Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Tre acquarelli

45. III Da una mia finestra

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45. III
Da una mia finestra

A Giovanni Cucchiari.

Batte su’ tetti bruni da ’l chiaro turchino de ’l cielo

il sole di settembre, e ne’ vecchi mattoni scrostati

de la torretta ha smorfie di rosso e di giallo. Da’ tetti

a la torretta volan con frulli vivaci i colombi;

altri stan fermi a ’l dolce tepor’ de ’l meriggio tubando

di piacere; una candida coppia s’insegue in amore

spargendo piume intorno. Tigrotto1 sdraiato su ’l muro,

come una bascià, sonnecchia, e ne ’l piccolo carcere verde

il cardellino gitta un capriccio di trilli a l’azzurro

lontano. Ne ’l cortile Ninetta ricama una cerva

fulva tra ’l verde: il sole su’ diti le picchia tentando

e su ’l seno. Ella schermo facendo de ’l braccio a’ begli occhi

volge a tratti la testa ver’ me con un riso. — Potessi,

o fanciulla, fermare quel riso ne ’l verso!… — Ma fugge

l’esametro ribelle; i colombi si levan da’ tetti

a volo in frotta, bianchi ne ’l chiaro turchino de ’l cielo.






1 È il mio dilettissimo gatto.

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