Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Poema paradisiaco
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3 - HORTULUS ANIMAE

6 - Un ricordo

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6 - Un ricordo

 

Forse quelli occhi sovrumani, apparsi

come due fari all'anima perduta,

io vedrò ne l'oblìo lento oscurarsi.

 

Di te mi scorderò forse, caduta

negli abissi del Tempo ora fatale

in cui bevvi l'ebrezza sconosciuta.

 

Immemore sarò forse del male

che mi faceste, o uomini, del bene

che mi faceste, e d'ogni altra mortale

 

cosa; ma non di voi per quelle arene

lùgubri sotto quel tumultuoso

cielo femmine urlanti come iene.

 

Urlavan esse contro il gran maroso,

vincendo il mugghio; urlavan ne la notte,

invisibili, senza mai riposo.

 

E tra le grida lor non interrotte

udiansi a quando a quando acuti stridi

d'uccelli che volavan basso a frotte.

 

Atterriva il clamore tutti i lidi.

Verso quale naufragio urlavan esse?

Ne la notte le udii ma non le vidi.

 

Cadevan da la cupa nube spesse

gocce, tiepide come sangue o come

lacrime. E mi parea che ripetesse

 

dietro a me quel clamore un nome, un nome!

 

 


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