IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
10. Febbre
Arde fioca la lampada oscillante
d’una luce rossastra, e a le pareti
sbatte in balli fantastici uno strano
popolo d’ombre; l’orologio segue
la ridda paurosa co ’l tic-tac
monotono; uno scarno crocifisso
ritto d’avanti come una minaccia
par che mi guardi; ne la strada a tratti
passano i carri rumorosi, e via
co’ gli urli rochi e le bestemmie oscene
si dileguano lunge: è l’ultima orgia
di Carneval.
il sangue orribilmente: qui ne’ polsi
e ne le tempia un martellìo continuo
che mi risuona in eco dolorosa
in fondo a ’l cuore; par che ne le vene
mi scorra piombo ardente; par che il cranio
mi scoppî ad ora ad ora; par che il petto
mi morda un serpe feroce; qui in gola
il singhiozzo… il singhio…
perché mi guardi, o crocifisso atroce,
con codesti occhi d’inferno?… Io non voglio,
io non voglio vederti! Non mi tendere
le braccia scarne, non ghignar così…
Io non voglio, perdio!… Che? tu sconficchi
i chiodi che ti avvincono a la croce,
tu scendi minaccioso, tu…
Chi suona?
Come ti volan le manine candide
su li avorî sonanti, o Lilia bionda,
e da le labbra armoniche fluisce
la dolce melodia di Margherita!…
Ne ’l sen riarso mi scende il tuo canto
come l’ambrosia de gl’Iddii d’Omero,
o sirena gentile! Vieni, vieni,
e porgimi le labbra: io voglio perdermi
in sogni azzurri e d’oro su ’l tuo florido
petto e fra i tuoi capelli; io voglio suggerti
il fiore de la bocca, e poi trasfondermi
in un raggio di stella, o in un effluvio
di rosa e di viola!… Vien… Chi ride
qui? Perché tu mi rompi le parole
su ’l labbro, o Mefistofele, co ’l ghigno
agghiacciatore? Io non voglio seguirti;
io non son Fausto, m’intendi?…
E chi sono?
Per Venere Ericinia, mia patrona,
declinate le fronti fino a terra:
io sono il divo Imperatore! Olà
mi s’apprestino i bagni profumati
co’ l’essenze di Siria: questo reo
sole di luglio mi brucia le vene.
Dopo i bagni il triclinio: le fanciulle
jonie cantino un inno di Bacchilide
alternando le danze; a prona mano
si riversi il Falerno di cent’anni
ne le capaci amìstidi; né manchi
la rosa e l’apio verde a ’l gran convito!…
Convito?… Ah sì, il festevole convito
de’ vermi…
Ma perché questa grigiastra
compagnia di monatti?… C’è la peste
qui?…
Com’è giallo il tuo viso, o Cecilia:
come son scarne le gote!… Stasera
verrà la mamma a sognare con te
là giù sotto la terra grassa, e i vostri
gentili sogni fioriranno ognora
in gigli e in ciclamini… Voglio anch’io
venire a ’l fresco là giù; qui si soff…
Silenzio!… Viene il principe danese
avvolto in nero drappo: ei porta in mano
il teschio di Yorik e sorride. È amaro
Sentite? non ci sono né veristi
piano, per carità! Ne l’altra stanza
c’è la mamma che dorme. Ella non vuole
ch’io venga a ’l ballo, e se si sveglia…
Dio!
quante lumiere e quanti fiori! come
splendono i palchi aurati di bellezze
superbe! che bizzarra compagnia
di maschere! che festa di colori!
Oh! il delizioso valtzer de lo Strauss,
il Sangue Viennese… Dammi, Lilia,
Dio! che rapida ridda di fantasmi!
Che musica infernale!… Mamma, mamma,
ove sei tu?… Non mi lasciar qui solo:
ho paura: le streghe mi circondano…
mi strangolano… muoio!… Aiuto! Aiuto!