IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Un'atmosfera di nubi e di sangue: un silenzio colante dal palpito sospeso d'una moltitudine: un vagare di fantasmi e di memorie: una eco lontana ed eroica di voci passate; e Lui, su quell'affannosa ondata di uomini, di pensieri, di sentimenti e di cose: lui, Sante Pollastro, tranquillo, sereno, sprezzante e un poco beffardo.
Io ripensai, guardandolo, all'aquila ardita e selvaggia, che tolta dalla solitudine delle rupi e dall'altezza dei vertici smisurati, si rifugia nell'angolo più elevato della prigione dove l'hanno rinchiusa, e getta sguardi di sovrano disdegno ai passanti ed ai curiosi che si accalcano e si pigiano attorno alle sbarre della gabbia maledetta.
La profonda, insanabile e spaventosa tragedia nostra, che aveva di nuovo quel giorno forzate le porte dell'aula carica di drammi e di passato, andava e veniva con soffi ed impeti di minaccia da un corridoio all'altro; saliva accigliata e brontolante le fredde e disadorne scalinate di marmo; sgusciava ombra livida e implacata da uscio ad uscio; serpeggiava, fiamma lenta ed occulta negli angoli oscuri e remoti; si avvinghiava alle spalle di ognuno, perchè le si guardassero quei suoi grandi occhi dilatati dal terrore, cerchiati dalla commozione delle attese snervanti; si accovacciava sul cuore di tutti, perchè si comprendesse quella sua sofferenza che a tratti pareva soffocarle la voce, tanto essa era sorda, insidiosa e insistente.
*
* *
Nubi, nebbia e navigli ancorati sulle acque buie e pigre della Senna, grave di tempo, di ombre e di pensieri.
E fra quelle mura inflessibili e mute, pur cementate di lacrime e di angoscie, un'ondata possente della vasta ed eterna ed inquieta tempesta sociale.
Rassegnazione di vili e rinuncia di deboli; incomprensione di ciechi e fatuità di spiriti leggeri; brontolio di sdegni e animosità di rancori; audaci rivolte miracolose e caligine densa; minaccia di mare che si sommuove, e la folgore che si avventa a schiantare l'oscurità delittuosa.
E su tutta quella lotta immensa, smisurata, fra le signore fragranti di carne e di piacere, che avranno per l'occasione messo al collo il più prezioso dei monili e rifatta una bocca piccola, umida e corallina, col più sapiente dei carmini; fra i giornalisti flessibili, anguilleschi e mutevoli che cercheranno fra gli occhi dell'imputato il marchio lombrosiano; e il pubblico che schiacciato nell'angusto recinto e tenuto a bada dagli agenti, mormora e mugola; pochi, rigidi fantocci di carne e d'ossa, allineati dietro alcune file di banchi, chiuso e imperturbabile il volto, si arrogano il diritto di giudicare, cioè di assolvere o di condannare questo mistero grande e impenetrabile che è ogni uomo ed ogni sua passione.
Ed osano parlare in nome di chi è il solo responsabile di tante sventure, di mortali cadute, di voragini spaventose, di folli smarrimenti, di drammi inesplicabili, di pietosi naufragi che straziano l'animo.
*
* *
Uguale e monotona la voce del presidente: aggressive e velenose le interruzioni del pubblico accusatore: stupida e inumana la frivola curiosità di chi si accalca a vedere il "bel giovane bandito" caduto alfine nella tagliola.
E nel cuore nostro, nel cuore di noi, suoi compagni, gettati come lui fra lo squallore e le angustie dell'esilio;
Dispersi come lui attraverso le avventurose vie del disinganno e della povertà;
Soli e abbandonati come lui fra le crudeltà ed il sarcasmo d'una vita che ti umilia e ti calpesta se sei povero; che ti sgretola ed annulla fra i suoi ingranaggi poderosi se hai bisogno di lavoro; che ti acciuffa e ti trascina in catene, allorquando un impeto di ribellione ti ha purificato dall'onta della rassegnazione e della viltà; e ti grida del ladro, mentre il derubato sei tu, tu solamente, negli affetti, nelle gioie, nell'amore, nella casa; e ti grida dell'assassino, mentre l'assassinato sei tu, tu solamente, nel rigoglio della tua giovinezza, allorchè pieno di sogni, di energia, e di sensi generosi potevi diventare qualcuno: una forza, una scintilla, un lampo, un creatore; nel cuore di tutti noi, dicevo, un misto di sofferenza e di ammirazione: di rimpianto e di orgoglio: di singhiozzi e di sorrisi.
V'erano l'abisso e il cielo dentro il nostro affanno.
*
* *
A tratti un silenzio carico d'uragano si faceva nell'aula satura di fermenti, di pensieri e di passioni; e mentre fuori si addensava tra i fantasmi una triste e nostalgica sera invernale, qualcosa... qualcosa di Lui, del suo passato, della sua esistenza conturbata, aliava malinconicamente sul tumulto e sulle agitazioni delle memorie e degli uomini...
Il fanciullo esile e lacero che va e viene fra i colli limpidi e sereni della Liguria imbalsamata, curve le spalle sotto il peso del secchio colmo di calcina, che pare opprimergli perfino il piccolo cuore già così carico di grigiore e di tristezza fra quel tripudio di rondini e quella ricchezza di sole.
L'adolescente pallido e triste, bianco il vestitino di cemento, che sale e discende, appare e scompare tra i ferrami, le corde, le carrucole, le scale, i ponti e le impalcature, mentre il suo gorgheggio d'usignuolo è abbrunato d'un tratto dall'ala d'un gufo celato nel fogliame.
Il giovanetto taciturno e pensoso, che già manda lampi di sdegni e cova pensieri di audacia, allorchè la terribile sciagura che rende schiavo e abbietto il suo paese, gli farà più acuto lo sguardo e più sicura e pronta la mano.
Il giovane sdegnoso e sconvolto, che in ginocchio un istante solo per abbassare le palpebre ad un famigliare adorato, ucciso da gendarmi nascosti nell'ombra, si rialzerà d'un tratto, ed avrà un altro sguardo: lo sguardo di chi ha intravisto la luce.
Ed avrà un altro volto: il volto tragico ed eroico della rivolta radiosa.
*
* *
Silenzio... sospensione di respiro... attesa febbrile... palpiti affrettati... ansia penosa, ora che la sentenza doveva essere pronunciata.
Ma chi resta tranquillo e impassibile; chi guarda con la stessa serenità velata d'una dolcezza un poco beffarda quegli uomini chiusi sul segreto della loro risposta; chi non muta colore, nè pronuncia accento di sconforto o di contrizione, è lui, proprio lui, Sante Pollastro.
Così estraneo, così lontano da quel dibattito scaturente da dissimili e contradittorie passioni!
Forse ei ripensa i suoi colli luminosi, ondeggianti di oliveti, la striscia opale del mare in estasi fra le braccia della terra, e l'amore, l'amore divino, naufragato per sempre tra i flutti della vita.
E quando, prima di allontanarsi, circondato dai gendarmi, mi cercherà ancora, e mi farà con la mano bellissima e bianca un cenno di addio, dalla mia gola carica di emozione e di lacrime, io non saprò sprigionare che una parola sola; quella di cui dovrà perdonarmi perchè non ne aveva di certo bisogno, la parola: Coraggio!
*
* *
Del tempo è passato da allora. Altre bufere, altri delitti, altre ribellioni. Poi ognuno di noi è stato, ancora una volta, distaccato da tutto ciò che era il suo passato, la sua vita, la sua ragione di essere, e gettato alla rinfusa, ingombro inutile o dannoso, nella voragine dei turbini nuovi.
Via... via attraverso il mondo, attraverso i mari... con l'animo ferito, con le braccia stanche, con tanto amaro e tanti disinganni qui dentro, mentre di tratto in tratto qualche amico, il più forte, il più generoso, scompare nel naufragio, e l'ultimo raggio dei suoi occhi ci resta infitto nello spirito e nella carne come una lama.
Che strazio, che indignazione, che rivolta nell'apprendere, e da così lontano, le ultime, desolanti notizie di lui.
Ed allorchè l'ho saputo solo, carico di catene, circondato dall'odio, dagli insulti, e dai pugnali degli sgherri, coperto il bel corpo di ferite e di sangue, urlante più di sdegno che di dolore, e poi esausto, sfinito, privo di sensi, fra una muta ignobile di sicari, là, sul confine delle due Nazioni colpevoli e delinquenti, m'è sembrato che dal grembo della terra offesa, dove a convegno si raccolgono i caduti della libertà, un urlo scaturisse, implacabile e straziante: Società d'assassini!