per quello che ariguarda la federazzione, si nun la pianti d'urgenza nomino commissario reggio il commendator Pignolo e chi ha avuto ha avuto.

Lui me ti fece un sorriso piuttosto fatale e me li arispose: Vedremo chi la spunta!

Su di che io ci detti un piccolo acconto in forma di zampata, o colpo di piede nelle convinzioni pulitiche e la cosa arimase .

Ma eccoti che mi sono accorto che lui, gnentedimeno, me ti fa il sabbottagge!... Senta: io non l'ho ancora potuto agguantare sul fatto, ma ci assicuro che si rivo a averci le prove in mano, una tigre invelenita diventa una pecorella di zucchero di quelle di Pasqua, a confronto di quello che divento io!

Sono tre giorni di lotta e ho già constatato i seguenti atti di sabbottagge: 1. Introduzzione di un sorcio morto ne la pippa paterna, con grave danno de lo strumento prefato, che nun tira, e vilipendio del cadavere del suddetto sorcio. 2. Praticamento di un foro nel fondo de la pila la quale si è resa inservibbile. 3. Asportazione di nummero tre penne a la ventola e due al cappello materno che furono introdotte ne la cappa del camino e ne conseguì che lo stufato prese di fumo e tutta la casa puzzava di corno abbruciato con relativi epigrammi del portiere.

Tuttavia io nun cedo, e lui ha voglia di fare il sorriso mifistofelico, perchè piuttosto faccio la serata, ovverosia lo chiudo ne la cassetta dei panni sporchi, ma di qui nun si passa, come diceva Susanna al bagno.

 

Il caroviveri.

 

L'Itagliano il quale ci ha un dolore di denti, prima esclama: Guverno ladro!... poi si decide a prendersela col proprio dente e va dal dentista.

La quale premessa ci spiega come qualmente oggigiorno, vuoi per il pane, vuoi per la guerra, nisuno si preoccupa di dire: «c'è cascata una tevola in testa, vediamo di levarcela», ma viceversa tutti la piglieno con quella povera Itaglia, come si uno per uno fussimo un'altra cosa di quel malloppo che, una volta formato, si chiama Itaglia. Laddovechè bisognerebbe rivare a figurarsi che questa povera Itaglia che fa tante boglierie, sarebbe come chi dicesse una associazione a dilinquere, formata da galantommini che levati.

Ecco perchè mi permetto di sprimerci alcune mie cunsiderazzioni e farci varie confidenze sul sviluppo dei venimenti contemporanei, e soprattutto su quel solito pacioccone del caroviveri.

Il quale si avanza con passo minaccioso e notevolmente profumone.

Hanno torto coloro i quali ti sostengono che in Itaglia l'industria è inferiore agli altri paesi.

In Itaglia invece l'industria è accusì svelta, che ariesce a guadagnare puro su quello che parerebbe una rovina.

Lei pole constatare che abbasta che cresca il prezzo d'una cosa qualunque, che l'onesto industriale ti ariesce a fare un monte di bagliocchi anche su altri articoli che c'entreno come il patriottismo nel nevutralismo a ogni costo.

Aricresce (mi puti un po' il caso) il prezzo delle lenticchie, di due bagliocchi al chilo?...

Ebbene, l'industriale incomincia col crescerlo di sei bagliocchi, poi ariflette che la lenticchia si cucina col sellero, e aricresce il sellero, nonchè il prezzo del tigame, e siccome talora si adopera il prelodato veggetale come contorno del zampone, aricresce il magliale, quindi la ghianda, e per arimbalzo crescendo questo articolo col quale i caffettieri intelliggenti costituviscono il caffè, cresce il prezzo dei cuccumetti e, via di questo passo, un giorno o l'altro, trovi che l'avutomobbili, il cerotto per i calli, i fondelli per i calzoni e l'acqua acetosa, sono cresciuti di prezzo per colpa de la lenticchia. Si figuri quando aricresce il grano!... Io già me li aspetto che il sor Bonaventura verrà per domandarmi un aumento sull'interesse de la solita cambialetta! Ma anche quello è una vittima del guverno, che nun ha mai voluto agliutare le industrie.

Una volta voleva impiantare una officina idro-elettrica per la cedibilità del quinto, abbasta che il guverno ci garantiva il 75% sul capitale, e ci hanno detto di no, perchè nun era elettore.

Adesso voleva impiantare un'aggenzia per il contrabbando del materiale da guerra in Austria, e nun lo incoraggeno, tanto è vero che sì e no che gli ariesce di esportare il 98,50 per cento de le cummissioni.

Ecco come te si smonta il patriottismo de la gente!

Ci assicuro che quando me lo diceva ci aveva le lagrime all'occhi ed esclamava: Ah!... Itaglia, Itaglia, si nun fosse perchè sono troppo bono, fenirei col diventare suvversivo!...

Nun ci so dire come il caroviveri ti influisce tra le parete dei focolagli domestici...,

Abbasta, noi avevamo fatto alcune pruvviste prevedendo i tempi cattivi: fra l'altro avevo acquistato dodici articoli di Luiggi Einaudi, perchè quando ti metti uno di quelli su lo stommico, è come si avessi magnato una braciola dell'elefante de la Minerva e nun hai più fame per tre mesi: poi avevamo comprato sei chili di facioli con l'occhio, perchè, per quanto magni cibbi pesanti, almeno quelli possono veder chiaro e guidarti nei labbirinti interni; inoltre avevo fatto la graduvatoria dell'animali domestici che doveveno essere sagrificati nel seguente ordine:

Primo: Il felino domestico.

Secondo: La tartaruga del Sor Filippo, che sta per casa da tanto tempo.

Terzo: Il riccio addetto alla distruzzione dei bagherozzi famigliari.

Quarto: Il canario mio.

Quinto: Il passero di Terresina, soprannominato Scianteclèr.

Sul passero ci fu una lunga discussione con Terresina, perchè diceva: Toccatemi tutto, ma non mi toccate quell'animaletto .

E quando ci dicevo: Ma nun vedi che io ti sagrifico il mio con ciglio asciutto?...

Lei ebbe il curaggio di arispondermi che c'era una bella differenza perchè quello era un ex canario che nun cantava più nemmeno si lo trucidavi.

E ora di che camperemo?... Mi metterò a fare il miccagliolo?...

Nun ci ho vocazzione!... Mi metterò a fare la cocotta?... Mi amanca, diremo accusì, l'iniziativa. Farò con rispetto parlando, il nevutralista?...

 

Ci ribbatto sul medesimo.

 

Dia retta a me, facciamo, come sol dirsi, una campagna e ribbelliamoci un po' come Dio commanda.

Un tempo de l'affare de la spesa era cosa che se la spicciava Terresina da , adesso abbisogna ariunire il consiglio di famiglia, comechè con questo caro dei viveri siamo rivati al punto che si pagherà qualche bagliocco puro per fermarsi davanti la vetrina del fornaro.

Col quale lei vede che i generi che prima erano di prima necessità adesso diventeranno ghiottonerie e finirà che io ti dirò al pupo: Si sei bono o prendi dieci a scola ti comprerò una grosta di pane guasi senza muffa, oppure ti porterò a vedere i broccoli al mercato, che oggi c'è entrata libbera e nun si paga gnente!

Lei deve consapere che a casa mia, quando si discorre de la spesa, è robba che me ti si addrizzano quei quattro peli che ho sulla testa.

La carne no perchè c'è il truste, l'erbaggi no perchè c'è il bagarinaggio, il pesce è meglio a non toccarlo, perchè quello se lo sciroppa l'aristocrazzia, eppoi a Terresina ci fa male...

Siamo aridotti che il faciolo domina accanto a la patata, e tutti e due lavano il viso.

Col quale il Sor Filippo sostiene che sono i sovversivi; e dice che si venissero a Roma solo un'altra cinquantina di congregazzioni il problema sarebbe arisolto, comechè essendoci già i conventi indove si cuce di bianco, quelli indove si tiene l'albergo e via dicendo, piano piano tutti i mestieri li farebbero loro, e noi faressimo i signori.

Terresina sostiene che si governasse Fogazzari, ti introdurrebbe il sistema di Pietro Maironi, accusì la popolazzione calerebbe e si magnerebbe più a bon mercato.

Io invece ci confesso che sto per iscrivermi al partito pessimista, perchè qui nun si riva, nun si riva, nun si riva.

Qui il cittadino è diventato, mi passi sull'espressione, una vacca, che tutti ci caveno il latte, ma viceversa nissuno ci da mangiare, e lei vede a occhio nudo che, dacci oggi e torna a ridarci domani, verrà il giorno che nun ci avremo più latte e lei, egreggio signor cronista, me lo insegna, che quello sarà il giorno della rivoluzzione sociale.

Accusì è chiaro che si riveremo a la narchia, vi riveremo perchè ci hanno tirato per i capelli (parlo per chi li possiede) e si un giorno o l'altro il cittadino ti fa due bagliocchi di barricate, non bisognerà prendersela con lui, tampoco troveranno più il funzionaglio che ci ariprime il disordine, stantechè la piggione la paga puro il funzionaglio, i viveri ci servono puro a lui, e non è mica vero che al macellaglio ci poi fare i tre squilli o davanti al padron di casa ti poi mettere la sciarpa.

Abbasta, siamo ridotti a questo, che domenica volevamo fare due dita di aribbotta perchè veniva a Roma la zia di Terresina, quella che ci ha qualche cosa al sole, e ti arisultò il seguente menù, che sottopongo a l'indignazzione popolare:

Menêtre de haricots sans cotique, mais avec la cipol.

Haricots in humide avec pommes de terre.

Pommes de terre in salade et haricots a volontè sur toute la ligne.

Per il dessert il pupo trovò una pigna vecchia in un cantone e arimediassimo qualche pignolo.

Ma lei capisce che è tutta robba che ci fa poca bona figura e la zia disse: Si sapevo che a Roma tirava questo vento di emicrania (o migragna, come dice la plebbe) vi portavo qualche gallina da fuori.

Vi aggiunga che è una nutrizzione poco sostanziosa e il pupo me ti è diventato che sembra l'ombra d'uno stranuto veduto di profilo, laddovechè Terresina sospira sempre e dice che si lei avesse voluto avrebbe potuto sposare un signore.

Abbasta, qui la barca nun pole più andare avanti, abbenchè ci sia il sor Filippo che ci una spinta, ma lei capirà che per arisolvere una situvazzione simile, ci vorrebbero tre Oronzi e almeno due sori Filippi assortiti.

Me ti scusi se le ho sgnaccato nel suo interno le mie miserie, ma creda puro che le cose si mettono male, e da tutte queste tribbolazzioni, da tutti questi facioli che il proletaglio è costretto a rimandar giù, ti nascerà un giorno qualche cosa che non saperanno più dove mettersi la mano.

 

E ci ripercuoto di bel nuovo

 

Ma abbandoniamo una volta questa Roma indove oramai stiamo a subbaffitto, cerchiamo sul libbro del telefono l'indirizzo del Monte Sacro e lasciamo che il padron di casa affitti all'anima dei suoi perversi defunti o mortacci sui, come dice la plebbe; lasciamo che il macellaglio si mangi il proprio filetto da , lasciamo che il pizzicagliolo si sciroppi il di lui salame in forma privata. Oppuramente mettiamoci tutti in pricissione, arechiamoci sotto le finestre di quel giovine che fu re sul mare e diciamoci: «Laddovechè qui il cittadino lavora, eppoi riva il bottegaglio che, con la scusa che ci è aricresciuta la piggione lo strozza, mentre al contrario il padron di casa lo strozza perchè sono cresciuti i viveri, e a noi non ci resta altro che stringersi tutti in un fascio e passare come un solo uomo al partito dell'antropofighi».

E così dicendo buttarsi uno ne le braccia dell'altro e magnarsi ariciprocamente a mozzichi, come tante frazzione del partito socialista.

Laddovechè si il rincaro dei viveri nun si aresta, sono rivato a un punto che quando bacio questa creatura mia sento che mi ti si sviluppa in testa la bozza del Conte Ugolino.

E più sta e più il male peggiora.

Si figuri che tutte le sere quando andiamo a letto, io e Terresina ci domandiamo con trepidazzione: A quanto sarà rivato il magliale domani?... E si, mentre dormiamo, ci crescessero le patate?... Oppure si svegliassimo che il bovo è arivato più su del carburo in borsa?... Si figuri che l'altra notte Terresina si svegliò da un sogno tutta spiritata, strillando: Uddìo, Oronzo, la carne cresce!...

E mi ci volle del bello e del bono per persuvaderla ch'erano illusioni giovanili.

Tuttavia la verità è che certe volte uno va a letto considerando il gatto dal punto di vista dell'animale domestico, e si sveglia considerandolo dal punto di vista dello stufato con cipolle!

«Ahimè! stolto, che cosa dissi io mai?», come dicheno ne le traggedie. Pole essere che domani la cipolla che adesso gli dài del tu come a una burina qualunque, ti faccia un salto ne la ristrocrazzia, come quella patata che passò nel corpo diplomatico, e allora è finita puro quella!

Riveremo a un punto, che al pupo l'abbacchio ce lo farò vedere sul libbro di lettura, come il serpente boa, il leone, il rinoceronte e il ritratto di Pietro Micca con la povesia.

E ci dirò: Vedi questa bestia strana, che adesso si crede di essere chi sa chi?... un tempo lo trattaveno poco meno che a zampate, e quando uno ci aveva un po' troppa l'aria di personaggio del Fogazzari, gli si diceva: Questo non è un omo, è un abbacchio!

E adesso invece, eccolo che tutti gli fanno di cappello e se lo possono sciroppare solo i strozzini, scassinatori di casse forti, miglionari, briganti e bottegai, salvando il dovuto rispetto ai briganti.

Accusì impara che con un po' di bona volontà, una savia amministrazzione al potere e l'appoggio di qualche bagarino influvente, uno ti nasce abbacchio e chi sa che non fenisca capodivisione.

Abbasta, io nun ci dico altro, perchè si no la penna me te si addrizza fra le mano ogni momento e mi toccherà di darci il bromuro.

Qui noi cuntiamo l'anni, non più da la nascita di Cristo, ma dall'epoca in cui fu veduta in casa una coscia di pollo! La donna di servizio che ci ha visto discendere dal bovo all'abbacchio, dall'abbacchio al magliale e dal magliale alla pecora, l'altro giorno mi ha detto con fare ironico, dice: Sa, si vole che ammazziamo il gatto, dica puro, ma quando saremo rivati al sorcio, le dimissioni e vado a vivere del mio.

Intanto il pupo ci ha il vermine solitaglio e stamattina quella povera bestia se n'è andata da perchè dice che si sapeva i menù di casa nemmanco si incommodava a venire.

Pertanto, si per avventura le cose si mettessero a peggio, mandi a casa mia un usciere con un sacco di ossigeno e una grosta di pane.



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