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È FORSE UN SOGNO?
Dormi, povera donna, che credesti
Poter mutare il mondo!
Or posan quiete l'iridi celesti
E reclinato è il triste capo biondo.
E inerti son le affusellate dita,
Che un filo hanno intrecciato...
Col sacrificio de la dolce vita
… Anche il bel sogno a turbine è crollato.
Chè s'alza e vola la canzone umana
Da le quinte a la scena
E si svolge e si snoda ne l'insana
Luce de l'orgia tumultuosa e oscena,
E passa e guizza e torbida
trascina,
Con un miraggio infido,
Forza incalzante ed ala di turbìna,
Anime e sogni verso ignoto lido.
E il popolo più triste e più
pensoso
Batte i sentieri oscuri,
E scorda il maggio, cèrulo e radioso,
Ridente ai piani fiammeggianti e puri.
E non insorge, no, forte e
ruggente,
Indomito lëone,
Nè spassa, alfin, la chioma sua fluente
Nel gesto grande de la ribellione.
Ed è, fiacco e codardo, arma e
puntello
Del putrido armamento:
E a tratti addenta i troni e lo sgabello;
Ma poi si acquieta, pallido e sgomento.
Avanti, avanti, su... Verso la
gloria,
Verso l'aperto mare!
Scrivi, col sangue la più bella storia,
Sul drappo incidi la parola: Osare.
Ma triste e muta la smarrita folla
Resta tra i ferri, schiava,
Ed infeconda la sua fede crolla,
Che barricata, un giorno, flagellava.
E attorno a la dormiente per
incanto
Fioriscono le rose...
Forse sbocciate dal notturno pianto
Degli occhi occulti de le morte cose.
E l'arsa bocca par che triste
implori
I baci che ha respinti...
Cedono i fiori, e petali e colori
Da quell'angoscia dolcemente vinti.
Carceri di Bologna, 20 Ottobre 1920.