Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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2 - HORTUS LARVARUM

7 - Vas mysterii

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7 - Vas mysterii

 

A la donna andò, vinta dal

potere occulto del sogno...

 

Ella piange da ieri il suo defunto

amore. Al fine, o giusta morte, è sola!

Ed ella piega il suo volto consunto,

senza parola.

 

Sta la parola nel suo cor profondo.

(Nessuno scioglierà quel dolor muto.)

Il suono de la sua voce nel mondo

è sconosciuto.

 

E piega ella il suo volto doloroso

e piange ella ne l'anima immortale

il suo defunto amore. Oh luminoso

il funerale!

 

Da ieri son tutti i miei sogni accesi

come torce, d'innanzi a le sue porte;

però che troppo lungamente attesi

io questa morte.

 

Se il mio potere occulto al fin la induce

a sollevare il volto sibillino,

ella pensa: - Che è mai questa luce?

Forse il mattino? -

 

A quando a quando pe 'l gran vento rotte

le fiamme attingono i veroni foschi;

ed ella pensa: - Chi mai ne la notte

incendia i boschi? -

 

(Tutti arderei, Citera, i tuoi felici

boschi di mirti, sol per rallegrarla!)

Ella pensa, temendo i malefici:

- Chi è che parla? -

 

Udendo nel suo cor la voce oscura

che vi trasfonde la fatal mia brama,

ella pensa con sùbita paura:

- Chi è che chiama? -

 

E surge; e viene su la soglia. Cede

il pallor de la morte al suo pallore.

Fuor de la nera tunica il suo piede

è come un fiore.

 

Come un fiore scolpito ne l'istessa

pietra di quella soglia resta immoto.

Ma in vano ella ripugna. Ella è promessa

al letto ignoto.

 

Lei trarrà da la soglia il mio potere

occulto, come il turbo svelle un giglio.

Per la sua guancia è pronto un origliere

tutto vermiglio.

 

Ed ella incederà tra i luminari

meravigliosi, per giardini immensi.

Quasi alata, verrà senza calzari

sopra gli incensi.

 

Salirà l'alta scala, entrerà sola

ne l'alta stanza, andrà verso il mio letto

come verso una tomba. E sola, e sola

al mio conspetto,

 

sola come nessuna creatura

al mondo mai fu sola (dentro i neri

occhi ella avrà la sua favola oscura,

tutti i misteri),

 

attenderà silenziosamente

il fato. - Non sei tu, divina, l'urna

del Silenzio? La tua bocca è un'algente

rosa notturna.

 

Io non trarrò da la tua bocca mai

una parola un gemito un sospiro.

Ma questa notte al men tu mi darai

il tuo respiro.

 

Il mio letto è una tomba, o taciturna.

Tutto è profondo nel profondo impero

del sogno. Apriti al fine, o tu che l'urna

sei del Mistero! -

 

 


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