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Alfredo Panzini Legione decima Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Cap.
1 | 10 2 9| mila svizzeri. Ne tornarono 110 mila, il che vuol dire 253 3 6| chichirichì anche se non è nato il12288;sole. I romani vollero la 4 | 15 5 | 16 6 15| ordine di Napoleone nel 1809. Quando si giocano certe 7 7| viaggi di Burton e Speke nel 1853 è una cosa che la sanno 8 17| vivaci colori; ma dopo il 1870 diventò nero in memoria 9 15| di Bismarck, quando nel 1871 bombardò Parigi, affamata 10 1| fatto il suo dovere nel 1915 come soldato nell’arma dei 11 24| giovinezza.~ ~ ~ ~Natale 1933 – XII, in Roma.~ ~ ~ ~ALFREDO 12 7| solo! Perciò non 1993, ma 1992 anni fa. Quattro più quattro 13 | 2 14 | 24 15 | 25 16 9| 110 mila, il che vuol dire 253 mila morti, fra cui donne 17 9| ruoli davano in complesso 363 mila svizzeri. Ne tornarono 18 | 4 19 20| sequestrare il tesoro. Erano 4135 libre d’oro e 900.000 libre 20 19| Reno furono nel numero di 430 mila, e questa cifra ci 21 | 49 22 | 54 23 | 59 24 20| Erano 4135 libre d’oro e 900.000 libre d’argento, che allora 25 19| calzari romani, e imparò l’abbaco, onorò gli studi, e calcolò 26 7| una frenesia; e così esse abbandonarono la lana per cui si erano 27 20| tutti questi libri: io te li abbandono senza grande rimpianto. 28 2| Così fece il vecchietto che abbandonò la balaustra per avere la 29 24| verso, si aiutava col gesto, abbassando la mano con violenza come 30 20| venire i fabbri ferrai perché abbattano le porte.~ ~Metello, a braccia 31 6| quella palazzina è stata abbattuta.~ ~Ma si può essere ateniesi 32 | abbia 33 22| Atlantico, che viene dal sud e abbraccia l’Inghilterra come un termo-sifone, 34 16| cose giovani e liete che abbracciano il mondo, mi sorge dal cuore; 35 11| vi gira attorno come in abbraccio di cintura e si chiama Doub, 36 1| proprietario dello stabile dove abita, ed è un bel ragazzo che 37 21| professore di belle lettere, abitante via tale, numero tale, piano 38 22| isola dei Britanni fosse abitata da un popolo incivile perché 39 22| estendesse, quali ne fossero gli abitatori; e voi eravate con lui. 40 22| mondo.~ ~Hanno creato gli abiti razionali, e per quando 41 12| dimices, affinché ci si abituino a guardarli da vicino, i 42 16| lontano dove a luna nuova le acacie sospendono nel cielo i loro 43 22| per coda di tavola», come accadde a Dante, quando andò alla 44 5| romani andavano alla libera accademia del Campo di Marte, seguivano 45 6| perché tanti avvenimenti sono accaduti in così breve tempo, e quella 46 7| spostamenti di genti, era accaduto qualche infortunio, come 47 11| Ariovisto e a Besançon si accampa.~ ~Era il giorno 16 d’agosto.~ ~ 48 11| due guerrieri si vogliono accampare in luogo forte: questo luogo 49 13| per i propri Dei.~ ~Cesare accettò queste condizioni.~ ~ 50 9| poi de tutti gli altri, acciò che essendo egual il pericolo, 51 | acciocché 52 10| avide di preda.~ ~Cesare li accolse gentilmente nel suo padiglione.~ ~ 53 15| Dice soltanto che nell’accomiatarli li prega di «tornare più 54 13| CONTRO IL NEMICO~ ~CESARE accomiatò gli ufficiali con un «e 55 13| allora, ma preferiva un accomodamento diplomatico; e quella sua 56 3| proverbio: Dio li fa, poi li accompagna; e la Mattia, quella sincera 57 13| Ariowist ci manda per dirti che acconsente di venire a parlamento con 58 15| Cesare è semplice: si è accontentato di scrivere questo libretto 59 19| ben lo aveva capito. Si accontenti, caro Catone, del monumento 60 6| dottori assicurano di sapere. Accontentiamoci di dire che da prima furono 61 20| perché giudicasse. Parvero accordarsi, approvare…~ ~Il professore 62 24| Il re d’Inghilterra si accordava malissimo.~ ~Era un canto 63 7| e il senato un gran buon accordo non c’era; e se in quei 64 4| potuta levare. Non me ne accorgo nemmeno più; ma ti consiglio 65 22| la marea, la luna.»~ ~S’accorgono appena i britanni dell’intenzione 66 6| va su –, disse Ambrogino accorrendo, e vide il professore che 67 21| compiacimento. Ambrogino se ne accorse, e continuò:~ ~Quando non 68 21| qualcosa di folle che vi si accumulava; e come vinto dalla passione, 69 6| diceva il libello di accusa –, è ingiusto e quindi colpevole, 70 12| Acriter! ma non accusò, perché accusando avrebbe dovuto poi condannare. 71 12| accusavit. Acriter! ma non accusò, perché accusando avrebbe 72 15| Era potòria, peggio che aceto! Perdettero la battaglia. 73 21| sorrise: un sorrisetto un po’ acido, un po’ di compatimento; 74 19| prigione così come il barolo acquista valore per la lunga dimora 75 7| la lana per cui si erano acquistata tanto bella rinomanza con 76 10| con questi grandi uomini, acquisto anima di re, quand’ero re 77 5| al voi, come si va dall’acuto, al grave, al patetico su 78 5| ma se hai fretta, va adagio, come dicevano i padri gesuiti 79 7| quelli che stanno mezzo addormentati sul muricciolo del fiume, 80 24| della gran coppa, mi si adombrò il ricordo del rito che 81 4| disse il professore –, tu adoperi come monete in corso parole 82 11| moltitudini che lo hanno adorato, e ora lo vogliono morto. « 83 8| fiorisce la civiltà. Io adoro la civiltà, Ambrogino, e 84 8| parola bellum dei latini per adottare la parola guerra dei germani. 85 19| come in antico. Allora adottò la guerra dei sottomarini: 86 5| di Roma dal Tirreno all’Adriatico, e diceva: «noi abbiamo 87 12| Ariovisto: la battaglia di Adua; ma non c’era Cesare con 88 14| Cesare sa di blasfemo, o di adulazione, la quale se non conviene 89 22| lo ripeto in latino: sit adulescens vigilantibus oculis, recta 90 16| l’ora propizia verrà. Si adunano le donne, guardano il cielo, 91 9| quell’anno 58 si sarebbero adunati presso Ginevra per passare 92 10| che ebbe bisogno di grano, Aeduos flagitabat, ne domandava 93 23| Gallia, Hispania, Mauretania, Aegyptus, Syria, Pontus, Graecia, 94 20| porta del tesoro pubblico, aerarium sanctum, forzata dai soldati 95 11| perché davanti a lui si affacciarono gli spaventosi sapienti 96 21| Ogni volta che l’usciere si affacciava e annunciava gente, il volto 97 15| nel 1871 bombardò Parigi, affamata e isolata dal mondo. I tedeschi 98 21| gli parve che levato via l’affare del figlio morto in guerra, 99 14| deve essere quel demonio affascinante che si chiama Mefistofele. 100 13| presenta la Fortuna: quantos affert casus!».~ ~Sin dove può, 101 4| portiamo la ricordanza e gli affetti di cose scomparse, onde 102 2| Raphael, i figli erano molto affezionati al loro papà.~ ~– C’è anche 103 14| non osava, non audebat, affidare la sua vita agli Edui». 104 10| professore –. A che cosa è affidata la tua popolarità!~ ~E continuò: – 105 12| africano che gli era stato affidato. E sua moglie era con lui 106 | affinché 107 8| riviere sono in Francia, affioranti su ameni piani. Nella Provenza 108 22| che «Cesare sta in grande afflizione, e le parole di lui sono 109 12| sbarazzina, da un lato, e afflosciato: e quei galloni d’argento 110 6| spiriti».~ ~Su queste basi, affondate per cinque secoli, ci puoi 111 14| altre legioni seppero dell’affronto fatto a Cesare, a stento 112 20| buone se non vengono dall’Africa, e le ostriche devono essere 113 12| bandiera d’Italia da un forte africano che gli era stato affidato. 114 3| perché ha paura del re Agamennone.~ ~Per queste ragioni era 115 22| di turchino, e ordinò di aggiogare i cavalli e ai suoi guerrieri 116 22| albero, senz’altra vela in aggiunta. Nelle battaglie queste 117 1| meccanici, proprio come lui che aggiustava le motociclette.~ ~Giulio 118 18| l’adolescente, stava agli agguati in testa alla cavalleria.~ ~ 119 2| in bibliografia nonché in agiografia – disse il vecchio –. Questa 120 2| gli rispose blandamente agitando l’altra mano bianca, e con 121 19| se vedessi qui, fra noi, agitare il gelido barattolo del 122 21| impertinenti parole; le labbra si agitarono, si quetarono, poi domandò 123 22| quando la sferza del còmito, agitata sopra la schiena nuda di 124 21| signore esclamò «Ah!» e agitava la testa e fece un gesto 125 18| e li chiamò gli «alari»: agitavano le ali, facevan frastuono, 126 Pre| azzurro, fra i gigli e gli agnelli. Oh, molto amata Italia, 127 2| oro e di argento? dives agris, dives auro et argento, 128 17| Alsazia i tetti sono a punta aguzza per lasciar scorrere le 129 20| grande rimpianto. Essi, ahimè! sono passati nella mia 130 9| puoi ancora vedere con la alabarda davanti su e giù alla porta 131 12| XII EJA, EJA ALALÁ!~ ~MA chi sono? che vogliono 132 18| alle ali, e li chiamò gli «alari»: agitavano le ali, facevan 133 24| che perdere libertà. La alauda cristata, l’allodola col 134 22| lunghe antenne; una per albero, senz’altra vela in aggiunta. 135 6| ultimi romani, come Boezio e Albino che dissero davanti al re 136 20| perché, come diceva re Alboino, «ricca è l’Italia, ma ricca 137 | alcun 138 | alcuni 139 | alcuno 140 17| improvvisamente, il dado è gettato, alea jacta est. Dal campo di 141 15| imperàtor. Il sorriso di Cesare aleggia sopra il suo genio come 142 23| sterminata battaglia di Alesia oscillò incerta la vittoria? 143 19| infatti, tutte le lettere dell’alfabeto.~ ~Tu, come traspadano, 144 12| pagamenti, e il banchiere Alfio, se non vado a Roma a soddisfarlo, 145 24| 1933 – XII, in Roma.~ ~ ~ ~ALFREDO PANZINI~ ~ ~ ~ 146 3| per mordacità, gli avevano alienato l’animo dei superiori.~ ~ 147 20| e dalle nasse,~ ~Scarsi alimenti ma sinceri e queti~ ~Per 148 | alium 149 | alius 150 22| vele triangolari che si allacciavano per i loro lati prodieri 151 18| gente gallica, e li aveva allargati alle ali, e li chiamò gli « 152 21| un po’ di compatimento; allargò le braccia, buttò la testa 153 4| Che musica?~ ~– Musica allegra.~ ~Ambrogino lo vide sedersi 154 23| Inghilterra! Esse sono quasi allegre. Ora non è Ariovisto, non 155 24| gallo, cantachiaro, anche. L’allegrezza è appropriata al gallo, 156 1| un sorriso, due occhietti allegri celesti dentro lo scrigno 157 6| pericolosamente». Esempio continuo, allenamento, da cui poi derivò la parola « 158 21| una grande stanza, tutta allineata nelle pareti con reggimenti 159 15| Besançon, egli ha potuto allontanare Erebus et Terror dalla mente 160 22| inglesi, tutti gentiluomini allungati, sbarbati, sorridenti gelidamente. 161 13| erano; e Cesare dice che allungò il viaggio di cinquanta 162 | alquanto 163 23| e quelli subito fecero alt e piantarono le bandiere: 164 22| capisci subito che è un’isola altera e elegante. Vedi come sta 165 | altr’ 166 20| e di lì pare derivata altresí la parola «angheria». E 167 4| sa perché, Ambrogino.~ ~– Altroché! – rispose il professore. – 168 11| chiama Besançon. Sorge in altura: e un fiume vi gira attorno 169 17| che si rinnova quando si alza la luna, e si «vedea per 170 4| questi libri –, disse poi alzandosi: – gli antichi autori sono 171 11| senato di Roma con i pugnali alzati sopra di lui, non si scompose, 172 19| Ambrogino allora disse: – Alziamo almeno il calice in onore 173 24| provincie dell’impero.~ ~Un amabile popolo quello di Francia: 174 22| parole di lui sono così amabili, così commoventi che aumentano 175 8| chiama da Admagetobriga. Amagétobrie, dicono in Francia, e i 176 4| tu se quelle labbra sono amare in giù di una tristezza 177 10| sta in mente che Cesare amasse la Francia. Perché? Non 178 Pre| e gli agnelli. Oh, molto amata Italia, noi non abbiamo 179 7| quello che merita di essere amato; non più.~ ~Ora il cuore 180 17| perduta, così che ogni giovane amatore, quando andava a spasso 181 20| della sua razza, preso da ambivalenza fra ammirazione e avversione 182 23| come Bruto: «Cesare era un ambizioso, era un tiranno»; e poi 183 23| germani, non può vincere ambubaiarum collegia, pharmacopolae, 184 8| in Francia, affioranti su ameni piani. Nella Provenza ride 185 7| cioè ti verrà a trovare, e amerà stare in tua compagnia; 186 8| romanzi gialli? nei film d’America, dove quei personaggi pensano 187 13| scrisse così:~ ~«Marce Tulli, amice mi, si vales bene est; « 188 20| l’amo, le reti,~ ~L’onde amiche e la sua libera pace.~ ~ ~– 189 2| con una figurina grande ammantata e un’altra piccina, con 190 15| teatralità tanto quando in ammanto azzurro costellato d’oro 191 8| figliuole: le due mogli furono ammazzate, e così una delle figliuole: 192 6| ed Aristogitone, di avere ammazzato il tiranno. Popolo fine, 193 15| tenda. Quelli andarono, e li ammazzò tutti.~ ~E il duca Valentino, 194 6| perché ai miei tempi non si ammetteva preminenza nel mondo se 195 7| tribunali, poteva giudicare, amministrare, fare leve di soldati, mettere 196 7| era diventata una grande amministrazione, con vasti affari, con molti 197 14| sorrise.~ ~Qui puoi bene ammirare, perché Cesare che mai non 198 19| Ludovico Antonio Muratori, la ammirevole formica di tutte le storie. 199 19| Catone, lei qui ha torto. Io ammiro la maniera della sua morte, 200 16| carname dei due accampamenti ammorbava l’aria. Le donne non facevano 201 15| mandò Orfeo con l’arpa, per ammorbidire i duri cuori.~ ~Tu dirai 202 20| foglietto.~ ~Il professore ammutolì, e rimase con la bocca aperta. 203 21| porti via la spinetta; per l’amor di Dio! E quella che gli 204 7| canti, le danze, e i dolci amori, e la fronte inghirlandata 205 17| luna, e si «vedea per l’ampia oscurità scintille balenar 206 11| Cesare potrà smorzare o ampliare le cose che racconta nel 207 19| nominis mei.~ ~L’uso delle ampollose lapidi latine è di età posteriori: 208 8| gente, e beve il vino d’Ampuis, e al suono dei tamburelli 209 6| crederò come il barbaro scita Anacarsi alla civiltà primitiva: 210 9| la testa con una perizia anatomica che mi fa pensare.~ ~O creatura 211 | ancor 212 1| tiremm innanz! e loro hin andaa indree».~ ~Ma quello che 213 1| muro»; «e invece noi siamo andati avanti, – diceva suo nonno, – 214 21| progresso perché l’è un andeghee; e noi gli diciamo: «Zio, 215 11| dire che «se anche il mondo andrà in pezzi, i cocci feriranno 216 22| figurare o sfigurare quando andrai nella gran società. Se non 217 24| Britanniae et Hiberniae. Ha l’anello nel dito anulare, sostiene 218 20| ànghelos, da cui poi venne «angelo»; e di lì pare derivata 219 24| che io aspetto quell’altro anghelos, che mi traghetti di là 220 20| era grecamente chiamato ànghelos, da cui poi venne «angelo»; 221 20| derivata altresí la parola «angheria». E siccome correva le parasanghe 222 16| che va in oriente con gli angioli, e un palpito, non di giovinezza 223 22| propizio per salpare contro «l’Anglia avara» come allora si diceva.~ ~ 224 6| sappi che ogni popolo ha un animale per stemma: l’elefante, 225 4| bel ciuffetto che aveva. Animaletti così gentili, essere poi 226 12| discorso egli dice che gli animi di tutti furono mirabilmente 227 19| le acque molto impetuose, annegarono.~ ~Ma che vuoi? Benché vi 228 18| momento il campo minore è annientato.~ ~Quell’annientamento spira 229 23| giorno 9 d’agosto, proprio l’anniversario dopo dieci anni dalla vittoria 230 6| mensa, è la campanella che annuncia la debolezza di una civiltà.~ ~ 231 9| di passare in Francia; e annunciano che il 28 marzo di quell’ 232 14| oriente apparisse la stella ad annunciare il nascimento del re del 233 20| persiani, dove il messo annunciatore, come tu sei, era grecamente 234 21| l’usciere si affacciava e annunciava gente, il volto di colui 235 3| per dire: «cosa vuoi?». Ti annusano anche, e poi fanno un salto 236 14| destrieri col loro musetto si annusarono? si salutarono?~ ~I due 237 19| perché quando tu sai già in antecedenza che la predica finirà in 238 20| giovane e furente come il suo antenato Achille, quando arrivò in 239 22| loro lati prodieri a lunghe antenne; una per albero, senz’altra 240 | antequam 241 13| distanze. Il drappello degli antesignani, che erano ufficiali scelti, 242 22| questo nome proviene dall’antichissima sua origine mediterranea. 243 22| erano le navi da guerra dell’antichità classica, erano sottili 244 9| comando della sua provincia e anticipa la sua partenza da Roma, 245 14| aveva cantato il lamento di Antigone; Fidia aveva mutato la dura 246 15| quando vedono una figura antipatica; e allora è pericoloso e 247 24| Hiberniae. Ha l’anello nel dito anulare, sostiene lo scettro con 248 5| detto, è un’altra cosa. un anziano rispetto a costoro. Invece 249 2| Vinegia all’insegna dell’Anzolo Raphael. Nell’anno MDXXXI. 250 24| rancune.~ ~Cesare allora aperse la toga e mostrò a Vercingetorix 251 15| erano tante botti di vino. Apersero, spaccarono quelle botti. 252 16| dormirà».~ ~ ~ ~Ora Cesare apertamente dice che «fu costretto ad 253 20| porte.~ ~Metello, a braccia aperte contro le porte, si oppone 254 13| volle passare per luoghi «aperti». Il fidato eduo Diviziaco 255 22| remi uscivano da apposite aperture nei fianchi della nave. 256 19| Cesare, ché poi conta poco l’apologia, perché quando tu sai già 257 19| non sono qui per fare l’apologista di nessuno e nemmeno di 258 21| naviganti per l’azzurro, che appaiono or chimere, or giganti, 259 7| chiamavano cavalieri o publicani, appaltatori di gabelle, che sono quelli 260 10| evo medio, o che hanno un apparecchio radio-fonico come oggi.~ ~ 261 5| usavano spade lunghe, più appariscenti, mentre i romani usavano 262 16| settembre. La luna nuova sarebbe apparita il 18 settembre. Cesare 263 15| sentinelle dànno l’allarme. È apparsa appena l’alba che è l’ora 264 20| venire dall’Oriente, e gli appartamenti devono essere di marmo, 265 3| non più. Su la porta dell’appartamento, accanto alla nappa del 266 13| et bene valete; – e si appartò nella sua tenda. Era arrivato 267 22| attese molto tempo finché apparvero le ottanta navi. Erano le 268 20| Cassio, leggi Floro, leggi Appiano, leggi Plutarco; e arriva 269 6| aratro; c’è Decio Mure; c’è Appio Claudio il cieco, c’è una 270 2| uno di quei fogli e glielo applicò davanti, così che Ambrogio 271 15| Cesare ha creato la frase apposita: «chiudere l’andare e venire 272 22| triremi. I remi uscivano da apposite aperture nei fianchi della 273 18| e chi non l’ha se la fa apposta, come puoi vedere se vai 274 11| che si sono mossi, e si appressano al Reno. Altri, altri germani 275 21| Il professore gli si appressò e lo baciò sopra una gota 276 4| gli uomini del nord non la apprezzano.~ ~– Ed ecco Giulio Cesare, – 277 24| cantachiaro, anche. L’allegrezza è appropriata al gallo, come la tristezza 278 15| Ariovisto? È la battaglia che si approssima anche se lui non la vuole.~ ~ 279 20| giudicasse. Parvero accordarsi, approvare…~ ~Il professore si riscosse 280 11| il luogo e il modo dell’appuntamento.~ ~Ariovisto gli manda a 281 22| ottanta navi da trasporto, appunto per trasportare due legioni, 282 4| Cesare, – esclamò trionfante, aprendo davanti ad Ambrogino un 283 14| usanza sveva. Alzò la mano, aprì la bocca nella barba bionda, 284 5| baffi, spioventi.~ ~All’aprirsi della primavera, venivano 285 10| Provenza in Italia. E gli si apriva anche il sipario della storia 286 2| ringhiere, e le porte si aprono sui ballatoi.~ ~V’è un certo 287 17| loro barchette, coi loro aquiloni, chiamati reoplani, fanno 288 5| A chi la zolla avita~ ~ara coi propri armenti,~ ~e 289 19| uccisero da sé, non fecero arakiri: ne avrebbe sofferto la 290 1| camicia nera, fazzoletto arancione al collo, – va a passo di 291 8| rivali fra le rive dell’Arar che oggi si chiama la Sôno 292 11| il quale sa non soltanto arare, vangare, ma potare, fare 293 6| il console che viene dall’aratro; c’è Decio Mure; c’è Appio 294 17| possiamo dare un nome come Arbella! Zama! Termopili! C’è un 295 2| stampatore e vedi la scritta: Arcangelus Raphael. Non conosci che 296 17| scavatori, chiamati anche archeologi, avranno anche scavato. 297 18| cavalleria romana. Mosse la ardente cavalleria degli Edui.~ ~ 298 12| legio, era come con i sogni ardenti della sua giovinezza.~ ~ 299 23| francesi attaccano con grande ardimento? Cesare comanda alla decima 300 13| diplomatico; e quella sua mossa ardita fuori di Besançon probabilmente 301 23| al mare ché se la beve l’arena. Ma ti dico io che, nella 302 18| operazione è coperta dalle arene dell’oblio prima che l’altra 303 19| Libero.~ ~Oh, buon medico aretino, Francesco Redi, seguace 304 22| di Parigi se l’anima hai arida senza lucignolo?~ ~E così 305 22| parlando a te di queste cose aristocratiche?~ ~ ~ ~Cesare veleggiava 306 6| rientrano.~ ~Questi patres, o aristocratici, coltivavano i campi, mangiavan 307 6| si vantano con Armodio ed Aristogitone, di avere ammazzato il tiranno. 308 5| zolla avita~ ~ara coi propri armenti,~ ~e le viti fiorenti~ ~ 309 19| vindex germani nominis Arminius; e Augusto nella reggia 310 6| libertatem, patriam, parentes armis tègere.~ ~– Dopo è venuta 311 14| Roma ruppe la fede dell’armistizio giurato».~ ~Quando le altre 312 23| giorno in Alsazia quando li armò tutti cavalieri. Cesare 313 6| libertà, essi si vantano con Armodio ed Aristogitone, di avere 314 4| calotta di osso. Guarda che armonia! La cupola del cranio posa 315 2| attraverso il tempo si sono armonizzati in una fraterna malinconia.~ ~ 316 22| Vercingetorix, la Francia armoricana, l’isola dei Britanni, che 317 2| farmacista a prendere l’acqua di arnica, la garza, e volle far lui 318 22| navi con le spezie e gli aromi dai paesi del sole.~ ~Quando 319 15| dietro ci mandò Orfeo con l’arpa, per ammorbidire i duri 320 19| senza tempo: io sento le arpe piangenti ai salici di Babilonia 321 19| tribunali; Vercingetorix si arrende, Vereingetorix deditur. 322 20| Labieno si era già molto arricchito e diceva: «basta di guerre. 323 8| quattro anni prima che vi arrivasse Cesare. Perché aveva fatto 324 7| lontananza in Gallia fosse arrivata a Roma la notizia che a 325 18| Nuove legioni devono essere arrivate da Roma se ha osato battermi, 326 5| queste chiacchiere, non si arrivava mai alla decima legione.~ ~– 327 7| quando gli amici partivano o arrivavano da terre lontane, era in 328 7| in mano e aspettano che arrivi lo storione. Onora, Ambrogino, 329 22| alle triremi e aspettò l’arrivo delle ottanta navi onerarie.~ ~ 330 10| è loro natura; ma che l’arroganza di Ariovisto fosse diventata 331 1| veniva distrutta, se ne arrolava un’altra col medesimo numero».~ ~ 332 15| una ragione sufficiente. Artaserse, re di Persia, era raffinatissimo; 333 19| Grammaticus. La prima fra le arti liberali, la grammatica! 334 11| era pioniere, muratore, artiere, fabbro, idraulico, ranciere. 335 3| una super-alimentazione artificiale giovi all’allevamento. Credeva 336 9| la vittoria. Non c’erano artiglierie: c’era il pilum, arma terribile. 337 5| passate, i nostri grandi artisti, scultori, pittori, uscivano 338 22| era stata costruita negli arzaná dei francesi che abitavano 339 15| forse più terribile, perché asciuga la gola.~ ~Ci fu una volta 340 12| suo gran fazzoletto per asciugare i suoi propri vecchi occhi.~ ~ 341 17| Le estati sono lunghe e asciutte, e sui tetti arrivano le 342 2| come fanno i giovani quando ascoltano cosa su cui non cade il 343 21| tante mattine era stato ad ascoltare quelle storie del professore. 344 3| guardava dentro negli occhi e ascoltava il suono della loro voce.~ ~ 345 20| San Francesco, ed essi ti ascolteranno con più innocenza».~ ~Ma 346 9| alcun maleficio».~ ~Cesare ascoltò come persona che è incerta, 347 6| europee ebbe ragione degli asiatici che ancora marciavano in 348 12| Cicerone, ma Cesare non parlò asiatico come spesso faceva Cicerone, 349 22| carrozzino, tirato da due asinelli. È che Firenze, la patria 350 24| evita il troppo virtuoso asino: le sue molte fatiche gli 351 4| Milano. Gli furono serviti asparagi in casa di un amico, ma 352 12| sunt hostes quorum ipse aspectus mentem confundit. Sarà bene 353 10| doveva far subito, si doveva aspettare». Cesare era operatore, 354 19| dei germani che non se l’aspettavano ed erano senza più i loro 355 24| grandi politici, io stavo in aspettazione che parlassero di faccende 356 12| erano caduti: li rimproverò aspramente, acriter incusavit, non 357 16| dice che «fu costretto ad assalire acciocché non gli fosse 358 15| piedi.~ ~Quei convogli sono assaliti, le vettovaglie disperse, 359 18| legio. Le altre legioni assalivano il campo maggiore scagliando 360 8| Conviene dire che con quelli assalti di sentenze corazzate di 361 13| pericolo che Ariovisto lo assediasse con quella sua moltitudine.~ ~ 362 20| mandarono in Italia a mutare gli assegnati che in Francia non valevano 363 15| dall’alto del colle, erano assetati e conveniva anche inebriarli. 364 24| di fare ogni sforzo per assicurare il trionfo della giustizia 365 14| tuoi in Germania, dà almeno assicurazione al senato di Roma che tu 366 6| Iorka; e fu il primo a dare assicurazioni abbastanza fondate sull’ 367 21| non lo salutò perché era assorto con la sua madamina. E lui 368 10| se venissi anche tu, e ne assumessi la presidenza».~ ~Cesare 369 9| ululando di strappare l’asta della freccia infitta negli 370 16| il giro del cielo e degli astri, tanto che riformò il calendario. 371 23| splendette nel cielo». Era l’astro di Cesare: Caesaris astrum, « 372 24| protervo e vuole fare l’astrologo, spesso è castrato. L’allodola, 373 23| astro di Cesare: Caesaris astrum, «per il quale la spiga 374 | at 375 22| fiume caldo nell’oceano Atlantico, che viene dal sud e abbraccia 376 15| molto ridotti dopo quell’atroce battaglia di Bibracte.~ ~ 377 21| Quando non ne può più, attacca a parlare in latino. Poi 378 23| precipitarono in mare. I francesi attaccano con grande ardimento? Cesare 379 15| in groppa, l’altro corre attaccato per la criniera. Se quello 380 21| ritornava duro, e diceva: – Attendano di fuori.~ ~Quand’ebbe finito 381 14| mondo.~ ~Cinquant’otto anni attendono ancora di passare perché 382 2| fermavano in posizione di attenti, e per questo vinsero la 383 6| prego di fissare la tua attenzione su quell’elenco che ti ho 384 22| tutti i morti, non sarà atterrita la decima legione! E con 385 15| vendicherà nemmeno come vendicò Attilio Règolo.~ ~Quante forze armate 386 9| quale era quello iniquo: e l’attimo fuggente gli batteva nel 387 8| la ben coltivata vite si attorciglia alla vita dell’uomo, fiorisce 388 10| divinatoria degli antichi, che attribuivano agli uccelli la conoscenza 389 7| poeta, scrisse: «O dove vai, audace figlio di Giapeto? perché 390 14| sincerità, che «non osava, non audebat, affidare la sua vita agli 391 14| con quel sorriso di buon augurio, Cesare spronò verso Ariovisto.~ ~ 392 22| amabili, così commoventi che aumentano la simpatia per il suo dolore».~ ~ 393 14| onorò l’imperàtor Marco Aurelio, e anche onorasse i suoi 394 22| coraggiosi. E la bellezza crea l’aureola dell’immortalità.~ ~Cesare 395 2| argento? dives agris, dives auro et argento, dives positis 396 24| mezzanotte, e tu senti l’aurora! Un popolo che ha perfezionato 397 12| lui erano altri generali: Auruncoleio Cotta, Sulpicio Galba, e 398 15| Ariovisto, non mandò Labieno, né Auruncolejo Cotta, né il fratello del 399 18| piccolo esercito con gli ausiliari, coi vèliti in lieve armatura; 400 15| ritornano.~ ~Vi sono le genti ausiliarie degli Edui. Ma sino a quando, 401 19| perché, mi ricorda l’anima austera di Silvio Pellico. Forse 402 11| carrozza fra un gendarme austriaco e un gendarme russo che 403 17| bioccolo di cotone, un balocco automatico; e lì fa mercato: «A buon 404 2| pedoni che, quando passa un’automobile sono presi dal panico e 405 6| domanderai tu. Quando le automobili erano ancora innocenti bambine: 406 4| unguenti odorati», dice quell’autore, e probabilmente doveva 407 4| alzandosi: – gli antichi autori sono gravi, sono rispettabili, 408 22| triremi.~ ~Questo non ti autorizza a credere che l’isola dei 409 9| degli Edui, e oggi si dice Autun: un gran fatto impressionante 410 22| avanzò per sette miglia. E avanzando Cesare per mare, tutta quella 411 14| Ariovisto, e il sole si avanzava verso l’ora del mezzodì. 412 22| salpare contro «l’Anglia avara» come allora si diceva.~ ~ 413 6| Non erano ingordi di oro! Avaritia minima, che puoi tradurre: « 414 | avea 415 | avendo 416 | avendolo 417 | averli 418 11| occhi: i francesi, che li avevan veduti da presso, dichiaravano 419 5| vita», ma vuol dire degli avi, dei nonni: insomma che 420 10| di tante genti feroci e avide di preda.~ ~Cesare li accolse 421 | avrei 422 | avreste 423 18| Cesare contro quel campo si avventa alla testa della decima 424 15| appena colgono il destro, si avventano contro i romani intenti 425 19| e i germani si sarebbero avventati contro Roma, così che dopo 426 17| e Ariovisto deve essere avvenuta a un centinaio di chilometri 427 3| vedere da questi discorsi, si avverava il proverbio: Dio li fa, 428 9| centauri le sta uccidendo.~ ~Avverrà dei sentimenti come dei 429 20| ambivalenza fra ammirazione e avversione per Roma: il quale dice 430 19| sentiva che essi si sarebbero avvicinati a Roma, e i germani si sarebbero 431 22| più vai avanti e più ti avvicini al punto da cui sei partito; 432 11| quel giorno erano molto avvilite.~ ~ 433 10| supplicano Cesare. Stanno avviliti con la testa bassa. Chi 434 21| che andava bene, e poi si avviò verso quegli uffici.~ ~Era 435 7| assai fine. Era stato anche avvolto in molte galanterie femminili. 436 8| che è una grande riviera azzurra, dove oggi si specchiano 437 3| occhietti nelle pupille azzurre del giovane, e disse: – 438 21| pensando che aveva ragione suo babbo, quando diceva: «chi troppo 439 7| più grandi, più superbe Babilonie sorgono. Quante cose ho 440 21| brava ragione».~ ~Con la bacchetta magica della parola aveva 441 8| E prima di Cristo, venne Bacco, il liberatore, ché soltanto 442 24| preferisci questa che si bacia per via, che si maschera 443 20| sua libera pace.~ ~ ~– Ehi badi, signore, esclamava, – che 444 13| Annibale; e non avevano altro bagaglio che la spada e il furore.~ ~ ~ ~ 445 2| al lavoro, i tosanett, i bagai che vanno a scuola, i donnett 446 8| donne fanno nudi insieme i bagni nei fiumi, e Cesare su questo 447 19| quelle anime che fecero il bagno nella fontana gelida dello 448 23| pharmacopolae, mendici, mimae, balatrones et bagolones. Andiamo, o 449 14| Questo, se guardi bene, ti balena nella piega degli occhi 450 17| ampia oscurità scintille balenar d’elmi e di cozzanti brandi». 451 14| cavalieri tedeschi, vide balenare le ottomila punte di quelle 452 21| Un pensiero vago che era balenato alla vista del primo ritratto 453 18| Cesare, che subito qualcosa balenò, partì, sormontò. Cesare 454 18| armatura; e frombolieri, e balestrieri, tutta gente gallica, e 455 8| al suono dei tamburelli balla la farandola, la farandoulo. 456 17| un bioccolo di cotone, un balocco automatico; e lì fa mercato: « 457 14| Quella che ti pende dal balteo, non è una spada come è 458 9| la legione che elevò il baluardo sul Rodano, che lo difese? 459 9| legionari videro Cesare balzare a cavallo.~ ~«Quo vadis, 460 14| legione manda un grido, ed è balzata in sella.~ ~Per quale ragione 461 20| ogni tributo, imposta o balzello, i poveri pescatori.~ ~Ricorda 462 21| quando suona il campanello, balziamo su. E non sapere dove è 463 22| tutta la decima legione balzò in mare. Fieramente, acriter, 464 6| automobili erano ancora innocenti bambine: e se la gente non se ne 465 20| sofferenza alle banche: non alla banca di Crasso, perché lui, da 466 3| quello che li ho comprati sui banchetti popolari della verità e 467 15| guasto diventarono poi grandi banchieri.~ ~È la battaglia per cui 468 7| con me presso la fonte di Bandusia e sentirai il mio vinello. 469 19| fra noi, agitare il gelido barattolo del coktèl? Sì, eleviamo 470 4| antiche, punteggiate di barbagli d’oro sì che la stanzetta 471 8| Francia antica che non era barbara, ma era civile a suo modo 472 8| conosceva che bevande d’orzo, la barbarica cervogia, e non vuol andare 473 8| ma era civile a suo modo barbarico, come sempre fu e sempre 474 10| in latino, ecco: hominem barbarum, iracundum, temerarium.~ ~ 475 7| Osiride. Avevano le gran barbe nere intrecciate e i capelli 476 17| loro soldati, con le loro barchette, coi loro aquiloni, chiamati 477 8| parola tedesca che vuol dire «baruffa, scompiglio», melée in francese; 478 1| oppure sia il cupolino basco che lo portano anche le 479 4| colazione all’osteria dei tri basei, dove vado io.~ ~– Mi pare 480 6| questi spiriti».~ ~Su queste basi, affondate per cinque secoli, 481 10| Stanno avviliti con la testa bassa. Chi sono? Sono i capi di 482 2| lire.~ ~– E ti pare che basti? – domandò il vecchio.~ ~– 483 1| quella nappa nera che gli batte su la fronte, per quel fulard 484 24| Durenza, e si vedeva il mare. Battelli a vapore non c’erano a turbare 485 9| Ambrogino: quelle ali non batteranno più. È stupido, è vero? 486 18| tre Curiazi: dividere e battere separatamente, come fece 487 18| arrivate da Roma se ha osato battermi, in faccia».~ ~Ora Cesare 488 8| Giordano perché serve al battesimo degli uomini illustri. Scorre 489 9| e l’attimo fuggente gli batteva nel cervello dove stava 490 10| in Francia, fosse stato battuto dai tedeschi sotto gli occhi 491 4| una ironia come hanno i beati che guardano dall’Olimpo 492 4| le ova dal nido e le dà beccate proprio sul cranio sì che 493 23| Pannonia, Noricum, Raetia, Belgica.~ ~Questo è l’impero romano. 494 12| giovinezza che era ufficiale, un bell’ufficiale. Portava il berretto 495 11| andò esente un eroe come Bellerofonte quando venne in odio agli 496 22| ti pare di essere te?~ ~Belli dunque e coraggiosi. E la 497 6| Domi militiaeque, domi bellique, sempre quel que come senatus 498 23| mondo e Cleopatra fu la bellissima fra le donne e, per il suo 499 6| baffi ritti, Roma; e aveva bellissime scuderie sotto quel Campidoglio 500 9| suoi ordini quattromila bellissimi cavalieri di quella nazione. 501 14| dovesse in eterno vivere belva fra le belve, io non sarei 502 21| carte.~ ~– Ci ha dato la benedizione –, diceva.~ ~Il professore 503 12| metterà una ipoteca sui miei beni». Insomma tutti domandano 504 2| Ambrogio, che suo padre stava benone e sua madre anche.~ ~Mentre 505 | bensì 506 4| Splende Parigi, Londra, Berlino, Vienna.~ ~– E Milano! – 507 17| la sacra vite; e a Colmar berrai vini eccellenti. Giovanna, 508 1| come soldato nell’arma dei bersaglieri: ci tiene che suo figliuolo 509 17| e la sua spada? dove è Berta dal gran piè? dove è dunque 510 6| una cucina rozza, sudicia, bestiale, con tovaglia lorda di sozzure, 511 24| David, poeta e re, e di Betsabea. Ma bada: dice diligite 512 24| Eja, eja, alalà!~ ~ ~ ~Bevono la coppa santa i grandi 513 23| Francesco.~ ~– Sarà, ma avevo bevuto quel giorno. Sant’Antonio 514 21| certe mani strane, lunghe, bianche come tentacoli.~ ~– Veda 515 19| canta l’inno della libertà. Bibamus papaliter!~ ~E bevve con 516 17| parlano i veggenti della Bibbia. Non ti fidare se oggi Og 517 2| Tu sei inesperto in bibliografia nonché in agiografia – disse 518 21| L’altro parve ricordarsi. Biffò con un lapis turchino quelle 519 20| Alessandro? Non rispettò la bigoncia di Diogene? Alessandro di 520 19| delicatezza la spada su le bilance della Giustizia.~ ~Costui 521 13| stanchi di tenere in mano la bilancia dell’umanità; e perciò quando 522 4| Ma Roma, Roma è il bilanciere del mondo. Se togli a Roma 523 5| una notevole economia nel bilancio della guerra; ma io penso 524 19| fa sorridere i nonni ed i bimbi alle povere mense. Non gravare 525 17| sventola un vello di seta, un bioccolo di cotone, un balocco automatico; 526 14| aprì la bocca nella barba bionda, e un ululato ne usciva 527 24| appariva un bel signore biondissimo.~ ~Avessi tu visto come 528 8| favella? e di Manfredi «biondo e bello e di gentile aspetto»? 529 10| spada, ed io storto come una biscia. Come faceva Cesare, tu 530 15| cancelliere germanico, Ottone di Bismarck, quando nel 1871 bombardò 531 | bisogna 532 19| inspirò tanto la musa di quel bizzarro amico del Tassoni, quanto 533 2| Il vecchietto gli rispose blandamente agitando l’altra mano bianca, 534 14| Cristo con Cesare sa di blasfemo, o di adulazione, la quale 535 15| e venire del commercio, bloccare il trasporto delle provviste», 536 21| San Michele, le foibe, i blokaus, cima 12, le mazze ferrate, 537 19| bluffo; ma se giocassi, blufferei: e Cesare ha fatto benissimo 538 19| gioco a poker, e perciò non bluffo; ma se giocassi, blufferei: 539 6| la paterna saliera, e il boccale del vinello su la mensa, 540 8| aveva mandato due o tre boccate di fumo.~ ~– Vi pare egli 541 6| quegli ultimi romani, come Boezio e Albino che dissero davanti 542 2| trapasso avvenne lo scontro col bolide Ambrogino.~ ~Il vecchietto 543 15| Bismarck, quando nel 1871 bombardò Parigi, affamata e isolata 544 15| suoi nemici per ragionare bonariamente con loro; e invece trovarono 545 2| bonis nascuntur fortes et boni. Ciò non si verifica sempre, 546 2| stravaganti: – Fortibus et bonis nascuntur fortes et boni. 547 22| incitava alla gran voga, dentro bordo doveva parere un inferno; 548 1| più niente, erano pieni di boria, e questa corruzione fu 549 2| il riso, sgrana fagioli borlotti: conosce tutti i suoi inquilini: 550 12| combattemmo così: tanti boschi, tanti nemici».~ ~Così rispondevano.~ ~ 551 5| pittori, uscivano dalle botteghe dei loro maestri.~ ~Ambrogino 552 19| Andò, tornò su con una bottiglia, e, da ragazzo previdente, 553 5| vanitosi, con tante collane e braccialetti come le nostre signore. 554 4| c’era un seggiolone con i bracciali di noce ben sagomata e un 555 8| sedere su quel seggiolone a braccioli, cominciò a gesticolare, 556 3| un puledrino, anche un branco di maialetti, uscire dalla 557 17| balenar d’elmi e di cozzanti brandi». Il che non è vero; ma 558 1| Ambrogino è una di quelle brave donne di casa, di nobiltà 559 5| salute, l’hanno i soldati, i bravi soldati: a patto si intende, 560 13| avanguardie di Cesare ritornano a briglia sciolta per annunziare che 561 21| milite fascista, si diede la brillantina in testa, si calcò il berretto 562 8| perché Ambrogino aveva fatto brillare il suo ordignetto che accende 563 19| XIX I BRINDISI~ ~ALLORA Ambrogino dalla 564 24| latino: vivat rex magnae Britanniae et Hiberniae. Ha l’anello 565 1| distrutta», poteva fare venire i brividi; invece ad Ambrogino niente: 566 19| Non posso nascondere un brivido d’orrore. Capisco la politica 567 22| armate con uno sperone di bronzo, proteso a prora, a fior 568 18| streghe dei germani volevano bruciarli vivi per la loro religione. 569 17| fanciulla che gli inglesi bruciaron a Roanno, era della Lorena 570 5| allora era piccolina e la bruciarono.~ ~E i romani rifecero Roma, 571 22| Britanni, che apparve tra le brume del nord.~ ~L’isola dei 572 5| più alti di statura dei bruni fanti italici. Io penso 573 4| Ambrogino.~ ~– Ti pare? È una brutta abitudine che non mi sono 574 21| tirare un crocione su quelle brutte carte.~ ~– Ci ha dato la 575 10| trappola, un inganno, una bugia, diciamo «la machiavellica».~ ~– 576 1| Po, gente in gamba e di buon’aria. No! erano di Milano 577 20| gli parve esser preso in burletta.~ ~Disse che veniva per 578 21| strana in quella stanza burocratica. «Bambino?» Ora sarebbe 579 22| prima della servitù per burocrazia. Cesare, capitano di terra 580 4| probabilmente doveva essere burro o butirro come dite voi; 581 7| venerando? Dopo i viaggi di Burton e Speke nel 1853 è una cosa 582 7| Attila ridusse Aquileia a un buso.~ ~Questo governo glielo 583 7| combinazione dovesse venire a bussare alla mia porta: «non sono 584 4| probabilmente doveva essere burro o butirro come dite voi; e non li 585 10| pianto, magno fletu; e si buttano ai piedi di Cesare.~ ~«Signori 586 19| legiones meas!~ ~Quei germani buttati nel Reno furono nel numero 587 13| nel cui nido il cùculo ha buttato il suo ovino; ma poi questo 588 15| mandibole. No, egli non butterà quei poveri fanti nella 589 19| fatto: S. P. Q. R. ex S. C., che vuol dire: «per deliberazione 590 4| La testa del vecchio cadde giù. La rialzò lentamente 591 2| ascoltano cosa su cui non cade il pensiero. Poi ricordò 592 14| un ululato ne usciva in cadenza di parole gutturali, e parevano 593 4| magro, soggetto al mal caduco e al dolore di testa. Sai 594 8| germani? Io li vedo: truces, caerulei oculi, rutilae comae, magna 595 23| Era l’astro di Cesare: Caesaris astrum, «per il quale la 596 2| loro papà.~ ~– C’è anche il cagnolino, – disse Ambrogino scoprendo 597 2| incominciano li Commentarii di Caio Julio Cesare tradotti in 598 20| messo di sventura, mantis cakòn?~ ~– È tanto tempo che è 599 13| stella diana nel maggio di Calatafimi, ma aveva ben dormito fino 600 22| decide lo sbarco che ormai calava la sera.~ ~«In terra –, 601 3| quando imitava il sacerdote Calcante che non vuol dire ad Achille 602 22| d’intorno a lui parea calcato a pieno di cavalieri e l’ 603 21| brillantina in testa, si calcò il berretto un po’ di traverso; 604 18| elemento magico!~ ~Cesare ha calcolato il punto, il tempo, lo sforzo. 605 16| astri, tanto che riformò il calendario. Dunque quella notte guardò 606 12| mortua est. Son passate le calende, presto siamo alle idi che 607 4| occidente gravava allora la caligine della barbarie. Poi la marea 608 22| risiede a Londra, città caliginosa, sul fiume Tàmesis.~ ~Sul 609 22| per la Britannia con mare calmo e per un bel lume di luna, 610 4| Dicono qui, dentro questa calotta di osso. Guarda che armonia! 611 6| Trimalcione! Lucullo è un calunniato. Fu uomo di non comune intelligenza, 612 19| clamide romana; calzò i calzari romani, e imparò l’abbaco, 613 19| veste la clamide romana; calzò i calzari romani, e imparò 614 20| insaziabili: c’erano molte cambiali degli altri amici in sofferenza 615 21| mano, gli dispiacque fargli cambiar padrone, e si ricordò di 616 6| conversazione piacevole dove un cameriere, più che un carceriere, 617 22| Irlanda le viene dietro come camerista.~ ~Essa comanda tanto impero 618 1| Ma quando Ambrogino, – camicia nera, fazzoletto arancione 619 21| gli honwed, l’ermada, i camminamenti, le trincee, il fango, il 620 21| sacco di bugie, ma poi, camminando, gli parve che levato via 621 17| sua sortita ingegnosa era camminato per sette giorni; ma non 622 16| cielo, tutta fiorirà la campagna».~ ~Io conosco un paese 623 23| battaglia di Fàrsalo.~ ~Questa campale battaglia fu combattuta 624 19| è inchinato. Suonano le campane del santo Natale. Quel guerriero 625 6| curialità della mensa, è la campanella che annuncia la debolezza 626 7| fatto com’era di lamine e campanelluzzi d’oro, chiamato sistro; 627 20| Cesare! Fermati qui con me, camperai novant’anni come il mio 628 22| guerra, Cesare vi regalava un campicello: voi squadravate la terra 629 15| espressione celebre del cancelliere germanico, Ottone di Bismarck, 630 18| rosso a scomparire dalle candide ali della Pace, si legge 631 7| flagellum dei, muso di cane, che i tedeschi vogliono 632 23| sonare a raccolta, receptui cani iussit, e quelli subito 633 2| riccia, segno di buon umore: canis fidelis, che ti fa bau bau, 634 21| bombacè! Marcia al rombo del cannon! Lui dice che l’è cristiano; 635 17| volare via, perché romba il cannone. E, se per una ragione o 636 10| e non soltanto i grandi canori, ma anche le oche sono presaghe 637 8| germani entrano in guerra cantando e si lasciano facilmente 638 21| Giosafatte.~ ~ E cominciò a cantarellare:~ ~ ~ ~Dies irae, dies illa~ ~ 639 21| càpita, beve anche e ci fa le cantatine su la spinetta. Gli sequestri 640 7| cure e le lagrime, ma i canti, le danze, e i dolci amori, 641 20| alla spinetta cominciò a canticchiare:~ ~ ~ ~Da un navicel, dall’ 642 18| per soffiare certe cupe cantilene. Spade e lance fiammeggiavano.~ ~ 643 4| spinetta, ma non ingrata, cantò:~ ~ ~ ~Quand’ero re della 644 20| te ne fai? Sei tu musico cantore? Credi: si vive bene anche 645 17| sovrane, stormendo ai venti le canzoni della loro terra.~ ~Fra 646 20| riva del mare, ospite nella capanna di Amiclate e vide la sua 647 24| come di chiesa, di cui non capii sul principio quale fosse 648 21| professore senza fargli capir niente, si intende: ma poi 649 10| francesi?~ ~Quand’ecco gli capita quello che gli inglesi chiamano 650 21| disse Ambrogino. – Se gli càpita, beve anche e ci fa le cantatine 651 9| presso Bibracte, che era la capitale degli Edui, e oggi si dice 652 1| questi ultimi tempi gli è capitato di leggere un libro che 653 11| più strenui guerrieri. La cappa di piombo della neurastenia 654 5| che vi sono tanti che sono cappellai, salumai, e anche poeti.~ ~ 655 4| donna di grande nobiltà di carattere, e il suo maestro di grammatica 656 6| un cameriere, più che un carceriere, offre, s’il lui plait, 657 24| aria si spazia ed è come il cardellino che dà il veleno ai figliuoli 658 3| una sola bella, perché c’è carestia di donne belle».~ ~Ma Raffaello 659 12| le nostre case, i nostri cari. Mai combattemmo così: tanti 660 13| venti chili. In pratica avrà caricato sui muli e su carri: ad 661 21| l’è un cristiano gramo! Carità ce l’avrà, ma fede e speranza, 662 17| dove è dunque il prode Carlomagno? ma dove son le nevi dell’ 663 4| gigante! Delicato e bianco di carnagione, magro, soggetto al mal 664 16| davano battaglia, tutto quel carname dei due accampamenti ammorbava 665 6| venne il filosofo greco Carneade ad insegnare che la giustizia, 666 24| impronte al collo: la mano del carnefice che lo aveva strangolato 667 7| governatore. Era la consueta carriera politica. Che cosa aveva 668 22| peritava di andare a spasso in carrozzino, tirato da due asinelli. 669 5| fresco olmo marita,~ ~e i casalinghi Dei~ ~bene invocando, al 670 15| morto.~ ~Se anche questo casca, scendono le Valchirie volanti 671 11| nell’esiglio dell’isola. È cascato giù dal trono: ha tremore, 672 6| te stesso, in quei rari casi in cui vi troviate in due, 673 4| sagomata e un tavolinetto a cassettini sino in fondo, e sopra una 674 20| guardia del tesoro c’era un cassiere d’onore; un giovane tribuno 675 20| Giulio Cesare.~ ~Leggi Dione Cassio, leggi Floro, leggi Appiano, 676 24| era Vercingetorix, c’era Cassiovellaunus.~ ~Vercingetorix era alto, 677 22| Avevano dato l’allarme a Cassovelauno che dalla parte di Francia 678 8| dove oggi si specchiano castelli e cattedrali, e su le rive 679 8| quelli che conservano la loro castità sono molto lodati, e si 680 24| fare l’astrologo, spesso è castrato. L’allodola, la garrula 681 12| faceva testamento: totis castris testamenta obsignabantur. 682 13| Fortuna: quantos affert casus!».~ ~Sin dove può, Cesare 683 4| si riuniscono come in una catapulta. Guàrdalo qui questo ritratto 684 18| Le torme dei cavalieri catapultarono, e anche il campo maggiore 685 19| in tema di religione, di catarsi, di purificazione, di visioni 686 21| scrittoio, nascosto dietro una catasta di carte, e stava con la 687 5| Marcello appartiene alla categoria degli eroi giovani. In questo 688 18| erano incatenati con tre catene e Cesare li fece sciogliere. 689 21| lievi fantasmi. Cesare, Cato, Alessandro, Carlo Magno, 690 8| si specchiano castelli e cattedrali, e su le rive ora fiorisce 691 7| po’ demagogo: perorava le cause popolari, popularia perorabat, 692 5| meditazione e quando passa quella cavalcata, dicono: «ragazzi, ragazzi, 693 9| era meraviglia: di giorno cavalcava per le poste, di notte riposa 694 17| oceani anche. Si mette a cavalcioni lì in mezzo: sventola un 695 13| Naturalmente le punte delle cavallerie si stendevano a ventaglio, 696 19| aveva preso con sé anche il cavatappi. Il suono schietto che fece 697 8| per scoprire le misteriose caverne.~ ~Severità di costume era 698 2| di Tobia, e oggi ne fanno caviale. A quei tempi dell’arcangelo 699 18| terra, come fece con i suoi cavoli in Dalmazia il grande Diocleziano.~ ~ 700 6| ricami. Un pulmentarium di ceci, di fave, di lenticchie, 701 2| di fabbrica te lo posso cedere con lo sconto del novanta 702 15| Questa è una espressione celebre del cancelliere germanico, 703 14| sono Caesar nato da Venere celeste. Venere vincitrice è il 704 7| bombardamento? Cos’è la cellula? il protoplasma? il microbio? 705 6| per l’eternità. In quel cemento romano c’è Cincinnato il 706 6| lieve nella notte, fa che la cena sia breve», faceva il pan 707 21| libroni tutti eguali in parata cenerina.~ ~Un signore stava seduto 708 9| nitrito. Il teuf-teuf di voi centauri le sta uccidendo.~ ~Avverrà 709 4| pontefice massimo. Pare un centenario tragico. Guàrdalo invece 710 15| difficili.~ ~Egli si trovava a centinaia di miglia lontano da Roma. 711 17| deve essere avvenuta a un centinaio di chilometri da Besançon.~ ~ 712 8| passato il Reno, a capo di centoventi mila guerrieri, e donne 713 10| sono piaciuti. Essi erano centoventimila guerrieri, noi Edui pochi 714 12| non i capitani soltanto, i centurioni; ma tutti. Le legioni erano 715 13| Sin dove può, Cesare cerca di vincere la Fortuna; e 716 19| dell’aquila: «libertà vo cercando che è sì cara, come sa chi 717 18| pianto dei bambini.~ ~Non cercar queste mie descrizioni nei 718 21| è seppellito! L’abbiamo cercato per i cimiteri. Niente! 719 21| sua.~ ~Ora mentre colui cercava, l’occhio di Ambrogino scorrendo 720 22| Ma questo particolare lo cercherai invano nei Commentari.~ ~ 721 8| Quando Cesare montò su la cerchia delle Alpi per andare in 722 19| guerra, fu stretta da un cerchio di fame. Vedi? È l’intercludere 723 4| zazzera ondulò; il dito cercò i tasti, e una vocina stridula 724 4| l’ipocrisia? Un abito di cerimonia indispensabile, e tutto 725 10| quella gente germanica dalle cerule pupille, e quella gente 726 11| sul serio, si rovesciano i cervelli meglio costruiti. Non ne 727 22| vigilantibus oculis, recta cervice, lato pectore, ventre modicus, 728 8| bevande d’orzo, la barbarica cervogia, e non vuol andare più via.»~ ~ 729 13| venne in grande speranza che cesserebbe dalla sua ostinazione quando 730 19| precipitò con gli Svevi, coi Cheruschi, coi Goti: i cento pagi 731 5| rispettosamente che, con tutte queste chiacchiere, non si arrivava mai alla 732 17| di Mulhouse, se ti piace chiamarla alla francese; e i tedeschi 733 6| indígeti, o locali che tu vuoi chiamarli, ed erano i più delicati. 734 8| meglio vincere i rivali, chiamarono Ariovisto. Questi venne 735 1| quasi gli pareva che lo chiamasse: «Ambrogino, fuoco!».~ ~– 736 24| loro re. Erano presso le chiare verdi onde del Rodano al 737 3| materni sono inspirati per chiaro-veggenza alle madri.~ ~Poi aggiunse:~ ~– 738 23| che Cesare fu morto, un chiarore apparve nel cielo: era la 739 6| che dice bugie perché fa chichirichì anche se non è nato il12288; 740 20| l’Italia, ma ricca assai: chiedi ed avrai».~ ~Se ne son dette 741 24| concitato: solenne come di chiesa, di cui non capii sul principio 742 13| libbre di peso, circa venti chili. In pratica avrà caricato 743 21| carte, e stava con la testa chinata sopra quelle carte.~ ~– 744 3| cartello mobile pendeva da un chiodo, dove era scritto: «Non 745 6| vomitava dal pentolino.~ ~– Ma chiuda il gas, egregio professore.~ ~ 746 13| Thanatos, che venisse a chiudergli gli occhi. Cesare possedeva 747 15| l’ora quando gli occhi si chiudono. È Ariovisto?~ ~No! Ariovisto 748 22| un sarto, che non sia un ciabattino della sartoria, un sartus 749 21| Io non ce ne posso.~ ~– Ciao –, rispose Ambrogino. – 750 | ciascun 751 13| Si confortò con un po’ di cibo, guardò la clepsidra e pregò 752 20| Francia non valevano una cicca, nella ricchezza d’Italia: 753 6| dolorosa di nepente chiamata cicuta. In confronto con le nostre 754 11| il credente dalla fede cieca nella sua fortuna? Tu lo 755 19| numero di 430 mila, e questa cifra ci è fornita da Cesare stesso, 756 2| Ambrogio spalancò gli occhietti cilestri e le labbra tremarono in 757 1| ultimi tempi poi i cappelli a cilindro sono stati colpiti col nome 758 9| terribile. Creste e penne sui cimieri e scudi dipinti avevano 759 21| L’abbiamo cercato per i cimiteri. Niente! Quelle viole lì ( 760 24| i profumi in questo gran cimitero, è una gran cosa. E quando 761 6| quel cemento romano c’è Cincinnato il console che viene dall’ 762 7| sentirai il mio vinello. Cingi la fronte di fiori, amico, 763 14| che mai vide il mondo.~ ~Cinquant’otto anni attendono ancora 764 13| che allungò il viaggio di cinquanta miglia e percorse un largo 765 23| sangue con Cesare. Cesare ha cinquantadue anni. Non è più per tutti 766 7| Dunque quanti anni fa?~ ~– Cinquantanove avanti Cristo – rispose 767 23| sconfisse Mitridate. Ha cinquantotto anni, ora, ed è legato per 768 21| colte ad Aquileia, lì fra i cipressi e le tombe di Aquileia...~ ~ 769 2| aveva che non ce n’è più in circolazione, ma di argento per pagare 770 19| istinto. E quando si trovarono circondati senza scampo, fecero come 771 10| Edui parlavano piano, con circospezione come se il padiglione di 772 13| miglia e percorse un largo circuito per non passare per selve 773 13| povero fante era un vero cireneo: doveva portare la sua provvista 774 21| e noi gli diciamo: «Zio, citto!».~ ~El cognoss pü gnanca 775 6| affari. Roma era come la city, la città degli inglesi, 776 4| ha spelato tutto il bel ciuffetto che aveva. Animaletti così 777 6| tra l’habeas corpus del cive romano, e la salvezza della 778 7| faceva mica Cleopatra per civetteria, ma perché la lana era impura 779 20| basta di guerre. Anche le civilia bella»?, e voleva godere 780 6| cittadino romano, romanus civis, che poi diventò italiano, 781 19| corazza di ferro e veste la clamide romana; calzò i calzari 782 21| di latino: il primo della classe. «Papà, mamà –, scriveva –, 783 22| da guerra dell’antichità classica, erano sottili ed erano 784 18| maggiore scagliando prima il classico pilum.~ ~La decima legione 785 6| c’è Decio Mure; c’è Appio Claudio il cieco, c’è una concordia 786 12| paralisia, Livia, puella mea, Clelia, fidelissima coniux, mi 787 13| un po’ di cibo, guardò la clepsidra e pregò Ipnos, il sonno, 788 22| ragione di questa mitezza del clima è stata scoperta più tardi: 789 22| ritardo di due mesi sui nostri climi, ma la spiga era matura, 790 6| semplici cibi in vasi di coccio, stavano al sole, e così 791 21| diciamo: «Zio, citto!».~ ~El cognoss pü gnanca i ghei, – esclamò 792 19| il gelido barattolo del coktèl? Sì, eleviamo il calice 793 11| Ariovisto; e portavano sui colbacchi le insegne della morte; 794 15| cavalieri di Ariovisto, appena colgono il destro, si avventano 795 22| dell’ottocento portavano una collana di barba puritana. La loro 796 5| mobili, vanitosi, con tante collane e braccialetti come le nostre 797 15| contro-attaccare dall’alto del colle, erano assetati e conveniva 798 20| conti. Poi fece cenno al collega che stava di fuori perché 799 23| può vincere ambubaiarum collegia, pharmacopolae, mendici, 800 23| grano si rallegra, e sui colli solatii l’uva s’indora: 801 13| occorsero per combinare questo colloquio, e fu infine stabilito così: 802 24| giustizia!~ ~Questa coppa era colma di spumeggiante vino. Cesare 803 24| sostiene lo scettro con la colomba che è simbolo della misericordia. 804 18| di cui stenterà molto il color rosso a scomparire dalle 805 8| di questo fiume si sono colorate di sangue.~ ~ ~«Ariowist, – 806 22| altro vestito che quella colorazione, e ciò sorprende per dame 807 | coloro 808 24| altri popoli ti creano il colossale, ecco lui ti presenta una 809 6| accusa –, è ingiusto e quindi colpevole, perché non crede a quegli 810 22| a tutto il mondo. Quanti colpi spara la tua mitragliatrice? 811 16| nuova apparisse.~ ~Andò a colpire in faccia Ariovisto e i 812 19| dignità. Dissero al servo: «colpisci con la spada», oppure: « 813 1| cappelli a cilindro sono stati colpiti col nome di tubi di stufa, 814 21| del ritratto), le abbiamo colte ad Aquileia, lì fra i cipressi 815 18| sopragiunga; e intanto l’uomo coltiva i frutti della terra, come 816 5| i contadini, quelli che coltivano la terra avita coi buoi 817 8| soltanto là dove la ben coltivata vite si attorciglia alla 818 6| uno aiutava l’altro; erano coltivati i buoni costumi; la concordia 819 10| tanto più che erano buoni coltivatori, e tutte le volte che ebbe 820 6| patres, o aristocratici, coltivavano i campi, mangiavan loro 821 7| sole e delle acque, e se coltiverai bene la terra da libero 822 8| caerulei oculi, rutilae comae, magna corpora: «truci! 823 11| fanno lo stesso come lui: comandano ai vinti, come a lor piace, 824 6| che emettevano ferro per comandare a quelli che hanno oro». 825 12| case, i nostri cari. Mai combattemmo così: tanti boschi, tanti 826 20| alla battaglia di Munda combattendo contro Cesare, e fu tradimento; 827 9| sono i legionari da tanto combattere, e vedono Cesare che è a 828 9| spada romana.~ ~Furiosamente combattevano le donne elvetiche.~ ~Durò 829 23| Questa campale battaglia fu combattuta il giorno 9 d’agosto, proprio 830 13| Quattro giorni occorsero per combinare questo colloquio, e fu infine 831 13| quante e quanto inaspettate combinazioni presenta la Fortuna: quantos 832 4| nascimento apparve una stella cometa. Sua madre era una donna 833 21| sabino con la luna e con le comete, fa le profezie, fa il nostalgico, 834 5| il professore: – prima di cominciare con la decima legione, sarebbe 835 5| romani non erano; e quando cominciarono a diventare tifosi già l’ 836 13| Vosgi e dall’altra parte cominciava quella smisurata selva germanica, 837 22| e quando la sferza del còmito, agitata sopra la schiena 838 2| libro primo: incominciano li Commentarii di Caio Julio Cesare tradotti 839 11| dice, che è «fortemente commosso», vehementer commotus. Sente 840 11| fortemente commosso», vehementer commotus. Sente per prima cosa la 841 24| aveva creata Cesare.~ ~Ah, è commovente Cesare che lascia ai francesi 842 22| sono così amabili, così commoventi che aumentano la simpatia 843 12| in un teatro politico di commuovere folle.~ ~Forse era turbato 844 9| facile alla commozione: mi commuovo anche per lo scettro di 845 15| che stimò «molto utile», comodissimum, mandare qualcheduno da 846 14| uguali. Veramente questa comparazione di Cristo con Cesare sa 847 10| moltitudine, e appena Cesare comparve tutti si mettono a piangere 848 6| Ambrogino, dei romani, come comparvero? come scomparvero?~ ~Noi 849 6| tu dire come sarebbe oggi compatibile il vivere parsimonioso con 850 18| Dunque stavano tutti compatti i germani, e coi loro palvesi 851 17| come un malfattore, che si compiace rivedere ogni tanto i luoghi 852 21| sentire con una specie di compiacimento. Ambrogino se ne accorse, 853 21| traverso; si guardò, si compiacque. Vide nello specchio un’ 854 21| Ambrogino avesse dovuto fare un compito in iscritto di quello che 855 19| più grande di germani fu compiuto da Cesare quattro anni dopo 856 12| famiglia, eleganti patrizi che compivano la loro educazione militare 857 9| Questi ruoli davano in complesso 363 mila svizzeri. Ne tornarono 858 15| mi pare che Ariovisto si comporti da capitano accorto e che 859 11| non si scompose, ma si compose nella toga.~ ~ ~ ~Tu ti 860 20| miei, la musica è di mia composizione:~ ~ ~ ~ree do, sii la, sool,~ ~ 861 3| libro vecchio, di chi era composta la decima legione, non lo 862 3| vendo per quello che li ho comprati sui banchetti popolari della 863 1| seta vera che glie l’ha comprato sua mamma, e ha i colori 864 2| Il linguaggio era meno comprensibile della intonazione della 865 6| calunniato. Fu uomo di non comune intelligenza, nobile e valoroso 866 11| trattare con lui di interessi comuni. Stabilisse lui il luogo 867 10| sgabuzzino librario, in comunicazione diretta con Cesare, con 868 3| matto».~ ~Il vecchietto si concentrò, fissò la punta dei suoi 869 24| un canto lento e insieme concitato: solenne come di chiesa, 870 15| dirtela in latino, e ha per conclusione: «prendere per fame».~ ~ ~ ~ 871 19| sua spietatezza, avrebbe concluso altrimenti.~ ~Io non sono 872 6| una naturale operazione concorde dei cittadini fra loro. 873 12| accusando avrebbe dovuto poi condannare. Egli parlò, ma diversamente 874 6| protezione di Atene, e perciò fu condannato a morte. «Socrate –, diceva 875 10| venuti a questa dieta, ci condannerà tutti a morte e di diritto 876 22| conto che sia la senape: condisce l’umorismo. E gli inglesi 877 4| gli uomini mediterranei condiscono con la verde oliva, mentre 878 4| in casa di un amico, ma conditi con «unguenti odorati», 879 9| La XI e la XII le aveva condotte dall’Italia cisalpina; la 880 8| Ariovisto era, come dire? il condottiero, e oggi si direbbe il Führer, 881 11| domanda: primo, che tu non conduca più germani in Francia; 882 24| vedevo quando mia madre mi conduceva alla messa del Natale, e 883 11| un gendarme russo che lo conducevano nell’esiglio dell’isola. 884 12| mentem confundit. Sarà bene condurli fuori questi nostri fanti 885 14| senato di Roma che tu non condurrai altri germani in Francia. 886 21| Sissignore, professore – confermò Ambrogino – e anche istruito, 887 5| e con la spada segnò il confine di Roma dal Tirreno all’ 888 24| verdi onde del Rodano al confluente della Durenza, e si vedeva 889 12| quando l’aspetto stesso confonde l’imaginativa: formidolosiores 890 8| questo bellum si poteva confondere con «bello» che vale «grazioso, 891 9| del fuggire, e così avendo confortato li suoi, entrò nella battaglia».~ ~ 892 6| con tante industrie del conforto che pur devono vivere?~ ~– 893 12| quorum ipse aspectus mentem confundit. Sarà bene condurli fuori 894 6| splendente dea Vesta che congiunge il focolare della famiglia 895 23| cadere sotto i pugnali dei congiurati?~ ~Cesare, Cesare! Chi lo 896 4| monete in corso parole di tal conio che sono state valutate, 897 12| mea, Clelia, fidelissima coniux, mi scrive che se non mi 898 20| bene anche senz’oro come conobbe l’onniveggente Cesare se 899 12| vicino, i nemici: imparino a conoscerli, recognoscant mores, arma, 900 8| rispose a loro: «Noi lo conosciamo questo Ariovisto. Esso è 901 22| dell’oceano ed erano buoni conoscitori delle cose del mare, ma 902 8| germani sino ai venti anni non conoscono donne, benché uomini e donne 903 1| legione di Giulio Cesare, che conquistò la Gallia e poi tutto il 904 3| Alessandro; dei grandi, insomma, consacrati dalla memoria, che sono 905 1| anche le persone serie: la conseguenza è che c’è meno commercio. 906 21| or vascelli che vanno di conserto. Un insensibile filo di 907 24| primo giorno, aggiunse:~ ~Conserva, ti prego, questa polvere 908 8| perché dice che «quelli che conservano la loro castità sono molto 909 7| abbastanza. Preghiamo gli Dei di conservarla in pace e concordia».~ ~ 910 19| uscire, assicurò la buona conservazione del vino.~ ~– Versa, o ragazzo, 911 14| franco parlare, e ce lo conservino gli Dei! Perciò così ti 912 6| Quel senato apparve come un consesso di numi; e quando venne 913 6| vita e in morte gloriosi. Considera quegli ultimi romani, come 914 12| studiati. Quanto ad Ariovisto, considerassero che era interesse più per 915 14| della grande Roma. Spesso ho considerato quelle iniziali Jesus Cristus, 916 6| molto pericolosa, quando tu consideri che gli antichi avevano 917 9| diventare nemici. C’è, anzi, chi consiglia agli Edui e ai Sequani di 918 13| non mi sembra limato. Ti consiglierei pomice latina meglio che 919 22| dice: «parte della vittoria consiste nel turbare il nemico prima 920 21| del primo ritratto prese consistenza alla vista del secondo ritratto; 921 19| erano un’usanza romana, ma consistevano in poche parole a documento 922 5| queste cose perché tu ti consoli pensando che, come milite 923 23| bandiere: continuo signa constiterunt. Cesare era in Britannia 924 7| proconsole o governatore. Era la consueta carriera politica. Che cosa 925 1| romano, che la gente non consuma il cappello; oppure sia 926 19| nemmeno di Cesare, ché poi conta poco l’apologia, perché 927 7| Nilo era immenso, senza contare che i fiumi erano sacri. 928 18| più forte quando uno è a contatto dell’altro; e nell’ultima 929 2| scale piano piano: forse contava i gradini, o era distratto 930 19| te lo nascondo, dove il contegno di Cesare mi lascia titubante? 931 11| che nessuno è venuto a contesa con me senza avere avuto 932 6| legione».~ ~E il vecchio continuava:~ ~– Ma io ti prego di fissare 933 4| guerra per medicina, e i continui viaggi, e il vivere parco, 934 14| Perciò diede quell’improvviso contr’ordine, e affidò la sua 935 8| Francia l’avevano i capi delle contrastanti nazioni. Ma sopra tutti 936 1| davanti, non sarebbe prudente contrastargli il passo.~ ~ ~ ~In questi 937 6| conclusero lealmente, dopo molti contrasti, una alleanza con la moltitudine, 938 15| e i croati che dovevano contro-attaccare dall’alto del colle, erano 939 20| cosa mi dispiace molto, e conturba. Ma dimmi, o meraviglioso, 940 8| di fumo.~ ~– Vi pare egli convenga fumare davanti a Cesare? 941 7| cantavano – non a te, Osiride, convengono le tristi cure e le lagrime, 942 6| esecuzioni dei nostri tempi, devi convenire che gli ateniesi formavano 943 15| colle, erano assetati e conveniva anche inebriarli. C’erano 944 3| dipingere la sua Galatea «gli convenne vedere più belle donne per 945 12| mirabilmente mutati: mirum in modum conversae sunt omnium mentes, e tutti 946 6| re. Così Roma crebbe; ma convien dire che quei romani avevano 947 15| stiano in piedi.~ ~Quei convogli sono assaliti, le vettovaglie 948 15| profilarsi una mandria, un convoglio. Sono i buoni Edui che portano 949 17| invece di formare una onesta cooperativa anche fra giovani e vecchi, 950 21| fettuccia, si alzava un coperchio e dentro c’erano tante carte.~ ~ 951 20| non sono morticini con la copertina sgargiante, che più ne stampi 952 8| raro vino che si beve in coppe verdi. Questo fiume così 953 1| di rivoluzione anche nei copri-capo.~ ~La madre di Ambrogino 954 18| germani, e coi loro palvesi si coprivano, e siccome quei palvesi 955 13| ufficiali con un «e adesso coraggio, compagni, e state bene», 956 22| essere te?~ ~Belli dunque e coraggiosi. E la bellezza crea l’aureola 957 11| smarrimento: lasciamo stare i coristi, i poeti, ma Ney, il fido 958 13| su ispidi cavalli, con le corna in testa come gli elmi dei 959 14| Allora si udirono suonare i corni, un gran polverio si levò 960 21| stava dietro il vetro in una cornicetta nera.~ ~Rappresentava un 961 6| si mettevano in testa le corone di rose? Lucullo...~ ~– 962 8| oculi, rutilae comae, magna corpora: «truci! occhi celesti, 963 6| concordia spontanea tra l’habeas corpus del cive romano, e la salvezza 964 17| Questa volta la giovinezza corregge le omissioni della vecchiezza; 965 22| corse.~ ~Oltre che dalla corrente del golfo, l’Inghilterra 966 5| ragazzi, ragazzi, dove correte voi?» Tu sei anche sportivo, 967 21| tanti uscieri, e tutti quei corridoi con tante porte, e tanta 968 19| nemici mortali e si usarono cortesia; generalmente parlando, 969 19| siano piacevoli racconti di cortesie, specie al tempo dei cavalieri 970 22| più lungo, un becco più corto al soprabito, un risvolto 971 24| tristezza si assomiglia al corvo; ma il gallo perché è protervo 972 16| Cesare fece venire al suo cospetto i prigionieri, e domandava: « 973 | Costei 974 15| quando in ammanto azzurro costellato d’oro si mette da sé in 975 16| apertamente dice che «fu costretto ad assalire acciocché non 976 15| insomma quei cavalieri costruiscono l’opera essenziale di tutte 977 22| Questa flotta era stata costruita negli arzaná dei francesi 978 11| rovesciano i cervelli meglio costruiti. Non ne andò esente un eroe 979 11| secoli il campo romano fu costruito su quello stile, e il legionario 980 6| son belle cose, ma sono costruzioni dello spirito, e perciò 981 17| di seta, un bioccolo di cotone, un balocco automatico; 982 24| Diceva quel ritornello:~ ~ ~ ~Coupo santo e versanto.~ ~ ~ ~ 983 17| scintille balenar d’elmi e di cozzanti brandi». Il che non è vero; 984 22| prora, a fior d’acqua, per cozzare contro le navi nemiche. 985 23| quello contro cui primo cozzò la spada di Cesare; Pompeo 986 21| Ambrogino scoperse su la cravatta uno spillone ovale che ripeteva 987 22| coraggiosi. E la bellezza crea l’aureola dell’immortalità.~ ~ 988 24| quando gli altri popoli ti creano il colossale, ecco lui ti 989 22| diventati Iddii, e vogliamo creare l’uomo macchina; anzi ci 990 20| Povertà. E Cesare che fu pure creatore di molte leggi, quando si 991 10| creato da altri, più che essi creatori.~ ~Mi sta in mente che Cesare 992 6| parevano tanti re. Così Roma crebbe; ma convien dire che quei 993 10| questo ti dico, non perché io creda che certa arte si possa 994 13| messaggio «piacque a Cesare credendo che Ariovisto avesse preso 995 11| Napoleone, l’impassibile, il credente dalla fede cieca nella sua 996 21| bene che si finisce col crederci e poi si diventa matti come 997 6| animali: ma non per questo io crederò come il barbaro scita Anacarsi 998 8| trasmigrazione delle anime. Ci credevano quei sacerdoti nelle dottrine 999 12| se non mi vede, morirà di crepacuore. Tullia, deliciae meae, 1000 13| musa Velocità. Essa sta crescendo ogni giorno, e, che Dio 1001 7| v’è la speranza che non crescerai creatura malvagia.~ ~Oltre 1002 18| fedeli e domanda: «Come è cresciuto a tanto l’esercito di Cesare?»~ ~ 1003 10| moltitudine molte volte crescono, che sono necessitati cercare