Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Libro primo

7. Oblivia

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7. Oblivia

A la Signorina Emilia Teti.

Via per la calma de la notte estiva,

via petremoli albori,

lontano van su l’aura fuggitiva

mille effluvî di fiori.

Brilla giù ne la città dormente

ancor qualche fanale:

pecupi azzurri brilla arcanamente

una danza immortale.

E la pronuba luna un bianco riso

piove su ’l queto mare,

mentre ne l’ampio speglio il tondo viso

cangiato in serpe appare…

L’immensa solitudine secura

m’avvolge in sua magia;

ne ’l sentimento de l’alma Natura

la mia anima s’oblia,

e vola, vola per oceani ignoti

abbandonatamente,

come candido augello a’ più remoti

lidi dell’orïente.


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