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Genoveffa - (adirata, asciugandosi qualche lacrimuccia) Umiliarmi così!.... dinanzi a quella vecchia mendicante!... Ah!...
Genoveffa - Vattene... non mi parlare... Ti detesto!....
Genoveffa - Non me la sarei mai aspettata da te!... (singhiozza) Sei diventato matto del tutto?... È odioso!... odioso!... Che cosa adesso penserà di me colei?... Che cosa andrà mai dicendo?...
Roberto - Non piangere... Quando verranno qui coloro non debbono vederti, colle lacrime!... Ascoltami... Se tu fossi una grande artista, e ti fosse possibile il dare all'umanità un capolavoro... di sofferenza e di pietà... ciò che fai sarebbe bene!... Ma al solo scopo di rompere per un istante l'ozio della vita con una distrazione o una vanità... scherzare così col dolore e la miseria della povera gente... Ti dico che è male... che è una cosa indegna di un'anima nobile!
Genoveffa - (piccata) Non ho la pretenzione di essere una grande artista,... Ma pure, la mia medaglia... al Salone... l'anno scorso... ciò vuol dire anche qualche cosa, mi sembra...
Genoveffa - Tu mi snervi... mi snervi... Insomma, non t'ho pregato io di venir qui... Sono nel mio studio infine.... Perchè sei venuto?
Roberto - (dolcemente) Vorrei farti capire... Genoveffa, ricordati di nostra madre, donna ammirabile, le cui virtù han preservato, per così lungo tempo questa casa dalla catastrofe che oggi la minaccia...
Genoveffa - Ebbene?
Roberto - Ebbene, ella ti aveva legato un gran dovere, e la più bella, la più dolce missione che sia dato ad una donna di compiere... il porre un freno agli eccessi della forza, l'intercedere in favore dei deboli... l'educare l'ignoranza... Questo dovere, che io non ti chiedo di portare – come nostra madre che era una santa – al più completo oblio di se stesso..., come l'hai tu compiuto?...
Genoveffa - E tu, che hai abbandonata la casa... e tu, la cui vita da rinnegato è il dolore più forte per nostro padre?... Ti conviene, veramente, parlar di dovere!...
Roberto - (serio) Io cerco di farlo, il mio dovere, a seconda delle mie forze, fuori di qui, ove nulla posso... Ma tu, è qui che devi compierlo!...
Genoveffa - Faccio quello che posso!.... Sono buona con tutti... a tutti regalo... E tutti in cambio mi detestano!...
Roberto - Ma non è soltanto del danaro che bisogna saper regalare, mia povera Genoveffa... bensì la coscienza... la speranza.. l'amore!...
Genoveffa - Di', allora, che sono una cattiva ragazza!...
Roberto - No, tu non sei cattiva... ma non sai amare... Nostra madre lo sapeva, essa... Ed il suo grande esempio è sparito di qui!... (Roberto le prende le mani, e la tira a se). Ah! se potessi trasfondere in te un po' del mio pensiero!... (Genoveffa si piega un po', si raddolcisce) un po' dell'anima di nostra madre.
Genoveffa - Mi annoio, qui... e tutta questa gente mi fa paura!... Essi sono cattivi!
Roberto - Sei tu che stai troppo lontano da loro!... Non vi sono cuori cattivi... soltanto vi sono cuori troppo discosti gli uni dagli altri... e che non si comprendono... attraverso la distanza, ecco la sciagura!... (voci per la scalinata) I tuoi amici!... Asciugati gli occhi, sorridi... (l'abbraccia) Non essere triste...
Genoveffa - Come vuoi che non sia triste, quando parli tu?... Mi dici sempre cose che non capisco...
Roberto - Perchè l'anima tua non è là dove è la mia... Noi due non sentiamo il dolore dallo stesso lato...
Genoveffa - (ripetendo, e sforzandosi a capire) Il dolore dallo stesso lato!... (entrano Capron, Duhormel, De la Troude.)