Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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La fiamma intelligente

La reggenza italiana del Carnaro Disegno di un nuovo ordinamento dello Stato libero di Fiume

Della edilità

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Della edilità

63] È instituito nella Reggenza un collegio di Edili, eletto con discernimento fra gli uomini di gusto puro, di squisita perizia, di educazione novissima.

Più che l’edilità romana il collegio rinnovella quegli «Ufficiali dell’Ornato della città» che nel nostro Quattrocento componevano una via o una piazza con quel medesimo senso musicale che li guidava nell’apparato di una pompa republicana o in una rappresentazione carnascialesca.

Esso presiede al decoro del vivere cittadino;

cura la sicurezza la decenza la sanità degli edifizii pubblici e delle case particolari;

impedisce il deturpamento delle vie con fabbriche sconce o mal collocate;

allestisce le feste civiche di terra e di mare con sobria eleganza, ricordandosi di quei padri nostri a cui per fare miracoli di gioia bastava la dolce luce, qualche leggera ghirlanda, l’arte del movimento e dell’aggruppamento umano;

persuade ai lavoratori che l’ornare con qualche segno di arte popolesca la più umile abitazione è un atto pio, e che v’è un sentimento religioso del mistero umano e della natura profonda nel più semplice segno che di generazione in generazione si trasmette inciso o dipinto nella madia, nella culla, nel telaio, nella conocchia, nel forziere, nel giogo;

si studia di ridare al popolo l’amore della linea bella e del bel colore nelle cose che servono alla vita d’ogni giorno, mostrandogli quel che la nostra gente vecchia sapesse fare con un leggero motivo geometrico con una stella con un fiore con un cuore con un serpe con una colomba sopra un boccale, sopra un orcio, sopra una mezzina, sopra una panca, sopra un cofano, sopra un vassoio;

si studia di dimostrare al popolo perché e come lo spirito delle antiche libertà comunali si manifestasse non soltanto nelle linee, nei rilievi, nelle commettiture delle pietre, ma perfino nell’impronta dell’uomo posta su l’utensile fatto vivente e potente;

infine, convinto che un popolo non può avere se non l’architettura che meritano la robustezza delle sue ossa e la nobiltà della sua fronte, si studia di incitare e di avviare intraprenditori e costruttori a comprendere come le nuove materie – il ferro il vetro i cementi – non domandino se non di essere inalzate alla vita armoniosa nelle invenzioni della nuova architettura.


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