Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Tre acquarelli

44. I A la fontana

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44. I
A la fontana

Ad Andrea Baragiola.

Scendon lente le scale con anfore larghe di rame

su ’l capo tre fanciulle formose cantando stornelli:

il sole le ricinge d’un nimbo di rosëi raggi

morendo dietro i monti lontani che sembrano a ’l guardo

un ciclope supino. — O, formose fanciulle, a cui tante

fiamme brillan ne li occhi, e ne ’l vergine seno e ne’ fianchi

tanta gioia di curve ribalza, sostate un istante,

ch’io possa almen costringere i vostri contorni ne ’l verso

e accarezzarli!… — Scendono: l’acque tranquille de ’l fiume

scorron verdi tra ’l verde, e le nuvole sparse de ’l vespro

vi treman entro in vaghi riflessi di minio e di giallo;

da l’altra riva un uomo sta immobil pescando con l’amo;

pascon qua e i puledri de’ zingari intorno le tende…

Ma ecco per le scale risalgon le tre popolane

con l’acqua ne le conche, giulive ridendo; ed i lombi

sotto l’incarco ondeggiano a ’l ritmo de’ passi. Io le seguo

lungamente con gli occhi; e ne ’l sangue una pace divina,

ne l’aria sento il verso de ’l mite Virgilio fluire.



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