Gandolin
Ciarle e macchiette
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Il dottor Claudio Gemelli.

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Il dottor Claudio Gemelli.

 

Dei distratti ne ho conosciuti parecchi - dal Dondini che si dimenticava del suo casato al Desanctis che si scordava d'essere ministro - ma non ho incontrato mai un distratto perfezionato quanto il dottore Claudio Gemelli, mio compagno di studi, nel senso che non si studiava nessuno dei due.

Presa la laurea, egli elesse domicilio in una graziosa città della riviera, ove i forastieri andati a male cercano, attratti dal dolce clima, un qualche ristoro alla propria salute.

Il dottore Claudio Gemelli non è un'aquila, non è un'arca di scienza....

Anzi ricordo che, a un esame, il professore gli chiese:

- Che cosa è un'ombra?

E lui pensando a tutt'altro:

- L'ombra è.... un raggio di luce, che potrebbe attraversare un corpo, se questo non ci fosse.

 

 

Dicevo, dunque, che il dottore Claudio Gemelli non è una celebrità, ma è tanto simpatico e provvisto di tale buon senso, che potrebbe guadagnare, in capo all'anno, un sacco di quattrini, se non fosse il guaio di quelle distrazioni, che compromettono la sua serietà professionale.

Non c'è caso ch'egli badi a quanto gli esce di bocca e certe volte ne dice di quelle da far saltare i sassi.

Una sera, lo chiamano all'ospedale, per curare un povero muratore, al quale un'asta di ferro era penetrata nella spalla, quasi passandolo da parte a parte.

Il dottor Gemelli esamina la mostruosa ferita, poi dice al malato:

- Fate veder la lingua.

Il malato mostra la lingua. Il dottore, pensando a Dio sa che cosa, soggiunge macchinalmente:

- Nella vostra famiglia.... andate soggetti a queste malattie?

 

 

I poveri malati dell'ospedale avevano quasi terrore di questo medico distratto e non senza ragione. Un giorno, visita il malato giacente al letto N. 12 e borbotta:

- Un vescicante basterà.

Poi, chiede al malato:

- Che numero siete, voi?

- Numero 12.

E il dottore scrive:

- Numero.... 12 vescicanti al N. 1.

 

 

Un amico ha la moglie ch'è incinta di sette mesi e che, appunto per trovarsi in quello stato interessante, soffre qualche disturbo; per ciò, manda a chiamare il dottor Gemelli.

Il dottore s'avvicina alla sposa, che sta seduta sopra una poltrona, la guarda con occhio gentile, ma indagatore, poi le tasta il polso e le dice:

- Va bene, va bene! sarà cosa di poco: ora mi dica esattamente.... in quali circostanze si è potuto sviluppare il fatto di cui è vittima.

 

 

Due mesi dopo, nasce un maschietto di complessione delicata che, appena giunto all'età d'un anno, poverino, soffre di convulsioni.

Il dottor Gemelli vien chiamato a consulto e constata una nevrosi pronunciata; suggerisce qualche rimedio, poi si mette a ciarlare d'altre cose di famiglia e, infine, guardando il bimbo che stava in culla, si alza e conclude:

- Dunque, mi raccomando! evitare le preoccupazioni di qualunque genere; abbandonare il caffè e i liquori alcoolici; cercare distrazioni nei teatri e nei viaggi; sopratutto, fumare con moderazione.

 

 

La moglie del sottoprefetto s'ammala di bronchite.

Era una signora tanto carina, di curve molto pronunciate e provocanti.

Il sottoprefetto manda, di buon mattino, a cercare in fretta del dottor Gemelli, che aveva perso la notte al circolo, al gioco del faraoncino, ch'era la sua perdizione.

Il dottore si veste in fretta e, ancora stropicciandosi gli occhi, accorre alla sottoprefettura.

La moglie del sottoprefetto sta, naturalmente, a letto e il marito, ansioso, assiste alla visita del medico.

Dopo i soliti preliminari, il dottore dice:

- Non sarà nulla di serio; ma per essere più sicuri, bisognerà procedere a una diligente auscultazione.

- Faccia.... faccia pure! - dice il sottoprefetto.

Il dottore, rivolgendosi alla bella malata:

- Abbia la bontà di voltarmi le spalle: così.... e ora faccia il favore di togliersi la veste da camera.

- Davvero? - chiede la signora, arrossendo.

- È necessario.

La signora eseguisce.

Il dottore scansa un pochino la camicia, applica l'orecchio su quel dorso bianco e ben modellato, ascolta qualche minuto, poi si alza e dice:

- Non è nulla d'inquietante: ma ora, per maggior precauzione, ascolteremo per davanti; si rimetta pure supina e respiri naturalmente, ma con un po' di forza.

E il dottore, scostando un pochino i merletti della camicia di batista, applica l'orecchio sul seno abbondante della moglie del sottoprefetto.

Ma, questa volta, il dottore ascolta sì a lungo, che la signora con gli occhi ammicca a suo marito, come per dirgli:

- Ma che cosa fa? mi pare che si fermi un po' più del necessario.

Il sottoprefetto fa un passo innanzi, ma il medico prosegue a restare immobile, con la testa appoggiata sul seno della bella ammalata.

Il sottoprefetto abbassa il naso e osserva....

Il dottore s'era addormentato.

 

 

Le sue distrazioni gli procurarono anche altre noie, fuori della professione, come la rottura della sua amicizia con l'assessore anziano del comune.

Nel calore d'una discussione di caffè, Claudio dice al suo vecchio amico:

- Sei uno stupido!

L'assessore se ne offende: gli amici si mettono in mezzo e danno torto a Claudio, che ne pare stupefatto.

- Ma, infine, che cosa gli ho detto d'offensivo?

- Sfido? gli hai dato dello stupido.

- Dello stupido? oh, diavolo; perdona tanto; - grida correndogli incontro e porgendogli la mano; - te ne chiedo mille e mille scuse; l'ho detto senza badarci; e poi.... credevo che tu lo sapessi.

 

 

È lui, che incontrando una signora di sua conoscenza, vestita a lutto per la morte del marito, le chiede, con accento di viva compassione:

- Vedova?

- Sì! il povero Tommaso è morto.

E Claudio, con voce malinconica:

- E non aveva che quello, di maschi?

 

 

 

 


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