Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Studii a guazzo

41. Serata di ottobre

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41. Serata di ottobre

[RICORDI DEL PESCARA]

Era già adulto ottobre. Ne ’l cupo cobalto de ’l cielo

su su da la marina sorgeva la luna, si come

un viso di pacchiana, tra biondi vapori, ne ’l fiume

dïafano una striscia rossastra gittando. Le barche

brune, in ordine lungo ancorate, pareano a’ miei occhi

strani fantasmi intenti a pescar con lunghissime canne

da riva; e un odor fresco di pesce marino con l’aura

veniva a buffi; e un lieto confuso vocìo di soldati

uscìa da le caserme riflesse ne l’acqua co’ i lumi.

Da l’altra parte un rosso fanale aspettando il vapore

sbadigliava ne l’acqua i riflessi suoi tremuli anch’egli.

Io, poggiato a un riparo, guardava, pensando a Felice

cui una lenta tisi rodeva… a vent’anni! La luna

sbiancata tra lievissimi veli di nubi salìa

ancor più in alto; e in fondo, a la foce, una zona lucente

di mar s’intravedea. — Oh povero amico, darei

la metà del mio sangue purché tu potessi guarire!… —

Fischiò su ’l ferreo ponte con alto frastuono il vapore;

poi il fischio più acuto divenne, e via lunge si perse.



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