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Poche parole...
(Prologo della commedia «Casa Marginati» che Luigi Lucatelli aveva incominciato a scrivere per la compagnia dialettale di Gastone Monaldi).
oronzo (entrando sulla scena)... Ah!... finalmente bonasera!... Già, bonasera! Come dice lei?... Sì, ho capito. Adesso, per arimanere attaccato a la tradizzione di queste, diremo accusì, prefazzioni sceniche, doverei esclamare (esegue la controscena ad hoc, secondo il vecchio stile filodrammatico): Dio!... quanta gente!... E chi se lo sarebbe mai creso?... E doverei far finta di meravigliarmi, se vi aritrovo qui. Invece bisogna ariconoscere che questa è la cosa più naturale del mondo, dal momento, prima di tutto, che io sono di professione personaggio, e lorsignori sono occupati a fare il pubblico, eppoi che io sono, come diceva un amico mio penalista, una specie di Dioggene, il quale ti va girando il mondo con la lanterna, cercando, come l'illustre predecessore, un omo.
Ma per uno che cerca un omo, la cumbinazzione di trovartene un così illustre pipinaglio, nonchè tante signore per bonamano, pole essere una gran fortuna, come puro una grande disgrazzia. Non so se lorsignori si aricordano la storia di quel tale che andava domandando pane, e gli cascò il panificio militare in testa, per cui disse: «Accidenti! l'Italia è fatta, diamo in appalto gli edifici pubblici!».
Quindi nun vorrei, che doppo aver tanto girato, cercando che qualcuno vedesse attraverso il cravuse che ci sposai, la vera anima mia, quella sua, e magari quella dei suoi distinti trapassati, nun mi accadesse che lorsignori facessero con me quello che fece (nun se la piglino a male del paragone, perchè quell'animale lì è un proggenitore), quello che fece la scimmia, quando trovò uno specchio, la quale, accorgendosi che era un po' meno vezzoza de la Venere Capitolina, se la prese con lo specchio, medesimo e te lo aridusse come l'equilibbrio europeo.
Comechè, anche per noi che scriviamo, accade sempre lo stesso e ci capita ogni tanto che colui il quale legge il giornale dice: la stampa è immorale!... —
Ma guardati in faccia!... ci arrisponderei io!... Il giornale sei tu!... Leggi fra le righe!...
La coppia adultera sorpresa in Via del Cane Danese, sei tu!... Il solito ignoto, sei tu!... E la solita patacca chi è? tu... Il satiro di via del Micio, sei tu!..O lo sei stato! Quante volte nun sei stato, quando ti hanno acciaccato per la prima volta i delicati calli dell'ideale, il signore che voleva morire?... E voglio essere ottimista; qualche volta pole darsi che sei stato anche la sporta dei galantommini, ma dimmi la verità, di quella parte lì nun ne hai abbusato mai!...
E allora — che Dio ti dia una gratificazzione a modo suo — perchè te la pigli con noi?... Perchè te la pigli con lo specchio?...
Si arisuscitasse il Pitecantropo, bonamina, vorrei essere chiuso in una gabbia di cuccudrilli organizzati e coscenti, si nun si vergognerebbe di noi, e ci scommetto che ci tirerebbe qualche noce di cocco in testa. Perchè lui era un vero galantomo: Quando ammazzava un altro pitecantropo, ci aveva l'unica giustificazzione possibile per un intervento chirurgico di quel genere: si magnava il paziente.
E quando ci piaceva una pitecantropa, ci dava un appuntamento sopra un albero, senza telefonare al sindaco, indovechè lorsignori capiscono benissimo che nun c'era la legge e quindi era inutile fabbricare il codice per trovare l'inganno.
Accusì nun essendoci la paternità umana, nun era necessario fabbricare il cannone 420. E quando un pitecantropo usciva di casa, per fare la pelle al prossimo, nun aveva bisogno di assicurarsi si ci aveva il trombone e il libbro turchino, e si Dio era con lui.
Quindi, aritorno a domandarci un po' d'indulgenza. Nun ci strapazzate troppo, sarebbe come se vi strapazzassivo da voi.
Perchè, tanto è inutile anniscondervelo. Quelli che stanno qui, su la scena, stanno in platea! Già... Si ci guardo bene... Dio! quanti Oronzi!... Non ci auguro che tutti ci abbino, come me, l'effettino del sor Bonaventura, ma dicano la verità, signori, chi sa quanti di loro pensano come me, che nun si riva, nun si riva, nun si riva... Lei laggiù chi sa quante volte ha faticato per attaccare un 27 con l'altro. E chi sa quanti sori Filippi... E quante Terresine!...
Dica la verità lei, signora, ce l'ha anche lei due bagliocchi d'ideale infranto?... Ci sono tutti, tutti...
(Dalla platea si alza un signore magro, con barba nera, che grida).
— Paghi quella cambialetta!
oronzo — Accidenti!... Puro il sor Bonaventura! (scappa e sparisce nelle pieghe del sipario).