Virgilia D'Andrea
Torce nella notte
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L'ALTA "TRIBUNA" DELLA SENNA

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L'ALTA "TRIBUNA" DELLA SENNA

 

 

 

 

... Rendetele il cambio al pari di ciò ch'ella vi ha fatto; anzi rendetele secondo le sue opere al doppio...

(APOCALISSE)

 

Festoso, chiaro, garrulo e giovanile il Boulevard di Saint Michel si snoda nel cuore del vecchio quartiere latino, dove poeti, pittori, musicisti, studenti e bohèmiens si danno convegno nelle piccole stanze del sesto piano, negli storici caffè carichi di nomi, di memorie e di sogni, nelle straducce silenziose piene di ombre e di glorie lontane, a fianco della fontana di Maria dei Medici, dove fiori, edera e sole inghirlandano le speranze, le illusioni e la miseria di quella esuberante e spensierata giovinezza.

Giovinezza fantastica e radiosa che mentre sogna gloria ed alloro, tàcita i crampi dello stomaco rosicchiando una mezza dozzina di croissants e pace ai palpiti del desiderio nel sorriso birichino d'una bionda, piccola poupèe, che si rifa ogni sera una bellezza nuova, con le minuscole matite, ed i leggiadri colori, ed i piumini leggeri di fata, ed i graines de beaute'.. piccoli nei che emigrano deliziosamente da una parte all'altra del fresco visetto, con la più disinvolta e veloce e noncurante volubilità delle cose.

A sinistra le ambulanti esposizioni di pittori dalla fantasia fervida e ricca, e dalle tasche sdrucite, povere e vuote: a destra giovani e laceri poeti che vendono ad un pubblico compiacente, indulgente e benevolo i loro primi canti esuberanti e battaglieri: più in , nella sua pittoresca giubba medioevale, il trovatore de les oubliettes rouges, rimotivante la vecchia canzone francese, che ieri sera ha mandato in visibilio i frequentatori della sua boite, piccolo caffè nascosto nell'intrigo d'un sotterraneo umido e nero.

Piccolo caffè dove la fantasia di questi goliardi ha voluto vedere una delle dimore di Dante, e dove un busto dell'esule immortale eretto da essi, guarda attorno accigliato ed arcigno, quasi volesse ancora dirci, rilegato come è, in quell'antro senza luce

 

Come sa di sale lo pane altrui

E come è duro calle

Lo scendere e il salir per l'altrui scale.

 

E su questi albori, su questi tramonti, su tutte queste aspirazioni, su tante gioie e lotte segrete, le massicce colonne del Pantheon: l'azzurra cupola della Sorbonne: le snelle, alte ogivali di Notre Dame e de la Sainte Chapellerifugio di bellezze – le più eteree, le più eccelse espressioni d'una arte che si è inabissata nell'oblio dopo aver plasmato queste creature di inarrivabile perfezione: e in fondo, a sinistra, la larga, austera scalinata delle Assisi della Senna, dove par si aggirino ancora, rimontanti dalle acque dello storico fiume, le ombre d'un passato che diè "col sangue a la ruota il movimento". Danton, Robespierre, Demouslin, Madame Rolland, Carlotta Corday, Chenier, Maria Antonietta... ed altri, ed altri ancora... avviantisi verso la ghigliottina a testa alta, fiera e sdegnosa.

Per gli uni è la morte l'apoteosi della loro idea; e incedono verso di essa cantando.

Per gli altri è la morte la distruzione della loro tirannia: ma non vogliono umiliarsi: dire motto di ravvedimento o di rinuncia.

Par che magnetizzati anche essi da quella miracolosa atmosfera di eroismo, marcino verso il patibolo, muti, pallidi, alteri, quasi incedessero ancora verso i gradini del trono.

 

 

Ed oggi, mentre vilissimi gazzettieri protestano contro il verdetto che non ha consegnato alle loro mani adunche e rapaci la testa di Sergio di Modugno, io rivedo quella scalinata larga ed austera, quei corridoi palpitanti di attese, di ansie e di emozioni; brulicanti di avvocati e di clienti; quell'aula alta e solenne, rigurgitante di pubblico commosso, ansioso e febbrile; quel banco dirimpetto alla giuria, dove dei grandi fanciulli nostri hanno preso posto, calmi e sereni, ed hanno, con le mani strette dai ferri, e con la gola strozzata dal dolore, detto con voce sicura, in una lingua che non era la loro: "Io ho ucciso; ma io accuso".

Ecco , Mario Castagna, esile, biondo, emaciato, attorno a cui già palpita ed ansima un destino insidioso, che dovrà sopprimerlo un giorno nella stretta feroce dei suoi tentacoli spietati e crudeli. Eccolo : le spalle leggermente piegate per il male che le assottiglia; ma lo sguardo grigio, fermo e sicuro che non teme condanna e che si intenerisce solo quando qualcuno ricorda la vecchia madre morta laggiù, tutta sola, tutta povera nel paese dell'onta e del terrore.

Ecco , Bonomini, bruno, ardente, inflessibile, che rivendica con orgoglio e con passione il gesto compiuto; che non trema davanti all'ombra della morte vagante a tratti sui banchi dei giurati; che dice lo scempio che è stato fatto dei suoi affetti, delle sue aspirazioni, del suo vecchio e buon maestro, così grande e così giusto – e qui la voce gli trema – dell'uomo venerando e canuto che per la prima volta gli ha fatto sentire calde parole di rivolta contro l'oppressione e l'ingiustizia.

Ad uno, ad uno vengono introdotti operai modesti e silenziosi che si guardano attorno tristi e smarriti. È un uomo a cui è stato strappato un occhio. È un giovane a cui è stato spezzato un braccio. È un vecchio padre di famiglia che ha avuto la mascella sfigurata da una randellata. È una donna che singhiozza senza poter raccontare il suo atroce martirio. È un fanciullo che non ha più nessuno, e che se ne va solo attraverso l'immensità del mondo.

Contro i giurati scettici e freddi, contro le proteste del presidente, batte a ondate l'immenso spasimo che cigola e turbina fra le mura di marmo e par voglia farle singhiozzare come singhiozzano di dentro questi infelici proscritti.

Poi il silenzio diventa profondo: poi gli uomini della legge curvano la testa per rispetto e commozione chè, ancora una volta, come da tanti e tanti anni, ancora una volta, e sarà l'ultima, purtroppo, Madame Severine è , accanto all'accusato, per stringergli la mano e dargli sollievo e coraggio, e dirgli, con quel suo dolcissimo filo di voce, la sua sofferenza e la sua solidarietà.

Più tardi è Sante Pollastro che porta alla sbarra la sua parola breve e indomabile.

Questa volta i pavidi e tenerelli cuori han preso il largo: la sala rigurgita di eleganti parigine che, accorse a tremare davanti al "terribile bandito italiano", restano deluse e perplesse, tanto egli è calmo, forte e sereno.

Ha combattuto faccia a faccia col nemico ha risposto con la violenza alla sua violenza sanguinaria: ha opposto a quel feroce terrore la rivoltosa forza dei suoi muscoli e la bocca della sua rivoltella, che non fallisce colpo. Può essere, dunque, lieto e tranquillo: perciò non batte ciglio, dice parola, muta colore, al verdetto inumano che lo manda ai lavori forzati.

In ultimo è la volta di Sergio di Modugno, il giovane pugliese fatto di febbre e di amore, che dal banco degli accusati si eleva accusatore implacabile e getta ai vicini e ai lontani il suo monito breve e tagliente: "Attaccare il fascismo significa difendere il presente e l'avvenire dell'umanità".

E sul frastuono di tutte queste passioni, sulle ansie di tanti spiriti tesi, la voce baritonale di "Maitre" Torres, pallido, enorme, tuona e gronda e tempesta.

È la requisitoria nuda, scheletrica, schiacciante contro un sistema abbietto e ripugnante di violenza e di ignominia. Non parole: non imagini non volate oratorie, ma prove: ma date: ma nomi.

 

*

*   *

 

È da lontano, da molto lontano oggi, che io rivedo, attraverso la memoria, quella cancellata di ferro battuto, quell'edificio raccolto ed austero, da dove, solo in virtù di qualche eroico colpo di rivoltella, solo in virtù di questi magnifici gesti di rivolta individuale, si è potuto incominciare il processo al fascismo, e il mondo intero ha potuto ascoltare atterrito gli orrendi misfatti e gli atroci delitti d'un pugno di felloni esecrabili e criminali.

È da lontano, da tanto lontano oggi, che io rivedo quell'aula palpitante di ansie e di attese da dove, accanto alle ombre della "Conciergerie" fra le suggestive memorie di tante glorie rivoluzionarie, fra la eco che mai non tace d'un meraviglioso passato, le Assisi della Senna sono diventate la possente e poderosa tribuna di rivelazioni, di accusa, di biasimo, di denuncia, di condanna d'un ignobile regime basato sui moschetti, sui teschi e sui pugnali.

È da lontano, è da oltre i mari, mentre riprendo la mia vita randagia attraverso nuove terre, attraverso nuove sofferenze, che io rivedo quell'intrigo di corridoi, quella misteriosa fuga di aule severe, tutto quell'edificio solenne dove, talvolta, m'è sembrato sentire odor di fiamme, odor di polvere; dove, talora, m'è sembrato vedere in quei nostri generosi ribelli, l'angelo divino e vendicatore dell'Apocalisse.

 

"Perciocchè i suoi peccati sono giunti l'un dopo l'altro infino al cielo.

"Rendetele il cambio al pari di ciò ch'ella vi ha fatto:

"Anzi rendetele secondo le sue opere al doppio:

"Nella coppa nella quale ella ha mesciuto per voi, mescetele il doppio".

E così sia!


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