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20. Rosa
Pallida rosa, che da ’l verde céspite
a ’l bel vale d’amor de ’l sole occiduo
senti tu tra le foglie i dolci fremiti
intendi la canzon che canta Zefiro
Ecco, il tuo stelo trema a ’l bacio languido
e le viole invidïando guardano
da l’orïente la stella di Venere
mentre le gaie rondini cinguettano
per te l’epitalamio.
Le petulanti passere rispondono
con trilli, con garriti di letizia
e piluccando i grappoli.
La cascatella i piccoli echi suscita
simile a suon di chitarrino e flauto
in nuzïal corteggio…
Deh, come lieta l’armonia de l’etere
in questa solitudine!
Come son belli questi tuoi connubii,
Io chiedo un’onda di celesti effluvii
chiedo che un raggio de’ suoi caldi vesperi