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Giovanni - (dopo un po' di silenzio, in piedi vicino a Luigi Thieux). Dunque è finito? (da la camera si ode la voce singhiozzante di Maddalena. Giovanni va a chiuder meglio la porta e ritorna vicino a Luigi Thieux) Mio povero Thieux!...
Luigi Thieux - Una donna come quella!... una donna simile!... Io soffoco!... Ho troppo caldo!... Aria!... Apri la porta... (Giovanni va ad aprire la porta. La ferriera sembra allora un incendio. Durante tutta la scena, la si vede che vomita fiamme rosse e verdi, e fa uno strepito infernale. Giovanni ritorna vicino a Luigi Thieux) Una donna come quella!... Una donna simile!.... (Giovanni lascia per qualche minuto Luigi Thieux abbandonato al suo dolore, poi, dolcemente gli posa una mano sulla spalla).
Giovanni - Sii uomo, vecchio compagno mio! Tu non sei solo qui, a soffrire... Pensa a Maddalena... pensa a quei ragazzi là... Bisogna che in questo momento tu mostri coraggio e risoluzione... Prova a dominare la morte!...
Luigi Thieux - (scuotendo la testa) È finito!.. è finito!...
Giovanni - È finito per te... Sia pure! Ma per costoro, comincia ora!... Andiamo... rialzati!... e guarda in faccia la miseria!.. Perchè l'ora è venuta!
Luigi Thieux - (quasi con collera) Ma che vuoi tu che faccia!....
Luigi Thieux - (con una specie di spavento) Non oggi!... Non me ne parlare!... No... no... oggi, no!...
Giovanni. - (mostrandogli la camera) E in qual altro momento del tuo dolore, posso parlartene, meglio che oggi?..
Luigi Thieux - Lasciami... Oh, lasciami!.. Non posso!... Non posso!..
Giovanni – Ah! tu ti credi legato da riconoscenza verso il padrone, verso sua figlia che pochi momenti fa avrei strozzata volentieri!... I loro benefizi sono dunque le tue catene?... Ebbene, parliamone di questa beneficenza!... Son già ventisette anni che ne godi!... Che ne hai ricavato?... Privazioni... debiti… e morte, sempre!
Luigi Thieux - (coprendosi le orecchie) Lasciami... te ne prego!... te ne prego!..
Giovanni - Ma guarda un po' te stesso... guardati intorno!... Eccoti all'orlo della vecchiaia esaurito da fatiche schiaccianti, quasi ucciso dall'aria avvelenata che qui si respira... e non sei più che un'ombra d'uomo... I due tuoi figli più grandi, che oggi potrebbero darti un aiuto... sono morti per quella... (gli mostra la ferriera) tua moglie è morta per causa di quella... Maddalena e i bambini a cui bisognerebbe aria, buon nutrimento, un po' di gioia, un po' di sole nel cuore, la speranza... vanno morendo anch'essi per quella, lentamente giorno per giorno... E sono questi i benefizi – veri omicidi volontari e calcolati, mi capisci – per cui abdichi nelle mani dei tuoi assassini... degli assassini della tua famiglia... la libertà, e quel po' di vita che ancora ti resta!... In cambio di menzogne, di elemosine vergognose, di cenci inutili... per qualche avanzo di cucina che la loro carità getta a la fame, come si getta un osso ad un cane... per così poco... così poco!.. ti ostini a non protestare, a non riprendere ciò che è cosa tua... ed a rimanere animale servile, sottomesso al basto e al giogo, piuttosto che elevarti fino allo sforzo di voler esser un uomo!
Luigi Thieux - No... no,.. oggi, no!
Giovanni - Oggi, no!... Ma quando?... Quali altre morti aspetti dunque ancora?... In questo maledetto ambiente... in questi luoghi di supplizio e di terrore, dove il vero delitto fa sì, che da quasi cento anni, nessuno, per lo sfinimento del lavoro e della sconfitta quotidiana de la fame, osi levare la voce... se io ho fatto ciò che ho fatto... se ho potuto far capire la necessità di un cambiamento, il bisogno di uno sciopero, ad esseri fin ad oggi non ad altro buoni che a subire il martirio... se son riuscito a commuovere queste stupide anime inerti e senza coraggio... è per te, mio povero Thieux, per la tua famiglia a cui ho consacrato tutto il mio amore e la mia pietà!... Ah! e come non te ne sei accorto prima!... Come il tuo spirito non s'è infiammato all'ardore del mio!... E come, a forza di soffrire tu stesso, non ti sei mai detto, spontaneamente, che vi sono momenti eroici e dolorosi, in cui bisogna saper tutto tentare... in cui bisogna saper morire... per gli altri?
Luigi Thieux - (ostinato, con una voce di bambino) Capisco... capisco, ma... oggi, no... Lasciami piangere... non me ne parlar più....
Giovanni - E sia!... Dunque. Quando domani sentirai ancor più la casa vuota di chi hai amato… quando vedrai che se la povera morta è partita, la morte, essa, è rimasta qui... e che rode sempre, e che minaccia costoro che vivono ancor con te… per quanto tempo?... tu verrai da te stesso, a gridarmi la tua vendetta!... Hai ragione... non ti dirò più nulla, questa sera... Riposati, va!... Stenditi su questo materasso... (lo fa alzare e lo sostiene).
Luigi Thieux – (nel passare vicino ai letti dei figli, balbettando) Poveri ragazzi!... Povera Maddalena!... Ah, è vero!... Non è giusto, questo!...
Giovanni - (lo fa stendete sul materasso) Cerca di dormire un poco.... Vorrei cullarti, come si cullano i bambini!... Dormi!
Luigi Thieux - (indicando la camera) Vorrei abbracciarla!.. Non l'ho ancora abbracciata...
Giovanni - L'abbraccerai dopo... Ti porterò io vicino al letto suo... Ma dormi, adesso!...
Luigi Thieux - Dio mio... Dio mio!.... Non è giusto! Non è giusto!... (in questo momento entra la madre Cathiard dal fondo recando in mano un ramo di lilla).