Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Libro secondo

15. A una vite

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15. A una vite

Gioconda vite, amor de ’l divo Bromio

che lasciva ti stringi a l’olmo erculeo

e custodisci i tuoi rubenti grappoli

col verde onor de’ pampini,

come sei bella tra’ baci d’Apolline

che ti feconda il vin ne’ turgidi acini!

Fra le tue chiome il vento par che mormori

procace un inno fàllico:

a torme strepitando i lieti aligeri

discendono su te con desiderio,

e intorno un nugoletto di caleidi

batte l’alette splendide.

Che cara scena! Com’esulta l’anima

in braccio a quest’elisio carezzevole!

Tranquillo per le vene io sento scorrermi,

o vite, il sangue giovine.

Ma poi diman le villanelle amabili

con lieti cori ti torranno i grappoli,

e i dolci mosti sotto il piè de ’l villico

spumeggeran purpurei.

Tra cento amici a genïal convivio

il tuo licor scintillerà ne’ calici:

per te io chiederò a le Pïeridi

il foco di Bacchilide.



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