IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
QUANTI giorni può resistere Cesare?
Se anche i germani non davano battaglia, tutto quel carname dei due accampamenti ammorbava l’aria. Le donne non facevano mica il bucato nel Reno! Mettevano le poppe in bocca ai loro nati e stavano cupe e curve su loro con le chiome sciolte. Odono le trombe d’argento dal campo romano. Guardano pensose i figli e i mariti che giacciono torpidi, perché, quando non sono in furore, così essi stanno.
Se saranno vinti, né per esse, né per i figli vi sarà pietà. È la legge della guerra. No, è la legge dell’odio naturale: odio della faccia, della pelle, del colore della pelle, del linguaggio. E in antico c’era poi anche l’odio delle diverse fedi, come oggi c’è la nuova fede che è il vuoto della fede.
Ma invincibili sono i germani quando l’ora propizia verrà. Si adunano le donne, guardano il cielo, traggono sortilegi; e i romani odono un grande coro: «Ariowist vincerà, Cesare coi romani nel Reno dormirà».
*
Ora Cesare apertamente dice che «fu costretto ad assalire acciocché non gli fosse interclusa la vittuaglia».
Cesare dunque assalì, ma ne seguì una mischia di poco conto per quanto furibonda, e ebbe fine con il calar della notte.
Quando fu il dì seguente, Cesare fece venire al suo cospetto i prigionieri, e domandava: «Perché Ariovisto non vuole battaglia da me? Non è più invincibile?»
Rispondevano: «Ariowist è sempre invincibile, e Cesare coi romani nel Reno dormirà».
E Cesare domandava: «Che cosa aspetta Ariovisto?»
Essi risposero: «Aspetta la luna nuova».
*
Oh, luna nuova! Nella nostra civiltà stanno gli astronomi nelle specule e sanno per matematica tutti i moti, le distanze e le sostanze delle stelle; ma non ricordano più che cosa è la luna nuova.
Tutte le cose belle si fanno a luna nuova. Quando io da questi tetti quassù, qualche volta di notte, ché non dormo, vedo l’arco d’argento che taglia il cielo, penso a Tobia che va in oriente con gli angioli, e un palpito, non di giovinezza per me, ma di cose giovani e liete che abbracciano il mondo, mi sorge dal cuore; e ogni mese, a luna nuova, rinnovo questa canzone: «O giovinetta Fillide, se quando nasce la luna, tu leverai le palme al cielo, tutta fiorirà la campagna».
Io conosco un paese lontano dove a luna nuova le acacie sospendono nel cielo i loro bianchi incensieri; passeggiavano le chimere; un usignolo canta. E una canzone di lui solitario sul nido; e pare una preghiera d’amore per noi. Laggiù lontano vorrei riposare, ma chi mi condurrà laggiù?
Bene io sono stupito in questo secolo che per nuove leggi si rinnova, di trapassare per gli incantesimi della luna al principio dei tempi, in Oriente, su le mura di Babilonia, in compagnia dei magi che leggevano i prodigi nelle stelle e nella luna.
Re Ariovisto voleva sapere quale era la volontà dei suoi Dei; e le donne della sua gente, traendo le sorti magiche, avevano predetto una grande vittoria a luna nuova.
Ora Cesare seppe anche il giro del cielo e degli astri, tanto che riformò il calendario. Dunque quella notte guardò la luna.
Era la notte del 9 settembre. La luna nuova sarebbe apparita il 18 settembre. Cesare non aspettò quei nove giorni fin che la luna nuova apparisse.
Andò a colpire in faccia Ariovisto e i germani, e tanto li esasperò che li fece montare in furore.
«Vieni fuori, Ariovisto: Cesare è qui che ti aspetta a parlamento con te».
Così Cesare vinse anche il tempo, e fu buon tempista.
Uscirono allora dai loro trinceramenti; e si disposero nella loro ordinanza contro i romani. Questa cosa avvenne il giorno 10 di quel settembre.