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Egli ritorna. Da la nave bianca
Guarda le azzurre austerità profonde...
Attorno attorno una dolcezza stanca
Scende dall'alto e perdesi nell'onde.
Egli ritorna. Fulge da lontano
Di pensiero solenne un arco d'oro,
E nel silenzio appassionato e arcano
Vibrano note d'un ribelle coro.
E le pupille placide e severe
Ripensano quel sogno di passione,
Amore immenso de le notti austere.
Palpitanti di febbre e di tensione,
Di voli arditi, di sussulti audaci,
Di speranze e di magico avvenire,
Di strette intense e vincoli tenaci
E attesa folle e inutile soffrire!
O sofferenti, o miseri, o dispersi,
O schiavi proni, impalliditi e affranti,
Sotto l'azzurro dei bei cieli tersi,
Oggi librate prorompenti canti.
A le salde promesse aprite il core,
Agli erti voli la pulsante mente,
E del pensiero alle fulgenti aurore
Aprite il varco, vindice e possente.
E in piedi, avvinti e liberi,
cantate
L'inno d'un vasto e rinnovato mondo...
Mentre si squarcia il sogno rigiurate,
A questa fede, un palpito profondo.
Mentre la nave in faccia
all'infinito
Ride a un'intensa azzurrità di gloria,
Fate d'acciaro il core e di granito
Per l'urto immane della «rossa» storia.