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XIX.
Appena sono di ritorno a P*** enuncio all'avvocato il mio programma di una bella corsa a Milano in automobile. «La signorina Oretta non conosce Milano? - domando. - Questo è grave».
Papà era entusiasta: una bella gita in automobile. Ma Oretta disse che bisognava sentire mamà.
Abbiamo sentito mamà: ma abbiamo trovato una opposizione che non sospettavo.
- Milano? A cosa fare a Milano? - domanda mamà.
- Che cosa fare a Milano? A vedere Milano.
- Condurre la mia bambina in giro per Milano e vedere quelle donne che sembrano le maschere che si vedevano una volta di carnevale, nelle vetrine? L'ultima volta che sono stata a Milano, ho detto a mio marito: «Andiamo via, che mi pare di essere una donna perduta».
Lodo il suo elevato spirito di moralità, ma osservo che si tratta di una stilizzazione, di una valorizzazione della bellezza: direi un concetto democratico: la bellezza uguale per tutte! - Creda, signora, che sotto quelle stilizzazioni ci sta la massima irreprensibilità.
- Sarà - dice madama Caramella - ma quando una donna si mette la maschera, ha sempre un secondo fine. Io che da giovane non ero una donna da buttar via, tanto è vero che sono piaciuta a quell'uomo lì, ho sempre portato la mia faccia.
- Signora, - dico gravemente, - lei non è stata, lei è una bellissima donna!
È commossa, ma non la persuado.
- E vedere delle ragazzine - continua lei - della età della mia Oretta, vestite da bébé, con una faccia che non si capisce se sono ragazze o cosa sono? E quelle sottane che fanno vedere tutte le gambe?
- Signora - dico io, - se lei frequenta un salotto della buona società, trova la padrona di casa che permette la visione delle più seducenti specialità del gentil sesso. Ciò è normale.
- È perchè voi altri uomini siete dei pervertiti.
L'avvocato taceva tormentandosi i baffi. Oretta serbava un decoroso silenzio.
Sarebbe stato interessante sapere se il signor avvocato si sentiva della mia opinione o di quella della sua signora.
- Avvocato - dissi, - difenda lei la nostra causa.
- Veramente.... - cominciò l'avvocato.
- No, no, no! - interruppe madama Caramella.
Dopo i quali tre no, si capisce che non è più ammissibile il sì.