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Io, Garibbaldi e Guglielmone
Me ti sento addosso un certo non so che di entusiasmo, non fo per dire, patriottico, che zompo. Me ti addormo al sono dell'inno di Mameli e me ti risveglio con l'inno di Garibbaldi, mi arivolto di qua, piglio di petto la Marsigliese, mi arivolto di là e sbatto il naso ne l'Internazzionale. Evviva, come sol dirsi, l'Itaglia, nonchè il progresso, e si qualora per avventura lei incontrasse quei signori che per l'amore de le stituzzioni riverebbero fino a cacciare la dinastia da Roma per arimetterci l'Interessi di Roma con tanto di Beni Stabbili, me li saluta lei?
Io sono maturotto anzichennò, col quale è chiaro che dagli oggi e torna a ridarvi domani, è un pezzo che ti vedo dimostrazzioni, per cui quando un oratore ti comincia un discorso, da le prime parole ti capisco il resto e ammalappena lui ha detto: «Dall'alto di questo storico colle» oppure «Narrasi che ne l'antica Grecia» io già so indove va a sbattere il naso.
Tuttavia, oggi si tratta di un'altra cosa, per cui ti ho preso il pupo e l'ho accompagnato al Giannicolo, come l'antichi Romani ti accompagnavano i figli a le Termopile.
Quindi me ti sono fermato davanti al monumento dell'Eroe e ci ho detto:
Arimirami queste auguste sembianze, o rampollo, e schiaffatelo bene nel cervello: comechè è chiaro che un omo come questo si trova a passare ogni mille anni, si basta.
Quando lui voleva fare l'Itaglia, allora non c'erano l'Interessi di Roma, ma bensì de la gente come loro che diceveno: Sì, finiamola puro, mo co le bone e senza compromettersi troppo, per cui a un certo punto rivava Garibbaldi: pif, paffe, quattro sventole e metteva tutto a posto. Tu sei ancora fanello, o maschietto, come dice la plebbe: troverai un buscherio di gente, che ti dirà: Io ho fatto l'Itaglia. Tuo padre, non fo per dire, ha inteso questa frase da circa duemila persone, fra cui un frate cappuccino, una guardia in borghese, un fusagliaro, due strozzini e dodici capisezzione. Non ti fare incantare. L'Itaglia l'ha fatta quello lassù e pochissimi altri.
Si ti dicheno che l'Itaglia va a rotoli, tu abbozza. Si senti una portiera o una inciclica che dice che nel progresso c'è il diavolo, tu abbozza e sorridi. Si il padron di casa ti arincara la piggione, per salvare quelle stituzzione che levati, tu fremi, ma abbozza, e limitati a darci il voto contro. Ma si ti dicono male di quello lassù, insorgi, o rampollo, dacci un mozzico, che è ben dato, e strappa, che tutto quello che porti via è ben portato.
E aricordati che lui sta accusì in alto, appunto perchè l'altri ci riveno ai primi scalini de la scalinata. Lui è lui, e non ce ne sono altri, come qualmente non si riva neppure a infangarlo.
Il nome, o rampollo, è come la tichetta de la bottiglia: di fori c'è scritto accusì, ma quello che vale è quello che c'è dentro, per cui si ti imbattessi in un Garibbaldi che va in pricissione o ti canta le litanie, di' pure che è una boccia ariempita. Quello vero è quello là.
E perciò, fintanto che è stato vivo, ci hanno fatto un sacco d'Aspromonti, adesso che è morto ci hanno fatto il monumento, c'è da aringrazziare Iddio che non c'era nessuna commissione di mezzo, si nò ti finiva come quello di Vittorio.
Laddovechè guarda bene quella statuva, e aricordati che ci ha, non fo per dire, un mazzarello in mano.
Quando sarà il giorno de la riscossa, che i galantommini metteranno sotto i boglia, lui zomperà giù con quell'arnese in mano e allora che voi vedere: pinfete e panfete!... Pezzi di sor Bonaventura che zompano a destra, frammenti di caposezzione che voleno per aria, bogliaccia che scappeno. Interessi di Roma che si arifuggono in sagrestia, sorbe, sleppe, birole, papagni, leccamuffi, sgargamelle, pignoli, sventole come piovesse, su tutta la massa dei profumoni che, non fo per dire, sono leggione.
E quando averà sistemato le cose, verrà quassù e si arimetterà fermo.
Hai compreso? Aricordati tutto e nun sia mai un'altra volta approfitti de l'entusiasmo di tuo padre per ficcarti le dita nel naso, laddovechè riverai al cervello, o figlio di un omo d'ordine, ti tratto come Roma ha trattato il clerico, con rispetto parlando, moderato a costo di arifarti un par di calzoni novi.
Come pircipisco Guglielmone.
Devo communicarci una proposta la quale sarebbe che si facesse una sottoscrizzione nazzionale per aridare l'onore a quel povero diavolo di Musolino. E giacchè ci siamo, aridiamolo puro a Tibburzi e a quel gentilomo del brigante Salomone.
Comechè questi modesti professionisti, tutt'al più facevano a schioppettate per non correre il rischio di quella partita a garaghè, che sarebbe un processo in una corte d'assise itagliana, indove nun essendo nè contessa per interessare l'ommini, nè ufficiale di cavalleria per interessare le donne, erano quasi sicuri che gli avrebbero arifiutata quella patente d'omicidio con accompagnamento di flauto che tanto distingue i nostri tribbunali.
Mentre invece l'imperatore Guglielmo se ne stava a casa sua, indove nisuno gli averebbe rotte le scatole, e eccoti che tutto in un tratto nun solo piglia a curtellate il prossimo, ma ti piomba in una città nevutrale, indove alla fine tira fori puro il trombone e vole li quadrini. Fortuna che Dio, povero vecchio, ci tocca di stare con lui, evidentemente per guadagnarsi il pane, altrimenti qui era il caso di mandarci un paio di cherubbini vestiti da carabbinieri e di sgnaccarlo dentro per grassazione a mano armata.
Povero Dio!... Chi glie l'avesse detto!... Doppo di avere fatto tanti sacrifici pel genere umano, essersi aridotto, a quell'età lì, a fare da segretario a un omo di quel genere!
Perchè lei pole cunstatare che l'imperatore nun fa una boglieria senza far notare che c'era puro Dio.
Cara figlia! Oggi abbiamo abbruciato tre villaggi. Dio è con noi.
Cara figlia! Oggi abbiamo sbafato duecento miglioni a una città nevutrale. Dio è con noi.
Un giorno o l'altro ci scrive: Cara figlia! Oggi abbiamo rimesso in croce Gesù Cristo. Dio è con noi!...
Ci dico che a quel povero Dio ci parrà che aritornino i tempi in cui ci toccava di benedire la forca dei tedeschi!...
Abbasta!... Ma che ci fa coi fulmini quel benedetto funzionaglio lì?... Li addopra per accendere la pippa dell'imperatore?...
Mi pare che sarebbe il caso d'incenerire una mezza dozzina di zozzaglioni e arimettere in pace il mondo!...
Laddove quando andamio ai cumizzi e sintimio l'on. Turati (maniera 1890) esclamare: L'èra delle guerre è finita! I proletagli di tutto il mondo si sono dati la mano!... O quando quelli che adesso ci hanno il diploma in nazzionalismo facevano il corso preparatorio (esami di socialismo, esercizi di arivoluzzione sociale e canto dell'inno dei lavoratori), allora ci credemio sul serio che si un giorno un Guglielmo purchessia voleva tirar fori quel cortello a lama fissa che si chiama spada, l'umanità intera averebbe fatto le barricate. Invece, appena è incominciata l'aggressione, eccoti che hanno buttato via il socialismo e ti hanno preso il loro bravo trombone puro loro.
Me li saluta lei i proletagli di tutto il mondo?... Si putacaso si unissero un momento ci averei tanto piacere, perchè accusì ci averebbero una faccia sola, e si saperebbe indove sputare.
L'amichi che sono arimasti fedeli a la consegna sono stati quei bravi ferrovieri licenziati. Dice: Che ce ne importa a noi de la patria, de l'umanità, del sistema planetario?... Hanno licenziato il compagno Piticozzi?... Caschi il mondo!... E giù bombe in treno!...
Bravi rigazzi!... E pensare che con tanto piombo che si spreca adesso in Europa, nun ci deva essere una gratificazzione per loro!
E giacchè mi ci trovo, la prego di farmi una curtesia, e cioè di dire due parole per conto mio all'Itaglia.
Lei mi dirà che quella signora lì adesso l'hanno presa in affitto i nazzionalisti e senza la passata del curato nun ce si pole parlare, ma tuttavia io insisto nel dirci che ci trasmetta l'ambasciata. Ci dica accusì che nun si faccia incantare. Adesso tutti ci promettono tutto. La Germania ci promette mezzo mondo. L'altro mezzo ce lo promette la Francia.
Indove poi, a cose fatte, si nun stiamo attenti a le saccocce, ci leveranno puro le scarpe.
Dell'alleati nun ne parliamo perchè quelli lì sappiamo bene si che panni vestono. Quanto ai fratelli d'oltralpa, si oggi o domani ci serve la pelle nostra, inventeno un Manubba qualunque, e ce la leveno. Per cui mettiamoci bene in testa che qui si raggiona a pignoli. Li dobbiamo dare all'alleati o ai fratelli?... Ariflettiamo bene, ma quando abbiamo ariflettuto, via il pignolo, e che sia quello delle grandi occasioni.
Io, per conto mio, tengo d'occhio l'avvocato Dentiverdi, il quale già s'era organizzato un sorriso di amaro compiacimento sperando di vedere il nimmico in Itaglia, e adesso si trova tutto imbarazzato, perchè si per esempio noi si movessimo per aripizzicarci Trento e Trieste, si troverebbe nel bivio o di dar raggione all'Austria, e sarebbe come sputarsi in facia da sè, o di dar raggione all'Itaglia, come si l'Itaglia fusse per esempio la Francia, e allora Lei capisce che ce si arivolterebbe la cuscenza demogratica e altri rebbus.
Davanti al Kaisere.
Ci scrivo questa lettera dal campo. Lei dirà: Accidenti... Ma nun fa gnente. Accidenti più, accidenti meno, con questi tempi che currono, bisogna passarci sopra, come dice il Kaisere, quando trova un cadavere per terra.
Laonde vengo con la presente a renderci conto della missione ricevuta dal sig. Direttore. Il quale un giorno me ti ha fatto chiamare e me ti ha detto: Senta, qui dai communicati nun ce si capisce il solito fico dimagrato, o secco, come sol dirsi. Lei apre un foglio, e vede che i tedeschi sono battuti, ma si per avventura ne apre un altro, vede che battono, e cusì via dì questo passo. Nonchè ci si è mischiato tutto il Corpo RR. Padreterni, ovverosia il Buon Dio N. 1, che sarebbe quello dei cattolici; Herr Buon Dio N. 2, che sarebbe quello dei protestanti tedeschi, Sir Bon Dio N. 3 che sarebbe quello dei protestanti inglesi; Bon Dioff N. 4, che sarebbe quello slavo; Allah N. 5, che sarebbe quello dei turchi; Buddha N. 6, che sarebbe quello dei giapponesi, raggione per cui si per avventura uno vole bestemmiare, mette in imbarazzo il portalettere e fenisce che è meglio che dia una zampata al primo cane che passa.
Averebbe lei la bontà di andare a veder le cose da vicino?... M'incarico io d'ottenerci il permesso dal Ministero, e quanto alla sua famiglia, ci passeremo il necessario in forma diretta.
Io me ti sentii nella panza qualche cosa, come quando uno ci ha il vermine solitaglio nostalgico e meditabbondo.
La voce de la prudenza mi diceva: Oronzo, resta nevutrale!... mentre lo spirito bellicoso mi consigliava: Siamo tutti bersaglieri!... Nel contempo feci uno starnuto, perchè mi era entrato un pelo nel naso, e mi trovai che avevo detto di sì. Del resto molte volte certe decisioni importanti, dipendono semplicemente da un pelo che entra in qualche posto.
Col quale, detto un fatto, me ti trovai ingaggiato. In tal modo me ti diressi a casa, e dissi a Terresina: Vi siamo. Preparami il costume di guerra, che vado alla suddetta. Si devi svenire aspetta un momento, che mando a pigliare l'aceto, e non obbliare l'elmo che ci andetti in Africa.
La quale Terresina si fece portare poltrona, svenne e si nun era che ci aveva la veste da cammera nova, ci veniva puro l'attacco di nervi. Laonde voleva mettermi il chiodo all'elmo per il colore locale, ma declinai l'offerta.
Quindi chiamai il pupo e ci dissi:
Guarda tuo padre, e lèvati all'altezza dei tempi, nonchè il dito dal naso. Pole darsi che io aritorni e pole darsi di no. Nel qual caso seguita costantemente ad essere figlio mio, ed anche di tua madre. Rispetta la patria e le stituzzioni, e non calpestare mai nè i diritti, nè i calli del prossimo. Frequenta la gente onesta se la trovi, se no fatti fare diputato. Si ci hai una fede inconcussa, illuminala con la fiaccola dell'ideale, bagnala col sudore de la fronte e asciugala al sole dell'avvenire. Con questo sistema te la conserverai in bono stato e sarai la consolazzione dei tuoi superiori. Aricordati che la bucìa ha le gambe corte, per cui dall'alto di questa piramide ci siamo e ci resteremo, nonchè la virtù è premio a sè stessa e vale più un ovo oggi che un'appedicite doppodomani, o una cambiale protestata ieri. Addio. E tu, sposa fedele, metti fuori i tuoi affetti su questo rampollo e la canfora nel cravuse che ci sposai, nonchè un po' più di burro nei spaghetti, che quelli d'oggi pareveno fili del telegrafo.
Detto un fatto, troncai l'induggi e me ne andetti con passo scozzese.
Ma, prima di partire, volli arecarmi presso alcuni colleghi del mestiere per farmi favorire alcuni ingredienti necessari, per cui fra i vari currispondenti di guerra di mia conoscenza fu fatta una colletta, la quale me ti produsse:
Sig. XX. — Nummero 5 descrizioni del cusidetto tramonto di sangue, due delle quali già addoperate in Libbia, tre sibbili de le palle, un gnavulio di srapnel, il quale era novo, perchè dice che lui non l'aveva inteso mai.
Sig. Y. Z. — Tre effetti di chiaro di luna, uno dei quali con un buco da una parte, e un pisodio sintimentale nello stesso stato.
Sig. X. V. — La partenza del cuscritto. Usata, ma sterilizzata e arimessa a nuovo.
Sig. P. P. (nazzionalista). — Ventidue pisodii del prete eroico, non potuti utilizzare in Libbia, tre «messe al campo» a le quali basta levarci le palme del fondo, e con quattro alberi qualunque sono ancora bone.
Sig. N. N. — Nummero 3417 aggettivi, con molti r, boni per tutti gli usi.
Sig. T. R. (nevutrale). — Apoteosi del Germanesimo trionfante e Rinascita delle razze latine a scelta, secondo le circostanze.
Inoltre feci arrotare la penna che sa le tempeste, feci arimettere il manico alla mia coscienza intemerata, e feci riattaccare due bottoni all'usbergo del sentirsi puro, coi quali me ti mossi.
Come lei comprenderà il primo pensiero mio, movendomi, è stato quello di scegliere a quale partito attaccarmi. Terresina mi diceva: Attaccati al Kaisere!... Ma lei lo sa che le donne sono troppo impulsive.
Per cui, ponderando bene la cosa, mi parve che il meglio di tutti sarebbe stato, anzichè attaccarmici, di intervistarlo.
Dove l'ho trovato, nun ce lo posso dire, perchè come lei sa, quel grande imperatore lì è cusì sicuro de la gratitudine dell'umanità, che fa come l'arabba fenice, la quale, che ci sia ciascuno lo vocifera, ma dove sia nun lo trovi nemmeno ne la cabbala del lotto. Il fatto è che ci rivai. La prima volta che ci feci domandare udienza, me ti fece arispondere che nun poteva, perchè ci era il buon vecchio Dio che ci stava facendo la barba. Dice: Sa, mi disse l'aiutante di campo, nun è perchè è Dio, perchè l'imperatore è superiore a queste piccolezze, ma perchè oramai è vecchio, è tanto tempo che sta per casa, e sua maestà è tanto bono con la servitù, che nun ci vole dare un dispiacere. Aripassi domani.
Il giorno dopo ci sono aripassato.
Dice: Sa, sua maestà è proprio occupatissimo per una operazzione militare. Si figuri che stanno fissando l'indennità che deve pagare una città nevutrale, e il numero dei monumenti storici da abbruciare, nonchè aregolando il conto di quel trattore di Pariggi, indove doveva andare a pranzo Sua Maestà, e che l'aspetta da due mesi, sempre con la pila al foco!
Detto un fatto, al terzo giorno mi ariceve.
Lo trovai assiso sul vertice de la sua gloria, nel mentre stringeva in pugno le sorti dell'Europa, e con l'altra mano teneva alto il prestigio dell'Impero.
Dice: Ah!... lei sarebbe Itagliano?... Spero che nun lo faccia apposta!... Lo sa che l'Itaglia mi ha fatto un bel servizzio, come diceva il principe Eulemburg a parecchi amici suoi?...
Come mai nun s'è decisa a marciare con me? Indove lo trova un altro alleato come me?... Abbasterebbe l'aquila che ci ho sullo stemma!... Ci avete un uccello con due teste voialtri?... Io sì!...
— Scusi, ci ho fatto io, in Itaglia siamo gente modesta e a la bona. Quindi magari con una testa sola, ma robba di casa. Del resto, ambasciatore nun porta pene, ma tutt'al più un plico siggillato, altrimenti nisuno farebbe il diplomatico. Io desidererei sapere, si quali intenzioni ci ha riguardo al globo terraqueo ed altre provincie germaniche.
L'imperatore arimase sopra pensieri, poi me ti fece:
— Mah!... Ecco, ci dirò. Credo che per ora lo lascerò ancora accusì tondo com'è. Soltanto ci leverò il Polo, perchè nun avendolo scoperto un tedesco, lo cunsidero come nullo ed inesistente. Riguardo alle nazzioni mimiche, esse furono. La Francia fu, l'Inghilterra fu, il Giappone fu, la Russia fu, insomma è un fu fu fu fu generale.
L'Austria abbasterà lasciarla far da sè: con un altro paglio di aritirate strateggiche, lei vederà i Russi indove vanno a fenire. Per l'Itaglia, pel momento è autorizzata a tremare...
In quel momento ti sentissimo bussare a la porta, e entrò il ciambellano:
Dice: Maestà, c'è il Figliuolo e lo Spirito Santo, che dicheno se ci potesse accordare un impiego...
— Auffa... fece lui, accidenti a la beneficenza! Diteci accusì che si sapevo che per aver fatto una curtesia al padre, me ti trovavo tutta la famiglia sul groppone, lo lasciavo indove stava! Mandateli via, se no tiro fori il barile de le sacre folgori! Abbasta, fece poi verso di me; abbia la bontà di andarsene per oggi. Scusi si nun ci dò la mano, ma ho contato poco fa i soldi de le taglie del Belgio e ci ho ancora le dita sporche. Accusì feci la prima intervista.
E davanti ad uno delli suoi dipendenti.
Facendo seguito alla mia pricidente corrispondenza dal campo, vengo a riferirci il cumpendio di una breve intervista col generale Pitikozzen, uno dei membri più eminenti dello stato maggiore tedesco.
Te lo trovai seduto sotto la sua tenda che scriveva, la quale appena che mi vidde mi fece: Si accomodi puro e esprima in brevi motti quello che desidera.
— Ecco, ci feci io, vorei sapere da lei, che è omo tennico, com'è che ancora quest'esercito del Kaisere nun è arivato a Pariggi. Come lei sa, l'Imperatore aveva promesso di pranzare là per il feragosto, e quel povero trattore tutte le mattine ariprepara il pranzo, e il consumatore nun lo vede mai...
— Ce lo spiego subbito, fece lui. Come lei sa, eravamo rivati fino a due passi da Pariggi, ma ancora nun ci eravamo ben decisi, sul punto preciso indove attaccare la città, per cui fu deciso di tenere un cunsiglio generale.
Il Kronprinz, pel primo, disse: Seguiamo le nostre gloriose tradizzioni: mezzo giro, e pigliamola dall'altra parte. Molti, nel cunsiglio, la pensavano come lui, tanto che si alzarono esclamando: Sì, sì, bisogna beccarsela in quel modo.
Viceversa il Kaisere in persona s'alzò a sua volta e disse: Mi dispiace di nun potermi uniformare alle tendenze di mio figlio. Capirete, che all'età mia uno diventa troppo staggionato per lasciarsi trascinare dall'entusiasmo. Per cui stabbilirei di procrastinare la cosa. Anzi, facciamo accusì, tiriamosi quattro passi indietro e pigliamo l'arincorsa.
Detto un fatto, lei nun si pole immagginare si che anima di rincorsa abbiamo preso. C'è qualcuno che ancora corre. Ma già, lei me lo insegna che l'entusiasmo è fatto accusì.
Correndo correndo c'è venuta un'idea: Si con un salto ti entrassimo in Inghilterra?... E adesso ci siamo fermati qui. Ma siccome fra il dire e il fare c'è di mezzo un discreta quantità di mare, abbiamo ariflettuto un po'. E adesso vedrà che un giorno o l'altro pigliamo un'altra arincorsa!... Ma stia tranquillo che vinceremo noi. Già, il soldato tedesco è il primo del mondo. Abbasta che lei osservi la grande quantità di soldati decorati che ci abbiamo. Vede si quante croci?... A guerra finita abbisognerà trovarne una speciale per l'Imperatore, ma qualcuno ci penserà e vedrà che verà fori un lavoro ben fatto.
Per ora ci abbiamo l'onorificenza del Campanile sfasciato, la gran croce al merito de la requisizzione, quella del merito incendiario, alcune distinzioni speciali per le fucilazzioni dei borghesi, eccetera. Veramente c'era chi aveva proposto addirittura il tatuvaggio, per rendere imperitura la memoria de le gesta, ma è rivata una delegazzione di Pellirosse che ha protestato, perchè dice accusì che è meglio non creare confusioni, comechè loro si sono aritirati dall'affari e nun operano più da un pezzo.
Del resto arimanga con noi, e ne vedrà de le belle...
— Grazie, ci ho arisposto: io non fumo!...
E sono arientrato ne le provisorie pareti domestiche, laddove ci ho trovato la posta con un sacco di giornali.
Aprendo con gioglia che la Turchia è entrata in ballo, con relativo Enver Pascià. Vederà che quello lì ti salva l'impero ottomano come ha salvato la Tripolitania. Infatti la serie de le vittorie strepitose è già cuminciata. Si un giorno o l'altro si custituisce il corpo «Reali Sbruffoni« quello lì abbisogna farlo generale.
Che vole che ci dica?... Quando ti vedo quella povera Turchia, tutta inficozzata, piena di cambiale protestate e di cicatrice, che viene fora ammaestrata al fischio dei tedeschi per pigliar la sua parte di sorbe, me ti pare di vedere Osvaldo dei Spettri, bonanima, che venisse fora coll'elmo dell'antico Romano a strillare: Mamma, ti prego di favorirmi il Sole!...
Fenirà che la Turchia è ancora una nazzione, ma che fra un par d'anni sarà diventata un modo di dire. Si dirà turco di ritorno con quel che segue, fuma come un turco, robba da turchi, ma il turco non ci sarà più. Che malincunia, di vedere il Corno d'oro al monte di Pietà. e l'odalische all'asta, salvando indove mi tocco; pubblica!
Leggo anche con una certa apprenzione che si ariapre la Cammera. Veramente nel momento in cui tutto il mondo mena, il fatto che noi si mettiamo a chiacchierare, me ti fa un po' l'impressione che l'Itaglia si metta a cantare Vide 'o mare quanto è bbello, per distrarre la cumpagnia e arimediare il consuveto bagliocco, incartato nel non meno solito disprezzo.
Ci sarebbe veramente, qualche cosa di importante da mettersi d'accordo, ma si c'è un diputato che ci ha un bello strillo da cacciare fora, un bel do di petto da cullocare, uno che ci ha un bello scaldaletto da esitare, un altro che ci ha da rivelare al pubblico, e magari all'alleato orientale, qualche deficenza di organizzazione in un punto piuttosto che in un altro, chi li regge quelli lì?...
Per cui, francamente, sono piuttosto preoccupato per quel benedetto Montecitorio!
Nun sarebbe meglio metterci una certa quantità di pietre sopra?
Abbenchè forse l'Itaglia è l'unico paese in cui i partiti sono proprio attaccati all'idee...
In Germania o in Francia, appena dichiarata la guerra, tutti hanno piantato il partito e ti hanno esclamato: Prima il paese, poi il cummitato.
Ma qui no. Qui sono attaccati all'idea. Il socialista ti esclama: Ma che Trento e Trieste?... Chi sono questi signori?... Ci hanno la tessera?... E poi, c'è gnente da sbafare pel ferrovione?... C'è un rifiletto di bagliocchi per lo scarpellino o per lo scupino municipale?... No?... E allora chi si move?... È robba che ariguarda i capitalisti. Noi ci battiamo solo per l'Idea: pane e sciopero.
Nonchè dall'altra parte ti zompa su il clericale che esclama: Noi attaccare l'Austria?... Ma che, gnente gnente, quando il nazzionalista vi diceva che erimo Itagliani puro noi, l'avete preso sul serio?... Bravo, fanciullo!... Mi sapressi dire quanti giri fa un picchio?...
Col quale lei vede a occhio nudo che in tutta questa rippresentazzione europea ci mancava la scena comica finale, e vederà che ce l'averemo a Montecitorio.
Il Kaisere e l'altri enti supremi.
Me ti giunge a traverso la stampa europea, nutizia che l'imperatore Guglielmo te si è presentato alla sinagoga di Lozze, in Polonia, e ha detto agli ivi raccolti giudii: «Sapete? io sono il Messia!».
Per cui vorrei sapere in linea ufficiale indove andiamo a fenire, ovverosia, per adoperare una spressione diplomatica, chi è il Padreterno del Kaisere.
Comechè, ora l'ha col buon vecchio Dio, ora con Allah, ora con questo, ora con quell'altro, ora ti arubba il mestiere a Mosè, ora a Maometto, domani a Budda. Un giorno o l'altro qui fenisce con un'aggitazzione di profeti disoccupati, a cavusa di questo imperial boglia, che va a fare il krumiro a la porta del paradiso.
Ne consegue eziandio, che te si presentano innanzi all'occhio vari e passa bigonzi di probblemi complicati: perchè è evidente che, senza offendere nissuna religgione, l'omo di una fede ci ha sempre qualche cosa che ci manca o ci sopravanza per essere perfetto come omo di un'altra religgione. Raggione per cui allorquando Guglielmo da giudio vole aridiventare cristiano, il fedele arimane penzoso e ti esclama: «O mi sbaglio io, o a questo Kaisere gli manca qualche cosa!». Giacchè, lei me lo insegna, nelle cunvizioni pulitiche-religgiose, abbasta abbandonare a quanto un'ogna del proprio patrimonio morale, che le cose piglieno tutta un'altra camminata...
Vol dire che abbisogna suppore che ci troviamo, a bon gioco, di fronte a un Kaisere che è un po' tutto di un pezzo, un po' a vite. E allora si vede che ci averà con lui un barattolo con un supplemento morale sotto spirito da applicare quando lascia Mosè per conferire col buon vecchio Dio. Stia attento di nun lasciare il barattolo in giro, quando ci ha molti ufficiali per casa, perchè a botta sicura trova padrone!
Un'altra storia che mi ti ha fatto impressione è l'affare del «Ministero delle munizioni», non perchè nun aritenga che nun sia utile e necessario, ma aritengo piuttosto che sia destinato a produrre una influvenza deleteria nell'interno delle mie personali pareti domestiche. Infatti Terresina te si è slanciata subbito sull'idea che parallelamente alla istituzzione per la fabbrica intensiva delle munizioni materiali, occorrerebbe fare un grande cummitato nazzionale per la produzzione delle cartucce morali, come chi dicesse ideali, fedi inconcusse, slanci patriottici, illusioni giovanili e altre palle pisicologgiche, srappenelle morali e granate a mano sentimentali.
Con cui si poterebbe dividere l'istituto in varie sizzioni, indove Terresina sostiene che la donna ci avrebbe tanto da fare, da esclamare, come disse Leonida coi suoi trecento, a Messalina: «Accidenti che campo d'attività!».
Infatti: Chi — sustiene la mia signora — è più capace di, diremo così, aricaricare il morale d'un omo, come la donna?
È vero che per ariaddrizzare una baionetta ci vole la energia dell'omo, ma per ariaddrizzare un morale ci vole tante volte quella mezza parola d'una donna, che ti fa da caffè co' lo schizzo dell'anima. È vero che solo il metallo ti diventa palla, ma in de l'interno labboratorio della famiglia, ti accade un'altra combinazzione chimica, che un sorriso mischiato con una certa quantità di sacre memorie e poche gocce d'arimembranze giovanili ti diventa tanto entusiasmo patriottico con relativo «sposa mia sarà la mia bandiera», «datemi un brando», «Savoglia, Savoglia», ed eccoti che una signora Tuttibbozzi qualunque, da un appartamento qualunque al quarto piano di via Tiretinlà, ti ammazza un tedesco e ti fabbrica un eroe, senza produrre il minimo botto.
Io, naturalmente, per raggioni di tranquillità domestica, vorei sopprimere l'aggitazzione sul nascere; ma Terresina dice che quando ha preso un'iniziativa lei, è difficile che se la lasci scappare, finchè per lo meno nun l'ha eretta in ente morale.