Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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Idillii selvaggi

50. V Bacchanalia

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50. V
Bacchanalia

Passa in trionfo, o splendido figlio di Semele, o nume

Lieo, dator di gioia,

ritto su ’l cocchio! Ondeggino a’ vènti fremendo le chiome

tra i pampini a te; s’agiti

alto il tirso ne ’l pugno divino de l’indiche genti

domitore; e la nebride

penda fluttuando, e rosee ridan le carni ne ’l bacio

raggiante onde ricingele

il Sole. Passa, o Bromio, in trionfo, noi chini avvolgendo

in un’onda di ambrosie,

noi che qui, sotto il colle!… t’alzammo un altare. Vi trema

a ’l piede un rio di limpide

acque; vi cantan le api su ’l vespro una lene canzone;

e verdi vi s’arrampican

l’edere con secreti pispigli; e tre viti sorelle

intrecciate v’occhieggiano

da’ racemi. Ampio intanto l’autunno co’ i caldi colori

d’intorno esulta, e sonano

le vendemmie rubenti; a me tra man si torcon le strofe

selvagge, come Tiadi;

io su le rosse bocche e su’ turgidi seni le bacio:

elle poi ratte sfuggonmi

con un riso protervo di sfida, e dileguan ne’ campi

ridendo. — O bianca Nemesi,

bellissima tra l’Evie, a cui sbendasi Amore ne li occhi

e le Sirene cantano

su ’l labro, m’odi: fuggonci l’ore veloci su ’l capo

schernendo; e già, fantasima

grigio, brumaio ghigna da ’l norte un maligno sorriso

di gelo: mesci, splendida

pincerna, ne’ cristalli il Falerno, l’amor dei poeti,

e ridi, e bevi e versami

fra le labbra il vermiglio licore ne’ baci… Oh i bei baci

vermigli! Oh le vermiglie

labbra umide ne’ baci! Oh il gaio vermiglio trionfo

de’ fiori e de le foglie!…

Bevi, bianca Bassaride, e baciami, e ridi! Non siamo

dii noi che la festa ultima

celebrïamo, o Nemesi, a’ nostri selvatici amori?

O viti, la festa ultima!…



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