grassetto = Testo principale
    Libro, Cap.    grigio = Testo di commento

  1  INT          |             per chi aveva sognato e s’era dato tenacemente a stabilire,
  2  INT          |              funeste e ricordi amari: era il bagliore delle fiamme
  3  INT          |          Inglesi nel porto di Cadice; era l’Invincibile armata di
  4  INT          |          luogo, quello d’Inghilterra; era la vittoria di Enrico IV
  5  INT          |              gli aveva ridato Parigi; era infine la caduta di ogni
  6  INT          |      università di Alcalà de Henares. Era Francesco Gómez de Quevedo
  7  INT          |            della nobiltà spagnola che era la cosidetta Montagna di
  8  INT          |               in cui il punto d’onore era tanta parte nella vita di
  9  INT          |             del mondo avanti tempo, s’era ritirato a vita campagnola
 10  INT          |               esilio alla Torre (se l’era tirato addosso per aver
 11  INT          |              piú sereno e piú giusto. Era però naturale che una luce
 12  INT          |    nobilissimi Potentati» colei che s’era tramutata in Regina d’Italia,
 13  INT          |             lo guardò con mal occhio. Era parimenti costui di nazione
 14  INT          |              ei voleva dire: e perché era faceto, a lui rivolto disse:
 15  INT          |           Beltrán, rispose che quella era una povera giovane amica
 16  INT          |               di Madrid e don Beltrán era suo drudo. Interrogata chi
 17  INT          |         ottenesse un pubblico ufficio era tenuto a versare la metà
 18  INT          |         autore di un memoriale in cui era esposta la triste politica,
 19  INT          |               contessa d’Olivares, si era separato ben presto questo
 20  INT          |               Spagna del suo tempo.~ ~Era la grande, varia commedia
 21  INT          |              al quale fin dal 1600 si era venuto via via addestrando
 22  INT          |          autore avesse voluto, poiché era inutile tirare in lungo
 23  INT          |             troppo diversi dai nostri era inteso il compito e lo scopo
 24  INT          |            stessa Spagna del seicento era molto piú tollerante di
 25  INT          |          delegato Esteban de Peralta. Era un curioso modo d’intendere
 26    I,    1    |       chiamato cosí, e diceva che lui era lavoratore della guancia
 27    I,    1    |        guancia e sartore delle barbe. Era, come si dice, di molto
 28    I,    1    |              nel farmene le lodi, che era tanto garbata che quanti
 29    I,    1    |              essendo piccolo, potevo) era torno torno piena di teschi
 30    I,    1    |          dicevano altri. Il suo letto era sospeso a delle funi da
 31    I,    1(8) |                   Di funi d’impiccati era provvista, come di tanti
 32    I,    1    |          danaro. Se non confessavate, era forse per il vostro coraggio
 33    I,    1    |            avrebbe detto, adirata com’era, se dai pugni che picchiava
 34    I,    2    |              topi; e dargli del gatto era per dargli del ladro. Altri,
 35    I,    2    |          chiamava Don Diego, poiché m’era per inclinazione affezionato
 36    I,    2(11)|                                       Era un foglio accartocciato
 37    I,    2    |              ne aveva quasi, il collo era quello di un cammello e
 38    I,    2    |            povero re. Io, vedendo che era battaglia navale da non
 39    I,    2    |            due calci ma, spossato com’era, gli andarono in pezzi le
 40    I,    2    |           scopo di essere un signore, era appunto lo scrivere male;
 41    I,    2(12)|            prova da cavallo, il gallo era sospeso ad una corda.~ ~
 42    I,    3    |   risparmiarsi pensieri. Saputo che c’era in Segovia un dottor Capra,
 43    I,    3    |             dottor Capra, il quale si era assunto il compito di educare
 44    I,    3    |            non poteva esser maggiore. Era un prete lungo come un cannone,
 45    I,    3(13)|                      L’antico fondaco era di molto modesta apparenza:
 46    I,    3    |             San Marcello14 poiché gli era stato corroso da certe pustole
 47    I,    3    |       spendere, mentre lui diceva che era tanta la ripugnanza del
 48    I,    3    |              di untume; si vedeva che era stato panno; il fondo era
 49    I,    3    |             era stato panno; il fondo era tutto un impasto di forfora.
 50    I,    3    |           sottana, al dir di certuni, era un miracolo, perché non
 51    I,    3    |              ranocchio, chi diceva ch’era un’allucinazione: da vicino
 52    I,    3    |        consumare le lenzuola; insomma era arcipovero e arcimisero.~ ~
 53    I,    3    |          mangiare. Andammo a cena; ma era uso che prima mangiassero
 54    I,    3    |               a tavola. Il refettorio era un bugigattolo dove, ad
 55    I,    3    |               vedendone, domandai com’era che non ce n’era, a un pensionante
 56    I,    3    |         domandai com’era che non ce n’era, a un pensionante anziano;
 57    I,    3    |              vidi venire un servo che era un mezzo spettro, tanto
 58    I,    3    |               un mezzo spettro, tanto era allampanato, con in mano
 59    I,    3    |         Assicuro vossignoria che ce n’era uno, chiamato Surre, biscaglino,
 60    I,    3    |            cena; quella della merenda era sfumata. La cena fu anche
 61    I,    3    |             casa, dopo poco ch’egli c’era venuto, due cavalli frisoni19
 62    I,    3    |              momento. Mi assicurò che era la verità. Io, che ebbi
 63    I,    3    |          momento che di mangiar non c’era verso, fummo ridotti a tal
 64    I,    3    |          febbre perché, non avendola, era facile capire l’inganno.
 65    I,    3    |              dolor di capo o di denti era incomodo di poco; cosí dicemmo
 66    I,    3    |          lasciatagli da suo padre che era stato speziale. Venuto a
 67    I,    3    |            poiché s’avvedeva bene che era tutta una bricconata. Ma
 68    I,    3    |               passare con la vecchia! Era cosí sorda che non sentiva
 69    I,    3    |               dente. Il venerdí Capra era solito farci servire delle
 70    I,    3    |        vantano giudici ed avvocati20. Era poi cosa usuale che scambiasse
 71    I,    3    |               per convincermi che non era l’inferno». Eran parole
 72    I,    4    |           budella, dalla gioia? Tutto era nuovo per loro. I dottori
 73    I,    4    |         spirito, ma le mascelle non c’era caso che volessero sgranchiarsi,
 74    I,    4    |            osteria di Viveros. L’oste era un moro battezzato e ladro (
 75    I,    4    |               presero l’insalata, che era un bel piatto abbondante,
 76    I,    4    |       visibilio: che uomo dabbene che era!». E cosí dicendo si mise
 77    I,    4    |             con lo sgranar gli occhi, era il curato. Si misero a tavola
 78    I,    4    |            quel tirchio di mercante s’era addormentato, disse: «Vuol
 79    I,    4    |        accostarono. L’aprí e vide che era piena di scorze di cedro
 80    I,    4    |             Le levò fuori quante ce n’era e al loro posto ci mise
 81    I,    4    |               del gabbano. Guardò cos’era, mentre il taverniere a
 82    I,    4    |             il povero vecchio che non era stato lui a metterla nel
 83    I,    4    |             carrozza. Non ancora ci s’era messi in cammino che ecco
 84    I,    4(25)|            Lavigne dice vagamente che era un dotto matematico celebre
 85    I,    5    |         recammo alla casa che per noi era stata presa in affitto,
 86    I,    5    |            presa in affitto, la quale era fuori di porta S. Giacomo,
 87    I,    5    |              studenti. La nostra però era divisa fra tre diversi pigionanti
 88    I,    5    |               padrone che ci ospitava era di quelli che credono in
 89    I,    5    |          tutti puntavano su di me. Ed era, senza dubbio, cosa da vedersi,
 90    I,    5    |         prendermi a lattoni, ma non c’era dove assestarmeli senza
 91    I,    5    |       finalmente, e io me ne andai ch’era diventato una sputacchiera
 92    I,    5    |              se mi sentivo male e com’era che ero a letto. Raccontai
 93    I,    5    |               quell’anima dannata che era vicino a me di letto, passò
 94    I,    5    |      raccontarono a Don Diego, quanto era avvenuto. E uno diceva: «
 95    I,    5    |          quando videro che cosí non c’era verso, uno disse: «Perdio,
 96    I,    5    |               a dir lo stesso, perché era la verità; e subito appresso
 97    I,    5    |               allora in poi, quanti s’era in casa, come fratelli,
 98    I,    6    |            che uscii fuori a dire che era una bella birbonata e una
 99    I,    6    |               i nostri padroni, tutto era fatto alla men peggio, tranne
100    I,    6    |               che delle budella non s’era finito di farne sanguinacci;
101    I,    6    |        lasciato per metà quello che c’era dentro. Don Diego pertanto
102    I,    6    |              maggiordomo, saputo come era andata la cosa, si inquietarono
103    I,    6    |               accomodate al bisogno». Era proprio degno di nota il
104    I,    6    |            tanto sbarazzino che l’uno era l’opposto dell’altro: lui
105    I,    6    |               gioia perché lei e io s’era, come al gioco del rovescino,
106    I,    6    |             spassi, che è quanto dire era ruffiana27 ma si giustificava
107    I,    6    |     giustificava con me col dirmi che era un’eredità di famiglia,
108    I,    6    |               pregasse, e finalmente (era quel che volevo) mi risolsi,
109    I,    6    |            dietro a me per vedere chi era la donna, ma io l’ho pulitamente
110    I,    6    |         mettendo mano alla spada, che era un forte stocco, di corsa
111    I,    6    |     trovandomi, sospettarono quel che era: andarono, cioè, in cerca
112    I,    7    |          padre dentro alla quale ce n’era acclusa una di mio zio che
113    I,    7    |               in Siviglia per via che era intrinseco con la giustizia,
114    I,    7    |         giustizia, tantoché, quanta n’era stata fatta da quattr’anni
115    I,    7    |            quattr’anni in qua, sempre era avvenuta per le sue mani.
116    I,    7    |             sue mani. A dire il vero, era il boia, ma era un portento
117    I,    7    |              il vero, era il boia, ma era un portento nel suo mestiere:
118    I,    7    |       preceduto dal crocefisso, non c’era pericolo che qualcuno si
119    I,    7    |          parlare. Mi disse quindi che era risoluto a partire, a fare
120    I,    8    |              avevano detto che costui era un trappolone!» Insomma
121    I,    8    |              dai quali mi accorsi che era uno di quei matti che pretendevano
122    I,    8    |               temetti subito quel che era di fatto, perché uomo piú
123    I,    8    |       circonflessa. Mi domandò di chi era la spada che avevo al fianco;
124    I,    8    |               fianco; gli risposi che era mia. Ed egli, guardandola: – «
125    I,    8    |          professava: mi disse che lui era un vero spadaccino e che
126    I,    8(36)|              pretesa del Narváez, che era suo nemico, di ridurre a
127    I,    8    |            con lui e che quindi non c’era motivo d’offendersi. – «
128    I,    8    |            sostenuto dal mio compagno era giusto, ma che creava piú
129    I,    9    |          dovendo fare diversa strada. Era già discosto, quando tornò
130    I,    9    |             che, cavalcando una mula, era in viaggio per Madrid. Attaccammo
131    I,    9    |          viste e lui rispose che se n’era ben guardato per via degli
132    I,    9    |               ne sa gl’intendimenti». Era tanto il mio tormento al
133    I,    9    |             poiché per far vedere che era poeta, si mise a declamare
134    I,    9    |            uno il quale, da poeta che era stato, si era poi ritirato
135    I,    9    |               poeta che era stato, si era poi ritirato a vita assennata.
136    I,    9    |               ad un albergo dove egli era solito di smontare e vi
137    I,   10    |            metterla sotto terra non c’era che da soffregarla sopra
138    I,   10    |               canzoni e sonetti che c’era stata in queste fertili
139    I,   10    |            diceva rispetto ai ciechi, era una satira contro di lui,
140    I,   10    |                   e poi, che a Madrid era stato cosí vicino a Lope
141    I,   10    |       riflettere che nella capitale c’era di tutto e che molto 
142    I,   10    |          pollici di lunghezza e tanto era lunga una cicatrice che
143    I,   10    |               sia segnalato come me». Era la verità; segnalato sicuramente,
144    I,   10    |              allora, allora, non ce n’era mica artiglieria! Perdio!
145    I,   10    |              veduti e guardando quale era posto fortificato e dove
146    I,   10    |              tre nell’albergo che già era notte e facemmo preparare
147    I,   10    |               da cena. Nel frattempo (era di venerdí) l’eremita disse: – «
148    I,   10    |              raccoglieva l’eredità ch’era una pietà; perdeva una posta
149    I,   10    |             sui miei quattrini. Non c’era santo ch’io non invocassi.
150    I,   10    |              a me seicento reali, che era quanto avevo, e al soldato
151    I,   10    |              i suoi cento, rispose ch’era stato per divertimento,
152    I,   10    |             fino a Segovia, giacché s’era al verde. Promise di ,
153    I,   10    |              sala con altra gente che era nell’albergo, perché le
154    I,   10    |         beffava di lui (di lui che si era trovato a Lepanto, a San
155    I,   10    |          indispettiti del modo come s’era condotto l’eremita e di
156    I,   10    |              ed io gli domandammo chi era questo signore; al che egli
157    I,   10    |              col raccontarci che egli era rovinato, perché era fallito
158    I,   10    |             egli era rovinato, perché era fallito un cambio in cui
159    I,   10    |              fallito un cambio in cui era impegnato per piú di sessantamila
160    I,   10    |            entrare vidi mio padre che era  per la strada in attesa.
161    I,   10    |          araldo della frusta: mio zio era in funzione. Veniva una
162    I,   11    |               a ballare domandando se era venuto Clemente. Mio zio
163    I,   11    |               tutta cincischiata qual’era di cicatrici. Entrato, si
164    I,   11    |            vedere quale gente dabbene era quella che parlava con mio
165    I,   11    |            mulatto sbirro e disse: – «Era forse suo padre quello che
166    I,   11    |           mangiare da una taverna che era di dietro alla casa, in
167    I,   11    |               dirò soltanto che tutto era per stimolare la sete. Il
168    I,   11    |               piú di tutti noi. Non c’era ombra d’acqua, e tanto meno
169    I,   11    |              che due brocche; e tanto era quello bevuto dal mulatto
170    I,   11    |             cucinate. E anche mio zio era a tale che, stendendo la
171    I,   11    |             tutto da capo a piedi che era un’indecenza. Al vedersi
172    I,   11    |              appoggiò alla tavola che era di queste tentennanti, la
173    I,   11    |       mangiato. Mio zio che fra tutti era quello piú in sé, domandava
174    I,   11    |             erano addormentati, non c’era verso di farlo tacere, ma
175    I,   11    |         dessero il suo corno, ché mai era stato al mondo chi ci sapesse
176    I,   11    |               casa di Capra, seppi ch’era morto, ma non mi curai di
177    I,   11    |      impigrite, uno mi domandò che or’era. Rispose il porcaro (ancora
178    I,   11    |         stelle di mezzogiorno e che c’era una grande eclisse. Tutti
179    I,   11    |             letto mio zio, che se non era cotto era lesso, e io mi
180    I,   11    |             zio, che se non era cotto era lesso, e io mi stesi sopra
181    I,   11    |              danaro che mio zio non s’era bevuto né aveva sperperato;
182    I,   11    |               cordone: il che, poiché era in sua mano il farne, non
183    I,   11    |              polso e riprincipiavano. Era un pretesto il giuoco della
184    I,   11    |             di bere; tanto vero che c’era sempre in mezzo a loro una
185    I,   12    |             alla capitale, stanco com’era del cammino e con le brache
186    I,   12(47)|                                       Era gran vanto avere l’origine
187    I,   12    |         cominciava a sitare e non gli era possibile mantenercisi.
188    I,   13    |            voglio servirla da scalco: era solito, Dio l’abbia in gloria! (
189    I,   13    |       bisnepote di un cappuccio, qual’era in principio, e ora attende
190   II,    1    |        mediante la quale (dicendo che era il permesso di una colletta
191   II,    1    |         cercarsi i pidocchi, nudo com’era. Entrò nel camerino destinato
192   II,    1    |               nelle sagrestie51, dove era scritto: «C’è uno che si
193   II,    1    |              si vedesse il terzone ch’era strappato. I pantaloni alla
194   II,    1    |             spacciava per soldato, ed era stato; cattivo soldato però
195   II,    1    |         momento che soffiarsi il naso era proibito.~ ~Giunse la notte:
196   II,    2    |          dodici riprese, divisa, come era, in dodici pezzi, e dire
197   II,    2    |          scambievolmente quello che c’era ancora di male aggiustato.
198   II,    2    |            avevo al piede: il collare era tutto aperto, traforato
199   II,    2    |             verso il quartiere che mi era stato indicato, pieni di
200   II,    2    |          cinta; dal che capii ch’egli era tanto intimo dei suoi amici
201   II,    2    |            modo che m’accorsi ch’egli era, non diversamente che una
202   II,    2    |                il quale, occupato com’era a chiacchierare con una
203   II,    2    |         perché pensavo che fors’anche era in dubbio il desinare e
204   II,    2    |            vita, alla mia budella non era andata molto a versi la
205   II,    2    |             la coscienza il fatto che era contro la regola mangiare
206   II,    2    |               stava un pasticciere. C’era in mostra un pasticcio di
207   II,    2    |            certa donnina, di cui egli era stato innamorato in Alcalá,
208   II,    2    |            paggetto. Domandarono se c’era del terzo - pelo56 di finissimo
209   II,    2(55)|                                       Era luogo di convegno degli
210   II,    2    |              dell’occasione, dissi ch’era stata una audacia offrir
211   II,    2    |              altra bottega, dissi che era mio. Perché poi mi prendessero
212   II,    2    |           scudi: però, dicendomi qual’era il loro indirizzo e avendo
213   II,    2    |        dinanzi alla porta della quale era un cocchio senza cavalli
214   II,    2    |               e dissi loro che quella era la casa mia e che casa e
215   II,    2    |            vero è che gli domandai se era servo di mio zio il commendatore.
216   II,    2    |   sbrindellato con una torcia che gli era stata data per l’accompagnamento
217   II,    2    | accompagnamento d’un morto; egli se n’era venuto via e se l’era tenuta.
218   II,    2    |               n’era venuto via e se l’era tenuta. Si chiamava Magazo
219   II,    2    |              costui, nativo di Olias. Era stato capitano, ma in una
220   II,    2    |              delle Fiandre diceva che era stato in Cina e quando con
221   II,    2    |              con gente della Cina, ch’era stato nelle Fiandre. Ragionava
222   II,    2    |              di Luigi Quijada che gli era stato fior d’amico; parlava
223   II,    2    |             Lepanto, che quel Lepanto era stato un moro di gran bravura.
224   II,    2    |              poveretto non sapeva che era il nome del mare, passavamo
225   II,    2    |               causa ed egli disse che era andato per la minestra a
226   II,    2    |          doppia porzione, dicendo che era per certe persone di riguardo
227   II,    2    |               sulla sua povera testa. Era stato assalito a colpi di
228   II,    2    |              via la spada, e ai gridi era venuto fuori il portinaio
229   II,    2(56)|               Tassoni, S. R., II, 30. Era velluto fino tessuto a tre
230   II,    2    |            che un vecchietto, che pur era , diceva che, quantunque
231   II,    2    |            alla broscia del convento, era un discendente del Gran
232   II,    2    |              poiché il mio compagno s’era già messo in salvo sgranchendosi
233   II,    3    |               Díaz con la cintola che era una filza di buccheri e
234   II,    3    |             per essere tutto spelato. Era solito costui levarsi il
235   II,    3    |        insegnategli da una vecchia, s’era dato agli incantesimi e
236   II,    3    |            piavano dei capponi, non c’era verso. Aveva saccheggiato
237   II,    3    |              raccomandavano a lui; ed era proprio come un raccomandarsi
238   II,    3    |               piú che esser giocatore era compare (si chiama cosí
239   II,    3    |              vedeva aperte e se non c’era nessuno presente né ostacoli,
240   II,    4    |              parte – tutto frusto com’era – lo sbirro l’agguantava,
241   II,    4    |              ben bene a cinghiate, ma era tanto il fetore che tutti
242   II,    4    |              riserbate per la sera. C’era nella segreta un giovanotto
243   II,    4    |       chiamavano l’Ominone: diceva ch’era stato arrestato per faccende
244   II,    4    |              Egli aveva confessato ed era tanto sfuggito che tutti
245   II,    4    |              quelli dei mastini, né c’era chi osasse spetezzare dalla
246   II,    4    |              erano le natiche. Costui era amico di un altro che chiamavano
247   II,    4    |           nome, Passamano. Diceva che era in carcere per troppa liberalità
248   II,    4    |               cosa che gli capitasse. Era stato frustato piú d’un
249   II,    4    |               vestiti, calcolando che era meglio starsene a letto
250   II,    4    |            morso ad uno di loro; ce n’era di enormi; certuni che si
251   II,    4    |               perché avevo saputo chi era il notaro criminale incaricato
252   II,    4    |          disgraziato per il fatto che era incorso in tal colpa per
253   II,    4    |            Accadde che il carceriere (era certo Blandones di San Paolo
254   II,    4    |         intanto, tutto stracciato com’era, metteva in mostra il suo.
255   II,    4(60)|                                       Era di stoffa rossa in forma
256   II,    5    |               per metterle in mostra, era sempre a smoccolare le candele,
257   II,    5    |          partiva le vivande a tavola, era sempre a mani giunte in
258   II,    5    |             giocasse a qualche giuoco era sempre a pizzicorino, perché
259   II,    5    |             insomma per tutta la casa era tal maneggiamento che irritava
260   II,    5    |           ragazza, per lo spasso; e c’era per di piú, la comodità
261   II,    5    |        cambiarsi il nome, ma che anzi era utile); a domandare insomma
262   II,    5    |              miei discorsi, che non c’era chi avesse nel parlare grazia
263   II,    5    |             chiuso in camera mia, che era divisa dalla loro da un
264   II,    5    |           secondo loro, tanto denaro, era quel che potessi desiderare
265   II,    5    |               Dai connotati dissi che era lui e quindi la pregai di
266   II,    5    |         passaggio per le riscossioni, era venuto a riverirlo. Dopo
267   II,    5    |              al tegolato, secondo che era necessario, sdrucciolai
268   II,    5    |             io gridavo, e il bello si era che lei credeva che fosse
269   II,    5    |            Dio; ma né questo né altro era con lui bastevole a farmi
270   II,    6    |              la casa, di levati non c’era altro che lui e i testimoni.
271   II,    6    |               giudice dicendo che lui era cavaliere fidalgo di Palazzo
272   II,    6    |             home muito fidalgo, e che era una birbonata tenermi legato.
273   II,    6    |            giudice, vedendo che non c’era chi gli desse aiuto: – «
274   II,    6    |             denaro, ma che denaro non era punto. Se ne convinsero
275   II,    6    |              paggi e i lacchè, né chi era quello che non li aveva.
276   II,    6    |              chi fosse il cavallo, se era in vendita, come anche parlavo
277   II,    6    |             collana di brillanti, che era tutt’insieme distintivo
278   II,    6    |               piú mi teneva perplesso era se comprarci una casa o
279   II,    7    |         bísciola. Anche l’altra non c’era male, ma aveva un fare piú
280   II,    7    |               dissi che mio desiderio era e sarebbe di servirle nel
281   II,    7    |              lo credereste: sua madre era fattucchiera, suo padre
282   II,    7    |             cocchio. Domandò loro cos’era quella merenda e come si
283   II,    7    |               e lei avrebbe veduto se era partito non solo di convenienza
284   II,    7    |            smisero per domandarmi com’era andata, ma altro non dissi
285   II,    7    |            con don Diego e quel che m’era accaduto. Essi mi fecero
286   II,    7    |              un frate benedettino che era giunto or ora per fare una
287   II,    7    |              certe sue cugine, poiché era malato, e che aveva con
288   II,    7    |               veduto giocare, giacché era stato per divertimento,
289   II,    7    |         consolai un po’ di quel che m’era accaduto. La mattina poi
290   II,    7    |             dal che compresi che ce n’era molti altri come me), e
291   II,    7    |             un dottore di legge che n’era appena smontato per andare
292   II,    7    |         perché, mentre il suo padrone era in chiesa, mi lasciasse
293   II,    7    |            per la via dell’Arenal che era la via della mia dama. Acconsentí;
294   II,    7    |            per mano il cavallo che si era subito fermato e io tornai
295   II,    7    |           montare, mentre al brusio s’era affacciato don Diego Coronel
296   II,    7    |               gridando che bricconata era mai quella di dare ad alcuno
297   II,    7    |               qui in San Filippo ce n’era però uno sul quale non mi
298   II,    7    |              non mi ci sarei provato (era quello del dottore), volli
299   II,    7    |              di legge e di quello che era seguito sulla strada: il
300   II,    7    |        valigia, tutto il denaro che m’era rimasto della mia eredità
301   II,    7    |      benedettino e altre cose; il che era andare a morire sulla forca.
302   II,    7(68)|                                       Era una razza generosa di cavalli,
303   II,    7    |               E poiché non sapevo com’era stata, per quanto avessi
304   II,    7    |            senza che sapessi dire com’era andata, mi presero per portarmi
305   II,    7    |               vedendo che la faccia m’era stata divisa in due pezzi,
306   II,    7    |            sentivo. Ferito, derubato, era ridotto per modo che non
307   II,    8    |         faccia che dai tanti solchi s’era fatta uno spicchio di mela
308   II,    8    |              affittava la sua casa ed era intermediaria per fare affittare
309   II,    8    |         bianche. Ma quello in cui ell’era una cima era in riattare
310   II,    8    |               in cui ell’era una cima era in riattare pulcelle e in
311   II,    8    |              finir di dire quello che era, insegnava alle donne come
312   II,    8    |            aver sentito dire che mi s’era detto non so che di stregonerie
313   II,    8    |             consapevoli che in casa c’era l’amico. Entrarono in camera
314   II,    8    |               proteste, il drudo, che era un fruttaiolo e che stava
315   II,    8    |            rosario. Un mendicante che era molto pratico del mestiere,
316   II,    8    |      giovanottone, una brutta faccia: era uno senza braccia, con una
317   II,    8    |       arnesacci che Dio abbia creato. Era ricchissimo, ci faceva da
318   II,    8    |              cavaliere!»; se qualcuno era in carrozza, subito lo chiamava «
319   II,    8    |            mula «Signor arcidiacono»; era insomma un terribile adulatore.
320   II,    8(71)|      immaginaria isola di Barateria c’era anche quella di un delegato
321   II,    9    |               della compagnia uno che era stato con me allo Studio
322   II,    9    |             apostatato dagli studi, s’era messo a quell’arte. Gli
323   II,    9    |            bisogno di un appoggio e m’era piaciuta la giovane, mi
324   II,    9    |              se la meritava, poiché c’era un re di Normandia in abito
325   II,    9    |   scioglimento poi dell’intrigo non c’era altro se non che si sposavano
326   II,    9    |              che della commedia nulla era suo, ma che da un brano
327   II,    9    |             si approfittano di quanto era stato già rappresentato,
328   II,    9    |          stato già rappresentato, che era cosa facilissima e che l’
329   II,    9    |             rischi. L’altro fatto poi era che, andando di qua e di
330   II,    9    |           affermavano che la commedia era di loro. Mi fece inoltre
331   II,    9    |               fatto un po’ di nome ed era giunto a chiamarmi Alfonsino,
332   II,    9(73)|              risaputo che la commedia era considerata un genere di
333   II,    9    |  rappresentata e piacque molto. Non c’era per me modo di lavorare,
334   II,    9    |         fantesca saliva la scala, che era stretta e scura, con due
335   II,    9    |            presto io accorressi, mi s’era già fatto attorno tutto
336   II,    9    |               raccontando a tutti che era stata ignoranza della serva (
337   II,    9    |              e se ero andato con loro era stato per bisogno, vedendomi
338   II,    9    |              lettera, perché la donna era davvero intelligente e bella.
339   II,    9    |          cominciò a tossire, cioè, ma era invece un tossir malandrino:
340   II,    9    |          doppi vespri mi sentii: mi s’era allungato il gorgozzule
341   II,    9    |               accolto dal vicario che era uomo allegro. Camminava
342   II,    9    |              donna per la mano, e chi era fermo a parlare con una
343   II,    9    |              Di dove stavano a vedere era una piccola torre tutta
344   II,    9    |            cervelli: da un altro lato era un’esposizione di cianciafruscole:
345   II,    9    |             di una trombettina. Non c’era nessuno che, al vedermi,
346   II,   10    |         ragione, perché la sua faccia era una casacca di pelle e lui
347   II,   10    |               daga che alla larghezza era una scimitarra, alla lunghezza
348   II,   10    |           modo da eccitare la sete. C’era a terra un mastello colmo
349   II,   10    |             ormai, con queste cose, s’era guastato il congegno del
350   II,   10    |            parò dinanzi la ronda. Non era stata ancora ben ravvisata
351   II,   10    |            giustizia e dormimmo quant’era necessario perché si dissipassero
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