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Hargand,
Roberto,
Giovanni Roule, Luigi Thieux,
tre altri delegati.
(Essi entrano lentamente col berretto in mano, Giovanni Roule per il primo, cupo ma calmo, seguito da Luigi Thieux, curvo, un po' bianco, imbarazzato e goffo. Si schierano tutti dinanzi allo scrittoio di Hargand, messi in soggezione dalla ricchezza severa della stanza. Luigi Thieux ha gli occhi fissi sul tappeto, gli altri girano il berretto nelle mani, eccettuato Giovanni Roule, che diritto, colla mano sinistra sull'anca, sta disinvolto ed altero, ma senza provocazione. Hargand non si è mosso. Col corpo leggermente piegato indietro, col gomito appoggiato sul bracciuolo della poltrona, col mento nella mano, si vede che ha voluto comporsi una ciera senza espressione, di una immobilità marmorea. Roberto, che all'entrare dei delegati ha scambiato una rapida occhiata con Giovanni Roule, si ritira intanto in un angolo della stanza. Silenzio assoluto).
Hargand - (con voce breve) - Ebbene... vi ascolto!
Giovanni Roule (un po' solenne) - Siamo venuti per la pace della nostra coscienza... (pausa) Se respingerete le proposte che in nome di cinquemila operai sono per l'ultima volta incaricato di trasmettervi.... non ho bisogno di dichiararvi che siamo pronti ad ogni resistenza. Non sono i reggimenti che chiamate in vostro soccorso, nè la fame che scatenate su noi, che ci fa paura!.... Le nostre proposte sono ragionevoli e giuste…. A voi il decidere se preferite la guerra…. (pausa) Vi prego innanzi tutto di notare che se abbiamo eliminato dal nostro programma certe ulteriori rivendicazioni non le abbiamo per questo abbandonate.... le rimandiamo a un tempo più opportuno.... (con grande alterigia) Così ci piace!.... (pausa. Hargand è di marmo e non una piega si muove sul suo viso. Giovanni prende nella tasca del suo camiciotto una carta che consulta di tanto in tanto) Primieramente.... manteniamo, in testa alle nostre richieste, la giornata di otto ore... senza alcuna diminuzione di salario.... Vi ho spiegato il perchè un'altra volta.... non ve lo spiegherò di nuovo.... (silenzio di Hargand) D'altronde vedo che non siete in vena di discutere oggi!... Secondo.... risanamento dei laboratori.... Se, come lo fate dire da tutti i vostri giornalai, siete davvero un padrone pieno di umanità, non potete esigere da uomini che essi lavorino in fetidi stabilimenti, fra mortali installazioni.... Nel caso in cui accettaste in principio queste condizioni a cui annettiamo un interesse capitale, potremo intenderci ulteriormente sull'importanza e la natura dei lavori sulla cui esecuzione noi avremo un diritto assoluto di controllo... (Hargand è sempre immobile e silenzioso. Giovanni Roule lo guarda per un istante fissamente, poi fa un gesto vago). Andiamo allo scopo! poichè siamo qui soltanto per la tranquillità della nostra coscienza.... (pausa) Terzo... Sostituzione di processi meccanici in tutte le operazioni di pudlaggio…. Il pudlaggio non è un lavoro, è un supplizio! È già scomparso da un gran numero di ferriere, meno ricche della vostra…. È un assassinio questo costringere degli uomini, per tre lunghe ore, sotto la doccia, nudi, col viso incollato alla gola dei forni, col petto fumante, le fauci divorate dalla sete, a mescolare la fusione del ferro, e farli gemere sul fuoco!.... Voi sapete bene, infatti, che il miserabile condannato a questa tortura selvaggia.... nel breve giro di dieci anni.... l'avete ucciso!.... (Hargand è sempre immobile. Giovanni Roule fa un gesto…. pausa) Quarto.... Sorveglianza severa sulla qualità dei vini e degli alcools (pausa). Benchè sotto il pretesto mendace di società cooperative, vi siate accaparrato tutto il commercio di qui.... tanto che voi siete il nostro beccaio... il nostro fornaio... il nostro droghiere... il nostro oste... ecc. ecc. bisognerebbe che vi rassegnaste a guadagnare un po' meno sulla nostra salute, vendendoci qualche altra cosa, che non sia veleno. Tutto ciò che respiriamo qui è la morte!.... tutto ciò che beviamo.... è la morte!... Ebbene.... noi vogliamo bere e respirare la vita!…. (silenzio di Hargand) Quinto.... E questa è la conseguenza logica, morale e necessaria della giornata di otto ore.... Fondazione di una biblioteca operaia con tutti i libri di filosofia, di storia, di scienza, di letteratura, di poesia e di arte, la cui lista vi darò in seguito.... Perchè, per quanto povero sia, un uomo non vive di solo pane.... (pausa) Egli ha diritto come i ricchi, alla bellezza!... (silenzio glaciale). Infine riammissione al lavoro, con paga intera dei giorni di disoccupazione, di tutti gli operai che avete licenziati dal principio dello sciopero.... Vi faccio grazia della mia persona.… firmato l'accordo, io partirò.... (depone la sua carta sullo scrittoio di Hargand).
Hargand (dopo una pausa, senza muoversi, con voce tagliente) - È tutto?
Giovanni - Tutto!...
Hargand (a Luigi Thieux) - Ebbene... Che cosa ne pensi di tutto questo, Thieux? Ti occorrono delle biblioteche, ora ... Via!... guardami!
Luigi Thieux (senza levare gli occhi dal tappeto) - Signor Hargand!.... Signor Hargand!....
Hargand - Guardami.... ti dico!
Giovanni - Non insultate questo povero uomo!... E guardate come l'han ridotto ventisette anni passati a lavorare con voi!...
Hargand - Ah! mio povero Thieux!... Se tu non fossi sotto il predominio di quest'uomo.... se tu fossi libero dei movimenti del tuo cuore.… ti conosco.... saresti già ai miei piedi, per chiedermi perdono!....
Luigi Thieux (come per gettarsi verso Hargand) Signor Hargand!.... Signor Hargand!...
Giovanni (energico) - Ma domandagli dunque che cosa ha fatto di tua moglie.... dei tuoi due figli!
Luigi Thieux (con grande sforzo) – Signor Hargand!.... È vero! Non se ne può più... non si può più vivere!... Non è giusto!....
Hargand - Tu ripeti la lezione, vecchio imbecille!.... e non la sai neppure!....
Giovanni (avanzandosi verso lo scrittoio) - Finiamola!.... La vostra risposta!
Hargand (nettamente, aggressivo, ma contenendosi ancora) - Ebbene... eccola! Perchè non pensiate neppure che voglia discutere le vostre assurdità.... Ho i documenti che vi concernono – un po' tardi, disgraziatamente – ma infine, li ho!... Vi chiamate voi proprio Giovanni Roule?
Giovanni - Che questo sia, o non sia il mio nome... che v'importa?
Hargand - Ve lo dico.... Voi vi siete introdotto qui, con un libretto falso!
Giovanni - Mi avreste forse preso senza libretto…. E poi?
Hargand (animandosi sempre più) - Avete subito in Francia – non parlo dell'estero – due condanne.... l'una per furto.... l'altra per violenza in uno sciopero.... Siete in rottura di bando!
Giovanni - E poi?...
Hargand - Siete compromesso in affari anarchici!.... Siete un ladro.... un assassino!...
Giovanni - E poi? ...
Hargand - E poi?.... (alzandosi con collera) Se vi consegnassi alla giustizia?....
Giovanni (altero e minaccioso) - Fate pure!...
Roberto (intervenendo) - Chiunque sia quest'uomo, o padre mio.... egli è sotto la salvaguardia dell'onore vostro.... e del mio!...
Hargand (a Roberto, furioso) – Tu!.... (non contenendosi più... acciecato, ai delegati) Che cosa fate qui voi?.... Andatevene!... Vi caccio!…. vi caccio!... Andatevene!...
Giovanni - Si prevedeva... ritiriamoci.
Hargand - Sì... sì... vi caccio... andatevene!... Uscite!... uscite!... (i delegati si avviano verso la porta. Giovanni Roule se li fa passare davanti).
Giovanni (ritornandosene un poco verso Hargand) - Allora, è la guerra che volete!... Guerra senza grazia nè pietà?.... Ricordatevi che siamo cinquemila!... E se non abbiamo che il petto nudo da opporre ai cannoni ed ai fucili dei vostri soldati.... sapremo almeno morire tutti fino all'ultimo…. Questo, ve lo dico io….. (esce).