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Piazza
dell'Indipendenza, nel comune di Pignattelli-a-mare, con sottoprefettura e
liceo. - A destra: il Caffè
nazionale,
con quattro tavolini fuori, sei
dentro; bicchieri d'acqua fresca; cameriere col cimurro. - A sinistra: la Farmacia
Nottolini,
centro attivo delle migliori intelligenze della comunità. Segue la tabella:
Saverio Nottolini: farmacista, nano misterioso, calvo, panciuto, sempre nascosto dietro gli occhiali, sempre avvolto in una specie di toga nera, il cui tessuto è fortemente saturo di tutte le droghe di farmacia, con deposito speciale di pomate e d'unguenti sopra la manica sinistra.
Tomaso Pittaformi: laureato in medicina, chirurgia, briscola e scopa, calzoni
gialli, soprabito nero, coscienza analoga, cravatta azzurra, occhiali
verdognoli, naso violaceo; gesto vibrato, secco; parola umida, per ortografia
di sputi, a getto circolare e continuo.
Gregorio Saliscendi: forma sferoidale, mani pelose, bocca postale,
vestito anteriore all'alba del risorgimento nazionale, camicia ebdomadaria,
cappello a cencio, sorriso perpetuo con leggera tinta d'ironia e di tabacco: tutt'insieme
un grosso proprietario di calli barometrici e di latifondi seminativi liberi
d'ipoteca.
Ottavio Menandrei: giovane giureconsulto, giovane giocatore di carolina, giovane giornalista, giovane candidato a qualche cosa, giovane conquistatore, giovane debitore, giovane di nessuna speranza, di poca fede, di molta vanità.
Teobaldo Bagher dei nobili Leonnis: capitano in ritiro, perpetuamente afflitto da discordie intestine, complicate da ipocondria e da gotta ereditaria; del resto, vasta erudizione, concentrata in una pipa puzzolente e nera, cui sono annesse tradizioni fantastiche d'imprese immaginarie.
Nottolini sta dietro il banco, manipolando abilmente un purgante destinato all'assessore anziano del comune.
Menandrei fa, sull'uscio, il colosso di Rodi, con le mani sui fianchi e la ciambella infissa nell'occhio destro.
Pittaformi, rannicchiato in un cantone, sopra un vecchio seggiolone di cuoio, s'incretinisce sulla terza pagina dell'Avvenire di Pignattelli.
Saliscendi si dondola sopra uno sgabellotto, asciugandosi il sudore e pronunciando monosillabi privi di senso comune. Teobaldo Bagher dei nobili Leonnis giocherella col bastone, ponendo a repentaglio un infame Ippocrate di gesso, che forma l'orgoglio della dinastia Nottolini.
Menandrei. - Ah! eccola qui: sempre alla stessa
ora (guardando
l'orologio)
come? le undici e sei minuti? il mio orologio va male; devono essere le undici:
ella esce sempre all'ora precisa, oh! questa regolarità è indizio di una vita molto
irregolare.
Teobaldo Bagher (avvicinandosi all'avvocato). - Che cos'hai visto?
Menandrei. - La moglie del comandante dei pompieri. Bel pezzo di donnina! tutt'i giorni.... tutt'i giorni alle undici precise esce di casa. Gatta ci cova.
Bagher. - Mi pare impossibile! Sono ancora nella luna di miele.
Menandrei. - L'ultimo quarto, mio caro, una luna con due corna. Io non so nulla, veh! per conto mio, è la più onesta donna del mondo, ma perchè questa uscita solitaria a ora fissa?
Nottolini (agitando il purgante). - Glielo ha ordinato il medico: esercizio ginnastico.
Saliscendi. - Ha fatto senso anche a me; benchè io non m'impicci per niente nei fatti degli altri. Mia moglie, ch'è amica sua, un giorno le ha detto: Come va? e lei: ah! quanto sono felice, ci vogliamo tutti e due un bene dell'anima. Dice mia moglie: pure te ne vai spesso a passeggio senza di lui. E lei: Povero Nenuccio mio! ha tanto da fare.... e poi lo voglio abituare a vedermi escir sola.... non si sa mai. Capite? lo vuole abituare.
Menandrei. - Ho paura che lo abbia già abituato; me ne voglio sincerare.... Aspettate: io sono destro, peggio di un poliziotto; adesso le tengo dietro, e poi verrò a informarvi di tutto quanto. Vogliamo ridere assai.
(Menandrei esce a passi lenti, e fermandosi un poco davanti a tutte le botteghe.)
Saliscendi. - Che mariuolo quest'avvocato: che naso fino! ha una gran bella intelligenza, quel ragazzo.
Bagher (succiando il pomo del bastone). - Bellissima, splendida intelligenza.
Nottolini (agitando il purgante). - È una delle prime intelligenze del paese.
Pittaformi (solfeggiando uno sbadiglio). - Se fosse un pochino più serio, se ne potrebbe fare un deputato. A lui, del resto, converrebbe: tanto qui non trova a far niente. È vero che, come avvocato, è un po' somaro.
Bagher (succiando il pomo). - Oh! molto somaro.
Saliscendi. - Pieno di debiti.
Nottolini. - Indebitatissimo. Ha chiodi da per tutto. Anzi, per questo lato, la sua condotta è alquanto sporca.
Pittaformi. - Del resto, non fa che seguire le pedate del padre.
Saliscendi. - Che ha schivato la prigione per miracolo.
Bagher. - State zitti, chè ritorna. (a Menandrei, che rientra) Ebbene?
Menandrei. - Ella è entrata al numero 46 di via delle Cornacchie, la casa con due uscite; ci vorrebbe adesso un altro che facesse la guardia dal vicolo del Pozzetto.
Bagher. - Vengo io: lascia fare a me. (Escono tutti e due.)
Nottolini (facendo un pacco di pastiglie anticatarrali). - Stanno freschi! ci vuol altro, per dar la caccia alle donne.
Saliscendi. - Lasciate fare al capitano: egli se n'intende assai.
Pittaformi. - Sicuro! un bel furbo, lui! avrebbe fatto meglio a sorvegliare sua moglie: tante gliene ha messe che non si contano più.
Nottolini (ballottando nella polvere di licopodio le pillole anti-biliose). - Mi ricordo ancora, io, quando ella faceva all'amore con l'impiegato postale.
Saliscendi. - Ditelo a me! e le passeggiate romantiche col giovane del barbiere?
Pittaformi. - E il pittore tedesco?
Saliscendi. - E il commesso di Comparetti?
Nottolini. - Povero Bagher! mi fa compassione: un uomo così prode, così leale, così nobile!
Saliscendi. - Ah, sì, un bravo soldato che ha versato il sangue per il suo paese.
Pittaformi. - Non esageriamo: egli non ha versato nulla.
Saliscendi. - Ma le battaglie che ci racconta?
Nottolini. - Non le ha mai viste, questo lo so io positivo, perchè in quell'epoca mio cugino era al campo. Il Bagher è sempre stato all'Intendenza, dietro i carri dei foraggi.
Saliscendi. - Ma.... insomma, o dietro o davanti, è un nobile, un gentiluomo.
Pittaformi. - Ma che nobile d'Egitto! Io ho conosciuto tutta la sua famiglia. È inutile che sulle carte di visita metta tanto di Nobile Leonnis! Suo padre, Bartolomeo Leoni e non Leonnis - ditelo a me - faceva il calzolaio, a piazza de' Santi Nazaro e Celso; poi s'è messo a fare il barocciaio e non si sa bene il come il quando, è riuscito a fare un po' di quattrini. Era (vi posso dire anche la data precisa) era nel 31.... 32.... 33, quando, insomma, ogni tanto s'udiva parlare di persone svaligiate, sulla via maestra.
Saliscendi (guardando l'orologio). - To'! le undici e mezzo, e ancora non sono tornati.
Pittaformi. - Le undici e mezzo? Accidempoli, lasciami andare, che c'è un banchiere che m'aspetta per morire. (Prende il cappello e infila l'uscio.)
Nottolini (passando al filtro una tintura madre, con profumi d'assa fetida). - Un banchiere? chiamano proprio lui, i banchieri! a sentirlo, pare che tasti il polso a tutta l'aristocrazia; ma io ci vedo bene; qui, con ricette sue non vengono che straccioni cui non riesco a cavare dieci soldi neanche se li ammazzo.
Saliscendi. - Pure è uno dei primi medici.... ha studiato assai.
Nottolini. - Ha studiato, sì, ma non capisce niente. Mi spedisce certe ricette che fanno pietà. Sono obbligato a correggerle io, capite, se no, passerebbe per il primo somaro dell'universo.
Saliscendi. - Quanto a questo avete ragione. A rivederci, Nottolini mio: vado a vedere i listini.
Saliscendi. - Eh! brutti tempi, per i galantuomini.
(Esce sospirando).
Nottolini (allineando, metodicamente, dodici cartine d'ipecacuana). - Quand'è così, non possono essere brutti per lui: uno strozzino, e che strozzino! Quanti ne ha rovinati! Eppure, la sua famiglia, poveraccia, muore di fame. Ah! se Dio misericordioso lo facesse curare da quell'asino di Pittaformi!