IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
V'era nell'aria, quel giorno, cinguettio di ricordi. V'era nei cuori, quel giorno, amarezza d'angoscia.
Io avevo cercato con lo sguardo la larga bandiera nera sulla quale due nomi erano stati tracciati, e mi ero unita agli amici che si stringevano attorno ad essa.
Parigi snodava sotto i baci delle memorie le belle membra lavate dalla pioggia odorosa di Maggio, e là dove più alto era stato l'eroismo e più accanita la lotta pareva che le pietre avessero spremuto, per l'ora della rievocazione, ghirlande di sangue.
Le mani che strinsero le mie ebbero lo stesso calore.
Gli sguardi che si incontrarono col mio ebbero lo stesso pensiero.
Ecco...
I pellegrini randagi, curvi di stanchezza;
I viandanti profondi, assetati di sorgenti;
I cercatori tenaci di palme e di oblio;
I mendicanti luminosi di albe e di sogni, si ritrovavano, ancora una volta, sulla medesima via.
Mentre dentro qualcosa tremava.
Mentre dentro qualcuno piangeva.
Perchè nella profonda oscurità della notte di veglia una voce aveva gridato l'orribile cosa:
"Tutto è perduto".
Perchè la campana del dolore aveva, ancora una volta, suonato a stormo, e i suoi rintocchi avevano avvertito prossima l'ora d'una crocifissione nuova.
*
* *
Qua e là gli adunati cantavano: qua e là fiorivano, gigantesche rose, le bandiere, e dalle finestre gremite di gente qualche vecchio sorrideva coi dolci occhi sereni.
Pareva che in lui si fosse rifugiata l'anima dell'eroica città d'un giorno, della meravigliosa città, che tutta ravvolta in una nube vermiglia, aveva saputo superbamente morire.
Allorchè la più dolce e la più trasparente delle amanti le aveva baciato la bocca nell'istante del trapasso, e aveva messo il riflesso del sole sopra il volto della morte.
*
* *
"Ancora due che salgono il monte del martirio", mi disse qualcuno con la voce piena di tristezza.
"Ma siamo qui tutti noi" rispose un giovanetto forte a cui i venti anni empivano d'avvenire le pupille radiose.
"Viva Sacco e Vanzetti!" gridò un fanciullo esuberante, e agitò un lembo della bandiera guardando fissamente in alto...
...Non so se il cielo grigio che pesava sul nostro capo o la distesa fresca e canora dei suoi magnifici sogni...
"Non vi addolorate, non vi scoraggiate per il nostro destino" essi avevano scritto. "Ci vogliono morti e sia".
Io avevo guardato a lungo la lettera dei due morituri. Non una lacrima, non una esitazione, non una sillaba mal certa.
I due uomini che hanno vissuto da anni a faccia a faccia con la morte si sono sovrumanati si sono sublimati.
Avrebbero potuto impazzire.
Hanno invece saputo trovare nella sapiente capacità dello spirito loro, tutto il perchè vero e vivo della vita.
Avrebbero potuto morire.
Hanno saputo invece ricercare nell'intrico dell'oscurità che non ha più mattino, la sorgente sovrana che rinnova lo spirito.
Avrebbero potuto rinnegare.
Hanno saputo invece serbare per i viventi, dopo i colloqui aspri e freddi con la morte, le parole più belle e più pure dello spirito che si denuda per la tomba.
Quelle che sorgono nel cuore allorchè recisa è la visione dei sogni.
Quelle che sembrano raccolte da una fiorita di rose.
Quelle che sembrano distaccate da una roccia di perle.
*
* *
Il corteo si avviava faticosamente verso il Père Lachaise per sostare e disperdersi davanti al "Muro dei Federati".
Io mi sentivo carica di memorie.
Avrei voluto dire, non so precisamente perchè: "Più in alto quella bandiera".
Avrei voluto che tutti vedessero quello che vedevo io.
I loro occhi immersi nella luce intatta dell'immenso.
I loro volti annegati nel silenzio delle alture.
Le loro bocche rinchiuse nel sereno senza nubi, di chi sulla soglia dell'infinito sa di potersene andare tranquillo, perchè ha rischiarato la via a qualcuno, perchè ha gettato nello sguardo di qualcuno il lampo che si è spento nelle pupille sue.
La vita! Che triste, che miserevole cosa è mai la vita!
Piena di rinunce, piena di livori, carica di passioni...
Entro la quale voi, uomini, vi aggirate barcollando, con l'anima ingombra di tenebre, entro la quale voi, uomini, vi trascinate a stento sotto un carico di pesanti umiliazioni.
"Se dovremo morire, noi sapremo morire guardando il nemico negli occhi".
Io avrei voluto distendere le braccia sulla porta della loro prigione.
Io avrei voluto accasciarmi a terra e dire, a nome di tutti, perdono.
Perchè mentre essi baciano il volto della luna;
Perchè mentre essi si purificano nelle braccia delle sere senza amore;
Perchè mentre essi si distendono ogni notte su l'orlo della tomba;
Perchè mentre essi si illuminano nel solo amplesso delle stelle;
Perchè mentre il loro pensiero conflagra con un mare d'azzurro;
Noi cerchiamo ostinatamente la vita;
Noi gettiamo più salde e più profonde le nostre radici nella terra.
Il delitto?
Hanno voluto cercare la via che risplende di mattino.
Hanno voluto guardare entro tutti i perchè della vita.
Hanno voluto cantare le parole fatte d'atomi d'oro.
"O mia sorella luce, che unisci con i tuoi raggi la terra, il sole, i fiori, le acque, i campi, i cieli, io voglio tessere con fili di giorni e d'armonia una immensa tela d'amore per avvolgere in essa tutti i cuori degli uomini".
*
* *
Oh! miei compagni, che spinti e travolti dalla tempesta, alla stessa tempesta rubate il fulgore dei lampi per mantenere vive le pupille radiose;
Oh! miei compagni, che sospinti e dispersi dal vento come una caduta di foglie in autunno, ritornate, quale stormo di rondini, al primo canto di primavera o al primo richiamo di morte;
Levate, oggi, più orgogliosi la fronte.
Perchè questi due uomini, che davanti alla conferma del supplizio, non hanno tremore di labbra sopra lo strazio infinito;
Perchè questi due uomini, che nella piena maturità della vita, sanno guardare freddamente la morte;
Sono due esseri di azzurro e di acciaro che l'anarchia ha espresso nell'attimo travolgente e oblioso in cui, davanti allo sguardo del sole, si è ravvolta nelle chiome della bellezza sublime.
*
* *
In ginocchio... giù... giù... col volto fino a terra, davanti a questi due anarchici meravigliosi, espressione vivente del più alto idealismo, voi filosofi senza coscienza e senza fede; voi mistificatori della verità, che cianciate di "spirito puro" mentre siete gli assertori di un'idea fatta dei più bassi, dei più loschi, dei più turpi interessi umani.
E sentite il peso della vostra responsabilità.
E sentite l'onta della vostra menzogna.
E nascondetevi nel nulla.
Giacchè la notte che avete con i predoni creata, non ha più ombre per proteggere le vostre persone.
Imperocchè essa è tutta rischiarata oggi dalla vivida luce di queste due fulgide torce.
Il corteo si fermò davanti al cancello del cimitero.
"Viva Sacco e Vanzetti" gridò la medesima voce.
"Viva Sacco e Vanzetti!" rispose la moltitudine e le bandiere si agitarono in una oscura minaccia.
A me parve che quel grido venisse da tutte le tombe e avesse la potenza e la grandezza de l'eternità.
Io ebbi la certezza che qualcosa dovesse tremare oltre il mare... laggiù, dove fra l'orgoglio dell'oro, il delitto si cova.
Perchè i due nomi venivano gridati da sopra un cumulo di morti, morti caduti fra le braccia della Libertà.
E son tante queste rovine umane che... se rimosse un poco... potrebbero rovesciarsi e soffocare i vivi.