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(Al di fuori, grida, clamori, canti, con flusso e riflusso come il mare. Hargand, un po' pallido, ma calmissimo si è seduto in una poltrona, attorniato da Genoveffa tremante, e da Roberto tristemente pensoso).
Hargand - Dammi un po' d'acqua, Genoveffa. (Genoveffa versa in un bicchiere dell'acqua che Hargand beve avidamente). Grazie figlia mia!.... (breve silenzio). E tu Roberto?
Hargand - Il tuo posto non è più qui.... Non voglio obbligarti a scegliere fra i tuoi sentimenti.... le tue idee.... e me!....
Hargand - Partirai questa sera!...
Roberto - Veniva per chiedervelo, padre….. (esitante, e timido). Ma prima che io parta permettetemi....
Hargand - (interrompendolo). Non una parola, te ne prego!... Non ti rimprovero nulla.... non t'accuso di nulla!... (In mezzo al chiasso si sente distinto il grido di: «Viva Roberto Hargand! Viva lo sciopero!» Roberto stupefatto vuol protestare. Hargand lo ferma con un gesto. Silenzio penoso. Infine col cuore visibilmente stretto, la voce un po' alterata, Hargand riprende) Non t'accuso di nulla!... Ma non aumentare con inutili parole.... la distanza dolorosa che questo.... avvenimento pone, oggi, tra noi due!....
Roberto - Padre mio!... padre mio!....
Hargand - (nobilmente) Tra noi due, figlio mio, non deve esservi ormai che.... del silenzio! (si alza).
Roberto - (commosso, gettandosi nelle braccia di suo padre). Io vi amo.... vi rispetto!... Ho fede nella vostra pietà.... nella vostra giustizia..... (in questo momento una pietra, lanciata dal di fuori, passando per la finestra, rompendo un vetro, viene a rotolare ai piedi di Hargand. Genoveffa atterrita getta un grido).
Hargand - (raccogliendo la pietra) La giustizia! (posa la pietra sur un mobile. Cala il sipario).