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I guitti.
A Frascati, un vasto cortile scoperto, a furia di carta dipinta, di porte vecchie, d'assi tarlate e di stracci inverosimili, era stato ridotto a teatro per uso di una compagnia di guitti, i quali, nella giornata, per campare facevano qualche altro mestiere posticcio: il primo attor giovine, per esempio, pestava pepe in una drogheria e il brillante s'ingegnava a raschiare i menti dei frascatani, in qualità di aggiunto straordinario nella bottega del barbiere.
Eppure,
questi guitti, ogni sera, avevano un pubblico sceltissimo davvero: un parterre
de têtes couronnées come la Rachel, un pubblico straordinario, composto
di belle signore, di ricche signore, di nobili signore, di gentiluomini e di
letterati, di banchieri e di bellimbusti forti a quattrini e a vanità. Ci si
andava con piacere, in quella stamberga indescrivibile, e per più motivi:
- Per barattare quattro ciarle.
Ma sopratutto ci si andava perchè.... la platea, con quei quattro lampioncini a riverbero che parevano quattro cerini smarriti in una foresta, era completamente e comodamente al buio.
Si capisce! l'oscurità aveva il benefizio.... d'accrescere le illusioni del palcoscenico.
E,
in verità, ce n'era bisogno.
Una sera, si rappresentava Napoleone I all'Isola d'Elba.
Napoleone I era vestito con una vecchia livrea di staffiere e un paio di mutande incartocciate in un magnifico par di stivali di cartone abilmente coperti di raso nero. Il grande imperatore teneva costantemente la mano destra infilata nel panciotto e in fondo alla schiena la mano sinistra, che stringeva un cannocchiale; un bel cannocchiale da campo che restava sempre a quel punto retrospettivo, per quanto durava l'azione, come se Napoleone I, al pari di Giano, avesse avuto la straordinaria facoltà di vedere da ogni parte.
Una sera, al punto culminante dell'azione drammatica, Napoleone I, seguìto dal generale, dal capitano, dall'aiutante - che formavano il suo numeroso e brillante stato maggiore - passeggiava con grande dignità sulla riva del mare.
Una tela sporca di blu di Prussia, agitata da quattro monelli di Frascati, che stavano sotto, doveva simulare, con rara illusione ottica, le onde infuriate dell'oceano.
Napoleone I, fedele alla sua parte, a un certo punto si volge solennemente al suo stato maggiore e dice:
- Non ho mai presenziato, in vita mia, una così terribile burrasca!
Ma il mare di blu di Prussia, invece di agitarsi furiosamente, rimase tranquillo come un lenzuolo che una lavandaia abbia sciorinato sul greto del fiume.
I quattro monelli, a cui non si dava che un soldo, mentre ne pretendevano due, si sono dunque dichiarati in isciopero?
Napoleone I comincia a stranirsi, ma, perchè il pubblico non rida, s'affretta a soggiungere di testa sua:
- Non v'illuda quell'apparente tranquillità.... ah! io conosco bene questo perfido mare; a momenti avremo una burrasca come non se ne videro mai in Europa.
E intanto pesta forte un piede e dice sottovoce:
- E fate le ondate grosse, birbaccioni!
Una vocina acuta al disotto della tela grida:
- Volete ondate da un soldo o da due soldi?
- Da un soldo! - bisbiglia irritato Napoleone I e poi rivolgendosi più solennemente ancora al suo stato maggiore:
- I sintomi della burrasca già cominciano.
Il generale, il capitano, l'aiutante fissano più che mai gli occhi sulla tela, come assistessero a un esperimento chimico.
Allora, Napoleone I, con accento olimpico, grida:
- Da due soldi!
E subito, il mare si leva in burrasca tremenda, come non se ne vide mai tra Scilla e Cariddi.
Intanto, l'azione prosegue e si arriva alla scena finale, alla scena d'effetto, nella quale deve giungere un granatiere per invitare Napoleone a tornare sul suolo francese.
Ma l'attore che faceva il granatiere e che doveva giungere, notate bene, inaspettato - per produrre il colpo di scena - è in ritardo, non si sa perchè.
Napoleone I, il generale, il capitano, l'aiutante hanno esaurito la loro parte e guardano, inquieti, tra le quinte.
Nessun indizio di granatiere.
Allora, il grande imperatore, per non compromettere la situazione, si volge verso il generale e, additando il mare, dice con accento malinconico:
- Questo mare mi ricorda il più bel giorno della mia vita. E a voi, generale?
Il generale, confuso, imbarazzato, risponde:
- Anche a me, maestà.
- E a voi, capitano?
- Anche a me, maestà.
Il pubblico comincia a ridere. Qualcuno, dalla platea, grida:
- Anche a me!
Il grande imperatore guarda tra due quinte e dice:
- La solitudine è.... deserta. Eppure il cuore mi diceva che qualcuno sarebbe venuto. Che ne dite, generale?
Il generale, sopra pensiero, risponde:
- Maestà, può essere che venga, forse, dalla parte opposta.
- Avete ragione, generale! - conchiude l'Imperatore e riattraversa la scena.
Ma il granatiere non appare per niente.
In ultimo, Napoleone I si ferma di fronte al generale e gli dice:
- Io mi ritiro: se arrivasse un granatiere, avvertitemi tosto.
E con passo tragico va via. Lo stato maggiore resta lì, a guardarsi uno con l'altro, come tanti scemi. Alla fine, il generale dice al capitano:
- Io mi ritiro; se arrivasse il granatiere, prevenitemi, per avvertirne l'imperatore.
E rientra fra le quinte anche lui.
Il capitano, a sua volta, sfodera la spada e grida all'aiutante:
- Il mio dovere mi chiama: se giunge il granatiere, avvisatemi subito.
E via.
Il vero è che il granatiere tanto aspettato, briaco fradicio, senza che nessuno ne sapesse niente, dormiva come una marmotta sotto il palcoscenico.
L'aiutante, pensoso, tra i mormorii e le risate del pubblico, passeggia un po' su e giù, davanti alla buca del suggeritore, poi si batte la fronte, come colpito da un'ispirazione, s'avvicina a una quinta e grida:
- Olà! corpo di guardia! presto un granatiere vada da sua maestà l'imperatore.... passando per la via sotterranea.
In questo mentre Napoleone I, che non ha afferrato simile trovata d'ingegno, rientra in scena, seguito dal suo generale, e dice con aspetto trionfale:
- Il granatiere che aspettavo era di là e mi ha recato la notizia che la Francia mi aspetta, la mia bella Francia!...
L'aiutante, esterrefatto, si riavvicina alla quinta e grida:
- Che il granatiere non si muova! oramai.... la sua missione è compiuta!