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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Via per il piano rïondeggiavano
le messi d’oro con ampio fremito
una ebrezza fiammante di sole.
Su su da’ prati, da gli orti effluvii
saliano a nembi ne ’l torrid’aere;
passavano a stormi gli augelli
pe’ cobalti de ’l cielo cantando,
e giù da ’l colle scendeano candidi
muggendo i bovi; su pe’ declivii
l’acre citiso e il salice amaro.
In groppa a ’l vento venìa da ’l placido
bosco vicino un suon di flauto:
modulante ne l’ombra i suoi carmi?
Dicea di Bacco, l’eterno giovine,
e quanto amore d’Arïanna arselo;
trasvolante via lunge tra i fiori…
E tu, Glicera, co ’l crine d’ebano
donato a l’aura, co ’l seno turgido
per la sponda de ’l lago fuggivi.
In candor pario nude mostravansi,
a l’agitarti, le forme nitide;
ne la corsa, con onda procace.
Io tra le canne alte inseguìati
e il cor batteami di desiderio;
ne l’arterie più calda de ’l sole.
E alfin ti giunsi!… Con trepida ansia
su le ninfee ti stesi, e un bacio
co ’l labbro convulso t’impressi,
— Or sei mia!… — gridando — sei mia!…
Tu fra le strette, come una vipera,
ti contorcevi, mettendo gemiti;
co’ la voce tremante ti dissi,
tu con tal atto d’amore il cerulo
sguardo girasti ver’ me, che parvemi
ne li occhi e ne ’l roseo volto
Oh allor qual estasi!… Brividi e fremiti
correan le fibre; le carni aveano
martellava, spossando, il piacere.
E intorno a noi vasta, giallissima
tacea la state; ridevan pronube
le bianche ninfëe. Due folaghe
si levaron dai giunchi auspicando.