Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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2 - HORTUS LARVARUM

1 - Hortus Larvarum

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1 - Hortus Larvarum

 

Il bel giardino in tempi assai lontani

occultamente pare lontanare.

Le fonti, chiare di chiaror d'opale,

fan ne la calma suoni dolci e strani.

Nei roseti le rose estenuate

cadono, quasi non odoran più.

L'Anima langue. I nostri sogni vani

chiamano i tempi che non sono più.

 

O danze, arie di tempi assai lontani,

voi che in qualche dimora secolare

facean su 'l virginale risonare

dolentemente così bianche mani:

mani di donna avida ancor d'amare,

non più giovine, non amata più:

e voi movete questi sogni vani,

arie di tempi che non sono più!

 

O profumi di tempi assai lontani,

voi che nel fondo de le vuote fiale

lasciaste la dolcezza essenziale

così che par che un spirito n'emani

(forse ne le segrete anime tale

un sol ricordo non vanisce più):

e voi guidate i nostri sogni vani,

profumi, ai tempi che non sono più!

 

O figure di tempi assai lontani,

voi che il tessuto pallido animate,

ninfe su fiumi, cacciatrici armate

dietro bei cervi in bei boschi pagani

(Delia, taluno a notte alta, d'estate,

te rimirando non dormiva più):

e voi ridete in questi sogni vani

come nei tempi che non sono più!

 

E tu vissuta in tempi assai lontani,

donna, come le tue danze obliate,

come i profumi tuoi ne le tue fiale,

donna che avevi così bianche mani,

tu che moristi avida ancor d'amare,

non più giovane, non amata più,

oggi tu passa in questi sogni vani,

morta dei tempi che non sono più!

 

 


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