Virgilia D'Andrea
Tormento
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SFIDA

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SFIDA

Qua, carceriera, su, la fida penna!
Stendo, felice, del mio cor, la vela,
Drizzo, su l'onde, libera l'antenna,
Che, fra l'azzurro, i suoi tesori svela.

E sogno e canto! Ho sulle spalle, intero
Freddo e irridente il codice penale;
Ma sopra il mare minaccioso e nero
Trilla ed albeggia un fulgido ideale.

Che m'importa di codici e tiranni,
Falsa morale come giallo orpello?
Sono gli affetti miei liberi vanni
E di freschezza palpita il cervello.

Magistrati venduti e sanguinosi,
Fulgido vero nel pensiero io sento,
E li carezzo, i sogni miei radiosi
E con la strofa ai vostri seggi attento.

Voi non potrete, no, come i miei polsi,
Stringermi il cor, con leggi e con catene...
Eternità di vita al bacio colsi
Ed arde, il bacio, ne le rosse vene.

Laccio non v'è che fermi de la mente
Il volo ardito e l'impeto di fede!
Su l'alta vetta, azzurreggiata e aulente,
L'anima resta... quando vive e crede.

Guardatemi così... freddi e sprezzanti
E palleggiando il codice a difesa...
Riafferro i remi e canto: o vita avanti...
Verso il gran porto e l'ampia sua distesa.

E il canto lancio su... pei cieli aperti
E mai nessuno lo potrà fermare...
E, del pensiero, i colli aprichi ed erti
Io posso, pur tra i ceppi, conquistare.

Chè il seme va ramingo, alla ventura;
Ma dove cade sorgeranno eroi...
Dal suol plebeo, da l'umile radura
Verranno, i buoni, a palpitar con noi.

Dalle Carceri di Milano, 1 Novembre 1920.


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