| IntraTextIndice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca | 
| Alfabetica    [«  »] equorei 3 equoreo 4 er 3 era 7700 èra 2 eracle 9 eràcle 6 | Frequenza    [«  »] 8518 da 8209 su 7871 nel 7700 era 7624 gli 7498 io 6725 al | Gabriele D'Annunzio Opera omnia Concordanze era | 
L'allegoria dell'autunno
     Capitolo
   1 AdA                        |           effigie.~ ~Tal fino al labro era ne l’ende stigie~ ~Tantalo,
   2   1                        |               Venezia sotto i cieli.~ ~Era per ovunque diffuso uno
   3   1                        |                de’ cui gorghi auriferi era sorta una dinastia di re
   4   1                        |              s’approssimava: già quasi era imminente l’ora della Festa
   5   1                        |               boschi – nella memoria – era comparabile alle divine
   6   1                        |               giovine dio aspettato.~ ~Era per giungere! La coppa invertita
   7   1                        |            sotto le palpebre gravi. Ed era palese che per tutto il
   8   1                        |                agitava una fiaccola ch’era stata accesa all’ara di
   9   1                        |        simulacro della Bellezza, e non era se non una Sfinge corrosa
  10   2                        |           universo. Pur questa mane io era dinanzi al pio bassorilievo
  11   3                        |            poema sacro la crudeltà ond’era serrato fuor del bell’ovile,
  12   3                        |          taluno di noi pensò che tutto era ancóra da sperare e da attendere
  13   3                        |             esser compagno a colui che era destinato a salire, a salire
  14   3                        |                travaglio interiore ond’era per formarsi l’opera gigantesca.
  15   3                        |              le idee astratte ond’esso era ingombro. Ovunque, sotto
  16   4                        |                passione della Bellezza era così ardente che dovunque
  17   4                        |                vede realizzato ciò che era nelle sue aspirazioni, e
  18   4                        |             Francesco de Sanctis. Egli era uno di quei rari spiriti,
  19   4                        |                comprenderle. Nulla gli era estraneo di ciò che concerneva
  20   4                        |                  Così vivo e religioso era in lui il senso della bellezza,
  21   4                        |                bellezza, così profondo era il suo culto della forza
  22   4                        |                 quasi terribile, tanto era tentatrice – noi avemmo
  23   4                        |      esalazione delle fornaci; che non era se non l’alito dell’uragano
  24   4                        |             come una febbre divorante: era come se le vene si moltiplicassero
  25   5                        |       qualunque allettamento esteriore era trascurabile al paragone
  26   5                        |              tutto quanto contemplava. Era in lui quel candore infantile
  27   5                        |                più umili. In ogni vita era per lui un mistero sacro
  28   5                        |                suo occhio meraviglioso era atto a cogliere tutte le
  29   5                        |                mano d’artefice fu mai, era pronta a fermarle con un
  30   5                        |               un carattere dominante – era già iniziato nel tempo in
  31   5                        |               Il soggetto non contava, era stato offerto dal caso,
  32   5                        |                stato offerto dal caso, era secondario, era trascurabile;
  33   5                        |              dal caso, era secondario, era trascurabile; ma la qualità
  34   5                        |               la qualità della pittura era nuova, senza esempio, altissima,
  35   5                        |             mai, io penso, il pennello era giunto nel tocco a un tal
  36   5                        |         evidenza; e non mai la tecnica era giunta a un tal grado di
  37   7                        |              perduto. «Enrico Nencioni era l’amico, il compagno, il
  38   7                        |                 l’immacolata anima sua era la pietra di paragone dell’
  39   7                        |               della mia puerizia. Egli era allora nella sua piena virilità,
  40   7                        |            elci della Villa Medici. Io era un fanciullo, triste prigioniero
  41   7                        |             padre, poiché la sua anima era la più giovenile ch’io m’
  42   7                        |             casa dov’egli m’aspettava. Era d’aprile; e la città armoniosa
  43   7                        |                che la mia commozione s’era comunicata a lui, e ch’egli
  44   7                        |        comunicata a lui, e ch’egli non era più per me un estraneo ma
  45   7                        |             con lagrime di gioia. Egli era alto della persona e magro,
  46   7                        |             certa. Enrico Nencioni non era per i più se non un comentatore
  47   7                        |           bassa~ ~Tenda di nubi. Morta era la vita,~ ~Spenta la luce.
  48   7                        |       sentivamo nati; tutto quello che era in noi, e che il mondo ignorò…»~ ~
  49   7                        |              ha amato con un amore che era più che un amore, with a
  50   8                        |           quando il disdegnoso vecchio era già percosso e incurvato
  51   8                        |              esaltava nel suo fervore. Era questi in piedi, e seduto
  52   8                        |             del Boccaccio in Certaldo, era manifesto com’egli vedesse
  53   8                        |          travagliare un suolo che pure era cresciuto con la polvere
  54   8                        |           pensiero. Ma quella barbarie era peggiore o, certo, più vile;
  55   8                        |            intera parola di quel patto era custodita nell’animo di
  56   8                        |         Tremila. L’esercito piemontese era disfatto, perdute erano
  57   8                        |                scritto: «Nel principio era il Verbo.» Ecco che già
  58   8                        |                scritto: «Nel principio era l’Intelligenza.» Meditiamo
  59   8                        |           sicuro pugno: «Nel principio era l’Azione.» –~ ~Giosue Carducci –
  60  10                        |               laggiù, nel porto, quand’era legata dalle corde di sparto.
  61  11                        |                 Quando la mia vita non era ancóra quello specchio di
  62  11                        |               da due uomini rossi. Uno era ben quello col cappuccio
  63  11                        |           secondo Bonifazio; e l’altro era quello, ancor più misterioso,
  64  11                        |             Campagna e con la Serenata era entrato nell’arte giovanissimo
  65  11                        |                generosissimo sostituto era già trasfigurato in prisco
  66  12                        |           sorgeva, ora giace. Quel che era inalzato verso il cielo,
  67  12                        |        arpeggio della morte!~ ~Intorno era l’Ade carsico, il fisso
  68  12                        |              la battaglia infernale.~ ~Era come una battaglia sparente,
  69  12                        |             che balenava senza tregua. Era come un combattimento confuso
  70  13                        |             modi. Ogni giorno l’azione era creata e condotta dalla
  71  13                        |        condotta dalla parola. L’azione era costretta dalla parola in
  72  13                        |         inviolabile. Il linguaggio non era la vanagloria dell’istoria
  73  13                        |      ventisette anni d’assenza, mutato era il cuore, inseverito il
  74  13                        |             Browne che sul principio m’era nella memoria. The Egyptian
  75  14                        |              all’asse. Tacita e immota era la divina forma di «quell’
  76  14                        |                 Il rombo, non udibile, era soltanto in noi che non
  77  14                        |              parlavamo. Ben sapevo che era in te, sopra te, come quando
  78  14                        |              là dove l’unico limite ti era un’altra immensità: quella
  79  14                        |                Vinci con alcuna parola era a noi prossimo «sanza battimento
  80  14                        |           forse non t’accorgesti ch’io era un d’essi e che con il taglio
  81  16                        |             mio viso un soffio che non era il croscio del volo.~ ~Perché
  82  16                        |           volai sopra il Trentino?~ ~V’era un patto di sangue, allora,
  83  16                        |             Italiani.~ ~Ruggero Maroni era un esempio costante. Era
  84  16                        |               era un esempio costante. Era a me esempio: a me che mi
  85  16                        |       perfezione della disciplina egli era andato oltre, m’aveva egli
  86  16                        |               difficile. La sua parola era concisa come il suo disegno.
  87  16                        |                disegno. La sua volontà era bene squadrata come le sue
  88  16                        |        Pretorio attesta che instituito era in Riva della Tribù Fabia
  89  19                        |                li daremo alla pace.»~ ~Era là ad ascoltarmi gente mia
  90  19                        |              mentre l’astro dell’elica era tuttavia razzante, vidi
  91  20                        |            dinanzi al suo popolo, ella era tuttora una illibata imagine,
  92  21                        |             rimedio di tutti i mali. S’era fermato d’improvviso il
  93  21                        |        distinto dell’ibis volante, che era l’insegna del mio motore
L'armata d'Italia
     Capitolo
  94   1                        |             miserevole in cui l’armata era caduta più specialmente
  95   1                        |               Tutto il popolo d’Ancona era invaso da una così fiera
  96   1                        |              sul Barbarigo. La squadra era disposta in duplice ordine.
  97   1                        |          governava il vapore. La calma era profonda. Sul mare, che
  98   1                        |               comandante del Barbarigo era stato presente alla battaglia;
  99   1                        |              raccoglimento.~ ~La calma era immutata. L’Orsa tramontando
 100   2                        |               abondanza la lode di cui era avido? Non forse è stato
 101   2                        |              fatica alcuna; poiché non era possibile adoperare a quegli
 102   2                        |               crescono, ogni giorno.~ ~Era assolutamente inevitabile
 103   2                        |                rinascimento, il siluro era ancóra un’arma imperfetta,
 104   2                        |            sotto il governo dell’Acton era in favore, è oggi direi
 105   3                        |             anche molto letteraria. Io era, in quei giorni, invasato
 106   4                        |              in Massaua. Lo pseudonimo era Echis; e forse, alla Tribuna,
 107   4                        |            fatto in epoca in cui tutto era a minor prezzo; e quella
 108   5                        |              che l’armata repubblicana era pronta per l’offesa nel
 109   5                        |    Mediterraneo. Il dispendio previsto era di soli undici milioni.~ ~
Cabiria
     Parte, Cap.
 110 Note,         3            |        PERPETUO; CHÈ ¶ LA MORTE TROPPO ERA LIEVE!~ ~ ~ ~VERSO ROMA.~ ~ ~ ~
Canto novo
     Parte, capitolo, paragrafo
 111      Can,   4,    10       |              immemore~ ~de’ fati umani era, e d’ogni altra~ ~cosa mortale,
 112      Can,   5              |             rivale d’Eunomo,~ ~Sparti, era quivi pronto; e quivi i
 113      Can,   5              |              prova febèa più solenne~ ~era: tremavane ai contendenti
 114      Can,   5              |          agreste~ ~voce che pur dianzi era de’ boschi gioia!~ ~Vinse
 115        1,   5,     3       |                               III62.~ ~Era un fanciullo da’ neri selvaggi
 116        1,   5,     7       |                               VII66.~ ~Era un bastardo. Ne l’occhio
 117        1,   6,     2       |               e il consiglio~ ~dolce m’era; una pace nova fluir pe ’
 118        1,   6,     5       |       scaturigini de la vita.~ ~Triste era l’ombra, triste era il tedio~ ~
 119        1,   6,     5       |             Triste era l’ombra, triste era il tedio~ ~sotto la greve
 120        1,   6,     5       |              vena?~ ~Pur dolce, penso, era, ne l’umida~ ~terra sommerso,
 121        1,   7,     2       |            vene,~ ~allor che la fatica era fornita,~ ~il placido narcotico
 122        1,   7,     6       |              di un amante ei si diede. Era d’opale~ ~splendido il mare
Libro segreto
     Capitolo
 123   1                        |                maestro veneziano – non era ancor venuta in luce. ma
 124   1                        |             quando accorsi, il suicida era disteso nella ghiaia, pallidissimo,
 125   1                        |            termine umano. Antonio Duse era chino su quella inquietudine
 126   2                        |              di quel secondo piano? ch’era spesso deserto perché a
 127   2                        |           camera più ampia e signorile era rimasto il nome di un viaggiatore
 128   2                        |             palma una perla artefatta? era un ovo di rondinella.~ ~
 129   2                        |                palma della mia sorella era balzata al mio viso raddoppiandosi,
 130   2                        |      foresteria. il suo uscio di scala era chiuso.~ ~Su gli ultimi
 131   2                        |        rimproccio. il primo suo impeto era di percuotere. il suo amore
 132   2                        |                conteso alla morte? o m’era donata una seconda vita?~ ~
 133   2                        |             una divinazione religiosa. era presente il Fato indomito?
 134   2                        |             presente il Fato indomito? era presente Nostro Signore?~ ~
 135   2                        |               di là da una speranza ch’era già smisurata. l’una e l’
 136   2                        |       somiglianza mi compivo.~ ~Ma chi era presente? chi vide? chi
 137   2                        |               potrà ridire?~ ~Presente era tuttavia la morte che il
 138   2                        |           triplice non aveva respinto. era là, evocata dalla condoglianza
 139   2                        |                è più vile.~ ~Confuso m’era allora quel che oggi m’è
 140   2                        |              ogni volta il mio istinto era scisso da quel guizzo di
 141   2                        |              arte? e non forse l’avo m’era a fianco quando per notti
 142   2                        |              sostenni in lui che tanto era men robusto di me. dalla
 143   2                        |               l’orecchio.~ ~Vastissima era la casa d’Ortona, di architettura
 144   2                        |          stanze quasi di celle. bianca era in gran parte con infisse
 145   2                        |             monastero e del fortilizio era infranta senza rimedio.
 146   2                        |               apparì bellissima qual m’era apparsa nell’imaginazione
 147   2                        |           della mia mano sciogliendosi era mosso dalla sùbita follia
 148   2                        |             ferro: segno insolito. che era accaduto?~ ~Mi raggiunse
 149   2                        |     singhiozzando, balbettando. ma che era accaduto? chi poteva tenermi
 150   2                        |         compresi che il gran vegliardo era trapassato.~ ~Risolutamente
 151   2                        |              volontà spiritale. ma chi era presente? se tuttavia presente
 152   2                        |         presente? se tuttavia presente era la morte di quell’ora inginocchiata
 153   2                        |         lacrimante, anche la mia madre era là senza udire senza vedere
 154   2                        |             che in vero fosse di me io era sicuro; ma gli obbedivo.~ ~
 155   2                        |             Santa Maria della Vita, ch’era tutta parata di damasco
 156   2                        |               in una buona stampa.~ ~C’era.~ ~Intravidi, nell’ombra
 157   2                        |                presenza della morte.~ ~Era di carne e d’ossa il cruciato?
 158   2                        |                e d’ossa il cruciato? o era di terra e di fornace? non
 159   2                        |            anguinaia le mani. annerata era la faccia ma la barba era
 160   2                        |              era la faccia ma la barba era ingrommata di non so che
 161   2                        |               mento il collo.~ ~Quella era la vita, quella era la morte,
 162   2                        |             Quella era la vita, quella era la morte, un orrore unico
 163   2                        |              più rimoto.’~ ~Quella non era alcuna delle Marie. giungeva
 164   2                        |          indietro come vanni. la bocca era dilatata dall’ululo, rappresi
 165   2                        |                visione sublime e truce era a contatto del vicolo lurido,
 166   2                        |           carne da macello e da frodo, era là contro la terracotta
 167   2                        |             gettarmi giù. dementato io era come quel gruppo di passione
 168   2                        |                Peccantem me quotidie’. era come se il Palestrina prendesse
 169   2                        |              una comunione di pianto s’era iniziata la mia vita seconda.
 170   2                        |                spirito della dimanda m’era stranio ma fin il modo vocale
 171   2                        |             che la mia ossatura assisa era al confronto men salda,
 172   2                        |              mio nome, nel suo modo ch’era diverso da quel della sua
 173   2                        |       impaziente di scrivere. scrivere era già per me una necessità
 174   2                        |             uccidermi.~ ~Il mio ospite era lungi dal sospettare la
 175   2                        |                maestro. me ne ricordo: era l’usignolo che poi cantò
 176   2                        |             due metà di un’anima sola. era l’ultima ora della nostra
 177   2                        |               parla.’~ ~La mia bocca m’era sigillata.~ ~‘Gabriele mio,
 178   2                        |          contesa della bacchettoneria. era la mia sedia di fatica.~ ~
 179   2                        |             sol pari a quella sua voce era quel suo sacramento di sicurtà.~ ~
 180   2                        |             questo.’~ ~Il mio fratello era muto e fiso. considerava,
 181   2                        |             parve diminuito di valore’ era scritto nel libro che commemora
 182   2                        |            calvizie del mio editore, v’era un Trattato della Infedeltà.
 183   2                        |        imminenza delle dipartite. ella era intesa a più vivere e più
 184   2                        |                diminuito di valore non era il mondo, in assenza di
 185   2                        |                tanto il suo sentimento era fresco che non di rado la
 186   2                        |           parte?’~ ~‘Non dimandare.’~ ~Era la risposta di Silvia alla
 187   2                        |        Sirenetta nel drama ov’ella già era apparita sublime con le
 188   2                        |            terra o di mare o di cielo. era bello che un sol sentimento
 189   2                        |                di Trieste. il sinistro era minacciato. accendevo senza
 190   2                        |              ritrovi qui il buio che c’era ai pozzi di Bumeliana in
 191   2                        |             veloce uomo di guerra egli era tutto intento a non turbare,
 192   2                        |               m’accorsi che il liquido era quasi tutto intromesso,
 193   2                        |             affermando che l’iniezione era mancata e che bisognava
 194   2                        |               alla mia età l’Alighieri era sul limitare della morte,
 195   2                        |             soltanto divenire quel che era ma abolire interamente i
 196   2                        |              la nausea della femmina m’era giunta alla strozza, non
 197   2                        |               strozza, non meno acre m’era la nausea della guerra che
 198   2                        |       bombardamenti notturni e diurni. era un apparecchio terrestre.
 199   2                        |               pesava!~ ~Ogni indugio m’era intollerabile. partii da
 200   2                        |               mezzogiorno. la mia meta era il campo di Gioia del Colle
 201   3                        |                 l’arco de’ sopraccigli era distante dalla palpebra
 202   3                        |            quello soprano della fronte era uno spazio chiaro, appena
 203   3                        |                 e tra le reliquie ve n’era una ch’io so. entro nel
 204   3                        |          egizii conobbero. Italo Conci era mirrato con quella mirra
 205   3                        |          attimi dopo l’ansito estremo. era notte, già notte alta e
 206   3                        |           legione trentina Italo Conci era l’esempio. aveva guerriato
 207   3                        |         formicolante di faville d’oro, era ai vetrai di Murano la pietra
 208   3                        |            vide.~ ~Sovvienti: un tempo era nomata Sangue~ ~la Zancle.
 209   3                        |             mentre su l’attigua tavola era disteso il ròtolo con la
 210   3                        |               rifugiarsi a Londra. non era riescito il sire d’Annour
 211   3                        |              circospetta, rattenuta, s’era scelta una casa alta come
 212   3                        |               vedetta. la sua finestra era una specola, donde ella
 213   3                        |           quando s’accorse che l’uscio era per cedere, con tremendo
 214   3                        |             sinistra di Thalestris, ch’era esangue. tenendola in ambo
 215   3                        |              affare della Collana? non era stato egli assolto?~ ~Portentoso
 216   3                        |      disunissero riseccandosi. per ciò era costume i simulacri eburnei
 217   3                        |               de’ quattro elementi’ ch’era tra gli strumenti di fisica
 218   3                        |                quella bietta d’osso ch’era il conio della volontà contrassegnato
 219   3                        |           statura di un creatore, egli era un creatore.~ ~Dalle ‘Variazioni
 220   3                        |                di tempo senza misura m’era sublime.~ ~Il popolo tumultuava
 221   3                        |                nei cristalli cavi.’~ ~‘Era un mendico che le stagioni
 222   3                        |               una face di pino. gialla era la fiamma. il fumo svolgeva
 223   3                        |               altramente che il Còrso, era pur sempre l’alunno dell’
 224   3                        |         dicitori della parola vivente, era laggiù in un orizzonte di
 225   3                        |                un orizzonte di fuoco o era sotterra in una voragine
 226   3                        |         elemento?~ ~No. la distruzione era omai indubitabile, era irreparabile.
 227   3                        |     distruzione era omai indubitabile, era irreparabile. prono abbattuto
 228   3                        |             Ερχομαι. τί μ’α8020;εις;~ ~Era di Niobe.~ ~Potei leggere
 229   3                        |              μ’ ἀτιμάσ8131;ς μολεῖν.~ ~Era di Filottete.~ ~Potei ancor
 230   3                        |              πως τῆς~ ~ἀειζώου πόας.~ ~Era di Glauco. non sentii su
 231   3                        |          Violante dalla bella voce’.~ ~Era Violante una mia amica di
 232   3                        |              al colore della sua bocca era aggiunto l’innamorato studio
 233   3                        |                  Il luogo del racconto era il colle di Settignano.
 234   3                        |               tre; e il fato.~ ~Hermia era il vero nome della Violante
 235   3                        |               non avean più dominio.~ ~Era di giugno. era il solstizio,
 236   3                        |              dominio.~ ~Era di giugno. era il solstizio, il giorno
 237   3                        |                novella imagine che gli era nata d’improvviso dall’anima,
 238   3                        |           cercò il metallo poiché egli era sì fatto che non poteva
 239   3                        |            rende estraneo quel che gli era intimo.~ ~Scrivo. dico io
 240   3                        |           Daniele, quel che nell’Euleo era la forma impudica dell’onda
 241   3                        |               di primavera quando ella era seduta davanti allo specchio
 242   3                        |                San Pelagio dove io non era ancor giunto da Venezia
 243   3                        |                 tutta la costa avversa era celata dalla più folta foschìa.
 244   3                        |            nella sala di San Marco non era il Miracolo del Tintoretto?~ ~
 245   3                        |        illuminazione del volto che non era il sorriso. e di poi ho
 246   3                        |                termine di quel viaggio era simile a una cadenza inaudita.
 247   3                        |              cadenza inaudita. la vita era bella perché non aveva ancor
 248   3                        |               ché il rossore subitaneo era la pura fiamma della sua
 249   3                        |             mio, tanto fervente. non m’era destinato? e non è soprannaturale
 250   3                        |              misura del mio anulare? m’era destinato; perché nelle
 251   3                        |           Volterra, come la soldatesca era stracca e immollata di pioggia,
 252   3                        |                 la mattinata nomentana era bionda come nella nona rima
 253   3                        |                destino, e non seppe.~ ~Era un settembre senza grappoli
 254   3                        |               nel punto ove radicato s’era il legionario di Roma per
 255   3                        |            saltando sul secondo quando era stanco il primo e con mirabile
 256   3                        |              accadde nella baracca dov’era il generale Sani a leggere,
 257   3                        |                da pestare, che stamani era accomandata dal prete al
 258   3                        |              ma carbonchio.~ ~L’altare era fasciato con quelle coperte
 259   3                        |            questi. il nodo di scotta m’era familiare.~ ~Mi volto: mi
 260   3                        |                mio spleen.~ ~Splenium! era una sorta di erba che alleviava
 261   3                        |          distrutto anche l’ospedale ov’era spirato il mio compagno,
 262   3                        |              per la mia donna lontana. era un segno? era un prodigio?
 263   3                        |           donna lontana. era un segno? era un prodigio? non seppi.
 264   3                        |               scapha patella tripes.~ ~Era egli il compositore e l’
 265   3                        |         indugiava in terra latina; e s’era addobbato un padiglione
 266   3                        |             della sua tavola francesca era appunto il ‘bœuf à la mode’.
 267   3                        |              all’altra banda.~ ~Scarsa era la luce. annottava. i nostri
 268   3                        |              quando Isabella Inghirami era per convertire in arme corta
 269   3                        |         odorosa, e di un de’ luoghi ov’era venerato Apolline.~ ~Ecco
 270   3                        |         rischio, e che il guadagno gli era estraneo.~ ~Il denaro avvilisce
 271   3                        |               o sventure, quando non m’era lecito tra due offerte rispondere ‘
 272   3                        |               i due sapori.~ ~La coppa era preparata per Leila. tuttavia
 273   3                        |           della camera. la polizza non era se non la ricevuta degli
 274   3                        |        risveglio! la luce nel chiostro era d’un azzurro argentino come
 275   3                        |                aveva aspetto di morte. era vestito di scuro: quasi
 276   3                        |          triste grazia ove l’acume non era dissimile agli aghi del
 277   3                        |               rilievi del Partenone.~ ~Era il votivo gruppo di bronzo,
 278   3                        |           colpo’.~ ~La fionda giudaica era di cuoio o di lana, o di
La chimera
     Parte, capitolo, paragrafo
 279        1,   4              |             gonfalon selvaggio. —~ ~Io era un buon fanciullo: un poco
 280        1,   5              |               un tesoro.~ ~Ne la bocca era il sorriso~ ~fulgidissimo
 281        1,   5              |             amava. Un fiore~ ~doloroso era la bocca,~ ~e un misterioso
 282        1,   5              |                un giorno~ ~io conobbi. Era l’estate~ ~ampia; e dolce
 283        1,   6              |              su la campagna salutare~ ~era venuta la dolce stagione~ ~
 284        1,   7              |            figlio di Cambise,~ ~destro era e forte, generoso e parco,~ ~
 285        1,   7              |             soavità profonda.~ ~Divino era il suo nome: Eleabani.~ ~
 286        1,   7              |               suo nome: Eleabani.~ ~Ed era come un olio di viola,~ ~
 287        1,   7              |      incensiere»~ ~diceva Eleabani. Ed era immune~ ~il suo cuor da
 288        1,   7              |               suo cuor da l’ebrezza ed era chiara~ ~la sua voce; e
 289        1,   8              |               ozi taceva~ ~il golfo ed era il Sole alto ne’ cieli,~ ~(
 290        3,  13              |                i boschi alti e soli~ ~(era la luna piena)~ ~fluiva
 291        3,  17              |           occhi: — Dunque andiamo? —~ ~Era bianco il vostro viso,~ ~
 292        3,  17              |              con che furia mi batté!~ ~Era il Fòro taciturno~ ~da una
 293        3,  17              |            silenzio alto di chiostro~ ~era il Fòro. Con che strano~ ~
 294        3,  18              |                signora,~ ~la tua bocca era ardente!),~ ~all’alto all’
 295        4,   7              |              di sereni~ ~sogni la Luna era a l’umano armento.~ ~Pascean
 296        7,   2              |              acqua corrente.~ ~E nulla era più bello~ ~e leggiadro
 297        7,   2              |           ospite flava;~ ~e a ’l tuono era la cava~ ~selva una catedrale.~ ~
 298        8,   3              |               sorse avanti improvviso (era l’odore~ ~pe’ i ricolti
 299        8,   9              |           dovizia.~ ~Se ben dovizioso, era mite ed umano~ ~il vecchio;
 300        8,   9              |               fame urgeva.~ ~D’argento era la barba, come rivo d’aprile.~ ~
 301        8,   9              |            armenti~ ~stanchi. E questo era in tempi lontanissimi a
 302        8,   9              |               l suo passaggio,~ ~tutta era molle ed umida pe ’l diluvio
 303        8,   9              |                 Ruth, una moabita,~ ~s’era distesa ai piedi de ’l vecchio,
 304        8,   9              |           notte languìan su Galgalà.~ ~Era l’ombra solenne, augusta
 305        8,   9              |                l romor roco e grave.~ ~Era nel tempo quando la natura
 306        8,   9              |             scendea da i firmamenti.~ ~Era l’ora in cui placidi vanno
 307        9,   1              |                 E teco porti~ ~quel ch’era in me, sopra le glorie e
 308       10,   1              |         sofferire~ ~il termine supremo era vicino,~ ~a ’l cuor sentìa
 309       11,   3              |             amò ne la sua mente.~ ~Ell’era l’ideale Ermafrodito,~ ~
 310       11,   3              |                l’ideale Ermafrodito,~ ~era il pensato Andrògine. Lo
La città morta
     Atto, Scena
 311    1,         1            |           nella mia casa e mia ¶ madre era ancora viva - tutti i giorni
 312    1,         1            |             mio fratello, due anni fa, era un pomeriggio d'agosto,
 313    1,         1            |         pianura d'Argo, dietro di noi, era un lago di fiamma. Le montagne ¶
 314    1,         1            |               serpe, disse per gioco: "Era nel ¶ cuore di Clitemnestra".
 315    1,         1            |             sotto la cittadella. Tanta era la mia ¶ fatica che, come
 316    1,         1            |         speranza e di coraggio. ¶ Egli era certo di ritrovare intatti,
 317    1,         1            |             conoscevo che il suo sonno era profondo, dalla placidità
 318    1,         1            |               è mutato, profondamente. Era così dolce con me, una volta!
 319    1,         1            |                me, una volta! Tutto io era ¶ per lui: la sola compagna
 320    1,         1            |             pulsazione dolente, e me n'era grato come d'una medicina
 321    1,         1            |        pensiero. L'onda della ¶ poesia era in lui così abondante ch'
 322    1,         3            |                lontano un polverìo; ma era un branco di ¶ capre. Forse
 323    1,         3            |              La ¶ pietra del davanzale era quasi rovente. Qui, anche,
 324    1,         3            |              che l'impazienza del volo era diffusa in tutte le ¶ pieghe
 325    1,         3            |               e anche il mio desiderio era senza limiti, verso l'immensità
 326    1,         4            |            capelli, Alessandro. Ella m'era seduta accanto, ¶ dianzi,
 327    1,         4            |                       Anna.~ ~ ~ ~Ella era sui ¶ gradini della loggia,
 328    1,         4            |             Perdonatemi. Io ¶ non me n'era avveduto....~ ~ ~Anna, con
 329    1,         4            |            Bianca Maria, come Leonardo era inquieto e ansioso, stamani?
 330    1,         4            |                notturna.... Forse egli era stato visitato in sogno
 331    1,         4            |              dal "Re degli Uomini" e s'era svegliato con qualche gran
 332    1,         4            |              che pesò su quegli Atridi era ¶ così truce che veramente
 333    1,         5            |         imbandite; e ¶ tutta la stanza era bruttata di sangue. E io
 334    1,         5            |            stesso ¶ silenzio fatale ch'era intorno alla loro immobilità
 335    1,         5            |              faccia di Agamennone? Non era quello forse il Re dei Re?
 336    1,         5            |                Re dei Re? La sua bocca era ¶ aperta, le sue palpebre
 337    1,         5            |             Ora, la bocca del cadavere era aperta, le palpebre erano
 338    1,         5            |                risvegliato.... Ed ella era là, dianzi, supina su un
 339    1,         5            |                 e una bilancia ¶ d'oro era posata sul suo petto, la
 340    2,         1            |                la polvere dei sepolcri era per lei un'onda di germi
 341    2,         1            |             all'alba, quando ¶ la nave era già ferma. Voi sapete fino
 342    2,         1            |                Bianca Maria.~ ~ ~ ~Chi era ella? ¶ Potrei io riconoscermi
 343    2,         1            |                dunque per voi abolite? Era necessario che ¶ alfine
 344    2,         1            |           indicibile! Il ¶ mio segreto era nelle sue mani, ed ella
 345    2,         2            |                tante grida terribili v'era qualche ¶ anelito infinitamente
 346    2,         2            |          Nessuno più le credette! Ella era sola, in cima a una torre,
 347    2,         2            |                       Anna.~ ~ ~ ~Ella era ¶ bellissima; ella era bella
 348    2,         2            |            Ella era ¶ bellissima; ella era bella come Afrodite. Leonardo
 349    2,         2            |              tocca i due bacini.~ ~ ~ ~Era posata sul ¶ petto della
 350    2,         4            |              disposti.... Bianca Maria era occupata a ¶ ordinarli quando
 351    2,         4            |               mangiato i frutti su cui era il segno dei suoi denti,
 352    2,         4            |              me con un passo che certo era il ¶ suo passo consueto
 353    2,         4            |             peggiore assai della morte era in me il dubbio ch'ella
 354    2,         4            |                 La ¶ notte! Se la luce era spaventevole, il buio era
 355    2,         4            |              era spaventevole, il buio era più spaventevole ancora:
 356    3,         1            |               sentiva un alito: nulla! Era la calma perfetta, senza
 357    3,         1            |                m'adorava; e pure non ¶ era felice.... Tu lo sai, è
 358    3,         1            |             quella. La sera, mia madre era rimasta al mio capezzale;
 359    3,         1            |                  come il pianto.... Ah era così forte il sonno, che
 360    3,         1            |               fonte, l'odore dei mirti era così ¶ acuto ch'ella stava
 361    3,         1            |                fiume, nutrice? Ecco. C'era una volta un re che si ¶
 362    3,         2            |            credo ¶ che riposi.... Ella era per venir meno, laggiù,
 363    3,         2            |               Leonardo.~ ~ ~ ~Ah, ella era per ¶ venir meno....~ ~ ~
 364    3,         2            |                turbamento, quando ella era ¶ presente o quando qualcuno
 365    3,         2            |              Il fremito di mille ¶ ali era nella sua voce nuova.~ ~ ~ ~
 366    3,         2            |            antichi ¶ ormeggi.... Non v'era nulla di più triste in giro.
 367    3,         2            |              ho io già detto quel ¶ ch'era meglio non dire? Ah, sempre
 368    3,         3            |               abbiate ¶ paura.... Egli era qui, poco fa; era qui, parlava
 369    3,         3            |                 Egli era qui, poco fa; era qui, parlava con me, su
 370    3,         3            |                 Lo richiamavo perchè m'era ¶ venuta a un tratto la
 371    3,         3            |               diede la ¶ vertigine.... Era il tempo della grande gioia:
 372    3,         3            |            conosci quella riva? Allora era bianca ¶ come il sale, sparsa
 373    3,         3            |                fiamma verde; e il mare era immacolato e nuovo come
 374    3,         3            |          Dovreste ¶ chiamarvi così.... Era tramontato il sole. Mi ricordo:
 375    3,         3            |           altra mattina. Vi ricordate? Era il punto in cui Antigone
 376    4,         1            |              richiamava; e la sua voce era mutata.~ ~ ~ ~Leonardo.~ ~ ~ ~
 377    4,         1            |            alba!~ ~ ~ ~Leonardo.~ ~ ~ ~Era così bella, ¶ la notte;
 378    4,         1            |             volesse! Ma ¶ dianzi non c'era una nuvola nel cielo.~ ~ ~ ~
 379    4,         2            |               mano.... E il loro passo era sicuro?~ ~ ~ ~La nutrice.~ ~ ~ ~
 380    4,         3            |             una polvere così densa che era difficile ¶ avanzare. È
 381    4,         3            |            salvare ¶ qualcuno. Ma egli era là.... Tante volte, tante
 382    4,         3            |                di mostrargli che tutto era stato compreso ¶ e anche
 383    5,         1            |          eguale, su la terra.... Non v'era una sola stilla amara in
 384    5,         1            |        ginocchia di ferro.... Il mondo era distrutto.... Mille ¶ secoli....
 385    5,         1            |                       Un giorno ella ¶ era su la riva del mare, seduta
Contemplazione della morte
     Capitolo
 386   1                        |            così candidamente~ ~La casa era tanto prossima al frangente
 387   1                        |                corregge sottili. Tanta era l’attesa che, quando mi
 388   1                        |           voluttà eroica. Guardai. Non era se non la puntura d’una
 389   1                        |          puntura dicevo: «Ecco.» E non era se non un aculeo più acerbo.
 390   1                        |                dio verde il cui baleno era la lucertola guizzante.
 391   1                        |          gonfii e dolenti, il mio capo era perspicuo e lieve come nel
 392   1                        |            manderò il libro di Taigete era giunto l’ardore dell’Ulisse
 393   1                        |           Tespia il simulacro di Amore era un sasso greggio. Anche
 394   1                        |               o rugiada.~ ~Il silenzio era un inno senza voce.~ ~Tale
 395   1                        |                carta dei giornali, ond’era invasa tutta la città, pareva
 396   1                        |           scintille.~ ~Tutto lo spazio era pieno di violenta morte,
 397   1                        |              vogliono parlare; e forse era piena della parola nuova,
 398   1                        |              dell’uomo dal capo forato era sospesa nel crepuscolo pregno
 399   2                        |             memoria m’ingannava: non c’era. Ma mi soffermai su l’impronta
 400   2                        |          laesura, bipennem.~ ~La notte era tranquilla ma non serena,
 401   2                        |              di quella riva tormentosa era simile alla sabbia di questa
 402   2                        |          rimane in pace. E dove dunque era per approdare l’Ulisse dell’
 403   2                        |                Ma in verità egli non s’era mai lasciato guardare da
 404   2                        |                alla nuova barbarie ond’era minacciata la terra latina,
 405   2                        |                da secoli d’acqua.~ ~Io era in giorni di splendida miseria,
 406   2                        |          riempiere le mie mura; perché era quel terribile frammento
 407   2                        |           spirituale alla visita ch’io era per fare ma fosse già la
 408   2                        |           creatura divina che sempre m’era parso dovesse stargli nella
 409   2                        |               l’impronta. Sapevo che n’era stato tratto il gesso, ma
 410   2                        |            poesia quella forma sovrana era sola tra ruderi e cocci
 411   2                        |             inchiostri erano là. Tutto era semplice ed usuale, come
 412   2                        |        laboratorio d’uomo di lettere m’era avvenuto di sentire la maestria
 413   2                        |           possedeva. La sua esperienza era infinita, la sua destrezza
 414   2                        |             infinita, la sua destrezza era infallibile, ogni sua invenzione
 415   2                        |       infallibile, ogni sua invenzione era un profondo ritrovamento.
 416   2                        |              un’ombra di superstizione era sul mio sentimento.~ ~Egli
 417   2                        |             riprova che il suo spirito era tuttora immune da qualunque
 418   2                        |                debolezza. La sua stima era severa come la sua arte.
 419   2                        |             parlassi de’ miei guai. Io era bene il suo fratello minore,
 420   2                        |                sonava nella memoria.~ ~Era una piccola stanza chiara,
 421   2                        |            andare alla guerra.» Ahimè, era egli in pace? Non lo travagliava
 422   2                        |           miserie. La fronte augusta s’era celata, e non si vedeva
 423   2                        |               opponessi. La sua salute era già minacciata, già dubbioso
 424   2                        |               minacciata, già dubbioso era il suo passo. Cadeva su
 425   2                        |           arcate. Non parlavamo più. C’era intorno a noi una specie
 426   2                        |                silenzio soffice.~ ~E c’era appena, qua e là, lo strano~ ~
 427   2                        |              dolore. Il suo orgoglio s’era formato a poco a poco nel
 428   2                        |              solo con l’anima…» Egli s’era fatto degno d’incontrarsi
 429   3                        |              del poeta! E il poeta non era spirato ancóra, anzi aveva
 430   3                        |          condannato irremissibilmente. Era il mio ospite, lo straniero
 431   3                        |             cuoio bruno, che anch’esso era liscio e lustro d’assiduità
 432   3                        |          gradimento. Tutto il suo viso era illuminato d’una fresca
 433   3                        |               dall’intimo. La sua voce era ancor bella, misurata da
 434   3                        |          giorni e per notti. Anch’egli era una sostanza infinitamente
 435   3                        |         indefesso. La sua comprensione era pronta come il gesto della
 436   3                        |                lo spirito medesimo ond’era nata quella figurina della
 437   3                        |              Volli leggergli quella ch’era ancor calda del travaglio
 438   3                        |              dopo l’altra: il lebbroso era mondo, il paralitico camminava,
 439   3                        |               avevano pace, l’idropico era alleviato delle sue acque,
 440   3                        |                l’incredulità di Didimo era addotta. Didimo voleva vedere
 441   3                        |               nelle fasce, il cadavere era avvolto nelle bende. «Lazaro,
 442   3                        |           sussultare e levarsi.~ ~Egli era in piedi davanti a me, sconvolto,
 443   3                        |               senza colore, affannoso. Era l’uomo di fede, il servo
 444   3                        |             apparire ai discepoli. Non era Egli apparso al Confessore? «
 445   3                        |             suo corpo e col suo sangue era apparso ai discepoli, sapevano
 446   3                        |           perpetuo suo gemito aulente, era come il silenzio d’una moltitudine
 447   3                        |             dagli aghi dei pini? Non v’era divario tra il passo del
 448   3                        |             perché il nostro passo non era delle nostre ossa, dei nostri
 449   3                        |                 la realtà non soltanto era recente ma presente ancóra;
 450   3                        |                sbigottito, perché ella era tanto sensibile che quando
 451   3                        |                nostro cane paziente ch’era stato la causa del litigio.
 452   3                        |              ella farsi perdonare. E v’era nella sua attitudine tanta
 453   3                        |               dilungai per la Landa.~ ~Era prossima l’ora del vespro,
 454   3                        |                una rammarginata; altri era svenato a morte, con solchi
 455   3                        |         rinnovellarla.~ ~Ma forse egli era assai più antico, e aveva
 456   3                        |                  E la Via lattea certo era pur sempre per lui il cammino
 457   3                        |               sant’Elmo; e san Medardo era ancóra il signore dell’utile
 458   3                        |                fede. La sua indulgenza era grande come la sua disciplina.
 459   3                        |                la sua disciplina. Egli era venuto verso me con abondanza
 460   3                        |                sua parola, quando egli era per appressarsi all’intima
 461   3                        |               la sua semplice presenza era un soccorso coperto.~ ~Vidi
 462   3                        |               le sue mani! Per lui non era detto già: «Nesciat sinistra
 463   3                        |                faciat dextera tua», ma era detto: «Non sappia la tua
 464   3                        |              meditatur.»~ ~Divotissimo era di san Domenico; e sotto
 465   3                        |                il lor concerto, quella era la casa lieve ch’io m’avevo
 466   3                        |               sognata più d’una volta, era «la casa in sul ramo», lieve,
 467   3                        |    gentilissimo di farmi sentire che v’era fra noi un bel segreto,
 468   3                        |              chiese: «Quando? Quando?» Era in me quella malinconia
 469   3                        |              sapeva che la mia lampada era accesa e che avevo in serbo
 470   4                        |               camera dell’infermo; e s’era ritratta, per lasciarmi
 471   4                        |              dentro quel vano la morte era visibile come nelle Danze
 472   4                        |              tutta l’imagine veramente era di là dal velo. Egli alzò
 473   4                        |           aretino. Di tratto in tratto era preso da qualche strana
 474   4                        |                Spogliato di tutto egli era come mi pareva non potesse
 475   4                        |       apprendere in quel libro: perciò era desso quivi chiuso, e senza
 476   4                        |            eternità, ma come quello ch’era nato alla disciplina della
 477   4                        |              la figliuola maggiore, ch’era venuta a trattenersi nella
 478   4                        |                Il suo viso nella macie era come un teschio palese,
 479   4                        |             sua morte una vita che non era come la mia vita.~ ~La mia
 480   4                        |                dell’albore immobile ch’era intorno alla Croce.~ ~Forse
 481   4                        |        magnificenza del mio vivere non era nei miei velluti e nei miei
 482   4                        |          vecchia serva che nel servire era più nobile dell’antica regina
 483   4                        |             piè d’oca. Ahi, non questo era l’essenziale. «Dopo aver
 484   4                        |               che di divino e il grido era meccanico, la parola di
 485   4                        |          meccanico, la parola di prova era quasi risibile. Allora giunsi
 486   4                        |            nome di Montagnola; e quivi era a diporto una compagnia
 487   4                        |               certo che laggiù un muro era crollato in una casa visitata
 488   4                        |                su la campagna infinita era come quella che passa a
 489   4                        |              mi faceva soffrire, tanto era lontano da quello della
 490   4                        |              qualità del mio scontento era nuova e mirabile. Tornai
 491   4                        |              acqua piovana. La pianura era senza fine come il cielo.
 492   4                        |                c’è più! Forse è morta. Era la più bella del mondo.»
 493   4                        |            fuggì da loro, ignudo.» Chi era quel tredicesimo apostolo,
 494   4                        |                a grumoli di sangue».~ ~Era minore di Giovanni figlio
 495   4                        |             Giovanni figlio di Salome. Era vestito d’un vestimento
 496   4                        |             uccidi?~ ~Ah, ben io so!~ ~Era la materia della mia arte,
 497   4                        |              seguitare una virtù che s’era partita da me e aveva superata
 498   4                        |       inesorabile. E, come tutto in me era disposto al canto, facevo
 499   4                        |         istante. Intorno alla Cappella era l’odore di quelle lacrime
 500   4                        |               seggiola. La sua santità era cresciuta di lume. Non soltanto
 501   4                        |                lume. Non soltanto egli era stato unto del crisma ma
 502   4                        |             una reliquia preziosissima era su la tavola, presso di
 503   4                        |                lontano e d’inviolabile era in lui, quasi che il vetro
 504   4                        |              al vento di ponente, e io era come ciascun albero e come
 505   4                        |        sciagura senza nome. E talvolta era come un rimorso confuso;
 506   4                        |            rimorso confuso; e talvolta era come un’atroce durezza che
 507   4                        |               notte Ugo disse:~ ~Non v’era in me più forza né coraggio~ ~
 508   4                        |                  E tutto inevitabile~ ~era. E non combattevo~ ~se non
 509   5                        |            patì la suprema Possanza.~ ~Era uno di quei mattini oceanici
 510   5                        |                fiato affannoso, perché era travagliata dalla doglia
 511   5                        |               e intercessore non anche era spirato in quel mattino,
 512   5                        |         perfetto.~ ~Or il suo vóto non era adempiuto? Non aveva egli
 513   5                        |              della Via Crucis? Passata era l’ora di nona, l’ora del
 514   5                        |              del grande grido; passato era l’antisabato; Giuseppe e
 515   5                        |                nostra amicizia terrena era chiusa tra quei due pianti,
 516   5                        |               il giovine dalla sindone era meco; il qual serbava in
 517   5                        |            persone care. E lo specchio era pieno d’orrore.~ ~Certo,
 518   5                        |         agguato della morte.~ ~La casa era tacita; l’adito era vacuo
 519   5                        |               casa era tacita; l’adito era vacuo come quelle aperture
 520   5                        |              aspetto della casa stessa era come indurito. L’aria intorno
 521   5                        |               sparso per le sabbie, ov’era sonata l’ora del pasto comune.~ ~
 522   5                        |             radici d’un pino. Giovanni era meco, o la parte migliore
 523   5                        |                la parte migliore di me era divenuta simile a lui; perché
 524   5                        |              cima, sentivo ch’essa non era toccata dal dolore ma era
 525   5                        |              era toccata dal dolore ma era assorta in un pensiero d’
 526   5                        |          tenero fiore di cinque petali era schiuso entro una povera
 527   5                        |         pulcini nascosti nel cespuglio era come se quel brulicame divenisse
 528   5                        |                del vento.~ ~E il vento era come il rammarico di ciò
 529   5                        |        rammarico di ciò che non è più, era come l’ansia delle geniture
 530   5                        |              di quercia, quel libro ch’era antico quando la quercia
 531   5                        |              fronte? a tergo?»~ ~Tanto era viva la presenza fraterna
 532   5                        |                E Giovanni di San Mauro era là, sotto un gran rovo intricato
 533   5                        |             sempre «intenta ad altro». Era tutto bianco, incanutito;
 534   5                        |                incanutito; e la fronte era veramente un luogo di luce
 535   5                        |              silenzio delle sue labbra era fatto di quelle profonde
 536   5                        |              verone il vano dell’adito era come un gorgo d’ombra. N’
 537   5                        |                tutto l’autunno. L’uomo era là, ma senza rilievo.~ ~
 538   5                        |                ramo secco di palmizio. Era grande bonaccia, nell’aria
 539   5                        |               vista la riconoscesse.~ ~Era un cadavere deposto dalla
 540   5                        |                deposto dalla corrente, era l’annegato del giorno innanzi:
 541   5                        |           erano ingrommati; il braccio era scarnissimo, bianchiccio,
 542   5                        |                insistente, e la sabbia era lavorata come i bugni.~ ~
 543   5                        |            entrò anche più a dentro. M’era sconosciuto; non sapevo
 544   5                        |            stanza attigua la candela s’era strutta, appariva nel rettangolo
 545   5                        |              braccio scarno.~ ~E non m’era più possibile dormire dalla
 546   5                        |            paura corporale della morte era in me, come se l’uno e l’
 547   5                        |          tortura durava, mentre l’aria era immobile.~ ~Un fanciullo
 548   5                        |                so che umida dolcezza s’era diffusa nel cielo: qualcosa
 549   5                        |           ventre roseo dove l’ombelico era appena chiuso, mostrando
 550   5                        |             del capezzolo; e la lingua era concava come un petalo carnicino;
 551   5                        |             fiore della vita animale m’era parso più miracoloso. La
 552   5                        |            verso la mia carezza, poi s’era volta a leccare il poppante
 553   5                        |            simile a un garrito spento. Era bianco pezzato di grigio;
 554   5                        |                della sua vita. Tutto m’era parso grande e augusto,
 555   5                        |             all’immensa Landa deserta. Era in me col silenzio un’attesa
 556   5                        |            melodiosa, fino all’Oceano. Era un cantico d’ali, un inno
 557   5                        |              così pieno Paulo di Dono. Era la sinfonia vesperale di
 558   5                        |              che non muore…~ ~La cella era divenuta cupa come una cripta,
 559   5                        |              la conca. Il letto bianco era divenuto simile a quelle
 560   5                        |               una statua supina. E non era l’effigie d’un morto ma
 561   5                        |          antifonario di santa Barbara, era per levarsi e per dire con
 562   5                        |              anni, i solchi senili; ma era ferma nella giovinezza del
 563   5                        |                 E il sole gotico non s’era colcato dietro la grande
 564   5                        |               mia prossima voce. Non v’era più ombra né paura di morte
 565   5                        |               di morte in me; né pur v’era desiderio o speranza di
 566   5                        |           connubio. Il salmo vesperale era cessato. Una costellazione
 567   5                        |               tuono remoto dell’Oceano era come il vigore del silenzio.~ ~
 568   5                        |              con gli occhi aguzzati.~ ~Era uno sconosciuto della Landa
 569   5                        |        sommesso. E la voce della madre era così straziante che non
Elegie romane
     Parte, capitolo, paragrafo
 570        1,   1              |                accendea su Roma.~ ~Non era in me certezza dell’ora,
 571        2,   1              |              Nemi7.~ ~Villa Cesarini~ ~Era il ritorno. Il sole spandea
 572        2,   1              |            dissolveano; ed ecco, tutto era morte in noi,~ ~tutto; ed
 573        2,   1              |             nel grande orrore.~ ~Quasi era spento il fuoco per l’aria;
 574        2,   2              |                  Il viadotto 8.~ ~Ella era meco. Forte stringeva il
 575        2,   2              |              nubi cerula nella fuga.~ ~Era il Tirreno in vista, di
 576        2,   2              |                  auspice Sole, ed ella era pur bella in vano!~ ~Era
 577        2,   2              |               era pur bella in vano!~ ~Era pur bella, o Sole. Stringeva
 578        2,   3,     1       |            ombra parea di gelo.~ ~Ella era innanzi. A tratti, sostava.
 579        2,   3,     2       |            aneliti uscieno; talvolta~ ~era come un ansare languido,
 580        2,   3,     2       |              sotto un fatal castigo.~ ~Era la carne stanca; le pàlpebre
 581        2,   3,     2       |                pàlpebre erano gravi;~ ~era nelli occhi quasi una caligine.~ ~
 582        2,   3,     4       |                la sconsolata altura?~ ~Era per quell’altura (udiva
 583        2,   4              |               anche invisibili.~ ~Ella era muta; muto io era. Breve
 584        2,   4              |                 Ella era muta; muto io era. Breve intervallo~ ~era
 585        2,   4              |                era. Breve intervallo~ ~era tra noi, tra i nostri deboli
 586        2,   5              |             mattino di primavera 11.~ ~Era il mattino. Un grave sopore
 587        2,   6              |                       Il meriggio12.~ ~Era un silenzio orrendo, lugùbre:
 588        2,   6              |            viveva. Nessuna apparenza~ ~era terrestre, in quella luce
 589        2,   6              |          quando~ ~io la promisi! Tutto era silenzio.~ ~ ~
 590        4,   4              |                quella che a fianco~ ~m’era e credea sé tutta cinta
 591        4,   4              |                 Quella che al fianco m’era — Non senti — mi disse —
 592        4,   4              |                belle colonne polite,~ ~era il tuo, Morte, candido vestibolo.~ ~ ~
Le faville del maglio
     Parte
 593        2                   |           nella prima carta del codice era scritto: «Questo libro è
 594        2                   |             volte mi condusse dove non era giunto ancora nessun altro
 595        4                   |             volontà crudele, che certo era la mia se ben non paresse,
 596        4                   |                Ruggero Flamma talvolta era inquieto e incerto, era
 597        4                   |                era inquieto e incerto, era come una mano che palpi
 598        4                   |      seduttrice e la devastatrice, non era abbastanza bella. Le cambiavo
 599        5                   |          desiderio e figure del tempo. Era una di quelle tumultuose
 600        5                   |           Natura mi ha dati, e tutto m’era alimento e aumento.~ ~Una
 601        5                   |             non ne ebbi se non una, ed era armata di giavellotto come
 602        7                   |              come quando nelle origini era fatta di fresco fogliame?~ ~
 603        8                   |              settembre 1897.~ ~Assisi. Era poco innanzi l’alba, quando
 604        8                   |                e l’anima si ricòrdino. Era la vista ed era la visione.
 605        8                   |             ricòrdino. Era la vista ed era la visione. Era la città
 606        8                   |               vista ed era la visione. Era la città di pietra fondata
 607        8                   |              ginocchio del Subasio, ed era la città di fede sostenuta
 608        8                   |                lunare.~ ~Straordinario era in tutte le cose il presentimento
 609        8                   |                a visitare mia madre ch’era ammalata in un ospedale.
 610        8                   |               una giovane contadina ch’era stata ammessa al ricovero
 611        8                   |               in quel medesimo giorno. Era ancor viva, quasi palpitante.
 612        9                   |           mondo ove un’aurora non nata era quella che invoco e attendo.
 613       10                   |           sanguinosa, e il viso regale era acceso di vergogna; Callistrato,
 614       12                   |            Rocco. L’uomo alto e bianco era là, in un fondo ottenebrato.
 615       12                   |              d’un oriuolo a sole che v’era disegnato in piano ritto
 616       12                   |          sovviene che giorno di sabato era quando fanciullo tu foggiasti
 617       12                   |            tempo m’allacciavi.»~ ~Ella era un tempo addetta al servigio
 618       12                   |             seguitante. E il mio passo era simile al passo di colei
 619       12                   |             incedendo né ondeggia. Tal era perché lo specchio fosse
 620       12                   |                tocca.~ ~E il padre, ch’era saggio, non si stupì, né
 621       12                   |            avevano templi ove l’altare era servito da torme di meretrici.
 622       12                   |               sopra una nave lidia che era pronta a valicare il mare;
 623       12                   |          perciocché una grave carestia era venuta in quella contrada.
 624       12                   |        perciocché questo mio figliuolo era morto ed è tornato a vita,
 625       12                   |             morto ed è tornato a vita, era perduto ed è stato ritrovato.~ ~
 626       12                   |                figliuol maggiore Elihu era ai campi; e, come egli se
 627       12                   |         perciocché questo tuo fratello era morto ed è tornato a vita,
 628       12                   |             morto ed è tornato a vita, era perduto ed è stato ritrovato.~ ~
 629       12                   |                 non lieto nel cuore.~ ~Era quivi Carmi assiso nel primo
 630       12                   |              prima di bevere, uso come era a ricever gioia per gli
 631       12                   |                il cuore. La loro forma era così armoniosa che pareva
 632       12                   |           cuore allietato le amava; ed era dolce prima di bevere, o
 633       12                   |                d’ingente ricchezza non era bene accolta nel porto come
 634       12                   |              disse:~ ~– Beerseba.~ ~Ed era una fanciulla nel fiore
 635       12                   |             languirono. Il profumo, ch’era gagliardo, spegneva le vittime
 636       12                   |            divitis.~ ~luc. xvi~ ~Or vi era un uomo ricco, il quale
 637       12                   |               al suo risvegliarsi egli era, come una contrada feconda,
 638       12                   |             condotte per gradi là dove era tangibile la qualità divina.
 639       12                   |              avena calorosa.~ ~Ed egli era capace anche di donar grandemente,
 640       12                   |            ardenza del meriggio estivo era nella sua chioma intrecciata
 641       12                   |              crudele; perocché non gli era ignoto il desiderio che
 642       12                   |               letto. Il qual legno non era mai per addietro stato veduto
 643       12                   |               paese abitato da lui, ed era nel paese di lungi adoperato
 644       12                   |            fece di nuovo un lamento.~ ~Era costui un mendico chiamato
 645       12                   |                 E la carne del mendico era come i pampini maculati
 646       12                   |             tavola.~ ~E la sua guancia era pallida e cava come un’orma
 647       12                   |          cenere, e l’ombra della morte era su le sue palpebre; e si
 648       12                   |              egli parlava, che non gli era rimasto altro di salvo se
 649       12                   |                redini del domatore. Ed era Lazaro come un pampano maculato
 650       12                   |               passi verso il luogo. Ed era la sera; e le stelle rampollavano
 651       12                   |                assirio; e tanto arcano era il silenzio intorno che
 652       12                   |                veramente uno dei méssi era stato tentato dalla bellezza
 653       12                   |                e il manto di scarlatto era divenuto di neve. E i lacci
 654       12                   |         allentati, perocché Lazaro non era più quivi, essendo stato
 655       12                   |              angelo senz’ali. Il quale era bellissimo, non al pari
 656       12                   |               mi mandi a loro.~ ~E non era in lui se non il desiderio
 657       12                   |          innanzi, poiché il loro passo era più agile: Maheleth, Iezabel,
 658       12                   |            vasi che ci affaticano? Non era meglio forse andare alla
 659       12                   |      conducente al cenacolo estivo ove era apprestato il convito delle
 660       12                   |                silenzio dell’orizzonte era sinuoso come quelle labbra
 661       12                   |                 la sua bocca dischiusa era colma della quietudine.~ ~
 662       12                   |              astri immortali. Il tempo era come le pause del salmo.~ ~
 663       12                   |      conducente al cenacolo estivo ove era apprestato il convito delle
 664       12                   |         incamminò per il cipresseto ch’era tutto pieno d’un fremito
 665       12                   |        cospetto della porta chiusa; ch’era grande, polita, di cedro,
 666       12                   |              in corona per la notte ch’era tiepida come un bagno di
 667       12                   |               sedili ma su la terra ch’era sparsa d’anemoni. E l’una
 668       12                   |              alberi forcuti.~ ~Or qual era il tipo di Cristo? da qual
 669       12                   |                paese, che diversissima era e quasi tritume di schiatte.
 670       12                   |                certo è quello il quale era sovrapposto all’altro quando
 671       12                   |           forse conosceva il greco, ch’era parlato in Sefori, in Cesarea,
 672       13                   |               del Buon Consiglio già m’era nato questo amore, anzi
 673       13                   |            questa ghiottornìa venuta m’era, delle terre di Luca e di
 674       13                   |              ci dissetavano. In talune era qualcosa d’indicibile che
 675       13                   |                pupille il segno. E, se era un calice di benedizione,
 676       13                   |               come mi si muta l’anima. Era calcina grossa, e poi era
 677       13                   |              Era calcina grossa, e poi era terra cotta, e poi pareva
 678       13                   |               che me uomo determinato, era assai più potente di me
 679       13                   |           castello dei Guidi, l’estate era così arida che pareva «tener
 680       13                   |                mia orchestra pànica.~ ~Era il tempo dell’ebrietà di
 681       13                   |               dell’ebrietà di Alcyone. Era il tempo di quelle metamorfosi
 682       13                   |        sensualità plastica. Il mattino era ambiguo così che non distinguevo
 683       13                   |           cielo afoso. Anche nell’aria era come una volontà di colorarsi
 684       13                   |             uomo morto.» E non fallai. Era quella.~ ~Il mio cavallo
 685       13                   |            della mia bestia. E l’ombra era là, talvolta così da presso
 686       13                   |                e tonava su la Giogana. Era la prima goccia della bufera
 687       13                   |               abissi avidità!~ ~Ma non era il mio fratello; era il
 688       13                   |               non era il mio fratello; era il mio animo, era il mio
 689       13                   |            fratello; era il mio animo, era il mio corpo stesso; era
 690       13                   |               era il mio corpo stesso; era il mio cruccio d’uomo senz’
 691       13                   |               cruccio d’uomo senz’ali, era la mia ansietà di volo,
 692       13                   |                la mia ansietà di volo, era la mia smania d’eccesso
 693       13                   |              mia solamente, di me solo era anche la parola del mistico.
 694       13                   |                rifaceva «Icaro disse». Era come un’ambascia implacabile;
 695       13                   |               un’ambascia implacabile; era come uno struggimento di
 696       13                   |          soffio dell’altezza titanica; era come una brama di eguagliare
 697       13                   |               limite…~ ~Soffrivo. Ma c’era un’anima in me, un’anima
 698       13                   |           della più casta fra le muse. Era la veste della pietosa.
 699       13                   |                la veste della pietosa. Era la pietosa venuta a origliare.
 700       13                   |               me ne ricordavo anch’io. Era d’agosto, era il buon mese
 701       13                   |       ricordavo anch’io. Era d’agosto, era il buon mese de’ miei estri.
 702       13                   |          funeraria e del rito occulto, era un vaso di miele; e un uomo
 703       13                   |                 un buon cortaldo che m’era a grado perché lo superavo
 704       13                   |                mi misi a fargli forza. Era tanto serrato che non gli
 705       13                   |           incuranza m’ingrandivano. Ed era la prima volta ch’io sentivo
 706       13                   |          affrettai a mandar giù.~ ~Non era se non un poco di polpa
 707       13                   |                fiacco. La mia pezzuola era scarsa per farmene una fasciatura
 708       13                   |                il ribrezzo dei ràgnoli era fatto più grave dall’abbuiarsi.
 709       13                   |                balbettio folle che non era se non un tremito del mento
 710       13                   |              sentiva in sé che la vita era bella perché io vivevo e
 711       13                   |              falso, io rispondevo: «Ma era un’altra cosa.» E non di
 712       13                   |          irrequieta, diceva piano: «Ma era un’altra cosa.» Più piano
 713       13                   |                Più piano ripeteva: «Ma era un’altra cosa.»~ ~glosa
 714       13                   |               savia scusa innanzi a me era il suo nome. Avea nome Sblendore,
 715       13                   |            invano di sorprenderla, ché era molto guardinga e mi sapeva
 716       13                   |              naturali»; l’oca di Prato era come l’oca di Meidum; la
 717       13                   |          perdonarono e mi perdonano.~ ~Era un grande òmero di pellicano,
 718       13                   |             grande òmero del pellicano era più lieve che vetro soffiato,
 719       13                   |            piume che gli mancavano! Ed era l’osso dell’uccello emblematico,
 720       13                   |    trasfondesse un sangue nuovo, tanto era acre il mio palpito. E tanto
 721       13                   |       ragionare meglio che colui che v’era stato.» Questo non è possesso
 722       13                   |                cose, Plinio intero non era in Firenze, se non uno frammentato.
 723       13                   |      frammentato. Nicolao sapeva che n’era uno a Lubecchi, nella Magna,
 724       13                   |          termine. E la casa di Marfisa era in mano di guastatori bestiali.~ ~
 725       13                   |     polverulente. E la casa di Marfisa era la Vecchiezza, come Schifanoia
 726       13                   |            Vecchiezza, come Schifanoia era la Gioventù. Da per tutto
 727       13                   |          perpetuo. Qui abiterò. Questo era il mio vóto.» Non parlo,
 728       13                   |          perpetuo. Qui abiterò. Questo era il mio vóto.» E non so se
 729       13                   |           Francia messere Dionigi. E n’era uscita un lunedì ventun
 730       13                   |             una piacevole bertuccina. «Era anco tanto ricco d’invenzioni
 731       13                   |                 questo delizioso nesso era un frutto della lingua di
 732       13                   |            Ponte alle Grazie. Ma pur m’era entrata una gran voglia
 733       13                   |              nella Via Ghibellina mi s’era felicemente presentata «
 734       13                   |                del mio cuore. Il Museo era deserto.~ ~Da prima, col
 735       13                   |                e a Luni, mi ricordo, c’era la morte delle Niobidi e
 736       13                   |         chimaera. L’irsuzie del bronzo era così cruda che fremevo d’
 737       13                   |              salace, anche seppi che v’era un’altra bocca da manomettere,
 738       13                   |             ardenti. Il mio linguaggio era tuttora inespresso, senza
 739       13                   |               ma esso nel mio cervello era già simile a una sostanza
 740       13                   |              Ohimmei, l’inquietudine m’era così vorace che mi parve
 741       13                   |                frigido. Maliziosissimo era lo stratagemma, bene ordito
 742       13                   |             attesa. Ora il bidello non era se non il Carma, da me mansuefatto
 743       13                   |            Nencia e della Tancia, egli era dispostissimo di chiudere
 744       13                   |      infermiere e carceriere Cicecirce era così ricordata la prescrizione
 745       13                   |             non febeo naso; poiché gli era stato risoffiato un mio
 746       13                   |               la mia maestria somma. C’era un proverbio toscano di
 747       13                   |               per cui la mia diligenza era ingiustissimamente misconosciuta:
 748       13                   |           allora nell’antro monitorio. Era il mio riso non più contenuto;
 749       13                   |                riso non più contenuto; era lo scroscio della mia più
 750       13                   |             mappamondi.»~ ~Troppo ei s’era ringrammatichito, come avrebbe
 751       13                   |              Il pedagogo de’ pedagoghi era tuttora intento a nettarsi
 752       13                   |               rimanipolai in polpetta. Era proprio il caso di riburchielleggiare: «
 753       13                   |               fine del bimestre, non s’era visto appioppare il tristo
 754       13                   |            Cicogna anche la guardaroba era alta, come la carcere: prossima
 755       13                   |              scappare su in guardaroba era per i discoli una specie
 756       13                   |              impaziente. Ogni pretesto era buono; e io avevo inventato
 757       13                   |               adunata e d’insurrezione era un po’ lungo, in foggia
 758       13                   |              leva viva.» La guardaroba era infatti custodita da una
 759       13                   |            Tancia e la Beca. La Nencia era la meno rugosa, e mettiamo
 760       13                   |          preferita dai convittori vani era quella del Mercatale, perché
 761       13                   |              bianco e il vermiglio, ch’era sempre stato la grande incantagione
 762       13                   |          berretto colmo di marchiane m’era costato una palanca gobba.
 763       13                   |             discorsi degli animali», m’era riapparita la felicità quale
 764       13                   |               al pedagogo baccello non era se non «contagio del malo
 765       13                   |              battezzato nella Pescia s’era ardito di nominare il mio
 766       13                   |               voce di fuori, salace.~ ~Era lo Sguazzalotro in co del
 767       13                   |         apparito all’improvviso. Certo era là, in agguato di chi sa
 768       13                   |               Sguazzalotro, com’egli s’era chino all’orecchio del sordacchione
 769       13                   |             del tempo di Castruccio, m’era stato rivelatore di questi
 770       13                   |            imperiosamente un atto, che era comandato e non determinato:
 771       13                   |               alzate dal Comune là dov’era «uno bello prato», e la
 772       13                   |               porta invisa. Indicibile era il cielo del tramonto, verdante
 773       13                   |             Gheri.~ ~Mi piaceva perché era una pratolina di quelle
 774       13                   |             sorvola. Mi piaceva perché era il vero fiore di Toscana,
 775       13                   |          quella faccia smorta; e forse era cinabro messo davanti allo
 776       13                   |          Malinconia. Mi piaceva perché era malinconiosa; e mi piaceva
 777       13                   |              gridando un grido che non era il medìceo: «Gheriglio,
 778       13                   |                petto. «Gheriglio!» Non era il grido dell’amorosa gualdana
 779       13                   |              il festone, il terzo se l’era sgattaiolata giù pe’ fregi
 780       13                   |               perfin l’altro pulpito s’era spoglio; e se ne venivano
 781       13                   |           Gheriglio!»~ ~il gheriglio~ ~Era l’amoroso innesto del ciliegio
 782       13                   |       delectatio puerilis, o Cicerone! Era già una maniera eccitata
 783       13                   |        Tolentino; e l’infante in piedi era balzato anch’esso di tra
 784       13                   |            sette. E, all’esempio malo, era balzato dalle ginocchia
 785       13                   |          chiesa medìcea di San Lorenzo era venuto a nascondersi riverso
 786       13                   |              super astra reliquit. Com’era bello che mi fossi messo
 787       13                   |            gran colpo trionfante che n’era isvolato via molto più di
 788       13                   |              mano. Ma con la polvere n’era uscita anche una macuba
 789       13                   |                finestra quel che in me era alato. Brevis et damnosa
 790       13                   |                dell’amor del lauro. Ed era fuga d’inganno, ché la risposta
 791       13                   |                Il Bisenzio magro non m’era Archian rubesto come a Buonconte,
 792       13                   |                e di Donatello. La noce era vinta dalla ciriegia. Non
 793       13                   |              destra alternamente. Or v’era tra spegnitore e accenditore
 794       13                   |            Balci! Balci!» La sua bocca era là. E il suo pallore s’accendeva
 795       13                   |           accendeva della sua bocca. S’era fatta di bragia. E di dove
 796       13                   |            accadeva? Vivevo? Morivo? M’era nel capo quel sibilìo atroce?
 797       13                   |            capo quel sibilìo atroce? m’era dentro il capo quello sghignazzamento
 798       13                   |       brachiero di macometto~ ~Ma egli era là! Non prendevo abbaglio.
 799       13                   |          prendevo abbaglio. Anche Cice era là! Era arrivato in piazza
 800       13                   |           abbaglio. Anche Cice era là! Era arrivato in piazza il soccorso
 801       13                   |                altri cagnotti bidelli, era un grande brusìo, un grande
 802       13                   |                l’abate di Vaiano che s’era compiaciuto d’accompagnarmi,
 803       13                   |          dimorato quattordici anni e s’era spento nel calendimaggio
 804       13                   |          Academia della Crusca. Spesso era egli in visita, con la sua
 805       13                   |           dell’ilarità quasi spasimosa era caduta sul tappeto lunga
 806       13                   |                favella e il gesto ma s’era lasciata un pochettino abburattare.~ ~
 807       13                   |            guardò la diletta moglie ch’era «di pelo rosso e accesa,
 808       13                   |               faceva.~ ~Messer Prosone era, in verità, il tipo vivo
 809       13                   |             compiesse nel battesimo.~ ~Era egli stato battezzato con
 810       13                   |                e amistà. E, se l’uno m’era sempre mai pedante, l’altra
 811       13                   |          sempre mai pedante, l’altra m’era talvolta menante, ché m’
 812       13                   |           tabernacoletto sine macula m’era divenuta un esercizio d’
 813       13                   |           Quando mai, per l’innanzi, m’era accaduto di fondere in me
 814       13                   |                fonte»; ché l’Arno a me era materna fonte e non colatoio
 815       13                   |               sue stravaganze, ch’egli era «bonissimo musico» e anche «
 816       13                   |            soprannominati i cavallini. Era questo il primo grado che
 817       13                   |             baccante villereccia che s’era fatta contro me la maschera
 818       13                   |       veramente il Ponte alle Grazie m’era omai una specie di valico
 819       13                   |                 e poi salto sul muro.» Era una voce che si partiva
 820       13                   |                di montar io; ma troppo era alta la finestretta de’
 821       13                   |                 Il viale de’ platani m’era dinanzi; l’ombra palmata
 822       13                   |              incantagione melodiosa ch’era del fiume e della mia malinconia.
 823       13                   |             riccio sopra riccio, non c’era più. Dove mi ritrovavo?
 824       13                   |             nova forma.~ ~E ora, ecco, era sopra una bottega di tintori
 825       13                   |             col vessillo. E ora, ecco, era una grande ombra nella Via
 826       13                   |              ecco, dal colmo del ponte era l’apparizione mistica di
 827       13                   |               in cima il parco murato, era come l’annunzio profetico
 828       13                   |              li fa.~ ~E perché tanto m’era amica la pietra serena,
 829       13                   |              se s’impregnasse di aria? Era la pietra serena della prima
 830       13                   |                di sete. Là nel canto c’era il Caffè delle Colonnine,
 831       13                   |                scalzi come il mio capo era scoperto. Camminavo in non
 832       13                   |              cieco scarno che sempre m’era piaciuto pe’ suoi crucci
 833       13                   |           piaciuto pe’ suoi crucci ond’era aspro perfino il suo lèssico.
 834       13                   |              nulla più, o mia anima!~ ~Era già sera. La luce del lampione
 835       13                   |           battito scorsi una mosca che era caduta in quel tetro liquore
 836       13                   |                per non ingannar me; ed era l’inizio d’un’arte che poi
 837       13                   |             diceva che la mia superbia era non voler mai sottomettermi,
 838       13                   |                 Qualsiasi turbolenza m’era pretesto e inizio, talvolta
 839       13                   |        traverso nella gola. Il momento era tanto periglioso che in
 840       13                   |           dello stratiote. Il calònaco era finalmente riuscito a sollevare
 841       13                   |                la scatola di corno; ed era contro me tutto minaccia,
 842       13                   |     incredibile metamorfosi bellicosa, era la proboscide invermigliata
 843       13                   |          ordinata epitarchìa; e l’urto era forse temibile.~ ~Il barrito
 844       13                   |             dèmone non mi agitava più. Era venuta anche a me una gran
 845       13                   |            coniuges boni.»~ ~Imminente era, sopra me, l’ora dell’espiazione;
 846       13                   |             sgombro del pallamaglio, s’era riaperta la gran porta che
 847       13                   |            ribelli balenavano e alcuno era già in fuga verso le pentole
 848       13                   |              dolcezza anche allora non era se non una forma della mia
 849       13                   |            quattro elefanti da castigo era formata del calònaco, dell’
 850       13                   |               si raumiliano.~ ~Eufemia era protetta dagli angeli che
 851       13                   |                a Cleopatràs lussuriosa era stata letìfera, non uccise
 852       13                   |              nella unità d’un dio vivo era gentilesimo. E tuttavia
 853       13                   |             sazietà. E spesso il miele era adulterato, e spesso anche –
 854       13                   |              lo stampo della Filotea – era intossicato. A discepoli
 855       13                   |          sospesero la tavola votiva ov’era inciso il lungo martirio
 856       13                   |            animo, non dello studio. Ed era un malcontento virtuoso
 857       13                   |         parlasìa deploratoria. Ma Cice era rimasto là, a due passi,
 858       13                   |              il più rimminchionito gli era il Cappellano. Rimpinconiti
 859       13                   |              òmero del pellicano che m’era divenuto una specie di santa
 860       13                   |                licheni secchi. L’acqua era fresca; il pane non era
 861       13                   |                era fresca; il pane non era quel pan di ceci che, come
 862       13                   |               degli Orti Oricellari.~ ~Era il libro settimo là dove
 863       13                   |             lanzo senza labarda, che s’era appressato al capannello
 864       13                   |              l’omelia, nel tomo quarto era la messa greca traslatata
 865       13                   |               E perfin mi ricordavo ch’era alla pagina 596 numerata
 866       13                   |               il mio vero nome mistico era quello graffito, nel cimitero
 867       13                   |             habe Repentinum. repentino era forse il mio nome di grazia
 868       13                   |               come un petalo d’anemone era dato all’anima, ed era per
 869       13                   |         anemone era dato all’anima, ed era per entrare nell’anima e
 870       13                   |               che una grande mutazione era proposta alla mia ansietà
 871       13                   |               la grazia battesimale. M’era proposta quasi una ventilazione
 872       13                   |                che Cice il manigoldo s’era ricusato di adoperare in
 873       13                   |              Prato con le vecchie?~ ~C’era il caso di veder entrare
 874       13                   |                mignatte e i papiri~ ~M’era venuta addosso una tristezza
 875       13                   |           sensi e quel basso arnese ch’era per aprirmi l’uscio del
 876       13                   |           della città lontana, dove io era per esser condotto ad bestiam,
 877       13                   |            appressarmi a esse. Firenze era per apparirmi novissima,
 878       13                   |                 chiesi a Frontino, che era di Andria. Stringendo le
 879       13                   |              Roma.~ ~Mi piaceva perché era pieno di fantasie e di sogni,
 880       13                   |               Di tutti i miei compagni era il solo che io ricercassi
 881       13                   |         sentivo e compativo quel che v’era di penoso in lui, quel che
 882       13                   |              penoso in lui, quel che v’era di patetico ne’ suoi difetti
 883       13                   |                il suo dio eterno.»~ ~M’era bello riconoscere tanta
 884       13                   |             saliva l’erta del Calvario era un usciere del pretorio
 885       13                   |           sopra il capo della vittima: era il titulus, era il τίτλος.
 886       13                   |               vittima: era il titulus, era il τίτλος. Il cartiglio
 887       13                   |         dileggio involontario, che non era se non un sussulto del mio
 888       13                   |             Santa Maria della Vita, ch’era tutta parata di damasco
 889       13                   |              mostrata in una stampa. C’era. Intravidi, nell’ombra d’
 890       13                   |          dimenticherò mai quel Cristo. Era di terra? era di carne incorrotta?
 891       13                   |             quel Cristo. Era di terra? era di carne incorrotta? Non
 892       13                   |               su l’anguinaia. Annerata era la faccia ma la barba era
 893       13                   |              era la faccia ma la barba era ingrommata di non so che
 894       13                   |                divorare. Un gran vento era nella sua veste: il vento
 895       13                   |               delle cime inaccessibili era nella sua veste, come nei
 896       13                   |           Vittorie. Non so. Intendimi. Era una specie di Nike mostruosa,
 897       13                   |          indietro come vanni. La bocca era dilatata dall’ululo, rappresi
 898       13                   |                detto tutto l’orrore. C’era là l’urlo impietrato; e
 899       13                   |              là l’urlo impietrato; e c’era un altro urlo, lacerante,
 900       13                   |             visione sublime e tremenda era a contatto del vicolo lurido,
 901       13                   |               Di fronte, nel vicolo, c’era una beccherìa rossa. Il
 902       13                   |           carne da macello e da frode, era là contro la terracotta
 903       13                   |              sangue di san Pantaleone, era il pollice strapotente e
 904       13                   |               ritornare in patria. No. Era una vera e propria nave
 905       13                   |             fresche ne’ miei sensi. Ed era una mescolanza simile al
 906       13                   |               Ma nella diga vacillante era omai un sol varco, dove
 907       13                   |                così rapinosi che non m’era più possibile derivare la
 908       13                   |              vedere che cosa là fussi» era alla mia pubertà smaniante
 909       13                   |               su la tavola da sgobbo m’era allora un turbamento così
 910       13                   |                a scaldare il cauterio, era un vecchio alto scarno e
 911       13                   |              più candida della canizie era come uno zefiro di aprile
 912       13                   |                Il fresco delle Esequie era sul muro a manca; e, nel
 913       13                   |                Si vede che Fra Filippo era invasato dall’estro come
 914       13                   |                  O vergine poesia! Non era bipede la musa che allora
 915       13                   |             occhi più acuti ancóra; ed era maculosa come la lince,
 916       13                   |             dolcezza di quel vecchio m’era tanto cara che il cuore
 917       13                   |           quasi parendo noverarli. Non era in me l’inconsapevolezza
 918       13                   |                il pulpito di Donato, s’era andato incurvando com’era
 919       13                   |              era andato incurvando com’era già dinanzi al suo encàusto.
 920       13                   |          illusione del rinnovellamento era stata breve pur nell’azzurro
 921       13                   |              lo splendore del meriggio era tremendo! Mi scopersi il
 922       13                   |                gota verso la spalla ov’era ancor poggiata la mano scarna
 923       13                   |             cogliere l’ineffabile.~ ~M’era rimasta sul viso la tristezza
 924       13                   |              un rasoio nel suo manico. Era una di quelle tante minuzie
 925       13                   |             rustico d’una contadina ch’era venuta con me e con la mia
 926       13                   |            giorni il latte; e perciò m’era rimasta devota in vincolo
 927       13                   |          agnolo, rifammi fanciullo!» M’era rimasto in mezzo all’anima
 928       13                   |             tristezza dal cuore colmo. Era un capello caduto dalla
 929       13                   |              una notte. Ma Sidi, che m’era maggiore di circa un paio
 930       13                   |               e più volte, quel che io era per conoscere? Aveva una
 931       13                   |              succo d’un frutto che non era né còlto né addentato. Da
 932       13                   |               dimmi, Sidi di Sussa.»~ ~Era un giardino murato, un giardino
 933       13                   |              l’una dall’altro. E tanto era divino quel chiostro che
 934       13                   |               rosa fra tutte le rose m’era una sì compiuta voluttà
 935       13                   |        affrettavo alla scelta, e non v’era ombra in tanto albore. Ma
 936       13                   |            ombra in tanto albore. Ma v’era un’ombra, ora più fosca
 937       13                   |                più bello de’ tuoi. Com’era? San Francesco sorride,
 938       13                   |                una droga speciosa. E m’era già un piacere inconsapevole,
 939       13                   |              di fianco~ ~Mi ricordo. M’era vero e intimo l’avvertimento
 940       13                   |             attesa e dell’insonnio.»~ ~Era vero. Omai, per quel balzo
 941       13                   |          conterraneo di Ovidio la vita era favola mutevole e desiderio
 942       13                   |             lungo e stretto dove tutto era chiarore eguale, e soltanto
 943       13                   |          chiarore eguale, e soltanto v’era un’ombra, ora più fosca
 944       13                   |              dal freddo e dal digiuno. Era una povera creatura di Bretagna,
 945       13                   |               sotto una palpebra sola. Era tanto pallida nel tremolare
 946       13                   |             trivio senza crocifisso.~ ~Era un attimo, che bastava a
 947       13                   |                vergine prudente. Tanto era chiaro il plenilunio che
 948       13                   |           mendicante insonne. L’albore era così denso che le mie dita
 949       13                   |               La certezza del giorno m’era la certezza della violenza
 950       13                   |           aveva presa un’arte la quale era senza muscoli scorti prospettive
 951       13                   |              quella che aveva lasciata era contraria a questa, perché
 952       13                   |              troppo voluto mostrare ch’era nella giostra valente. Non
 953       13                   |                di Mariotto pittore una era fuor della Porta San Gallo
 954       13                   |                dalla casa di quella ch’era Clemàtide e mi ridoventava
 955       13                   |         Niccolò dove forse nella torre era ancor nascosto Michelagnolo,
 956       13                   |      consentire a salvar quanto in lui era divino e inimitabile con
 957       13                   |             riverbero della muraglia m’era come il rombo dei miei fati
 958       13                   |           umano dopo quel di Cristo, m’era come incalzato il rammarico
 959       13                   |               flagelli, quella torre m’era la prima stazione del mio
 960       13                   |              certo della mia vocazione era quel mio sentire tanto appassionatamente
 961       13                   |             Arno stesso, dietro di me, era uno strumento del Tempo.
 962       13                   |        granelli della sabbia misurata. Era un corso di momenti perduti,
 963       13                   |                sé medesimo, quel suono era il più tragico che la sua
 964       13                   |                La Porta di San Miniato era dinanzi. Michelangelo aveva
 965       13                   |                qua povero e solo.» Dov’era dunque la perfezione? e
 966       13                   |           dunque la perfezione? e qual era l’insegnamento verace di
 967       13                   |               rinnovellando il nome ch’era dato a’ donzelli dell’Offizio
 968       13                   |                la venturiera ligure ch’era riuscita a farsi sposare
 969       13                   |           Cosimo e d’una degli Albizi. Era accorsa dalla villa de’
 970       13                   |      Cavalcanti per Mandetta.~ ~Troppo era veloce Elura. Ansavo. Facemmo
 971       13                   |              abitacolo della mia mente era tenuto dalla concupiscenza
 972       13                   |                luogo della mia anima m’era più sdrucciolevole dell’
 973       13                   |           tempo a Michelangelo la vita era supplizio titanico, era
 974       13                   |                era supplizio titanico, era umiliazione sanguinolente.
 975       13                   |               inaccesso. E la sua vita era casta, la sua disciplina
 976       13                   |               casta, la sua disciplina era quasi monacale. Ora bisogna
 977       13                   |          deserta. Sostai.~ ~la bugìa~ ~Era un’antica villa degli Amidei,
 978       13                   |          liscezza de’ secoli adorni.~ ~Era un sermento di clemàtide
 979       13                   |               Il turchino violetto non era eguale ma oscuramente arricchito
 980       13                   |         soffuso d’una lanugine che non era se non una squisitezza di
 981       13                   |              Mi ricordo. Nella scala c’era un sentore di polvere spenta
 982       13                   |           ricordo. Lo stàdico d’Andria era così smorto e così sfatto
 983       13                   |              Non soffiava più: non più era aulete né palombaro; e nulla
 984       13                   |           cessazione di quel segno, ch’era in lui come la cessazione
 985       13                   |             chinavo verso di lei che s’era seduta su un guanciale a’
 986       13                   |           riconoscere quel che di me s’era effuso in lei, come per
 987       13                   |            prima, ne’ tempi de’ tempi, era d’un poeta di Barberino,
 988       13                   |              ricordo del Bel Morire.~ ~Era veramente un legno scusso
 989       13                   |            tempere de’ suoni.~ ~Ascraf era pallido come se avesse temuto
 990       13                   |               pareva tramortito.~ ~Che era avvenuto? Al momento d’entrare
 991       13                   |            mano alla mala femmina; e s’era poi ritratto, serrando l’
 992       13                   |             scoscio della meretrice, s’era messo a gridare e a tempestare,
 993       13                   |             esperienza faticosa? E non era meglio darsi alla campagna,
 994       13                   |               nelle mani del Carma; ed era ripartito verso il Borgo
 995       13                   |             gettò l’un contro l’altro. Era la penultima: era la stazione
 996       13                   |               altro. Era la penultima: era la stazione di Calenzano:
 997       13                   |              la stazione di Calenzano: era Calenzano dalle tristi mura.
 998       13                   |              senza corde e senza anima era là, abbandonato sul sedile,
 999       13                   |               tempie.~ ~Forse in Elura era già Undulna.~ ~Ma forse
1000       13                   |               tante vie di Toscana; ed era con me! È con me.~ ~Ecco