Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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3 - HORTULUS ANIMAE

2 - Ai lauri

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2 - Ai lauri

 

Lauri, che ne la grande ombra severa

accoglieste il pensoso adolescente,

parlatemi di lui, la prima sera.

 

Parlatemi di lui benignamente

vecchi lauri, però ch'egli forse ode;

però ch'egli è lontano e pur presente.

 

Quanto v'amava il giovine custode!

E quante volte a la sua fronte amica

tendeste i rami in ascoltar la lode!

 

Egli leggea quel libro ove pudica

l'Anima geme, lacrima e desìa

chiusa nel velo d'una Grazia antica.

 

Lento d'intorno il bel giardin salìa

fiorendo, come un sogno dal cuor sale;

rigato da la pura melodìa,

 

in una luce insolita spirtale

che non era del cielo ma sul mondo

effusa da la pagina immortale.

 

O lauri, io son colui. Non più m'ascondo.

Io son colui che lesse il libro e vide

quella luce e gioì nel cor profondo.

 

Tutto è perduto? Il raggio ultimo irride

nel gran bacino l'acqua putre e scarsa;

il paone su l'alto muro stride;

 

tra la gramigna livida e riarsa

giacciono spenti i cari iddii del loco...

Ogni divinità dunque è scomparsa?

 

Sol giunge suono di campane fioco.

A qual dolore l'onda pia si frange!

L'ombra invade una casa a poco a poco,

 

la triste casa ove mia madre piange.

 

 


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