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IL FANTE PIEMONTESE
Triste particolare: per l'esecuzione furono assunti tutti amici e compagni della povera vittima ed anche a seppellirlo vennero impiegati tutti piemontesi essendo, il fucilato, della provincia di Novara.
(Da l'Avanti del 7 agosto 1919).
Con le mani tremanti e i cor
sospesi
Ne l'ansia del terrore, avvinti e muti
Ed assillati, i fanti piemontesi
Apparvero... sconvolti, arsi e sparuti.
Pallido e bello e con la fronte
immota,
«Fratelli», disse, «al cor giusto mirate.
Questa ferita a voi, Tenente, è nota...
L'ebbi sul Carso... ed or... mi compensate».
E chiuse gli occhi e sopra il petto
nudo
Parvero rose le ferite aperte,
E mentre il fante, irrigidiva ignudo,
Languiva il sole, fra le vie deserte.
Poi... sopra il corpo tanto bello
ancora,
L'alba discese in velo di passione
E si disciolse, in atomi, l'aurora
Cantando, al morto, l'ultima canzone.
Non certo egli pensava atroce sorte
Quando, fra i monti, trepido sognava,
Ed apriva, trillando, ampie le porte
Del cor fanciullo, e l'aria imbalsamava
La giovinezza, che fulgeva ardita,
Dal sol baciata e dal silvestre vento,
Di sogni freschi rorida e abbellita
E carezzata da l'amor possente.
O quieti giorni!... quando fra i
sentieri
Ai dolci occhi di sogno il ciel rideva
Ed intrecciava limpidi i pensieri
Come serti di fiori... e il sol scendeva
Dietro la curva di azzurrati
monti...
E una calma di quiete e di ristoro
Nel cor saliva, per occulte fonti...
E sul verde scendeva un drappo d'oro.
Bagni della Porretta, 30 Settembre 1919.