Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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PROLOGO

4 - In votis

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4 - In votis

 

Oh non più soffrire

al fine, queste ire

questa guerra atroce

fuggire, altra voce

non udire al fine

che la sua! - Mattine

candide innocenti,

voi su' freschi vènti

da le selve ascose

non odor di rose,

non odor di timo

avrete, ma primo

d'ogni altro l'odore

ch'ella par dal cuore

spandere. Voi, sere

lente ove preghiere

lente vanno sole

e cadon viole

da angeliche mani

in seni lontani,

parrete albe aurore

se dal puro fiore

del suo labbro un riso

trarrò d'improvviso,

che per i confini

del cielo in divini

cerchi saliente

si spanderà. Lente

le stelle ne l'onda

lucida profonda

si scioglieran come

rugiade. Il suo nome

pio seguirà l'Ave

nel coro soave.

Semplice nel bianco

velo ella al mio fianco

verrà su le prode

solinghe. La lode

udrà che d'in torno

salirà pel giorno

fatto d'improvviso

nel cielo da un riso

de la bocca bella.

- Ave, maris stella!

Salve! - Ma udrà ella,

chinate le ciglia,

senza meraviglia.

 

 


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