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49. IV
Initium
Come son dolci, o Nemesi, i raggi de ’l sol di settembre!
volti si come baci di un dio, ed a ’l sangue tepori
tinte rubenti dànno. Non senti per l’aria fluire
le inebrianti ambrosie,
segno de ’l nume, o Nemesi? o Nemesi bianca, da’ neri
occhi, o simile ad Ebe!… S’arrampican lente pe’ colli
braccia, lussurïando a la luce; di sopra ampio ride
il ciel di lapislazuli;
di sotto, ne la valle, gli agricoli validi urgendo,
di bovi, e a ’l sole rubano vive scintille gli aratri,
glebe smosse un odore di salvia co’ fumi lïevi,
pompa gli alberi cantan la gamma de ’l verde sonora.
suasor di piacere!… Vogliamo le tempia pulsanti
e inïziar la festa selvaggia de ’l padre Lieo