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Chi finalmente a l'origliere il sonno
può ricondurmi? Chi mi dà riposo?
Voi, care mani, voi che ne la morte
mi chiuderete gli occhi senza luce
(io non vedrò quel gesto ultimo, o Dio!),
voi non potete, voi, farmi dormire?
Oh dolce, ne la notte alta, dormire!
Oh dolce, nel profondo letto, il sonno!
Che mai feci, che mai feci, mio Dio?
Perché mi neghi tu questo riposo
ch'io ti chieggo? Rinuncio, ecco, a la luce.
Ben, io sia cieco. Io m'offro, ecco, a la morte.
Venga e mi prenda la gelata morte
ne le sue braccia. Io m'offro a lei. Dormire
ne le sue braccia, non veder più luce,
chiuder per sempre gli occhi aridi al sonno!
Ah perché, dunque, tu questo riposo
vorrai negarmi? Che mai feci, o Dio?
- In vano, in vano! È il tuo, misero, un dio
terribile. Tu chiami in van la morte.
Tu non morrai; tu non avrai riposo;
tu non potrai, tu non potrai dormire.
È morto il sonno, il lene amico, il sonno!
Tu non morrai. Per te sempre la luce;
per te, pur ne le tenebre, la luce;
sempre la luce. E il tuo, misero, un dio
terribile. - Me misero! Né il sonno
mi chiuderà questi occhi, né la morte...
Oh, non è vero. Fatemi dormire,
voi, care mani; datemi il riposo!
Pallide mani, datemi il riposo;
premete le mie pàlpebre! La luce
è come un dardo. Oh fatemi dormire,
pallide mani! Alzatevi al mio Dio
congiunte, e voi pregatemi la morte
se troppo è dolce al mio peccato il sonno.
Non chiedo il sonno. Io sol chiedo il riposo
de la morte; non più veder la luce
orrida; eternamente, o Dio, dormire.