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Alfredo Panzini Legione decima Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Cap.
2004 24| diligite iustitiam vos qui iudicatis terram, «amate la giustizia, 2005 | IV 2006 17| il dado è gettato, alea jacta est. Dal campo di Cesare 2007 24| pennacchi; e se anche dice: je regrette quando niente gliene 2008 14| considerato quelle iniziali Jesus Cristus, Julius Caesar: 2009 10| gli inglesi chiamano jolly joker, l’allegro giocatore, e 2010 10| che gli inglesi chiamano jolly joker, l’allegro giocatore, 2011 2| incominciano li Commentarii di Caio Julio Cesare tradotti in volgare, 2012 23| era la stella di Cesare: Julium sidus. «Per sette giorni 2013 2| appariva un geronte, i giovani lacedemoni si fermavano in posizione 2014 15| genio con quel suo bel corpo lacerato di punta e di taglio. Quando 2015 15| di oro e di piume. Mamma Laetitia, che gli voleva tanto bene, 2016 11| erano stati sepolti nei laghi Masuri. Veramente erano 2017 19| traspadano, puoi vantare il lambrusco, vino allegro e rubicondo, 2018 7| perché non han denaro, e si lamentano della fortuna, sono come 2019 10| Essi si possono almeno lamentare di Ariowist perché l’hanno 2020 18| barbari: si odono grida e lamenti. I morti in quelle file 2021 14| Sofocle aveva cantato il lamento di Antigone; Fidia aveva 2022 7| tintinno, fatto com’era di lamine e campanelluzzi d’oro, chiamato 2023 19| vede una nube tenebrosa; lampeggia: le messi ondeggiano d’orrore, 2024 23| ancora gliene rimase da lanciare nella battaglia di Fàrsalo.~ ~ 2025 13| Quelle strade che Roma lanciò per il mondo – fa conto 2026 19| vomita la Selva Nera, e la landa sarmatica: hanno invaso 2027 6| piccoli Penati e i grandi Lari.~ ~«Se ci fermiamo a tavola 2028 11| Se pagheranno tributi, li lascerò in pace. L’amicizia del 2029 22| che queste son fole, e tu làscialo ben dire.~ ~Erano esitanti 2030 24| la luna nuova.~ ~Ed ora làsciami che io aspetto quell’altro 2031 7| governo dell’Illyricum. Basta, lasciàmola là dove è adesso l’Illyricum! 2032 17| sono a punta aguzza per lasciar scorrere le nevi invernali, 2033 24| senza fantasmi. Ma prima di lasciarci io ti devo domandare scusa 2034 15| è pericoloso e ci si può lasciare la vita. Perciò l’alto senno 2035 6| che tutti quelli che ci lasciarono memoria degli antichi romani, 2036 15| adolescente: ma non poteva lasciarsi sfuggire quell’invito di 2037 12| perciò la parte politica la lasciassero a lui, Cesare, e non facessero 2038 2| impacchi.~ ~Il vecchietto lasciava fare, poi disse sorridendo: – 2039 19| uso delle ampollose lapidi latine è di età posteriori: dei 2040 8| abbandonare la parola bellum dei latini per adottare la parola guerra 2041 13| passassero il Reno? La Fortuna lavorava contro Cesare e così il 2042 6| Quei patres conclusero lealmente, dopo molti contrasti, una 2043 9| da popoli barbari senza lealtà; ma anche i civili ragionano 2044 3| non devono stare sempre legati alla greppia; ma un poco 2045 23| cinquantotto anni, ora, ed è legato per sangue con Cesare. Cesare 2046 4| soffitto: tutti ordinati, in legature antiche, punteggiate di 2047 6| fecero una fine piuttosto leggendaria come Romolo. C’erano i patres, 2048 20| c’è vile materia. Ma non leggerli mica questi libri. Ti faranno 2049 21| quelli uffici con passo leggero. Era molto contento: aveva 2050 16| in compagnia dei magi che leggevano i prodigi nelle stelle e 2051 15| dei Commentari, che ora lo leggono i bambini.~ ~Quel giorno, 2052 19| piangeva: Vare, Vare, redde legiones meas!~ ~Quei germani buttati 2053 17| sopra quei luoghi.~ ~– E Legnano? e Vittorio Veneto? e Garibaldi? – 2054 13| legioni andavano con una certa lentezza perché si dovevano portar 2055 18| intercalate nel tempo a lenti spazi, così che l’una operazione 2056 6| pulmentarium di ceci, di fave, di lenticchie, ma fatto bene, come usavano 2057 7| muricciolo del fiume, con la lenza in mano e aspettano che 2058 6| pericoloso dei mai visti leofanti di Pirro.~ ~«Troppo spirito, – 2059 5| Marco, che era un santo col leone, e splendeva d’oro su le 2060 6| orso bianco, l’aquila, un leopardo elegante, un gallo che dice 2061 4| fondo, e sopra una zampa di lepre per levare la polvere.~ ~– 2062 17| guerrieri, come mangia il letame; e qualunque contadino te 2063 3| queste cose; le disse in una lettera privata.~ ~Quel romanzo 2064 11| Io credo anzi che quel letterato tedesco, il quale dettò 2065 8| così voleva che i suoi lettori sentissero. Conviene dire 2066 13| più sereno. Ora riprese la lettura di un poema che gli aveva 2067 12| quarta vigilia, quando si leva il sole, io leverò il campo».~ ~ 2068 15| tramestio, grida e voci si levano dal campo di Ariovisto. 2069 7| soldati, mettere tasse e anche levarle.~ ~Il senato di Roma a quei 2070 9| pericolo, a tutti fosse levata la speranza del fuggire, 2071 23| decima legio si fossero levate per difenderlo, avrebbe 2072 14| Cesare, e ti avessi morto – e levava la mano minacciosa –, mi 2073 22| statura. Quando i romani levavano i fanti, per formar le legioni, 2074 16| quando nasce la luna, tu leverai le palme al cielo, tutta 2075 12| quando si leva il sole, io leverò il campo».~ ~Silentium! 2076 9| nel sammaritano e non nel levita.~ ~Ora Ariovisto sapeva 2077 3| Dio voleva, con qualche lezione privata, se ne trovava; 2078 13| e all’armatura: sessanta libbre di peso, circa venti chili. 2079 6| morte. «Socrate –, diceva il libello di accusa –, è ingiusto 2080 10| Ariowist – rispondono: – liberaci tu, Cesare, ma non lo far 2081 19| Grammaticus. La prima fra le arti liberali, la grammatica! Io conosco, 2082 10| per ringraziarlo di avere liberato il loro paese da quella 2083 8| Cristo, venne Bacco, il liberatore, ché soltanto là dove la 2084 14| Perché vengo? Per portare liberazione alle genti io sono qui».~ ~ 2085 11| Sequani; terzo, che tu lasci liberi gli ostaggi degli Edui. 2086 6| hortari, hostibus obviam ire, libertatem, patriam, parentes armis 2087 19| francesi e spagnuoli!~ ~E libiamo anche una coppa di questo 2088 4| pareva un tabernacolo. La libreria in una parete faceva un 2089 15| accontentato di scrivere questo libretto dei Commentari, che ora 2090 12| tutti domandano a Cesare una licenza per tornare a Roma.~ ~Cesare 2091 1| un bel ragazzo che fa il liceo e le deve sapere queste 2092 12| Sulpicio Galba, e il giovane Licinio Crasso.~ ~Labieno parlò 2093 16| me, ma di cose giovani e liete che abbracciano il mondo, 2094 21| della parola aveva toccato i lievi fantasmi. Cesare, Cato, 2095 8| altra era trentina di alto lignaggio, e così aveva due figliuole: 2096 13| molto, ma non mi sembra limato. Ti consiglierei pomice 2097 17| sette giorni; ma non in linea diretta, bensì con tortuoso 2098 2| vela una moneta da dieci lire.~ ~– E ti pare che basti? – 2099 23| Ma tu mi fai diventare lirico e georgico, come Orazio 2100 8| cervo. Il cavallo aveva lite col cervo, e non lo poteva 2101 6| gran spumeggiare trovano il livello, e va maestoso. E così nacque 2102 12| fu colpito da paralisia, Livia, puella mea, Clelia, fidelissima 2103 6| Tutti gli Dei indígeti, o locali che tu vuoi chiamarli, ed 2104 8| loro castità sono molto lodati, e si crede che sia per 2105 11| Tu lo vedi sul ponte di Lodi che avanza fra la mitraglia 2106 22| delle terre», tanto appariva lontana.~ ~«Giro delle terre» era 2107 7| se in quei cinque anni di lontananza in Gallia fosse arrivata 2108 22| avanzavano, più pareva andare lontani.~ ~Oggi più vai avanti e 2109 6| bestiale, con tovaglia lorda di sozzure, e altro è una 2110 2| cupola seicentesca di san Lorenzo, e ai lati quelle fiamme 2111 20| Esso con le sue glandolette lubrifica il corpo della società. 2112 20| giudicare come avvenga questa lubrificazione: noi possiamo augurare che 2113 22| traspadani, o sanniti, o lucani, o umbri, erano tutti figli 2114 8| sopra di noi le pupille lucide della invincibile barbarie.~ ~ ~ ~ 2115 5| si trattò di mandar via Lucifero, diede una spada all’arcangelo 2116 22| l’anima hai arida senza lucignolo?~ ~E così gli inglesi poi 2117 20| ostriche devono essere del lago Lucrino, e i profumi devono venire 2118 19| confortò i pazienti studi di Ludovico Antonio Muratori, la ammirevole 2119 20| Un altro uomo pur di lugubre vista, con un cappello duro 2120 22| mare calmo e per un bel lume di luna, nella notte tra 2121 23| lui volgevano gli occhi luminosi e dicevano: «Eja, Caesar, 2122 19| onore della luna nuova: da lunae pròpere novae –, così disse 2123 5| freni terribili. Portavano lunghi baffi, spioventi.~ ~All’ 2124 12| Venne alla sua tenda il suo luogotenente Labieno, che nelle guerre 2125 8| parlare gli Dei, e perciò li lusingavano con sacrifici spaventosi: 2126 2| disse il vecchietto. – Lussazione al ginocchio, escoriazione 2127 8| che allora si chiamava Lutezia, che in latino vorrebbe 2128 8| in latino vorrebbe dire «lutolenta o fangosa», ma il genio 2129 14| diceva –; ma non deve cadere macchia sul nome di Roma. Mai non 2130 22| è un’ingegnosità come la macchinetta che tu tiri fuori ogni tanto 2131 20| di Diogene? Alessandro di Macedonia pur essendo giovane e furente 2132 13| latino sarebbe: – et nunc macte animo, commilitones, et 2133 21| perché era assorto con la sua madamina. E lui era in compagnia 2134 22| la protezione di quella Madonna che si chiamava Vesta, ed 2135 3| per chiaro-veggenza alle madri.~ ~Poi aggiunse:~ ~– Che 2136 6| trovano il livello, e va maestoso. E così nacque il cittadino 2137 4| nobiltà di carattere, e il suo maestro di grammatica era una degna 2138 13| apparire della stella diana nel maggio di Calatafimi, ma aveva 2139 4| vasetti di erbe odorose, come maggiorana e erba cedrina; e una gabbia 2140 15| libri descritti dagli stati maggiori.~ ~ 2141 21| ragione».~ ~Con la bacchetta magica della parola aveva toccato 2142 16| gente, traendo le sorti magiche, avevano predetto una grande 2143 24| dicono in latino: vivat rex magnae Britanniae et Hiberniae. 2144 7| che era una città grande e magnifica, finché arrivò Attila, flagellum 2145 9| fretta», non a grandi tappe, magnis itineribus, ma maximis itineribus; 2146 21| parlare in latino. Poi fa il mago sabino con la luna e con 2147 21| visto delle bottiglie...~ ~– Mah! – disse Ambrogino. – Se 2148 3| puledrino, anche un branco di maialetti, uscire dalla stalla, fanno 2149 11| est venerabilius signorum maiestate militibus.~ ~Le bandiere 2150 17| tiepide di alte stufe di maiolica bianca.~ ~Le fanciulle vi 2151 4| carnagione, magro, soggetto al mal caduco e al dolore di testa. 2152 1| sua mamma, – ti fai una malattia.~ ~Suo padre gli disse:~ ~– 2153 1| Già che gli affari van da maledetto, se ti metti a leggere libri, 2154 9| giuriamo che non faremo alcun maleficio».~ ~Cesare ascoltò come 2155 17| della guerra. Esso è come un malfattore, che si compiace rivedere 2156 24| Inghilterra si accordava malissimo.~ ~Era un canto di guerra?~ ~ 2157 7| che non crescerai creatura malvagia.~ ~Oltre a questo gran territorio 2158 21| primo della classe. «Papà, mamà –, scriveva –, non state 2159 3| devono essere tolti alle mamme materne; né si deve credere 2160 6| stanno sicuri sotto le sue mammelle. Essa li difende e li nutre. 2161 5| guerra; ma io penso che se manca la buona direzione, puoi 2162 6| conquista, pur con tutti i suoi mancamenti, fra i quali la curiosa 2163 8| vivi, gente nefaria; e in mancanza di costoro, Cesare dice 2164 5| Geova quando si trattò di mandar via Lucifero, diede una 2165 15| Se non vuole venire lui, mandi un suo generale.~ ~Cesare 2166 15| di lontano profilarsi una mandria, un convoglio. Sono i buoni 2167 11| posto al sole, e le armi le maneggiamo bene. Noi, germani, siamo 2168 13| hodie bene valemus, cras manet alta mente repostum. Il 2169 8| in nostra favella? e di Manfredi «biondo e bello e di gentile 2170 6| professore non andava a mangiare all’osteria dei tri-basei, 2171 6| aristocratici, coltivavano i campi, mangiavan loro semplici cibi in vasi 2172 19| qui ha torto. Io ammiro la maniera della sua morte, come l’ 2173 8| quercia enormi fantocci, mannequins d’osier; li stipavano di 2174 2| mitragliatrice, un’arma che a manovrarla con sangue freddo, è tremenda. 2175 3| un po’ prendono un trotto mansueto e ti vengono vicino quasi 2176 2| Siccome Ambrogio aveva la mantellina e questa svolazzava, e svolazzava 2177 6| una cucina semplice, con mantile di bucato, anche senza ricami. 2178 20| quel messo di sventura, mantis cakòn?~ ~– È tanto tempo 2179 23| vedi quante pupille dal mar Nero al Reno fissano il 2180 15| di Cesare per arrivare al marasma morale, al «momento psicologico»? 2181 13| chi sa? E scrisse così:~ ~«Marce Tulli, amice mi, si vales 2182 5| Alessandro, Napoleone, Marceau: ragazzi pieni di slancio 2183 1| si fa rispettare, come la marchesa Paola Travasa nel rango 2184 7| fotografie del pensiero. Marciamo alla ricerca del pensiero. 2185 13| ad ogni modo se, quando marciava era chiamato «impedito», 2186 21| bellezza e continuò.~ ~ – Maria Vergine, se l’è matt, pover 2187 5| fiorenti~ ~al fresco olmo marita,~ ~e i casalinghi Dei~ ~ 2188 16| Guardano pensose i figli e i mariti che giacciono torpidi, perché, 2189 9| canarina è morta – disse –: suo marito l’ha ammazzata. Vèdila là 2190 20| libri? Bada che non è roba marocca: non sono morticini con 2191 14| sotto il suo diritto, a Marsiglia, a Narbona, a Tolosa: i 2192 13| furore.~ ~ ~ ~A quei tempi la massima velocità era data da un 2193 14| vita alla legione in cui massimamente fidava. Ora i legionari 2194 4| capo: è Cesare pontefice massimo. Pare un centenario tragico. 2195 11| stati sepolti nei laghi Masuri. Veramente erano spaventati 2196 16| nelle specule e sanno per matematica tutti i moti, le distanze 2197 12| lontane.~ ~Dicevano a Cesare: Mater mea sta poco bene, pater 2198 3| essere tolti alle mamme materne; né si deve credere che 2199 3| giovane, e disse: – I consigli materni sono inspirati per chiaro-veggenza 2200 Ded| A~ ~Matilde Panzini~ ~ ~ ~ 2201 8| non sono nate dalla stessa matrice.~ ~Li vuoi vedere questi 2202 21| Maria Vergine, se l’è matt, pover veggett!~ ~Se lei, 2203 10| giocatore, e noi diciamo la «matta».~ ~– La peppatència, la 2204 21| era mutata.~ ~Per tante mattine era stato ad ascoltare quelle 2205 22| nostri climi, ma la spiga era matura, e anzi Cesare mandò una 2206 2| pampini, ma non riesce a maturare mai uva. Dal quarto piano 2207 19| che la duri sino a bella maturità.~ ~E diceva anche:~ ~– Il 2208 19| perché Silvio Pellico si maturò in dieci anni di prigione 2209 10| possibile: proprio così: quam maturrime.~ ~Pare niente, ma sapere 2210 23| Britannia, Gallia, Hispania, Mauretania, Aegyptus, Syria, Pontus, 2211 9| tappe, magnis itineribus, ma maximis itineribus; e perciò, credo, 2212 24| violenza come desse una mazzata. Il re d’Inghilterra si 2213 24| rimunerate di fame, di sete, di mazzate, di disagi, di punture.~ ~ ~ ~ 2214 21| i blokaus, cima 12, le mazze ferrate, gli honwed, l’ermada, 2215 2| Anzolo Raphael. Nell’anno MDXXXI. Del mese di Ottobre.~ ~ 2216 | meae 2217 | meas 2218 22| grandi sentimenti e non la meccanica. Per questa cosa è inutile 2219 1| spianavano strade, facevano i meccanici, proprio come lui che aggiustava 2220 10| si sarebbe lui intromesso mediatore fra essi e Ariovisto.~ ~ 2221 22| stato un viaggio spiritale medievale, quando non c’erano le nostre 2222 10| si parla, come nell’evo medio, o che hanno un apparecchio 2223 23| quel nome, anche se uomo mediocre, sentì la consacrazione 2224 5| spropositata. Stanno seduti in meditazione e quando passa quella cavalcata, 2225 22| antichissima sua origine mediterranea. Erano vele triangolari 2226 4| mediterraneo, e gli uomini mediterranei condiscono con la verde 2227 14| affascinante che si chiama Mefistofele. Ma nella gran fronte splende 2228 | mei 2229 8| dire «baruffa, scompiglio», melée in francese; mentre in latino 2230 19| erranti, come il buon re Meliadus e il cavaliere Senza Paura 2231 22| che galleggia nel porto di Melita.~ ~Bene! Quando voi altri, 2232 23| collegia, pharmacopolae, mendici, mimae, balatrones et bagolones. 2233 14| fermò non perché dubitasse menomamente che la X legio non avesse 2234 19| nonni ed i bimbi alle povere mense. Non gravare di gabelle 2235 12| hostes quorum ipse aspectus mentem confundit. Sarà bene condurli 2236 12| modum conversae sunt omnium mentes, e tutti volevano andare 2237 21| Quel signore levò il mento in quell’indefinibile moto 2238 11| che non nasconde, non dice menzogna.~ ~Cesare torna ancora a 2239 11| linguaggio delle superbe menzogne.~ ~Il terrore di Ariovisto! 2240 7| era in Orazio un continuo meravigliarsi: «Come vieni? Perché te 2241 22| popolo inglese, fra le sue meraviglie, possiede anche quella di 2242 22| sono libertini.~ ~Ma io mi meraviglio di me stesso. Che sto io 2243 22| guerrieri precipitano giù meravigliosamente per la scogliera sino ad 2244 12| disse Cesare? Disse parole meravigliose. Le parole sono una grande 2245 22| come dire da muraglioni meravigliosi.~ ~«Qui non è facile, sbarcare», 2246 17| balocco automatico; e lì fa mercato: «A buon prezzo! – grida –, 2247 7| il governo della Francia meridionale che già era dominio o provincia 2248 22| sentimentale.~ ~E facendo una mescolanza di quella freddezza e di 2249 22| un po’ in ritardo di due mesi sui nostri climi, ma la 2250 14| che non sappia per molti messaggeri che io ho ricevuto, che 2251 19| tenebrosa; lampeggia: le messi ondeggiano d’orrore, i fiumi 2252 1| Questo Ambrogino fa il mestiere di cappellaio nella bottega 2253 22| riusciva bene in tutti i mestieri prima della servitù per 2254 11| muovono verso una stessa meta. L’uno e l’altro dei due 2255 8| come i topi che rodono le metropoli. Tàcito dice così per amore 2256 6| generavano con letizia: mettean gagliarda prole dai vegeti 2257 12| vado a Roma a soddisfarlo, metterà una ipoteca sui miei beni». 2258 19| con grande spesa «senza metterci nemmeno il mio nome», sine 2259 7| cose in ordine, dopo le metteremo in disordine, cioè, viceversa: 2260 1| van da maledetto, se ti metti a leggere libri, possiamo 2261 7| rispose Ambrogino.~ ~– Mettiamo prima le cose in ordine, 2262 | meus 2263 15| ambasciatore era un certo Marco Mezio, di cui non sappiamo di 2264 13| la corsa che fecero per mezza Italia i legionari quando 2265 24| Anche il gallo canta che è mezzanotte, e tu senti l’aurora! Un 2266 6| esercito di impiegati che a mezzogiorno escono dai ministeri e vi 2267 10| Senti il canarino, quel micidiale, che trilla. Ciò fa pensare 2268 7| cellula? il protoplasma? il microbio? Cos’è il pensiero? Ecco 2269 6| dolce nelle parole come il miele dell’Imetto; pieno di educazione. 2270 22| Cesare mandò una legione a mietere. E quando tu vedi un campo 2271 18| sospetto che Ariovisto fosse migliore della sua fama.~ ~Ma ricordiamo 2272 8| gentile. Qui lui ha trovato migliori bevande, ha trovato il vino, 2273 9| descritti i ruoli di quella migrazione di popoli.~ ~Questi ruoli 2274 1| casa, di nobiltà popolana, milanese puro sangue, che è rispettata 2275 9| nel numero di quasi mezzo milione di genti, avevano deliberato 2276 11| venerabilius signorum maiestate militibus.~ ~Le bandiere romane in 2277 23| pharmacopolae, mendici, mimae, balatrones et bagolones. 2278 20| Allora fremendo Cesare lo minacciò di morte, poi lentamente 2279 22| pastorale lungo le rive del Mincio rimembrando Ariovisto, Vercingetorix, 2280 2| cinque di sera, l’odore del minestrone che si prepara, richiama 2281 6| ingordi di oro! Avaritia minima, che puoi tradurre: «banche 2282 6| a mezzogiorno escono dai ministeri e vi rientrano.~ ~Questi 2283 6| avesse troppa fede nei santi minori ai quali era delegata la 2284 18| dove è Ariovisto. Egli mira il campo minore.~ ~Gli squilli 2285 6| E poi altri que, altre mirabili operazioni concordi: la 2286 12| gli animi di tutti furono mirabilmente mutati: mirum in modum conversae 2287 22| la Britannia è difesa da mirificis molibus, come dire da muraglioni 2288 14| offersero oro, incenso e mirra; e altra corona non volle 2289 12| furono mirabilmente mutati: mirum in modum conversae sunt 2290 10| Diviziaco parlava, tutti miserabilmente piangevano.~ ~Cesare guarda 2291 4| anni, e come chiome era una miseria. Non ti imaginare Cesare 2292 24| colomba che è simbolo della misericordia. Ha promesso di fare ogni 2293 23| Rubicone ha più importanza del Mississipí.~ ~Il Rubicone è come l’ 2294 22| mi sento milite di una misteriosa legione.~ ~E l’aquila d’ 2295 8| sotto terra per scoprire le misteriose caverne.~ ~Severità di costume 2296 22| Francia. La ragione di questa mitezza del clima è stata scoperta 2297 11| di Lodi che avanza fra la mitraglia col tricolore in pugno: 2298 2| un libro vecchio? tutto mitragliato.~ ~– Sono stati i tarli. 2299 18| contro il grandinare delle mitraglie, come se il terreno fosse 2300 23| debellò i pirati, sconfisse Mitridate. Ha cinquantotto anni, ora, 2301 3| grammaticus». Un cartello mobile pendeva da un chiodo, dove 2302 7| fine e più lieve.~ ~Questa moda egiziana dei veli di lino 2303 1| Potevano essere di Parma, di Modena, e anche di Ferrara che 2304 18| necessario più che nelle moderne non voltare le spalle. Chi 2305 22| hanno creato il vestito moderno dell’uomo, che essi chiamano 2306 20| una povera vita e di un modesto focolare! oh, doni degli 2307 15| ragione di rancore»: di modi molto gentili, summa humanitate, 2308 22| cervice, lato pectore, ventre modicus, exilior cruribus, fortibus 2309 12| mirabilmente mutati: mirum in modum conversae sunt omnium mentes, 2310 8| soltanto: «Ariovisto aveva due mogliere, una per nazion sveva, l’ 2311 5| sapienti hanno gran barba, come Moise, Pitagora, Solone, San Gerolamo 2312 14| guerra se vuoi, che non avrai molestie da me. Se te ne vai via 2313 22| Britannia è difesa da mirificis molibus, come dire da muraglioni 2314 8| fatto mandare più tardi, nei momenti di calma, quando le legioni 2315 20| e arriva sino a Teodoro Mommsen, un tedesco, come tanti 2316 19| Noi abbiamo vini santi per monache, vini bianchi per i prelati, 2317 8| quercia e abitavano nei monasteri delle dense querce. Essi 2318 2| si vede la portinaia che monda il riso, sgrana fagioli 2319 6| oggi con false imagini di mondanità gli ateniesi di Nuova Iorka; 2320 2| quelle brache a vela una moneta da dieci lire.~ ~– E ti 2321 4| professore –, tu adoperi come monete in corso parole di tal conio 2322 9| Rodano.~ ~Questi tedeschi montanari sono da Cesare chiamati 2323 14| pronti. Hanno lunghe spade, montano splendenti destrieri: lunghe 2324 16| li esasperò che li fece montare in furore.~ ~«Vieni fuori, 2325 10| Dopo di allora Ariowist è montato in smisurato orgoglio, impone 2326 22| Niente spiaggia: la scogliera montava dal mare. I francesi la 2327 15| per arrivare al marasma morale, al «momento psicologico»? 2328 19| Fabrizio? Cosa voleva più moralizzare, caro Catone? la famiglia? 2329 3| Queste opinioni espresse per mordacità, gli avevano alienato l’ 2330 12| conoscerli, recognoscant mores, arma, equos. Anche Mario 2331 9| come morì Annibale, e come mori Virdumaro, e come furono 2332 12| scrive che se non mi vede, morirà di crepacuore. Tullia, deliciae 2333 23| Fàrsalo, Cesare ha detto: «Morite!»; ed essi hanno obbedito; 2334 20| Cesare ode nei presenti un mormorio di ammirazione. Cesare è 2335 20| colui che non paga, che è morosus. Ciò è nel diritto romano.~ ~ 2336 20| è roba marocca: non sono morticini con la copertina sgargiante, 2337 2| Ambrogino apparve molto mortificato: rinnovò le scuse, ma trovò 2338 12| Tullia, deliciae meae, mortua est. Son passate le calende, 2339 13| diplomatico; e quella sua mossa ardita fuori di Besançon 2340 13| misero in cammino.~ ~Esse mossero in ordinanza quadrata, il 2341 11| villaggi svevi che si sono mossi, e si appressano al Reno. 2342 15| No! Ariovisto non si è mosso. È la sua cavalleria solamente. 2343 24| allora aperse la toga e mostrò a Vercingetorix le ventitré 2344 14| paese; case impastate di mota; fiero linguaggio di inculte 2345 16| sanno per matematica tutti i moti, le distanze e le sostanze 2346 1| come lui che aggiustava le motociclette.~ ~Giulio Cesare li conosceva 2347 14| E Cesare senza gestire, movendo appena le labbra, gli inviò 2348 21| con quelle gambe lunghe si moveva per quei ripiani di quelli 2349 22| esso in vista al vento si movièno». E una vedovella si fa 2350 19| rispettabilissimi, espedienti mucilagginosi, a cui ricorse anche Augusto 2351 17| e i tedeschi la chiamano Mülhausen.~ ~Questa è oggi città non 2352 13| pratica avrà caricato sui muli e su carri: ad ogni modo 2353 23| numero magico, e così il suo multiplo 18.~ ~Passato che ebbe il 2354 20| Labieno alla battaglia di Munda combattendo contro Cesare, 2355 2| angiolo lo sorveglia e nel muover del passo vedi come è elegante, 2356 11| campo. Cesare e Ariovisto muovono verso una stessa meta. L’ 2357 11| forma cintura, lì sorge un muraglione che fa scarpata nel detto 2358 22| mirificis molibus, come dire da muraglioni meravigliosi.~ ~«Qui non 2359 11| legionario romano era pioniere, muratore, artiere, fabbro, idraulico, 2360 19| studi di Ludovico Antonio Muratori, la ammirevole formica di 2361 6| viene dall’aratro; c’è Decio Mure; c’è Appio Claudio il cieco, 2362 7| stanno mezzo addormentati sul muricciolo del fiume, con la lenza 2363 22| gambe sottili, forti dita, e muscolose spalle. Ma senti come è 2364 14| I due destrieri col loro musetto si annusarono? si salutarono?~ ~ 2365 7| mano gemmata un istrumento musicale di assai dolce tintinno, 2366 20| spinetta? Che te ne fai? Sei tu musico cantore? Credi: si vive 2367 7| arrivò Attila, flagellum dei, muso di cane, che i tedeschi 2368 10| principio delle sue storie. – E mutando in grave quella sua voce 2369 6| spade.~ ~Passano i secoli, mutano i costumi, e io vedo sempre 2370 21| quello, e la temperatura era mutata.~ ~Per tante mattine era 2371 12| tutti furono mirabilmente mutati: mirum in modum conversae 2372 24| farfalle: essa con gli anni si muterà in fede ed onore. Questa 2373 22| alla corte di re Ruberto di Napoli perché «entrò in corte vestito 2374 14| diritto, a Marsiglia, a Narbona, a Tolosa: i loro costumi, 2375 14| barbaro prima molte cose narra della gesta onde nacque 2376 9| A questo punto della mia narrazione io devo tornare un poco 2377 5| Giulio Cesare stava nascendo, – disse il professore. – 2378 14| orgoglio; ma i morti e i nascituri erano con lui, e la sua 2379 11| tanta grandezza che non nasconde, non dice menzogna.~ ~Cesare 2380 18| Per dirupi, per selve, nascondendosi, fuggendo, precipitavano 2381 11| ora lo vogliono morto. «Nascondetemi –, dice ai gendarmi –: scambiate 2382 21| stava seduto allo scrittoio, nascosto dietro una catasta di carte, 2383 2| stravaganti: – Fortibus et bonis nascuntur fortes et boni. Ciò non 2384 2| gli fece raggrinzare il nasetto di falco; ma il vecchio 2385 20| navicel, dall’amo e dalle nasse,~ ~Scarsi alimenti ma sinceri 2386 8| benché simiglianti, non sono nate dalla stessa matrice.~ ~ 2387 16| le poppe in bocca ai loro nati e stavano cupe e curve su 2388 7| salutava la piccola terra natia, pupilla delle isole, pupilla 2389 20| canticchiare:~ ~ ~ ~Da un navicel, dall’amo e dalle nasse,~ ~ 2390 18| signore. Qui trovarono un navicello e traghettarono Ariovisto 2391 21| dissolveva come fanno le nubi naviganti per l’azzurro, che appaiono 2392 8| aveva due mogliere, una per nazion sveva, l’altra era norica 2393 13| e il sole sorgendo dalle nebbie del fiume, indorava le foreste, 2394 10| volte crescono, che sono necessitati cercare nuovi paesi: queste 2395 8| stipavano di uomini vivi, gente nefaria; e in mancanza di costoro, 2396 6| intelligenti sarebbe come negare la luce del sole. Gli ateniesi, 2397 13| essendo da lui pregato, aveva negato: sì che venne in grande 2398 15| nel duomo; come quando sta negletto in redingotta grigia e piccolo 2399 18| uno era bianco e l’altro negro. Poi oltre ai colori, c’ 2400 15| via per la tangente come nembo di frecce. Hanno veduto 2401 22| per cozzare contro le navi nemiche. Andavano a vela latina, 2402 17| azione il piccone, i nostri nepoti nemmeno sapranno come erano 2403 | neppur 2404 7| Osiride. Avevano le gran barbe nere intrecciate e i capelli 2405 15| dispone del dominio dei propri nervi davanti a Cesare che per 2406 20| grammatica. Tu, asinus, nescis vivere! Bada che parlo di 2407 | nessun 2408 | nessuna 2409 20| Roma, andò nel tempio di Nettuno per sequestrare il tesoro. 2410 11| La cappa di piombo della neurastenia si stende in un momento 2411 22| sci a far le corse su la neve. Solo la morte farebbe le 2412 13| testa come gli elmi dei nibelunghi. Splendevan le lance. Sono 2413 4| Lui si diceva discendente nientemeno che da Venere, che come 2414 | nihil 2415 8| fango in splendore di tanti ninnoli gentili, che ognuno che 2416 23| innesta i tuoi frutti, e i nipoti ne avranno nutrimento e 2417 11| s’ode stridor di carri, nitrir di cavalli, grida di genti. 2418 22| criniere di cavalli, si udivan nitriti, grida di genti, stridore 2419 9| bella fra le belve dal dolce nitrito. Il teuf-teuf di voi centauri 2420 4| seggiolone con i bracciali di noce ben sagomata e un tavolinetto 2421 11| tu, Cesare, mi dài grande noia, perché gli Edui sapendo 2422 | nol 2423 9| e bambini. Cesare non li nomina nemmeno; e tira la somma 2424 6| Socrate l’hai mai inteso nominare? Era un vecchio giusto e 2425 4| decima legione, quale è il nominativo della tua legione?~ ~– Oberdan! – 2426 7| precedente, e poi era stato nominato proconsole o governatore. 2427 | nonché 2428 4| cantare ai salmi di David? Nel nordico occidente gravava allora 2429 8| nazion sveva, l’altra era norica sorella del re del Norico, 2430 8| norica sorella del re del Norico, e l’una e l’altra morirono: 2431 23| Thracia, Dacia, Pannonia, Noricum, Raetia, Belgica.~ ~Questo 2432 21| comete, fa le profezie, fa il nostalgico, come si dice; e parla male 2433 | noster 2434 | nostris 2435 14| particolari, qui si ferma e nota nei Commentari gloriosi 2436 22| con la spedizione, ne dà notizie al fratello oratore, dicendo 2437 9| Per sette giorni e sette notti andò Cesare, il cavaliere 2438 19| nuova: da lunae pròpere novae –, così disse il vecchio; 2439 2| cedere con lo sconto del novanta per cento e anche di più, 2440 21| dissolveva come fanno le nubi naviganti per l’azzurro, 2441 17| fiocchi ondeggia dietro la nuca. Questo nastro era una volta 2442 24| ripetere le parole di quel Numanziano, il quale chiamò Roma madre 2443 7| in cui comincia la nuova numerazione? E tu conti per due anni. 2444 6| apparve come un consesso di numi; e quando venne il filosofo 2445 2| dives positis in foenere nummis?~ ~Parve ad Ambrogino di 2446 | nunc 2447 6| mammelle. Essa li difende e li nutre. Quale simbolo! E un altro 2448 24| quale chiamò Roma madre e nutrice di tutte le provincie dell’ 2449 23| frutti, e i nipoti ne avranno nutrimento e letizia».~ ~Ma tu mi fai 2450 23| Morite!»; ed essi hanno obbedito; ma pur dicevano: «Come 2451 11| Bada che questo è genitivo obbiettivo: non il terrore che abbia 2452 7| storia, a lei nemica, fu obbligata a inchinarsi e le baciò 2453 11| tu?».~ ~Allora Cesare è obbligato a specificare; e qui sentirai 2454 7| chiamato sistro; ed era obbligatorio nella religione di Iside. 2455 18| coperta dalle arene dell’oblio prima che l’altra ondata 2456 12| totis castris testamenta obsignabantur. Cesare li guarda e vide 2457 6| alium hortari, hostibus obviam ire, libertatem, patriam, 2458 20| cigno, volgarmente detta di oca. Spezzato è lo stilo; spuntata 2459 10| domandava agli Edui.~ ~In quella occasione Cesare non poté nascondere 2460 20| cominciò a fissare quei suoi occhiacci sopra la spinetta.~ ~Il 2461 21| vestito di nero, con gli occhiali d’oro su la punta d’un lungo 2462 11| vitelli dalle giovenche se occorre: conosce le sementi, le 2463 3| sono i soli di cui merita occuparsi: io te li vendo per quello 2464 5| e diceva: «noi abbiamo occupata l’Istria, la Dalmazia, abbiamo 2465 17| mari, passai monti: gli oceani anche. Si mette a cavalcioni 2466 10| grandi canori, ma anche le oche sono presaghe delle cose 2467 8| li vedo: truces, caerulei oculi, rutilae comae, magna corpora: « 2468 22| adulescens vigilantibus oculis, recta cervice, lato pectore, 2469 6| degli Dei al punto da quasi odiarli per troppa venerazione.~ ~ 2470 8| C’è chi pensa presso la odierna città di Colmar.~ ~Tutti 2471 8| anche perché nessun nome odierno richiama quel nome antico. 2472 4| ma conditi con «unguenti odorati», dice quell’autore, e probabilmente 2473 4| piano erano vasetti di erbe odorose, come maggiorana e erba 2474 2| istruzioni militari, e súbito si offerse per andare a chiamare il 2475 14| re del mondo a cui i magi offersero oro, incenso e mirra; e 2476 4| dove parla di una colazione offerta a Cesare in Milano. Gli 2477 17| tanto dei campi quanto delle officine; paese che ama la gioia 2478 6| più che un carceriere, offre, s’il lui plait, al vecchietto 2479 13| preso miglior consiglio, offrendosi a ciò che poco avanti, pur 2480 19| del grande Esculapio, che offrivi agli infermi la nepente 2481 19| tempi così civili te ne offrono un esempio: la Germania, 2482 4| beati che guardano dall’Olimpo i mortali?~ ~– Ah, perché, – 2483 4| condiscono con la verde oliva, mentre gli uomini del nord 2484 22| faccia, quelli altri erano olivastri e di più breve statura. 2485 22| piantavate la vite e l’olivo, sonavate la piva pastorale 2486 5| viti fiorenti~ ~al fresco olmo marita,~ ~e i casalinghi 2487 11| tieni a mente questa parola oltracotante «invincibili o invitti», 2488 24| sostanza solare che non soffre oltraggio: questa coppa era inghirlandata 2489 17| la giovinezza corregge le omissioni della vecchiezza; e non 2490 | omnium 2491 19| tenebrosa; lampeggia: le messi ondeggiano d’orrore, i fiumi vanno 2492 4| Iddio con una chioma così ondulata che le signore la invidierebbero.~ ~ 2493 4| alla spinetta; la zazzera ondulò; il dito cercò i tasti, 2494 22| arrivo delle ottanta navi onerarie.~ ~Intanto guarda in su, 2495 19| soltanto quello che è onesto è utile»; ma si temprarono 2496 7| Cesare, come governatore, era onnipotente nella sua provincia, e quando 2497 20| senz’oro come conobbe l’onniveggente Cesare se è vero che quando 2498 6| amici; erano splendidi nell’onorare gli Dei, ma in casa loro 2499 7| Ambrogino, il denaro ed esso ti onorerà, cioè ti verrà a trovare, 2500 14| dire, e sarebbe stato più onorevole per lui: «non si fidava 2501 8| gli ha decretato un’alta onorificenza col titolo di re.»~ ~Ora 2502 15| cavalieri costruiscono l’opera essenziale di tutte le guerre: 2503 9| che la spada di Roma aveva operato per Cesare.~ ~ 2504 10| doveva aspettare». Cesare era operatore, e non professore di storia.~ ~ 2505 4| impero di quel re non fu un’operetta viennese! Ma non stiamo 2506 3| grammatica è pulizia.~ ~Queste opinioni espresse per mordacità, 2507 20| aperte contro le porte, si oppone con la vita e Cesare ode 2508 20| tribuno di nome Metello che si oppose a Cesare. Cesare gli disse: « 2509 14| il tuo esercito è qui per opprimermi, e perciò se tu non te ne 2510 18| l’antico duello dei tre Orazi contro i tre Curiazi: dividere 2511 5| ma quando arrivarono ad Orbetello furono tagliati a pezzi.~ ~– 2512 19| quando li ebbe lì, assalì le orde dei germani che non se l’ 2513 8| aveva fatto brillare il suo ordignetto che accende forse che si, 2514 21| vedeva passare tutta gente ordinata, tutta bella società, che 2515 4| sino al soffitto: tutti ordinati, in legature antiche, punteggiate 2516 6| che vuol dire lo stato ordinatissimo, e non «la republica», nel 2517 15| feroci, e dietro ci mandò Orfeo con l’arpa, per ammorbidire 2518 19| riconosce la sua intelligenza di organizzatore e di guerriero, ma è implacabile!~ ~ 2519 24| Vercingetorix cantava per scatti orgogliosi come fa cantachiaro. Ariovisto 2520 8| il più valoroso, il più orgoglioso fra gli Svevi. Con fremito 2521 10| Se vuoi sentirle nell’originale queste parole, te le dirò 2522 22| proviene dall’antichissima sua origine mediterranea. Erano vele 2523 4| Dal ballatoio, sopra l’orizzonte dei tetti, si vedeva la 2524 22| Cesare decide lo sbarco che ormai calava la sera.~ ~«In terra –, 2525 11| venne in odio agli Dei; e l’orme dei viventi fuggiva. Guardati 2526 13| Nera, da cui vengono gli orologi a cucù, e allora venne l’ 2527 13| a cucù, e allora venne l’orologio che segnò l’ora di Roma.~ ~ 2528 5| abitudini pacifiche. E quell’«orrende spade» vuol dire sguainate, 2529 8| confronto della sua patria che è orrida di selve e paludi. La Francia 2530 22| paura, per diventare più orridi, horridiores, e le donne 2531 8| conosceva che bevande d’orzo, la barbarica cervogia, 2532 18| essere arrivate da Roma se ha osato battermi, in faccia».~ ~ 2533 14| ammirabile sincerità, che «non osava, non audebat, affidare la 2534 21| Ora sentiva distinta una oscillante voce che allora era tanto 2535 23| sterminata battaglia di Alesia oscillò incerta la vittoria? Cesare 2536 6| che da prima furono una oscura, povera stirpe italica, 2537 23| si era di nuovo tutta oscurata la luna.~ ~Ti racconterò 2538 17| e si «vedea per l’ampia oscurità scintille balenar d’elmi 2539 23| ore 9 di sera, la luna si oscurò.~ ~Anche il 9 è un numero 2540 8| enormi fantocci, mannequins d’osier; li stipavano di uomini 2541 3| qualche virtù, li teneva sotto osservazione. Ma aveva dovuto concludere 2542 4| dentro questa calotta di osso. Guarda che armonia! La 2543 10| preso i nostri figli in ostaggio, e quando non si ubbidisce, 2544 17| il popolo dei germani ha ostinata memoria; e ai ricordi si 2545 13| che cesserebbe dalla sua ostinazione quando avesse da lui inteso 2546 20| vengono dall’Africa, e le ostriche devono essere del lago Lucrino, 2547 6| dissero davanti al re degli ostrogoti: «se sperare nella libertà 2548 12| sangue. E poi che avresti ottenuto? Volevi dare una soddisfazione 2549 19| anche una coppa di questo ottimo vino, che odora di violette, 2550 2| anno MDXXXI. Del mese di Ottobre.~ ~E sotto si vedeva un 2551 22| gelidamente. Nel secolo dell’ottocento portavano una collana di 2552 15| del cancelliere germanico, Ottone di Bismarck, quando nel 2553 4| gelosi. Lui le butta giù le ova dal nido e le dà beccate 2554 21| la cravatta uno spillone ovale che ripeteva il ritratto 2555 13| cùculo ha buttato il suo ovino; ma poi questo nasce e butta 2556 | ovvero 2557 19| documento del fatto: S. P. Q. R. ex S. C., che vuol 2558 2| altra mano impedita da un pacco di libri. Saliva le scale 2559 19| che eravamo educati a così pacifica civiltà. Fu un anno di terrore 2560 5| Cesare ed era di abitudini pacifiche. E quell’«orrende spade» 2561 23| giorno. Sant’Antonio da Padova fu del resto uno dei seguaci 2562 21| dispiacque fargli cambiar padrone, e si ricordò di quello 2563 12| alle idi che è giorno dei pagamenti, e il banchiere Alfio, se 2564 20| veniva per reclamare un certo pagamento di tasse per esercizio professionale, 2565 20| esercizio professionale, non mai pagate.~ ~Presentava un foglietto.~ ~ 2566 24| giovine re d’Inghilterra! Otto paggi gli sostengono il manto 2567 11| rifiutano di pagare tributi. Se pagheranno tributi, li lascerò in pace. 2568 2| giureconsulto Papiniano.~ ~– Pagherò –, disse Ambrogino.~ ~– 2569 2| se chi rompe paga, io pago, e i cocci sono miei.~ ~ 2570 8| donzello offriva alla sposa un paio di buoi, un cavallo frenato, 2571 2| Era un vecchietto con palandrana nera, una mano bianca sul 2572 21| uffici.~ ~Era un grande palazzo con tanti uscieri, e tutti 2573 22| per tal lunghezza che le pale degli ordini soprastanti 2574 13| una scure, una pentola, i paletti per le trincee, oltre alle 2575 1| costruivano ponti, piantavano palizzate, spianavano strade, facevano 2576 22| cavallo; e quando giocano alle palle; e quando fanno la guerra! 2577 19| scrittori un po’ libertini?~ ~Palliativi rispettabilissimi, espedienti 2578 14| cosa vuol dire quando il pallido terrore si impadronisce 2579 22| salti con certi loro razzi e palloni per vedere se si sta meglio, 2580 Pre| gli scarabei rotolano le pallottoline delle loro generazioni.~ ~ 2581 21| Ambrogino dritto, con la palma della mano dritta, che salutava.~ ~ 2582 16| nasce la luna, tu leverai le palme al cielo, tutta fiorirà 2583 1| dentro lo scrigno delle palpebre per cui le tose lo chiamano « 2584 10| so dire: ma tutto è vivo, palpitante quando lui parla delle cose 2585 16| oriente con gli angioli, e un palpito, non di giovinezza per me, 2586 8| che è orrida di selve e paludi. La Francia è molto gentile. 2587 2| un po’ di sole; fa molti pampini, ma non riesce a maturare 2588 6| cena sia breve», faceva il pan grattato col latte in un 2589 2| automobile sono presi dal panico e vogliono attraversare 2590 23| Graecia, Thracia, Dacia, Pannonia, Noricum, Raetia, Belgica.~ ~ 2591 15| vanità. Cesare sta fuori del panteon che rinserra la gloriosa 2592 1| rispettare, come la marchesa Paola Travasa nel rango dell’aristocrazia.~ ~ 2593 11| apparve san Pietro e san Paolo davanti ad Aquileia, e sarà, 2594 19| inno della libertà. Bibamus papaliter!~ ~E bevve con delizia, 2595 19| è di età posteriori: dei papi, ad esempio. E poi? Dove 2596 2| paga, dice il giureconsulto Papiniano.~ ~– Pagherò –, disse Ambrogino.~ ~– 2597 9| spirava la voce antica di Papirio Cursore, il dittatore, quando 2598 1| fa l’incantesimo, e gli par d’essere lui un legionario 2599 9| sapeva queste cose: non la parabola del sammaritano, ma della 2600 12| pater meus fu colpito da paralisia, Livia, puella mea, Clelia, 2601 2| nera, una mano bianca sul paramano della scala, l’altra mano 2602 6| militiaeque, intenti festinare, parare, alius alium hortari, hostibus 2603 17| Vive solo il canto delle Parche!~ ~Per quello che io ti 2604 6| erano parsimoniosi: domi parci. Il diritto era fondato 2605 4| continui viaggi, e il vivere parco, e il dormire sereno. Tu 2606 22| imperatore: «d’intorno a lui parea calcato a pieno di cavalieri 2607 | parecchie 2608 6| ire, libertatem, patriam, parentes armis tègere.~ ~– Dopo è 2609 4| tabernacolo. La libreria in una parete faceva un arco tondo, e 2610 21| stanza, tutta allineata nelle pareti con reggimenti di libroni 2611 6| insieme. Vedi anche i due pargoletti umani che stanno sicuri 2612 2| libro perché è vecchio sia pari a un vestito vecchio? Un 2613 8| la Senna per il paese dei Parisii, da cui poi venne Parigi, 2614 21| neppur io. «Adesso tutti parlan latino,» disse fra sé, e 2615 17| dimenticare Og e Magog. Ne parlano i veggenti della Bibbia. 2616 24| fiore che primo apparve del parlar latino.~ ~Era la lingua 2617 14| insegnamenti. Cessa dal parlarmi del senato romano: sì, io 2618 24| stavo in aspettazione che parlassero di faccende politiche; e, 2619 20| nescis vivere! Bada che parlo di me.~ ~ 2620 1| Po». Potevano essere di Parma, di Modena, e anche di Ferrara 2621 15| schierato in ordinanza le paroline. Tuttavia mi pare che Ariovisto 2622 6| Dei, ma in casa loro erano parsimoniosi: domi parci. Il diritto 2623 6| oggi compatibile il vivere parsimonioso con tante industrie del 2624 10| i popoli i quali nelle parti settentrionali di là dal 2625 13| aveva già stabilito di partire, e tutt’al più colse quel 2626 15| si giocano certe grosse partite, non si può badare per il 2627 20| rispose Ambrogino.~ ~Ma partiti che furono quei due uomini, 2628 7| Dei?»~ ~E quando gli amici partivano o arrivavano da terre lontane, 2629 18| La colpa è di Eva: essa partorì due figliuoli: uno era bianco 2630 20| fuori perché giudicasse. Parvero accordarsi, approvare…~ ~ 2631 5| Ambrogino sentiva questi passaggi, ma non se ne rendeva conto 2632 17| ebreo errante: passa i mari, passai monti: gli oceani anche. 2633 9| camminò giorno e notte. Passando per l’Emilia e per Milano, 2634 23| dicevano: «Eja, Caesar, alalà»? Passarono con Cesare il Reno, ed ora 2635 13| altri svevi della Selva Nera passassero il Reno? La Fortuna lavorava 2636 9| con tutte le loro genti passavano. E Cesare calcolò il tempo 2637 Pre| del Rubicone. I pesciolini passeggiano per la piccola onda chiara, 2638 16| loro bianchi incensieri; passeggiavano le chimere; un usignolo 2639 9| io lo difenderò».~ ~«Noi passeremo lo stesso – risposero gli 2640 22| l’olivo, sonavate la piva pastorale lungo le rive del Mincio 2641 14| senato di Roma ti ha fatto pastore di popoli, e tu sei lupo 2642 6| usavano i prischi romani, e la paterna saliera, e il boccale del 2643 5| dall’acuto, al grave, al patetico su la spinetta. Ambrogino 2644 2| vecchietto con vocina di patos, – con che cosa guadagnerà 2645 6| obviam ire, libertatem, patriam, parentes armis tègere.~ ~– 2646 12| buona famiglia, eleganti patrizi che compivano la loro educazione 2647 5| soldati, i bravi soldati: a patto si intende, di non morire:~ ~ ~ ~ 2648 22| freddezza e di certe loro paturne col sentimento, hanno creato 2649 20| IN quel punto un uomo, pauroso in vista per le irsute ciglia, 2650 20| uomini, il vecchio cominciò a paventare non venissero con forza, 2651 19| Tassoni, quanto confortò i pazienti studi di Ludovico Antonio 2652 3| impressione: sembrano ubriachi, pazzi: corse furibonde. Oh, innocenza! 2653 19| essa oggi scrive il suo peana! Ma fa sì che la duri sino 2654 22| oculis, recta cervice, lato pectore, ventre modicus, exilior 2655 13| per di più teutonicamente pedante.~ ~Quattro giorni occorsero 2656 2| avviene spesso agli sventurati pedoni che, quando passa un’automobile 2657 6| interveniva con i piccoli Penati e i grandi Lari.~ ~«Se ci 2658 14| poi disse: «Quella che ti pende dal balteo, non è una spada 2659 3| grammaticus». Un cartello mobile pendeva da un chiodo, dove era scritto: « 2660 2| sotto le ispide sopraciglia, penetrare dentro di lui, e udì queste 2661 14| quelle del grande latino lo penetrarono.~ ~Si salutarono. Ariovisto 2662 7| delle isole, pupilla delle penisole, dicendo: «Salve, o venusta 2663 24| cristata, l’allodola col pennacchio.~ ~Ammirò Ambrogino quella 2664 9| arma terribile. Creste e penne sui cimieri e scudi dipinti 2665 6| a tavola e nelle cucine, pensava Ambrogino, – non arriveremo 2666 13| giudizio.~ ~«Che cosa ne pensi, Cesare, del mio poema? 2667 16| dal campo romano. Guardano pensose i figli e i mariti che giacciono 2668 13| una vanga, una scure, una pentola, i paletti per le trincee, 2669 6| del latte che vomitava dal pentolino.~ ~– Ma chiuda il gas, egregio 2670 10| diciamo la «matta».~ ~– La peppatència, la decima legione! esclama 2671 2| come una luce non usata, percorrergli sopra. La voce del vecchio 2672 13| viaggio di cinquanta miglia e percorse un largo circuito per non 2673 9| dire; ma è certo che lui la percosse su la testa con una perizia 2674 7| Non diventar cavaliere! Perderesti l’anima tua, e io ne avrei 2675 17| e la Lorena in conto di perdita e non se ne parli più. Sarebbe 2676 23| tiranno»; e poi dico: «Cesare, perdona, tu non eri un tiranno».~ ~ 2677 17| in memoria della patria perduta, così che ogni giovane amatore, 2678 24| aurora! Un popolo che ha perfezionato i profumi in questo gran 2679 12| scrivevano e sigillavano pergamene perché a quei tempi la carta 2680 6| altri Dei, era cosa molto pericolosa, quando tu consideri che 2681 6| di ricorrere al «vivere pericolosamente». Esempio continuo, allenamento, 2682 15| manda generali perché è periculosum. E lo scrive lui, lui che 2683 22| avventure! Se foste scampati ai perigli della guerra, Cesare vi 2684 11| Pulcella, e l’arcangelo dal periglio! O venne il soccorso di 2685 22| spesso a Firenze e non si peritava di andare a spasso in carrozzino, 2686 9| percosse su la testa con una perizia anatomica che mi fa pensare.~ ~ 2687 7| dea Iside, e il volto di perla si vedeva appena nei grandi 2688 10| se in otto anni e più di permanenza in Francia parlava francese.~ ~ 2689 9| ti domandiamo, Cesare, il permesso di passare, e ti giuriamo 2690 11| tu da me».~ ~E poi dice: «permetti che io mi meravigli: nella 2691 20| bastano mai a chi trova che le pernici non sono buone se non vengono 2692 7| cause popolari, popularia perorabat, che in greco si dice demagoghein. 2693 7| politicante un po’ demagogo: perorava le cause popolari, popularia 2694 18| usque ad ripam Rheni fuga perpetua fuit.~ ~L’acqua del Reno 2695 11| ti sarà grata in eterno, «perpetuam gratiam»; e tu sarai sempre 2696 17| Termopili! C’è un riflettore perpetuo di gloria sopra quei luoghi.~ ~– 2697 4| Babilonia? dove Tebe? dove Persepoli? Splende Parigi, Londra, 2698 19| che se la Germania avesse perseverato in quella sua spietatezza, 2699 15| sufficiente. Artaserse, re di Persia, era raffinatissimo; ma 2700 20| tempi di Ciro, gran re dei persiani, dove il messo annunciatore, 2701 7| Per conquistare l’impero persiano? Non dico di no; ma nel 2702 19| se ne sono dette tante. Persino fu detto che se la Germania 2703 22| romani sono «atterriti», perterriti?~ ~Ma per il sangue di tutti 2704 20| Io vivo come Amiclate, il pescatore, in compagnia della Povertà. 2705 20| imposta o balzello, i poveri pescatori.~ ~Ricorda queste cose a 2706 2| Dovrebbe essere un pesce, uno storione, quello che 2707 Pre| alle rive del Rubicone. I pesciolini passeggiano per la piccola 2708 13| armatura: sessanta libbre di peso, circa venti chili. In pratica 2709 10| anzi, come vedrai, le aveva pessime.~ ~Poteva dar battaglia? 2710 3| Achille il segreto della pestilenza se prima non è garantito, 2711 2| guadagnerà il povero cieco il suo pezzo di pane? Guarda in che stato 2712 23| vincere ambubaiarum collegia, pharmacopolae, mendici, mimae, balatrones 2713 10| all’arte del cappellaio, mi piacerebbe farti capire come bastino 2714 8| di sentenze virtuose. Mi piacevano tanto quelle sentenze! Ora 2715 6| troverai una conversazione piacevole dove un cameriere, più che 2716 19| che vuoi? Benché vi siano piacevoli racconti di cortesie, specie 2717 10| ricchi nostri campi gli sono piaciuti. Essi erano centoventimila 2718 24| il Barbarossa. Era tutto piagato.~ ~Il re dei Britanni si 2719 8| ma ti parlerò per parole piane; e per rispetto di Cesare, 2720 18| parole di Cesare.~ ~Ariovisto piangendo per tanta sventura, arrivò 2721 19| tempo: io sento le arpe piangenti ai salici di Babilonia e 2722 12| occhi come agli Edui.~ ~«Voi piangete?», disse Cesare.~ ~«Noi 2723 19| Augusto nella reggia di Roma piangeva: Vare, Vare, redde legiones 2724 10| parlava, tutti miserabilmente piangevano.~ ~Cesare guarda attorno 2725 8| Francia, affioranti su ameni piani. Nella Provenza ride il 2726 23| quelli subito fecero alt e piantarono le bandiere: continuo signa 2727 1| Cesare costruivano ponti, piantavano palizzate, spianavano strade, 2728 22| squadraste l’accampamento, piantavate la vite e l’olivo, sonavate 2729 13| monticello che sorgeva nella pianura. Avrebbero parlato rimanendo 2730 22| di salse. Mettono salse piccanti sui loro cibi insipidi, 2731 2| grande ammantata e un’altra piccina, con una sottanina.~ ~– 2732 3| vitellini e nei puledri, che da piccini sono graziosi e dànno bene 2733 13| di scomodarsi per queste piccole cose.~ ~Le legioni andavano 2734 6| che vi interveniva con i piccoli Penati e i grandi Lari.~ ~« 2735 5| sino a Roma che allora era piccolina e la bruciarono.~ ~E i romani 2736 22| e perciò il mondo pare piccolino, ed è tutto conosciuto. 2737 17| prima che entri in azione il piccone, i nostri nepoti nemmeno 2738 17| spada? dove è Berta dal gran piè? dove è dunque il prode 2739 23| della gloria! Voi formaste piedestallo di anime all’insuperato 2740 19| Vini guerrieri del glorioso Piemonte hanno creato un popolo guerriero.~ ~– 2741 14| Fidia aveva mutato la dura pietra nella più gran gentilezza 2742 12| nove anni più tardi sul pietrone di Rimini. Lì, a Rimini, 2743 21| usciere che ho mandato per il pignoramento mi ha bene riferito qualche 2744 4| del cranio posa sopra i pilastri degli zigomi; dopo, le guancie 2745 20| anche la casa del poeta Pindaro. Anch’io sono poeta! Ho 2746 11| strenui guerrieri. La cappa di piombo della neurastenia si stende 2747 11| Il legionario romano era pioniere, muratore, artiere, fabbro, 2748 22| razionali, e per quando piove, e per quando è mattino, 2749 11| indietro dall’India perché pioveva dal cielo falde di fuoco, 2750 2| gonfie, così roteava come un pipistrello; e la scala era stretta, 2751 23| vinse Sertorio, debellò i pirati, sconfisse Mitridate. Ha 2752 8| terribilistico da far spavento a Pirgopolinice, ma ti parlerò per parole 2753 6| dei mai visti leofanti di Pirro.~ ~«Troppo spirito, – dicevano –. 2754 4| variazioni dal tempo di Pisistrato e di Dionigi. Il tiranno 2755 5| gran barba, come Moise, Pitagora, Solone, San Gerolamo che 2756 17| invernali, le case sono pittoresche e rivestite di bel legno, 2757 5| grandi artisti, scultori, pittori, uscivano dalle botteghe 2758 15| Così Cesare può vedere per pittura quello che saranno, quattro 2759 15| generali superbi di oro e di piume. Mamma Laetitia, che gli 2760 22| vite e l’olivo, sonavate la piva pastorale lungo le rive 2761 22| umorismo che trovi.~ ~Un pizzico di ipocrisia fa conto che 2762 6| carceriere, offre, s’il lui plait, al vecchietto una tazza 2763 2| stormo di fogli faceva volo plané giù per le scale. Ambrogino 2764 15| sentiva qualche fischio in platea.~ ~Ma Cesare è altra cosa. 2765 | poca 2766 | pochissima 2767 21| spinetta, l’erba cedrina, le poesie, scompariva lontano, come 2768 8| della casa di Svevia, che poetò in nostra favella? e di 2769 19| mani nette. Io non gioco a poker, e perciò non bluffo; ma 2770 7| in Roma era stato oratore politicante un po’ demagogo: perorava 2771 24| signori del mondo e grandi politici, io stavo in aspettazione 2772 12| trattava come in un teatro politico di commuovere folle.~ ~Forse 2773 7| altro. Cosa c’è sopra il polo? la stratosfera. E sopra 2774 2| vide quel vecchietto in poltrona, di fianco al lettuccio, 2775 14| suonare i corni, un gran polverio si levò lontano. Erano i 2776 5| Se innanzi il dì nol pone~ ~lancia nemica in terra.~ ~ ~ ~ 2777 14| avanti Cristo: montagne verso ponente; selve d’attorno; selvaggio 2778 4| bende sul capo: è Cesare pontefice massimo. Pare un centenario 2779 1| legionari di Cesare costruivano ponti, piantavano palizzate, spianavano 2780 23| Mauretania, Aegyptus, Syria, Pontus, Graecia, Thracia, Dacia, 2781 1| donne di casa, di nobiltà popolana, milanese puro sangue, che 2782 10| che cosa è affidata la tua popolarità!~ ~E continuò: – Cesare 2783 10| cercare nuovi paesi: queste popolazioni furono quelle che distrussero 2784 16| bucato nel Reno! Mettevano le poppe in bocca ai loro nati e 2785 7| perorava le cause popolari, popularia perorabat, che in greco 2786 23| apparso a cavallo col manto di porpora. Ha detto: «seguitemi», 2787 22| in mare con me».~ ~Era il porta-bandiera della decima legione, e 2788 22| Giuliano –, che non fu il portabandiera, ma fu Cesare stesso che 2789 22| pare che le signore non portassero altro vestito che quella 2790 13| i carri, i vivandieri, i portatori. Naturalmente le punte delle 2791 15| Gli Edui, impauriti, non porteranno più viveri al campo romano.~ ~ 2792 4| sono morte! Così anche noi portiamo la ricordanza e gli affetti 2793 2| finestra; e teneva una gamba posata sopra una sedia.~ ~ – Belle 2794 23| difenderlo, avrebbe detto: «posate le spade».~ ~Non tutto può 2795 2| dives auro et argento, dives positis in foenere nummis?~ ~Parve 2796 2| lacedemoni si fermavano in posizione di attenti, e per questo 2797 | possa 2798 | possano 2799 13| quanto di uomini, se non possedessero questa preziosa qualità 2800 13| chiudergli gli occhi. Cesare possedeva questa bella virtù di dormire 2801 8| cantano: «noi l’abbiamo posseduto il vostro Reno tedesco». 2802 9| giorno cavalcava per le poste, di notte riposa va sopra 2803 19| ampollose lapidi latine è di età posteriori: dei papi, ad esempio. E 2804 11| soltanto arare, vangare, ma potare, fare innesti, estrae i 2805 15| spaccarono quelle botti. Era potòria, peggio che aceto! Perdettero 2806 | potrà 2807 | potrai 2808 | potresti 2809 | potuta 2810 21| Maria Vergine, se l’è matt, pover veggett!~ ~Se lei, egregio 2811 19| i nonni ed i bimbi alle povere mense. Non gravare di gabelle 2812 7| tanto bella rinomanza con la prammatica: «le signore romane rimangono 2813 13| peso, circa venti chili. In pratica avrà caricato sui muli e 2814 7| Era stato console l’anno precedente, e poi era stato nominato 2815 11| luna, le stelle e ricorda i precetti dei padri. E poi dai civili 2816 6| cui quella di ubbidire al precetto della scuola salernitana: « 2817 23| oro nel mare; ed essi si precipitarono in mare. I francesi attaccano 2818 19| Germanico: la Selva Nera precipitò con gli Svevi, coi Cheruschi, 2819 21| quell’ordine, da quella precisione con cui ogni uomo si trova 2820 10| genti feroci e avide di preda.~ ~Cesare li accolse gentilmente 2821 16| le sorti magiche, avevano predetto una grande vittoria a luna 2822 19| già in antecedenza che la predica finirà in gloria, tu non 2823 Pre| ~ ~Prefazione~ ~Noi andiamo spesso, al 2824 24| nemmeno, che non ti sorride, preferisci questa che si bacia per 2825 13| battaglia, almeno per allora, ma preferiva un accomodamento diplomatico; 2826 15| che nell’accomiatarli li prega di «tornare più presto che 2827 20| colui che qui ti manda, e prègalo che faccia con me come fece 2828 7| Roma è grande abbastanza. Preghiamo gli Dei di conservarla in 2829 20| hanno valore: sono libri di pregio, di quelli che duravano 2830 13| cibo, guardò la clepsidra e pregò Ipnos, il sonno, dolce fratello 2831 19| monache, vini bianchi per i prelati, e il vinello del popolo, 2832 6| miei tempi non si ammetteva preminenza nel mondo se non di quella 2833 4| Mi pare che lei mi prenda sempre in giro, – disse 2834 5| e i galli giurarono di prenderla un’altra volta, ma quando 2835 20| se non puoi fare a meno, prendi tutti questi libri: io te 2836 4| imitarmi. Questa volta non ti prendo in giro. Se non mi credi, 2837 3| snodano le gambe. Dopo un po’ prendono un trotto mansueto e ti 2838 20| pareva fissato verso una preoccupazione, ma non diceva niente. Solamente 2839 2| odore del minestrone che si prepara, richiama imagini di una 2840 19| un nobile francese che preparò la suprema riscossa di tutta 2841 1| forte e di buon sangue, prepotenze non ne fa e non ne ha fatte 2842 8| figlie. Di queste l’una fu presa e l’altra trovata morta;» 2843 10| canori, ma anche le oche sono presaghe delle cose future.~ ~ 2844 9| Quando viene il 13 aprile, si presentano gli ambasciatori.~ ~«Non 2845 3| Pietro, – diceva, – voglio presentarmi alle porte del paradiso 2846 20| ma lo vedi: io mi trovo presentemente in disagio. Io vivo come 2847 20| la vita e Cesare ode nei presenti un mormorio di ammirazione. 2848 10| anche tu, e ne assumessi la presidenza».~ ~Cesare disse:~ ~«Ben 2849 5| la fece un poeta che era press’a poco del tempo di Cesare 2850 3| futuro.~ ~Questo professore pretendeva molta pulizia nella scrittura 2851 6| fra i quali la curiosa pretesa che tutti si credono figli 2852 19| nel suo padiglione sotto pretesto di parlamento, e quando 2853 19| bottiglia, e, da ragazzo previdente, aveva preso con sé anche 2854 11| Cesare va giorno e notte, previene Ariovisto e a Besançon si 2855 13| non possedessero questa preziosa qualità di dire: «adesso 2856 3| come Ettore ad Enea; come Priamo quando vede Achille gli 2857 19| maturò in dieci anni di prigione così come il barolo acquista 2858 8| figliuole: l’altra fu fatta prigioniera. Probabilmente da quei ragazzi 2859 20| questo momento tu sei mio prigioniero e con te sono prigionieri 2860 14| primo io son degli Svevi. Primi sono gli Svevi di tutti 2861 6| scita Anacarsi alla civiltà primitiva: la civiltà è una meravigliosa 2862 8| troppo alle virtù dei popoli primitivi né ai vizi dei popoli raffinati. 2863 6| che tutti si credono figli primogeniti della creazione: gli ebrei, 2864 5| per primo le spade? Quis primus horrendos protulit enses? 2865 10| una sua meraviglia: quei principi degli Edui parlavano piano, 2866 22| cammina sempre: sa dove principia e non sa dove finisce. Ma 2867 13| sereno nel sonno che già era principiata la battaglia che doveva 2868 6| fatto bene, come usavano i prischi romani, e la paterna saliera, 2869 6| La libertà è un fatto privato fra te stesso, in quei rari 2870 6| l’onore, la religione, la probità e altre cose son belle cose, 2871 14| Davanti un cavaliere solo procedeva. Era Ariovisto.~ ~Quando 2872 15| che si chiamava Valerio Procillo «col quale i germani non 2873 15| va nell’oasi di Giove, e proclama che anche lui è Giove, è 2874 11| il fido Ney, il prode dei prodi lo aveva abbandonato, e 2875 22| allacciavano per i loro lati prodieri a lunghe antenne; una per 2876 9| pennacchi e le creste non producono ferite, il pilum romano 2877 5| l’allegria poi serve alla produzione della salute e della figliolanza 2878 8| Detto che ebbe questo proemio, continuò:~ ~Dicono che 2879 20| tu che mi è più difficile proferire contro di te la sentenza 2880 19| romane che mai siano state proferite: «la causa vincitrice piacque 2881 20| pagamento di tasse per esercizio professionale, non mai pagate.~ ~Presentava 2882 5| Hai ragione: noi altri professori siamo così istruiti che 2883 21| luna e con le comete, fa le profezie, fa il nostalgico, come 2884 15| Hanno veduto di lontano profilarsi una mandria, un convoglio. 2885 23| ho detto. Le belle donne profumano il mondo e Cleopatra fu 2886 23| Cesare. Alla mia età questo profumo non si sente più. Ma stolto 2887 15| cinque giorni lo sfida. Il programma di Ariovisto è questo? stancare 2888 17| fare quei duelli che sono proibiti dalle leggi. Ma non è dimenticanza: 2889 22| materiale umano», non «proiettili umani», non «rendita di 2890 10| in Roma e, senza avanzare promesse, fece capire che si sarebbe 2891 10| il giorno è questo, ma prometti che anche tu sarai segreto».~ ~ 2892 19| della luna nuova: da lunae pròpere novae –, così disse il vecchio; 2893 16| sono i germani quando l’ora propizia verrà. Si adunano le donne, 2894 20| Se ne son dette tante a proposito di quel sequestro che fece 2895 11| proprio nello scorso anno, su proposta di Cesare, che ora è nostro 2896 5| terra avita coi buoi di loro proprietà: questa «terra avita» non 2897 1| Allora va dal figlio del proprietario dello stabile dove abita, 2898 22| sperone di bronzo, proteso a prora, a fior d’acqua, per cozzare 2899 22| dell’impero, e là rivolse le prore delle triremi.~ ~Ma prima 2900 22| mezzodì.~ ~Fece i segnali di proseguire, perché lì era impossibile 2901 24| corvo; ma il gallo perché è protervo e vuole fare l’astrologo, 2902 22| con uno sperone di bronzo, proteso a prora, a fior d’acqua, 2903 19| esterminio, Marco Porcio Catone protestò in senato, e strepitava 2904 7| bombardamento? Cos’è la cellula? il protoplasma? il microbio? Cos’è il pensiero? 2905 5| spade? Quis primus horrendos protulit enses? Questa domanda se 2906 6| fecero una cosa che non è prova di intelligenza. Socrate 2907 10| Ma nel suo cuore doveva provare un turbamento che dal volto 2908 23| Sempre lei in tutte le prove! Ma quel giorno quando nella 2909 12| romano, e credo che non provenga da «dieci», ma da una parola 2910 3| discorsi, si avverava il proverbio: Dio li fa, poi li accompagna; 2911 22| vela latina, e questo nome proviene dall’antichissima sua origine 2912 24| madre e nutrice di tutte le provincie dell’impero.~ ~Un amabile 2913 11| pianto degli Edui, sente la provocazione delle superbe parole di 2914 10| Edui sente che bisognava provvedere a questa faccenda di Ariovisto, 2915 18| operazioni crudeli, per divina provvidenza, sono intercalate nel tempo 2916 13| cireneo: doveva portare la sua provvista di grano, una sega, una 2917 5| pur senza aver studiato psicologia. Ti prego di non dire lo 2918 15| marasma morale, al «momento psicologico»? Questa è una espressione 2919 3| stato dimesso dalle scuole pubbliche per «scarso rendimento», 2920 20| volta, la porta del tesoro pubblico, aerarium sanctum, forzata 2921 7| fare un dio! Non diventar publicano! Non diventar cavaliere! 2922 6| l’umanità, la pietà, la pudicizia per cui la spada romana 2923 22| per cui egli si chiude nel pudore del suo dolore, come dentro 2924 21| Zio, citto!».~ ~El cognoss pü gnanca i ghei, – esclamò 2925 12| colpito da paralisia, Livia, puella mea, Clelia, fidelissima 2926 4| che i senatori con Bruto pugnalarono Cesare!~ ~– I senatori, 2927 24| Vercingetorix le ventitré pugnalate che aveva ricevuto in senato.~ ~ 2928 4| è vero che più tardi si pugnalò da se stesso.~ ~Pensa ad 2929 11| mitraglia col tricolore in pugno: io lo vedo in una carrozza 2930 3| avviene nei vitellini e nei puledri, che da piccini sono graziosi 2931 3| si vede un vitellino, un puledrino, anche un branco di maialetti, 2932 6| anche senza ricami. Un pulmentarium di ceci, di fave, di lenticchie, 2933 19| senato, e strepitava che per punizione si doveva consegnare Cesare 2934 1| legio X, e il gagliardetto puntato davanti, non sarebbe prudente 2935 4| ordinati, in legature antiche, punteggiate di barbagli d’oro sì che 2936 24| di mazzate, di disagi, di punture.~ ~ ~ ~Sai che cosa facevano 2937 8| sentenze corazzate di virtù pura e fiammeggianti di sdegni 2938 19| ha elevato Dante nel suo Purgatorio.~ ~Lei ha inspirato a Dante 2939 19| religione, di catarsi, di purificazione, di visioni trasfigurate, 2940 4| debitore di quella elegante purità che è stimata anche dai 2941 22| portavano una collana di barba puritana. La loro regina si chiamava 2942 22| loro cibi insipidi, e sono puritani anche quando sono libertini.~ ~ 2943 7| grammatico fa lo stesso: purus asinus, come si dice. La 2944 2| Nella portineria c’è la pusterla di lucido legno, sagomato 2945 19| documento del fatto: S. P. Q. R. ex S. C., che vuol dire: « 2946 23| Cesare, era sempre con lei: quacum erat, «con la quale egli 2947 13| quello che voi altri dite le quadrate legioni, che sa un po’ di 2948 2| E sotto si vedeva un quadratino con una figurina grande 2949 2| Quid sit futurum cras fuge quaerere – disse –; piuttosto sai 2950 | qualcheduno 2951 | qualcuno 2952 13| possedessero questa preziosa qualità di dire: «adesso dormo, 2953 | qualunque 2954 | quam 2955 | quanta 2956 13| combinazioni presenta la Fortuna: quantos affert casus!».~ ~Sin dove 2957 7| femminili. Così era arrivato sui quarant’anni. Ma chi poteva sospettare 2958 | quaranta 2959 4| quando andò in Francia aveva quarantadue anni, e come chiome era 2960 12| germani, chi li tagliò a pezzi quarantatré anni fa? La spada di Roma 2961 16| Quando io da questi tetti quassù, qualche volta di notte, 2962 11| avere avuto la peggio. Sono quattordici anni che noi, germani, giriamo 2963 8| nei monasteri delle dense querce. Essi insegnavano la dottrina 2964 21| labbra si agitarono, si quetarono, poi domandò segnando con 2965 20| Scarsi alimenti ma sinceri e queti~ ~Per novant’anni Egialeo 2966 | Quid 2967 | Quis 2968 | Quo 2969 | quorum 2970 19| documento del fatto: S. P. Q. R. ex S. C., che vuol dire: « 2971 9| instancabile. Venne a Milano, raccolse le leve che aveva comandato. 2972 23| alle trombe di sonare a raccolta, receptui cani iussit, e 2973 23| Valchirie li han pur essi tutti raccolti.~ ~Non pianse Cesare. Egli 2974 18| sparviero romano, in sé raccolto, si disponeva nella triplice 2975 18| li fece sciogliere. Essi raccontarono che le streghe dei germani 2976 21| Quelli uomini fuori di misura raccontati dal professore, ci saranno 2977 1| aveva con l’Austria, e gli raccontava la storia di quel capitano 2978 10| cose di Francia; e quando racconterà in altro libro le guerre 2979 10| che hanno un apparecchio radio-fonico come oggi.~ ~E in fine dissero 2980 23| Dacia, Pannonia, Noricum, Raetia, Belgica.~ ~Questo è l’impero 2981 8| statura gigantesca ».~ ~Chi li raffigurò così non fu Giulio Cesare, 2982 8| primitivi né ai vizi dei popoli raffinati. Tàcito ha esagerato forse 2983 15| Artaserse, re di Persia, era raffinatissimo; ma trovandosi in guerra, 2984 8| cavallo e con una freccia raggiunse il cervo e l’uccise, e poi 2985 2| di Ambrogino e gli fece raggrinzare il nasetto di falco; ma 2986 10| svizzeri, i personaggi più ragguardevoli degli Edui vennero a Cesare 2987 9| lealtà; ma anche i civili ragionano così.~ ~Un giorno Cesare 2988 15| chiamare i suoi nemici per ragionare bonariamente con loro; e 2989 24| politiche; e, quanto meno, ragionassero del come si governano gli 2990 21| quelli scatoloni come un ragno in casa sua.~ ~Ora mentre 2991 23| quale la spiga del grano si rallegra, e sui colli solatii l’uva 2992 4| quel re della Beozia si rallegrasse nel firmare la sentenza 2993 18| ambasciatori. Quanto se ne rallegrò! Essi erano incatenati con 2994 8| spaventosi: costruivano con rame di quercia enormi fantocci, 2995 11| artiere, fabbro, idraulico, ranciere. Era come il nostro contadino, 2996 15| germani non avevano ragione di rancore»: di modi molto gentili, 2997 24| Pure diceva a Cesare: sans rancune.~ ~Cesare allora aperse 2998 1| marchesa Paola Travasa nel rango dell’aristocrazia.~ ~Ma 2999 11| ordine di levare il campo e a rapide giornate muove contro di 3000 12| chiamare gli ufficiali a rapporto: non i capitani soltanto, 3001 21| in una cornicetta nera.~ ~Rappresentava un milite come lui.~ ~Ambrogino 3002 4| elegante libro inglese di rare incisioni: Divus Julius 3003 6| privato fra te stesso, in quei rari casi in cui vi troviate