Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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PROLOGO

5 - Nuovo messaggio

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5 - Nuovo messaggio

 

Perdonami, tu buona. Io dissi, è vero,

dissi: - Domani tornerò, domani

vi rivedrò. - E siamo ancor lontani,

Anna, e tu credi che non sia sincero

 

il mio vóto! Oh, perdonami. Io mi sento

morire. È questa, è questa oggi la sola

verità. Non so dirti altra parola

che questa. Cade ogni proponimento,

 

mi lascia ogni speranza. Tutto è vano.

Io non vedrò fiorire il bianco spino

lungo le siepipe' solchi il lino

cerulotremante alzarsi il grano;

 

e non la madre, e non su quello smorto

viso, su quell'estenuato viso

un po' di sole; e non il suo sorriso;

e non su que' rosai bianchi dell'orto

 

le sue mani più pure delle rose

nuove... E le coglierebbe ella, le nuove

rose, è vero?, a fiorir la stanza dove

io comporrei canzoni maliose

 

per consolare il suo dolente cuore;

e cadere vedrei come ad un lieve

fiato le foglie miti come neve

su la pagina, al suo pensier d'amore;

 

ed ella non si stancherebbe mai

di guardarmi, e il suo sguardo su la fronte

io sentirei, e sentirei la fronte

divenir pura come non fu mai...

 

Aspettami, ti prego! Io dissi, è vero,

dissi: - Domani tornerò, domani

vi rivedrò. - E siamo ancor lontani.

Ma aspettami, Anna, aspettami. Dispero

 

io forse? Credi tu che io sia perduto?

Ma non vedi, non vedi tu che io sogno

la mia casa? Non vedi tu che io sogno

i tuoi rosai? Quando sarò venuto,

 

oh allora... - Aspettami, Anna. E dille, dille

che m'aspetti. Vedrai che questa volta

non rimarrà delusa. Questa volta,

oh per la luce de le sue pupille

 

tènere, io non avrò promesso in vano.

Questa volta, fiorire il bianco spino

lungo le siepi e lungo i solchi il lino

cerulo, e a poco a poco alzarsi il grano,

 

e lei che a poco a poco si colora

di salute, e noi due stare a' suoi piedi,

e il suo sorriso... - Ma tu non mi credi,

Anna? Quando sarò venuto, oh allora...

 



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