Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
Lettura del testo

2 - HORTUS LARVARUM

16 - Le mani

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

16 - Le mani

 

Le mani de le donne che incontrammo

una volta, e nel sogno, e ne la vita:

oh quelle mani, Anima, quelle dita

che stringemmo una volta, che sfiorammo

con le labbra, e nel sogno, e ne la vita!

 

Fredde talune, fredde come cose

morte, di gelo (tutto era perduto);

o tepide, e parean come un velluto

che vivesse, parean come le rose:

- rose di qual giardino sconosciuto? -

 

Ci lasciaron talune una fragranza

così tenace che per una intera

notte avemmo nel cuor la primavera;

e tanto auliva la solinga stanza

che foresta d'april non più dolce era.

 

Da altre, cui forse ardeva il fuoco estremo

d'uno spirto (ove sei, piccola mano,

intangibile omai, che troppo piano

strinsi?), venne il rammarico supremo:

- Tu che m'avresti amato, e non in vano!

 

Da altre venne il desìo, quel violento

fulmineo desìo che ci percote

come una sferza; e imaginammo ignote

lussurie in un'alcova, un morir lento:

- per quella bocca aver le vene vuote!

 

Altre (o le stesse?) furono omicide:

meravigliose nel tramar l'inganno,

Tutti gli odor d'Arabia non potranno

addolcirle. - Bellissime ed infide,

quanti per voi baciare periranno! -

 

Altre (o le stesse?), mani alabastrine,

ma più possenti di qualunque spira,

ci diedero un furor geloso, un'ira

folle; e pensammo di mozzarle al file.

(Nel sogno sta la mutilata, e attira.

 

Nel sogno immobilmente eretta vive,

l'atroce donna da le mani mozze.

E innanzi a lei rosseggiano due pozze

di sangue, e le mani entro ancóra vive

sonvi, neppure d'una stilla sozze.)

 

Ma ben, pari a le mani di Maria,

altre furono come le ostie sante.

Brillò su l'anulare il diamante

ne' gesti gravi de la liturgia?

E non mai tra' capelli d'un amante.

 

Altre, quasi virili, che stringemmo

forte e a lungo, da noi ogni paura

fugarono, ogni passione oscura;

e anelammo a la Gloria, e in noi vedemmo

illuminarsi l'opera futura.

 

Altre ancóra ci diedero un profondo

brivido, quello che non ha l'uguale.

Noi sentimmo, così, che ne la frale

palma chiuder potevano esse un mondo

immenso, e tutto il Bene e tutto il Male:

 

Anima, e tutto il Bene e tutto il Male.

 

 


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL